Passigli: LE OCCASIONI
Vita di Mozart
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 112
«Sappiamo quando avvenne il colpo di fulmine. “La musica mi è piaciuta per la prima volta a Novara, qualche giorno prima della battaglia di Marengo. Andavo a teatro, davano il ‘Matrimonio segreto’”. Per il giovane Stendhal, la scoperta di Cimarosa fu la scoperta della musica»: così scrive Enzo Siciliano nella sua prefazione a questa ‘Vita di Mozart’, che segna il debutto del grande narratore francese nella letteratura. Se Cimarosa fu infatti il primo grande amore musicale di Stendhal, Mozart rappresentò l’approdo definitivo della sua passione, perché, come racconta lo stesso Stendhal in questa piacevole, breve biografia: «Un pittore, volendo una volta adulare Cimarosa, gli disse di considerarlo superiore a Mozart. Al che l’italiano, con vivacità: “Che direste voi a chi vi dichiarasse che siete più grande di Raffaello?”». Prefazione di Enzo Siciliano.
Ida
Irène Némirovsky
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 64
Pubblicato nel 1934, "Ida" è il racconto del destino crudele e tragico di una donna, una ballerina ambiziosa dei music-hall parigini, che con la forza della giovinezza e un'indomabile volontà compie la sua scalata verso la celebrità e il successo economico e sociale. Proveniente da una classe sociale bassa, nella sua corsa inarrestabile verso il successo Ida, col passare degli anni, diventa sempre più una donna sola ed egoista che non accetta di invecchiare e ignora l'impietoso scorrere del tempo. Dopo una lunga carriera continua a vivere nell'illusione del suo passato e della sua bellezza ormai sfiorita. Il confronto con la sua giovane rivale farà rinascere nell'animo di Ida dolori mai sopiti e segreti nascosti. Una «vecchia signora coriacea, tutta agghindata e truccata», come la stessa Némirovsky definì la sua protagonista, che vive per il palcoscenico, con la paura di perdere la sua supremazia sulle altre donne: «Quello di cui ho bisogno, quello che apprezzo, quello che mi piace è l'amore della folla… Perderla? No, piuttosto preferirei morire…».
Il testamento
Rainer Maria Rilke
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 112
Lunga lettera a Baladine Klossowska, madre del grande pittore Balthus e ultima delle amanti di Rilke (da lui affettuosamente nominata Merline), “Il testamento” (1921) è soprattutto la testimonianza sofferta del superamento di una lunga crisi personale e creativa che aveva portato Rilke a interrompere la stesura delle “Elegie duinesi”. Lo scrittore sentiva che, per superare quel lungo silenzio e conquistare, secondo una definizione dello stesso Rilke, «l’ultimo territorio della parola», era per lui necessario – come scrive Elisabetta Potthoff nella prefazione – «redigere un testamento, stabilire la propria volontà ultimativa e insieme prendere congedo». Congedo da cosa? Da se stesso per andare oltre, per superarsi, perché «in nessun luogo vi è sosta» (Prima elegia) e perché «viviamo sempre congedandoci» (Ottava elegia). Il testo si divide in due parti: la prima a mo’ di prologo e redatta in terza persona; la seconda con le “annotazioni testamentarie”: tra ricordi, riflessioni, immagini, in uno stile quasi aforistico, Rilke suggella, scrive ancora Elisabetta Potthoff, il suo «estremo sforzo di riguadagnare, passando al vaglio esperienze passate e presenti, quelle certezze che conferiscono nuovo spessore alla sua identità e gli consentono di riconquistare la propria poesia». Così si prepara la grande stagione delle nuove “Elegie duinesi” e dei “Sonetti a Orfeo”. Meditazione sulla morte e sulla vita, e sulla complessa relazione tra uomo e donna, per un poeta che ha sempre cercato il silenzio e la libertà, queste pagine ci offrono forse il più intenso manifesto poetico ed esistenziale del grande scrittore. Il volume contiene testi in lingua tedesca con traduzione in italiano.
Una brutta storia
Fëdor Dostoevskij
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 112
Di ritorno da una festa di compleanno tra colleghi, il giovane generale Ivan Il’ič Pralinskij, consigliere di stato sognatore e utopista, si presenta inaspettatamente alla festa di nozze del suo sottoposto Pseldonimov. In apparenza, il suo intento è quello di condividere un giorno lieto con il suo impiegato, ma in realtà egli ha uno scopo ben più ambizioso: elevare spiritualmente, tramite la propria presunta liberalità, dei poveri proletari, instradandoli verso quella evoluzione di coscienza di cui, a suo dire, la società ha bisogno. Le cose, però, non vanno secondo i piani di Pralinskij, e la serata prende presto una piega inaspettata, fino al tragicomico epilogo… Pubblicato nel 1862 sulla rivista «Vremja», il racconto “Una brutta storia”, in cui si avverte ancora forte l’influenza dell’amato Gogol’ – in particolare nell’accentuazione caricaturale dei personaggi – è un’opera a suo modo centrale in quanto, come afferma Marilena Rea nella prefazione a questa sua nuova traduzione, «segna la fine della fase degli anni Quaranta, della cosiddetta “letteratura burocratica”, e l’inizio della fase matura, quella delle “Memorie dal sottosuolo”, che ha reso Dostoevskij un classico assoluto dell’Ottocento».
I segreti della principessa di Cadignan
Honoré de Balzac
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 120
Dopo essere stata una delle regine della vita mondana ai tempi della Restaurazione e una vera mangiatrice di uomini, Diane d’Uxelles, principessa di Cadignan, in seguito alla sconfitta dei legittimisti nella Rivoluzione del 1830 vive in un modesto pianterreno isolata dal mondo dove riceve unicamente la marchesa Athénaïs d’Espard, sua vecchia amica e “rivale”. Nonostante la tumultuosa vita sentimentale da autentica «Don Giovanni di sesso femminile» – testimoniata da un album di ritratti dei suoi molteplici amanti –, il vero amore non lo ha mai incontrato, ed è per questo che, quasi in una sorta di scommessa o burla, la principessa mette gli occhi sul famoso romanziere Daniel d’Arthez, una proiezione idealizzata dello stesso Balzac. Come scrive Maurizio Ferrara nella nota che accompagna il volume, I segreti della principessa di Cadignan (1839) è una delle rare opere di Balzac che ha un epilogo felice, con l’apparente trionfo dell’amore; ma non per questo si tratta di una storia romantica, è anzi una commedia degli inganni, una «commedia crudele» – come lo stesso Balzac la definisce – la cui trama densa di ambiguità aveva colpito Marcel Proust, che per bocca del barone di Charlus, uno dei protagonisti della Recherche, definisce l’opera «un capolavoro».
Era scritto
Israel Joshua Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 112
Nella Polonia dei tempi dell’impero zarista, ogni venerdì sera il venditore ambulante di setole di maiale Fichl Maïdaniker si reca nel villaggio di Dolinets, sulle rive della Vistola, per celebrare assieme ai suoi correligionari lo Shabbath, ospite ogni volta di un membro diverso della comunità. “Gigante buono” temuto da tutti per la sua fame atavica – e per questo sempre ospitato malvolentieri – ma terribilmente solo e desideroso di una compagna, il povero Fichl è vittima di un crudele scherzo orchestrato ai suoi danni dai fratelli Shimon e Levy, i due burloni del villaggio, i quali gli fanno credere di avergli finalmente trovato una moglie. Questo scherzo porterà però a quella che il villaggio crederà una punizione divina, e starà proprio a Fichl decidere se porvi rimedio… Ancora una volta, Singer dà prova di grande maestria mescolando elementi e personaggi diversi tra loro che pone sotto la lente dell’inarrivabile humour ebraico.
Diario di un uomo superfluo
Ivan Turgenev
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 120
Appena trentenne, Čulkaturin avverte che la sua fine è vicina e decide di ripercorrere in un diario la sua vita: l’infanzia infelice, i genitori, l’amore non ricambiato per la graziosa Liza. Soprattutto, sente nella propria superfluità la vera cifra della sua esistenza… Piccolo gioiello narrativo, con il "Diario di un uomo superfluo" (1850) Turgenev ci offre un’originale, personalissima variazione su un tipo di personaggio che tanta fortuna avrà nella letteratura russa dell’Ottocento – basti pensare, per fare un solo esempio, all’Oblomov di Gončarov (1859) – e che diventerà, con gli aggiornamenti del caso, uno dei tipi più esemplari della letteratura novecentesca, come, da noi, nelle opere di Svevo e Pirandello.
La buonanima
José Maria Eça de Queiroz
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 80
Apparso dapprima a puntate sulla «Gazeta de Notícias» di Rio de Janeiro nel 1895, il racconto “La buonanima” ha diversi punti in comune con il più celebre “Il Mandarino”, pubblicato in questa stessa collana. In entrambi, infatti, vivi e morti si trovano non solo a coesistere, ma anche a intrecciare i propri destini; e se nel “Mandarino” si narra di un vivo che per salvarsi l’anima va alla ricerca di un morto da lui stesso ucciso, nella “Buonanima” è il morto che, per quello stesso scopo salvifico, va alla ricerca di un vivo che possa nuovamente ucciderlo. E alla domanda se è vivo o morto, risponderà filosoficamente: «Chi può dire che cos’è la vita? Chi può dire che cos’è la morte?».
James Joyce e il presente
Hermann Broch
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 96
Il 2 febbraio del 1922, quarantesimo compleanno di James Joyce, l’amica libraia e editrice Sylvia Beach gli consegnava le prime copie di Ulysses, il romanzo che lo aveva tenuto impegnato per diversi anni e che aveva incontrato non poche tribolazioni per essere pubblicato, a causa della censura. Questo romanzo fu in qualche modo concepito fin da subito come uno spartiacque nella narrativa contemporanea, e tra i primi a rendersene conto fu lo scrittore austriaco Hermann Broch, che dieci anni più tardi, in occasione del cinquantesimo compleanno del grande scrittore irlandese, gli dedicò una conferenza che divenne poi nel 1936, opportunamente integrata, il saggio James Joyce e il presente. Broch è tra i primi a capire che la complessità della narrativa di Ulisse non deriva da meri espedienti stilistici, ma sta alla base di una coerente ricerca espressiva che ricapitola e sintetizza un’epoca intera: la psicanalisi freudiana (che pure Joyce avversava), la relatività einsteiniana, la nuova musica, le arti delle avanguardie. Da questo punto di vista, Joyce con il suo Ulisse rappresentava un modello anche per lo scrittore austriaco, perché – come possiamo leggere nella prefazione di Luigi Forte che accompagna questa nostra edizione – «il suo omaggio a Joyce è in realtà una profonda e potenzialmente innovativa riflessione sul proprio percorso», e non a caso «le sue riflessioni sull’Ulisse sottolineano una serie di prospettive al centro della sua stessa poetica: l’idea di letteratura in generale come strumento gnoseologico in grado di riconnettere un universo frammentato e il concetto di totalità che sembra essere il fine ultimo della creazione artistica, grazie a cui l’arte diventa specchio dello spirito universale di un’epoca». Prefazione di Luigi Forte.
Vivo sul vivo
Marina Cvetaeva
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 144
Il nome di Maksimilian Vološin (Kiev, 1877 – Koktebel’, Crimea, 1932) può suonare non molto familiare ai lettori italiani, anche agli appassionati di letteratura russa. Eppure Vološin, da sempre molto celebre in patria, è stato tra i più originali poeti del simbolismo russo, il movimento che ha avuto in Aleksandr Blok il suo più grande e influente esponente. Fu non solo poeta, ma anche pittore, filosofo e grande viaggiatore, e quando nel 1910 conobbe la giovane Marina Cvetaeva, di quindici anni più giovane e allora non ancora diciottenne, ne nacque da subito una solida amicizia letteraria. “Vivo sul vivo” è una narrazione incantevole: è l’incontro tra due grandi poeti, il passaggio di testimone da una generazione all’altra, sullo sfondo di una Russia che si avvia verso gli anni della rivoluzione. E come sempre, in queste prose di memoria di Marina Cvetaeva, la riflessione, anche critica, si allarga all’autobiografia: l’altro protagonista del racconto è infatti l’autrice stessa, i suoi ricordi che si riannodano quando a Parigi, nel 1932, viene a sapere della morte dell’amico.
Altri tempi
Edith Wharton
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 64
Mrs Lidcote da molti anni ha lasciato New York e si è rifugiata a Firenze per porre fine allo scandalo derivato dalla fine del suo matrimonio: la buona società newyorkese, infatti, non ha mai accettato questa sua scelta “non convenzionale”. Una lettera le annuncia che anche la figlia Leila ha divorziato, per cui decide di imbarcarsi sul primo transatlantico e tornare negli Stati Uniti per stare al suo fianco, temendo che possa ricevere lo stesso trattamento da lei subito anni prima. Mrs Lidcote non sa, però, che nel frattempo le abitudini della “vecchia” New York sono cambiate, dando luogo a nuove convenzioni sociali che rendono inutile il suo viaggio… Nel breve spazio di un racconto, Edith Wharton delinea in maniera perfetta il complesso rapporto tra madre e figlia, riassumendo mirabilmente tutta l’atmosfera, i personaggi e le trame dei suoi grandi romanzi
L'assassinio di via Belpoggio
Italo Svevo
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 80
Con “L’assassinio di via Belpoggio” (1890), che precede di due anni il primo dei suoi grandi romanzi, “Una vita”, Svevo ci offre una narrazione intensa e serrata che rappresenta uno dei primi esempi di “noir” psicologico della letteratura italiana. Giorgio, giovane squattrinato della Trieste di fine Ottocento, uccide un suo conoscente per sottrargli del denaro. Dopo aver nascosto la refurtiva nel letto dell’amico che condivide con lui il misero appartamento in cui vive, pensa a come mettersi in salvo, ma qualcosa sembra trattenerlo. Proprio come per il Raskol’nikov di “Delitto e castigo”, quel qualcosa è fatto soprattutto di angoscia e senso di colpa; ma, diversamente dal grande personaggio dostoevskijano, Giorgio uccide quasi per caso, non ha nulla da dimostrare a se stesso, e in questo possiede almeno in parte già i tratti dell’inetto sveviano; in fondo, la sua incapacità di sottrarsi al proprio destino è più figlia di questa sua inconcludenza che non del suo rimorso. In questo novero di personaggi rientra anche il signor Maier della novella “Proditoriamente”, imprenditore rovinato da una truffa, che non sa risolversi a domandare un prestito all’amico di sempre – Reveni, al contrario di lui imprenditore di successo – per timore di essere umiliato da un rifiuto. Accadrà però qualcosa che renderà del tutto inutile questo suo rimuginare: «Il mondo continuava ma quell’avventura ne dimostrava l’intera nullità».