Passigli: LE OCCASIONI
Ventiquattro ore nella vita di una donna
Stefan Zweig
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 107
Fra i romanzi brevi del grande scrittore Stefan Zweig (Vienna, 1881-1942), "Ventiquattro ore nella vita di una donna" è uno tra i più perfetti e avvincenti. Scritto nel 1927, è la storia di una donna e di un uomo dominato dalla passione per il gioco che si incontrano, del tutto casualmente, nell'atmosfera febbrile del casinò di Monte Carlo. La vicenda viene narrata dalla donna stessa, ormai anziana, a un interlocutore pressoché sconosciuto, ma che le si rivela come l'unico possibile destinatario di un episodio della sua vita fino a quel momento non raccontato a nessuno, la confessione a cuore aperto di un amore dalla cui ossessione la donna era stata travolta e trascinata in una spirale di estasi e tormento. Lo svelamento del suo passato è tuttavia per lei soprattutto l'occasione per espiare e finalmente liberarsi da un evento durato appena l'arco di ventiquattro ore ma tale da totalizzare l'intero corso della sua vita successiva. Il racconto trascina il lettore in un magistrale crescendo di tensione psicologica, e lo fa penetrare nei complessi meccanismi che dominano la mente umana quando si trova in balia delle passioni, siano esse originate dall'amore, con tutta la sua incontrollabile sensualità, o siano quelle legate al demone del gioco d'azzardo, con tutta la loro carica distruttiva. Ma è al tempo stesso una profonda riflessione sul presente, sul passato e sulle età della vita, perché "invecchiare non significa altro che non avere più paura del proprio passato".
A passeggio per Berlino
Joseph Roth
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 121
Alla fine del 1920 Joseph Roth si trasferisce a Berlino, collaborando con la Frankfurter Zeitung e altri quotidiani. Proseguendo la tradizione viennese del feuilleton, Roth porta questo genere a una moderna forma di reportage letterario, e si pone come appassionato testimone e acuto osservatore della vita sociale del suo tempo. I reportage qui raccolti offrono una sorprendente e personale visione della Berlino degli anni Venti, una città che si propone come asilo per rifugiati ebrei, russi, turchi, armeni, greci, una metropoli di persone senza fissa dimora, di mendicanti, di senzapatria che lottano per la propria sopravvivenza. Roth accompagna il lettore alla scoperta di luoghi significativi, primo fra tutti lo "Scheunenviertel", il quartiere che un tempo dette rifugio ai molti ebrei esuli dell'Europa dell'est, un mondo vitale e variopinto che "puzza di cipolle, pesce, grasso e frutta...", e di cui Roth si serve anche per fare una sofferta e acuta riflessione sulla questione ebraica. Ma c'è anche la Berlino delle avanguardie, dal volto moderno, borghese e benestante, cui Roth non risparmia scetticismo e ironia su temi quali il traffico, l'architettura, la politica, la moda, i grandi magazzini, il ritmo frenetico della metropoli in espansione e la commercializzazione dell'industria del divertimento. Ogni luogo, con i suoi bizzarri ed eccentrici individui - tra cui accattoni, prostitute, ballerine, magnaccia, garzoni di bottega, artisti... - che popolano le notti e i quartieri berlinesi.
Come leggere un libro
Virginia Woolf
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 59
Oggi che sono di moda i corsi di scrittura, potremmo chiederci se non sia il caso di creare anche e soprattutto dei corsi di lettura, se non altro perché i primi, se hanno davvero ragione di essere, devono necessariamente comprendere i secondi. Se leggere in sé non è difficile, saper davvero leggere un libro non è altrettanto facile, tanto che sui criteri della lettura, come su quelli della scrittura, da sempre ci si interroga. I due saggi e il breve prologo presenti in questo volume spiegano dunque il modo in cui i libri dovrebbero essere letti, allargando poi il discorso alle difficoltà che la letteratura contemporanea incontra per essere compresa in tutta la sua profondità. Il punto di vista di Virginia Woolf predilige sempre il "lettore comune"; d'altra parte, se da un lato la scrittrice non può nascondersi che questi lettori risultano spesso disarmati di fronte ad opere della complessità, per esempio, dell' "Ulysses" di James Joyce - che proprio in quegli anni veniva pubblicato per la prima volta e di fronte al quale la stessa Woolf provava un sentimento ambivalente, di ammirazione e di repulsione - dall'altro non può che stigmatizzare l'insufficienza degli stessi critici della sua epoca. Leggere un romanzo è sempre un'arte difficile e complessa, scrive la Woolf, che richiede sì sensibilità e immaginazione, ma anche quella capacità di confronto che proprio l'esperienza delle precedenti letture ci offre e che è alla base del nostro giudizio."
Il poeta sotto esame. Con due importanti inediti di Dino Campana
Paolo Maccari
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 160
L'importanza della scoperta e della pubblicazione di questi due scritti inediti di Dino Campana non può passare inosservata. Da un lato, infatti, l'autore è senza dubbio una delle figure più enigmatiche e più complesse del nostro Novecento; dall'altro, questi due testi - il primo in italiano, il secondo in francese, qui presentato con la traduzione italiana a fronte - non sono piccoli frammenti spuntati casualmente come spesso avviene: sono due scritti compiuti che sviluppano altrettanti temi di grande interesse per l'autore dei "Canti Orfici": in italiano, il suo rapporto con l'"odiosamata" Firenze; in francese, sulla scorta di una riflessione sul "pentimento" nella letteratura d'Oltralpe, una pur veloce ma personalissima panoramica dei poeti più amati. Ma c'è un altro dato che rende questi scritti di grande importanza: la loro data. Appartengono infatti all'anno 1911 - periodo particolarmente oscuro nella biografia del poeta - e sono stati originati dall'infruttuosa partecipazione di Campana ad un concorso che avrebbe potuto abilitarlo all'insegnamento del francese nei ginnasi italiani. Mentre si sapeva ormai, grazie alle ricerche di Cacho Millet, del tentativo compiuto in quello stesso anno da Campana di diventare "alunno delegato di Pubblica Sicurezza", nulla sapevamo invece di questo suo precedente tentativo, peraltro molto meno stravagante del secondo e molto più importante, così che la delusione dovette essere molto più cocente.
A Rainer Maria Rilke nelle sue mani
Marina Cvetaeva
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2012
pagine: 96
Questo volume raccoglie tutte le opere di Marina Cvetaeva legate a Rainer Maria Rilke, il poeta prediletto su tutti, che Marina non potè mai incontrare ma che entrò nella sua vita con la potenza di un turbine. Oltre infatti al rapporto epistolare fra i due - e anzi fra i tre, perché è a un altro grande poeta, Boris Pasternak, che si deve la loro amicizia - quell'incontro letterario fece sì che Rilke dedicasse alla Cvetaeva la grande elegia dell'8 giugno 1926, e che Marina, ben oltre la scomparsa del grande poeta praghese avvenuta il 29 dicembre 1926 nel sanatorio svizzero di Val Mont, continuasse a rivolgersi a lui in una serie di opere che sono fra le più intense e importanti nella sua produzione, sia in versi che in prosa. Non opere 'dedicate' a Rilke, ma, come scrive la stessa Cvetaeva, veri e propri "colloqui con Rilke", e ancora di più: "la presonanza e la risonanza - in me della sua morte". Così, da questo punto di vista, i grandi poemi "Tentativo di stanza", "Lettera per l'anno nuovo" e "Poema dell'aria", si illuminano di una luce ulteriore e forse più netta; e con le meno note ma bellissime prose di La tua morte e di "Alcune lettere di Rainer Maria Rilke" vanno a costituire un originale insieme di straordinaria forza espressiva.
La bellezza vivente e altre poesie. Testo inglese a fronte
William Butler Yeats
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2011
pagine: 201
William Butler Yeats (Dublino, 1865-1939, Premio Nobel per la letteratura nel 1923) è il solo poeta di lingua inglese cui Leone Traverso abbia dedicato un intero e ricco volume antologico, a testimonianza di un interesse non occasionale e di una comunità di sentire che è sempre stata decisiva nelle scelte di questo traduttore-poeta. Un'affinità di gusto e di pensiero che vale da sola a documentare l'importanza dell'antologia che qui riproponiamo con il titolo "La bellezza vivente e altre poesie", corredata da una prefazione di Franco Buffoni che proprio sull'immutata vitalità della traduzione di Traverso si sofferma: "In un suo famoso studio - "Symbolism in Poetry" - Yeats rileva la necessità assoluta di una musical relation all'interno dell'opera poetica perché l'emozione forte e profonda che essa produce è ciò di cui l'animo umano ha bisogno per affrancarsi dal vegetable body e sperimentare la visione senza limiti dell'eternità. Riuscire a mantenere la traccia di tale 'relazione' nella versione di un'opera straniera in lingua italiana è il compito che Leone Traverso per tutta la vita si prefisse e di cui continuiamo a constatare il magistrale adempimento".
Il ritorno degli dèi
Fernando Pessoa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2011
pagine: 128
"Fra gli eteronimi di Pessoa, quello di Antonio Mora resta fra i meno noti e più problematici. Si tratta infatti del personaggio di cui lo scrittore portoghese si serve per fondare e insieme sondare la poetica di due dei suoi eteronimi più famosi, Alberto Caeiro e il suo discepolo Ricardo Reis. Allo stesso modo di Reis, anche Mora viene presentato come discepolo di Caeiro; ma mentre Reis - scrive Pessoa in un abbozzo di prefazione all'edizione, mai realizzata, della sua opera - "ha intensificato e reso artisticamente ortodosso il paganesimo scoperto da Caeiro", il compito di Antonio Mora "è di provare definitivamente la verità, metafisica e pratica, del paganesimo". "Il ritorno degli dèi" viene concepito da Pessoa proprio come prefazione all'opera di Alberto Caeiro e rappresenta, pur nella sua inevitabile frammentarietà, una critica feroce del cristianesimo, sulla scorta certamente della filosofia di Nietzsche, ma con l'ambizione di superarla, di andare ancora oltre quel suo "sapore cristiano che non può ingannare". Del resto, il parallelismo con Nietzsche non si limita a questo; come il filosofo tedesco era morto all'interno di una clinica psichiatrica, Antonio Mora si trova internato, a causa del suo squilibrio mentale, in una casa di cura di Cascáis." (Paolo Collo)
Le rose. Testo francese a fronte
Rainer Maria Rilke
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 128
"Uno stupire, un cedere, un essere travolti", così definiva Rilke la sua attrazione di scrittore per la lingua francese, il sentire estetico che in lui, poeta di lingua tedesca, ma anche fine traduttore di poesie francesi, non poteva non spingere verso la creazione personale. Del resto, la Francia lo aveva accolto a più riprese durante diversi periodi del suo girovagare europeo. E se la Russia per Rilke rappresenta l''altrove' cui deve "quello che sono divenuto", la Francia è la Parigi di Malte Laurids Brigge e di Rodin, la Provenza di Cézanne, la lingua di Louise Labe, di Mallarmé, di Verhaeren, di Valéry - tutti tradotti da Rilke -, e insieme la lingua del suo 'eremo' svizzero di Muzot e del sanatorio di Valmont, dove il 29 dicembre del 1926 si compirà il suo destino terreno. Non stupirà dunque che fra le ultime composizioni del grande poeta praghese compaiano ben tre cicli di poesie francesi, fra i quali "Les Roses", composto di ventiquattro poesie tutte dedicate al tema della rosa, e scritto in un brevissimo arco di tempo, dal 7 al 16 dicembre 1924, con l'unica eccezione di due poesie aggiunte nello stesso anno della morte. La raccolta venne pubblicata pochi giorni dopo la scomparsa di Rilke, nel gennaio del 1927, dall'olandese Alexandre Alphonse Marius Stols. Il volume, in tiratura numerata, era corredato da un breve scritto di Paul Valéry, riportato in questa edizione.
I gatti lo sapranno. Il gatto e i suoi poeti. Testi originali a fronte
AA.VV.
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 163
Fra gli animali che da sempre accompagnano la vita degli uomini, il gatto e il cane si contendono la palma dei più amati, al punto che si potrebbe sostenere che buona parte dell'umanità si divide tra 'gattofili' e 'cinofili'. Tuttavia è certamente il gatto che ha giocato un ruolo più centrale di qualsiasi altro animale nell'ispirazione dei poeti, come dimostra questo volume, un'esauriente antologia di testi dedicati a questa presenza così comune, eppure sempre così enigmatica, nelle nostre case. Anche se l'antologia è particolarmente incentrata sulla poesia moderna e contemporanea, non potevano mancare alcuni testi più antichi, come il sonetto di Torquato Tasso, l'apologia' felina del poeta inglese Christopher Smart, i due haiku del poeta giapponese Basho e del suo allievo Shiko, che rispettivamente aprono e chiudono il libro. Fra questi estremi di diverse e lontane classicità, troviamo le poesie di romantici inglesi come Wordsworth, Shelley, Keats; di francesi come Baudelaire, Verlaine, Apollinaire, Prévert; di alcuni dei massimi poeti del Novecento, da Yeats a Rilke, da Borges a Neruda, da Pessoa a Garcia Lorca, da Alberti a Bukovsky, fino a grandi poeti dei nostri giorni come l'irlandese John Montague, la polacca Wieslawa Szymborska, la brasiliana Marcia Theophilo. Anche nella poesia italiana moderna la figura del gatto è ben presente. L'antologia offre, anche qui, una ricca messe di poeti fra i nostri maggiori, fino ad arrivare alle generazioni a noi più vicine.
La responsabilità dell'architetto. Conversazione con Renzo Cassigoli
Renzo Piano, Renzo Cassigoli
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 205
Ormai giunto alla sua settima edizione, questo racconto-intervista di Renzo Piano con il giornalista Renzo Cassigoli si arricchisce di una inedita intervista di Enzo Siciliano al grande architetto. Altro tassello, dunque, di questo libro singolare che nelle sue sette edizioni si è progressivamente arricchito non solo dei commenti di Piano ai lavori che andava affrontando dalla Potsdamer Platz di Berlino all'Auditorium di Roma, da Nouméa in Nuova Caledonia al museo di Sarajevo, dalla nuova sede de "Il Sole 24 Ore" al progetto per la Collina degli Erzelli, a Genova - e di riflessioni più generali sulla sua professione, sul concetto di 'architettura sostenibile', sulla responsabilità dell'architetto, su architettura e arte, sull'idea di città, ma anche su temi più 'eccentrici' quali il ricordo di Italo Calvino o il commento sull'attribuzione del Premio Nobel a Günter Grass.
Voglio essere lento
Javier Marías, Elide Pittarello
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 138
Questo volume raccoglie due lunghe conversazioni fra Javier Marías ed Elide Pittarello, autrice di numerosi scritti e interventi sull'opera dello scrittore spagnolo. La prima di queste conversazioni risale al maggio del 2004, e ha avuto all'epoca un'edizione spagnola; la seconda, del giugno 2009, è stata realizzata appositamente per questo volume, con aggiornamenti di carattere biografico e letterario, e soprattutto rivolgendo un'attenzione particolare ai rapporti di Marías con l'Italia, un paese al quale è sempre stato molto legato - "un paese che invidiavamo", ricorda lo scrittore - e del quale segue con amarezza non disgiunta da sorpresa quello che pare essere un autentico declino politico e civile. Sono conversazioni fra due amici di lunga data, e se è vero, come scrive la stessa Pittarello nella prefazione, che "una frequentazione di molti anni genera non solo confidenza ma anche pudore", è altrettanto vero che difficilmente in caso diverso si sarebbe potuto avere un dialogo a tutto campo così ricco e vario come quello che qui presentiamo, nel quale Marías parla della sua infanzia, dei suoi genitori, degli amici scrittori e non, dei libri suoi e di libri altrui, del fantasmatico Regno di Redonda che lo vede sul trono con il nome di re Xavier I, e di tante altre cose legate alla sua vita e alla sua scrittura.
I duellanti
Joseph Conrad
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2009
pagine: 133
«Ho cercato di infondergli un po' dello spirito dell'epoca. Fra i miei antenati, ho avuto due ufficiali di Napoleone: un mio prozio materno e il nonno paterno. Si tratta dunque quasi di un affare di famiglia»: così scriveva Joseph Conrad ad un amico a proposito di questo lungo racconto, raccolto insieme ad altri cinque nel 1908 sotto il titolo di A Set of Six (Un gruppo di sei); 'un racconto militare' - come recita il sottotitolo - che prese spunto da una serie di conversazioni che lo scrittore ebbe a Montpellier con un ufficiale di artiglieria. Se, come è stato osservato, si tratta del racconto forse meno conradiano fra quelli del grande scrittore, è pure vero che anche in quest'opera la grande arte di Conrad si svela in tutta la sua potenza, e proprio nel reiterarsi quasi imponderabile del conflitto che mette di fronte i due protagonisti della vicenda, l'aristocratico D'Hubert e l'impetuoso Feraud, nell'ambito del ben più vasto conflitto delle guerre napoleoniche. Si è giustamente sottolineato come il senso dell'onore sia al centro della vicenda; e tuttavia c'è un aspetto non meno importante, e forse preponderante, da richiamare, e cioè l'assoluta inconsistenza dei fatti da cui tutto trae origine, ma che non vale a scongiurare l'ineluttabilità della sorte che i due contendenti si trovano ad affrontare. Ed è forse questo l'aspetto più conradiano dell'intera narrazione.