Linguistica
Pronomi
Enrico Testa
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 384
«Rivendico il diritto all’arte del saccheggio, alla non-oggettività, alla contraddizione, al procedere non scientifico, al libero prelievo di testi altrui e al loro casuale sovrapporsi e pure al loro confliggere». Con grande sincerità e senza alcun timore di essere “politically incorrect”, un linguista si scompone nelle sue manie e passioni, idiosincrasie e valori. La poesia e il jazz, l’irritazione per i luoghi comuni ricorrenti e il pensiero unico, le parole e il destino delle lingue, i vivi e i morti, le differenze e le analogie, l’intelligenza artificiale e quella artificiosa, la filosofia grammaticale e l’ironica saggezza dell’interpunzione... tutto questo e molto altro ancora creano un indimenticabile «me stesso», castello di carte e di carta nell’infinito gioco del mondo. Mettiamo che un linguista, che è anche un poeta, decida di descrivere senza remore ciò che vede e pensa del mondo, osservandolo dalla sua finestra affacciata su un tramonto occidentale. E, per farlo, cominci con l’aprirla... Se perciò vi attendete che questo libro sia un monologo, o un soliloquio, abbandonate da subito l’ipotesi: l’“io” narrante non sarà mai solo. Perché i linguisti parlano, certo, ma soprattutto ascoltano. Se poi sono anche poeti sentono perfino i rumori bianchi, le pause, gli a capo. E da quella finestra d’Occidente entra davvero di tutto. E irrompe con una folla di voci. E interrompe “io”. Di continuo. Ma forse è per l’appunto nell’essere interrotti che si diventa davvero sé stessi: nella propria libera e liberatoria reazione a ciò che, da fuori (ma anche da dentro), ci avvolge costantemente di parole. Quella reazione che è un discrimine e un vaglio, un generatore di categorie, di dilezioni, di appartenenza, di rifiuto. E quindi di pronomi. Il fastidio tremendo di fronte alle vocette che blaterano parole alquanto cretine ma di moda; l’idiosincrasia per le astrusità pompose e spesso vuote di senso pronunciate in tono impostato (di solito un po’ nasale); o, al contrario, l’incanto per frasi perfette di cui condividiamo i contenuti; la familiarità con le voci dei defunti che ci risuonano ancora nella mente; la consonanza con certi versi indimenticabili di poesie e canzoni... ecco, tutto questo finisce per creare il sospensivo “loro” di cui spesso poco ci fidiamo, l’ecumenico “noi” (ma non sempre è vero), il losco “voi”, l’intimo tu (con cui però ci apostrofa anche l’interlocutore che abbiamo dentro la testa, di solito contraddicendoci). La sintassi dell’“io” è l’esito di continue scelte grammaticali, meditate o divaganti, ci dice il linguista. E il poeta sorridendo aggiunge: fai attenzione alle autobiografie involontarie, perché potrebbero essere la tua.
Il giro del mondo in 80 lingue. Un viaggio tra le meraviglie, i misteri, le curiosità dell'espressione umana
Veronica Repetti
Libro: Libro in brossura
editore: Ponte alle Grazie
anno edizione: 2025
pagine: 240
Leggendo questo libro, viaggerete alla scoperta delle tantissime, sorprendenti, a volte bizzarre caratteristiche delle lingue di tutto il mondo: dalle vocali lunghe della giungla amazzonica ai clic delle tribù africane al «non-passato» del giapponese fino agli accenti dei dialetti o, meglio, delle lingue italiane. Tra studi scientifici, storie quotidiane e curiosità, lo sguardo di Veronica Repetti si mantiene rigoroso ma si apre a un'ironia leggera, mostrando che le lingue non sono soltanto il più potente strumento di condivisione di informazioni e stati d'animo, ma anche una mappa di come pensiamo, viviamo, ci capiamo (o non ci capiamo). "Il giro del mondo in 80 lingue" (ma nel libro se ne trattano oltre cento) è un invito a guardare e ascoltare da vicino la più grande magia di cui tutti siamo protagonisti: la comunicazione umana. Perché il linguaggio non ha confini netti: anche quando proviamo a fissarle in rigide regole linguistiche, le parole evolvono in continuazione, scavalcano frontiere, si perdono, si ritrovano, si inventano ogni volta daccapo.
Nessunə è normale
Vera Gheno
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 176
"«Tu non sei normale» è una frase che chiunque, una volta nella vita, si è sentito rivolgere – magari in mezzo a una furiosa litigata. In ogni caso, “normale” è una parola che sentiamo di continuo, poiché è il parametro con cui la società misura la soglia minima dell’accettabile. Ciò che è normale non sarà eccellente, ma almeno ha la decenza di attenersi a uno standard, di conformarsi: essere come tutti, comportarsi come tutti. Ma, a ben vedere, “tutti” chi? Ci voleva una sociolinguista combattiva come Vera Gheno per smontare la circolarità capziosa di questo aggettivo, che indicherebbe sia chi si attiene alla norma sia ciò che detta la norma, costringendo gli altri a seguirla. Un tempo, forse, questa arbitrarietà era meno evidente, quando la società era divisa in grandi gruppi abbastanza omogenei al loro interno. Ma oggi, in una società frammentata in gruppi sociali diversissimi, l’autoreferenzialità del concetto è esplosa: vengono spacciati per normali i corpi filiformi o muscolosi di modelle e attori, politici pluridivorziati discettano di famiglia tradizionale e di valori condivisi, e di contro i media e i social convincono ognuno di noi di essere (o dover essere) speciali, eccezionali – tutto fuorché appunto normali. Vista da vicino, allora, questa fantomatica norma si rivela per quello che è: uno strumento del gruppo dominante per esercitare potere su gruppi meno forti (donne, migranti, poveri, persone lgbtqia+...). Così che chi è bollato come “diverso” si ritrova espulso, oppure misericordiosamente riaccolto se si adegua e rientra nei ranghi. Una ragione in più per ricordarsi che, per fortuna, Nessunə è normale.
Bene ma non benissimo. Parole e modi di dire che hanno stancato i giovani
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 144
Ogni epoca ha i suoi feticci lessicali: parole-tormentone, che instaurano mode e le alimentano; parole-slogan, che marcano agende politiche e orientano consensi; parole-chewing gum, che si appiccicano alla lingua e non si staccano più; parole-maquillage, che occultano la verità ma lo fanno in maniera così elegante da passare inosservate. A volte queste parole irritano, più spesso non ci accorgiamo nemmeno della loro presenza, tanto è facile assuefarci ai nuovi paesaggi linguistici che via via disegnano davanti ai nostri occhi. Come tutte le mode, ne siamo impregnati anche se giuriamo di non seguirle; dicono qualcosa di noi e del nostro tempo anche se ne siamo infastiditi e pensiamo di esserne esenti. Questo libro, scritto dagli studenti di Academy della Scuola Holden, è un tentativo di censire i più fastidiosi e pervasivi tra i tic linguistici contemporanei e di ricostruire le circostanze che li hanno resi tali. A volte con ironia. Ma senza pietà.
Boomerario. Manuale semiserio di sopravvivenza linguistica
Massimo Roscia
Libro: Libro in brossura
editore: Rai Libri
anno edizione: 2025
pagine: 320
Ick, idk, gyat, drip, swag, simp, sus, oba, nerfare, ollare, spawnkillare, yappare, delulu, sike, prank, demure, niubbo, psa, bff, imho… Dispacci cifrati? Frammenti di codice fiscale? Esercizi di stile in esperanto? Messaggi alieni provenienti da galassie lontane? Niente di tutto ciò; sono soltanto alcuni esempi, tratti dall’ampio repertorio composto di vocaboli di lungo corso, neologismi, abbreviazioni, acronimi, locuzioni e modi di dire che caratterizzano il lessico dei giovani di oggi. Ogni generazione, infatti, crea il suo proprio gergo e lo fa per riconoscersi, interagire più facilmente, comunicare in maniera immediata ed efficace, favorire la condivisione di fatti, idee e interessi e non farsi comprendere dagli estranei. "Boomerario" è una raccolta basata principalmente sull’osservazione diretta del modo di parlare e di scrivere giovanile, concepita non già per esprimere giudizi, ma per ascoltare e comprendere. "Boomerario" è uno scandaglio ideato per esplorare in maniera allegra e scanzonata – ma non superficiale né irridente – il macrocosmo gergale dei ragazzi (attraverso più di duecento lemmi pubblicati in rigoroso ordine alfabetico e corredati da oltre mille esempi) e per rendere ancora più chiaro il significato autentico che i giovani attribuiscono a queste misteriose parole. "Boomerario" è un prontuario, una bussola, un decodificatore, utile e divertente, per conoscere meglio i giovani e non apparire ai loro occhi un po’ troppo… cringe.
Itanglese. Storie di parole da abstract a wine bar
Maurizio Trifone
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 256
Austerity, e-book, fake news, gossip, homepage, meeting, selfie, trend...: la lista delle parole inglesi entrate a far parte del nostro vocabolario è lunghissima. Per questo tra i cultori dell'idioma di Dante è diffuso il timore che l'italiano possa trasformarsi in un itanglese, cioè in un italiano infarcito di anglicismi e pseudoanglicismi. Attraverso una ricca serie di esempi, spesso divertenti, tratti dalla lingua quotidiana e dai giornali, il volume racconta la storia di numerose parole inglesi o angloamericane penetrate nell'italiano in diverse epoche e per vie talvolta imprevedibili. L'intento non è certo quello di deplorare l'ingresso di parole straniere nella nostra lingua o di imporre sostituti italiani, ma solo di fare luce su un fenomeno linguistico inarrestabile e aiutare il lettore a riflettere sulle risorse lessicali a sua disposizione: generalmente il parlante può scegliere tra un anglicismo e un suo altrettanto valido corrispettivo italiano... a patto che lo conosca.
Profilo storico della linguistica moderna
Maurice Leroy
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2025
pagine: 264
Un quadro chiaro ed esauriente delle principali correnti della linguistica moderna e dei problemi fondamentali che ne hanno segnato lo sviluppo in un libro diventato un classico. Senza seguire un’esposizione rigidamente cronologica, ma ordinando la materia in modo da far meglio risaltare le tendenze di fondo, l’autore mette in luce i momenti di svolta della storia linguistica, insistendo soprattutto sulle intuizioni teoriche e sui principi metodologici che hanno promosso o guidato l’indagine sul linguaggio tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento. Accuratamente dosato nell’esposizione tecnica e nell’analisi concettuale, il libro fornisce un indispensabile mezzo di orientamento non solo ai linguisti ma a chiunque si interessi di problemi del linguaggio.
Il mago delle parole
Giuseppe Antonelli
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 208
«Le parole sono un fondamentale pezzo di mondo: a ogni parola in più che impariamo, il nostro mondo diventa un po’ più grande. Ogni nuova parola è una scoperta. Ogni nuova parola è una conquista. Ogni nuova parola è un passo nella strada che porta alla consapevolezza». Un saggio narrativo che spariglia le carte e ci fa cambiare sguardo sulla nostra lingua, accompagnandoci all’interno di un’aula scolastica dove l’ora di italiano diventa il momento più entusiasmante di tutta la giornata. Perché, come ci rivelerà pagina dopo pagina Giuseppe Antonelli, la grammatica non è affatto noiosa, polverosa o dogmatica. La grammatica è glamour. Cosa succede se il nuovo insegnante d'italiano è uno strano tipo tutto azzimato che ogni giorno se ne inventa una nuova? Appende cartelli, disegna cartine, improvvisa quiz, apparecchia la cattedra con un servizio da tè. Spiega la grammatica come una partita a scacchi, scrive alla lavagna formule etimologiche e le risolve a mo' di enigmi, trasforma le parole in racconti pieni di colpi di scena. Le incrocia, le manipola, le inventa, le traduce in suoni e colori, sapori e profumi. Insieme ai classici della letteratura, cita canzoni, fumetti, film e non smette mai di dialogare con tutti gli studenti: ascolta, commenta, ribatte, scherza, incoraggia. Un imprevedibile prof che ogni tanto si mette qualcosa in equilibrio sulla testa e rimane immobile finché non ritorna il silenzio; non dà mai voti e in pagella scrive solo consigli in forma di sonetto. Succede che imparare la lingua, le sue regole, la sua storia diventa un'avventura affascinante. La grammatica, in fondo, è solo l'arte di dire le cose nel modo giusto al momento giusto. E allora ecco l'Accademia d'arte grammatica: una società segreta in cui ragazzi e ragazze s'incontrano fuori da scuola per divertirsi a giocare con la lingua italiana. Succede che un'esperienza così può cambiarti la vita. E in effetti, alla persona che racconta questa storia - a distanza di anni, con immutata emozione e un po' di nostalgia - la vita l'ha cambiata.
A tu per tu con la «Commedia»
Giuseppe Patota
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2025
pagine: 360
«Capire la Divina Commedia è difficile. Della lingua in cui la scrisse, diventata la nostra soprattutto grazie a lui, Dante sperimentò tutte le possibilità espressive, comprese quelle che sembrano andare al di là dell’umano, sia verso il basso sia verso l’alto, e non è facile seguirlo in questo vertiginoso saliscendi. Poi ci sono i contenuti. Teologia e interpretazione dei testi sacri, filosofia, logica, morale, politica, diritto, letteratura e storia antica, scienza dei numeri e delle misure, musica, ottica, medicina, arte della guerra e della navigazione: non c’è aspetto della cultura antica e medievale di cui Dante non abbia appropriatamente detto qualcosa, nel suo enciclopedico poema. Infine, ci sono i personaggi che popolano l’oltremondo che il Poeta ha costruito. Tralasciando quelli appartenenti al mito o alla storia, e limitandoci a quelli che hanno popolato la cronaca dei tempi di Dante e di quelli di poco precedenti, l’unico motivo per cui continuiamo ad avere memoria dei nomi di Ciacco, Francesca da Rimini, Farinata degli Uberti o Ugolino della Gherardesca è dato dal fatto che i versi scritti da Dante li hanno resi figure immortali: se quei versi non fossero stati scritti, i loro nomi sonnecchierebbero in qualche documento d’archivio o in qualche cronaca medievale. Sì: capire la Commedia è veramente difficile. Per questo ho scelto i versi più significativi, curiosi o sorprendenti dei cento canti di cui si compone e li ho distribuiti in 114 presentazioni (per qualche canto ho avuto bisogno di qualche presentazione in più). Ho cercato di spiegare quei versi parola per parola, senza dare niente per scontato, collegando i fatti con gli antefatti. In questo modo, leggendoli canto dopo canto, farete lo stesso viaggio che ha fatto Dante: questo, almeno, è quello che spero.»
Ci mancava solo lo schwa. POV tra puristi e progressisti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Margine (Trento)
anno edizione: 2024
pagine: 160
Quanto si può modificare una lingua? Fino a che punto ci si può spingere per far aderire le parole che usiamo alla realtà che cambia? Sono le evoluzioni sociali che trasformano il linguaggio o è il linguaggio che deve essere usato come motore del cambiamento? Un racconto distopico (ma nemmeno troppo) ci fa viaggiare nell’universo dei linguaggi possibili: il Regno della Lingua Così Com’è, dove le parole — entità scientifiche e oggettive — non hanno il potere magico di trasformare il mondo e gli articoli non si possono cambiare, anche se qualcuno li considera ghettizzanti; il Regno dei Musoni, dove l’ironia è reato, nessuno può ridere di nessuno e la sensibilità risponde a una rigida gerarchia di oppressi e oppressori; il Regno Binario, dove il «Grande Algoritmo» della cancel culture riscrive il canone sessista, colonialista e omofobo emendandolo dalle parole bandite; e il Regno dello schwa, dove il maschile universale lascia il posto ai pronomi inclusivi, la lingua è politica e ogni giorno nasce un neologismo. Da leggere da soli, con gli amici, nel tempo libero o in classe, per imparare a guardare le cose con testa e occhi diversi dai propri, argomentare le proprie ragioni e aprirsi a quelle degli altri.
Razza. Preistoria di una parola disumana. Parole nostre
Lino Leonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2024
pagine: 160
Razza, con il suo derivato razzismo, non è una parola neutra. Evoca gli orrori del Novecento, dall'olocausto nazifascista all'apartheid al segregazionismo: la persecuzione giustificata dalla presunta superiorità genetica. In questo secolo riemerge contro i migranti, a difesa di presunte identità collettive che la scienza ha dimostrato infondate nel genere umano. È diffusa in tutte le lingue, ma è nata in Italia durante il Medioevo, e l'indagine sulla sua origine svela che deriva da una parola applicata solo ai cavalli. Un caso emblematico di coincidenza tra i più recenti risultati della genetica e la più profonda radice linguistica: razza è una parola disumana.
Storia della lingua giapponese. Dalle origini alla lingua moderna
Paolo Calvetti, Giuseppe Pappalardo
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Hoepli
anno edizione: 2024
pagine: VIII-344
Dall'epoca antica fino ai giorni nostri, una descrizione diacronica della lingua giapponese, l'unica, tra le maggiori parlate al mondo, le cui origini rimangono incerte. Strumento indispensabile per gli studenti di lingua e cultura giapponese, il volume offre una trattazione chiara e approfondita dei diversi aspetti diacronici del giapponese. Partendo dalle teorie sulle origini genealogiche, il testo ripercorre, attraverso i secoli, l'evoluzione e la trasformazione del giapponese nel contesto linguistico e culturale dell'Asia orientale. I sette capitoli in cui si articola la trattazione descrivono le caratteristiche della lingua antica riflesse nelle prime fonti dell'VIII secolo, la lingua della classicità del periodo di Heian, i mutamenti linguistici del periodo medievale, per poi analizzare la lingua del periodo degli shogun Tokugawa (1603-1868) e, infine, quella contemporanea, influenzata dal processo di modernizzazione. All'interno del manuale sono riportati numerosi collegamenti alle fonti testuali primarie.