Libri di STENDHAL.
La certosa di Parma
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2018
pagine: 512
Si può dire che l'argomento centrale del capolavoro di Stendhal sia, come in altri suoi libri, l'Italia e l'idea di osservare un costume particolare degli italiani, cioè "l'arte di andare a caccia della felicità", attraverso le tre figure di Fabrizio del Dongo, della duchessa Sanseverina e del conte Mosca. L'Italia viene indicata come la terra di folli passioni amorose, che non esistono più altrove. Un territorio inenarrabile come quello di ogni vicenda epica, in un'epoca vaga come quella dei film western, con una Parma che non è mai esistita e una pianura lombardo-padana popolata solo da sbirri, canaglie e anime appassionate... Ambientate in un'Italia ottocentesca in parte fantastica, in parte reale, le avventure di Fabrizio del Dongo si snodano in una serie di incontri e peripezie al termine dei quali si trova il luogo del silenzio, lo spazio simbolico dell'isolamento e della rinuncia: la Certosa di Parma.
Armance
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2021
pagine: 224
Anche se il titolo rende omaggio alla protagonista femminile, il personaggio principale del romanzo è Octave de Malivert, ventenne appena uscito dall'École polytechnique che alterna cupezze ad astratti furori. La sincera amicizia che egli nutre per una cugina sua coetanea, Armance de Zohiloff, si trasforma presto in un sentimento più profondo. Armance e Octave rifiutano i valori del loro mondo, la buona società parigina all'epoca della Restaurazione, e aspirano a una vita autentica, ma più forti del loro amore saranno convenzioni, fraintendimenti e ostacoli, a cominciare dallo scabroso segreto che Octave custodisce: il giovane è impotente, una condizione che Stendhal lascia solo intuire in un capolavoro di allusioni e reticenze. Pubblicato nel 1827, Armance è il primo romanzo del grande narratore francese. Al suo apparire provocò nei lettori una vera crisi di rigetto per i tratti enigmatici del protagonista ma soprattutto per i molti elementi di novità: l'audacia dell'autore nel farsi storico dei suoi tempi, la capacità di cogliere i conflitti della realtà sociale e, soprattutto, uno stile diretto e disadorno lontano da ogni enfasi eroica e sentimentale.
La Certosa di Parma
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 626
Stendhal fu un profondo conoscitore e ammiratore dell’Italia. Vi frequentò principi, militari, dame famose, poeti e artisti. Questo romanzo, il più tipico dei suoi, racconta il nostro paese attraverso le vicende del giovane Fabrizio del Dongo, incerto tra sogni d’amore e di gloria. Sono gli anni di Napoleone, di fermenti ideali e di passioni trascinanti: Fabrizio va alla guerra ma torna presto in Italia dove comincia per lui una lunga stagione di incredibili avventure. Famosi gli episodi della battaglia di Waterloo, le descrizioni degli intrighi di Corte e della prigionia: Stendhal riesce a raccontare l’amore, l’eroismo e l’astuzia coinvolgendo i lettori e nello stesso tempo assistendo con animo distaccato allo svolgersi degli eventi, proprio lui che in questo romanzo ha trasfuso ogni sua autentica esperienza di vita. Completano il volume un’introduzione di Emilio Faccioli, un saggio di György Lukács e la cronologia della vita e delle opere.
Vita di Henry Brulard
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2022
pagine: 320
«Tutto si può conoscere eccetto sé stessi», scrive Stendhal. Eppure dopo Ricordi di egotismo (1832), prova una seconda volta a compiere un «esame di coscienza con la penna in mano» nella incompiuta "Vie de Henry Brulard" (1835-36), dove ricostruisce la propria infanzia e adolescenza, dal 1793 fino all'arrivo a Milano nel giugno del 1800 al seguito dell'esercito di Napoleone. Celandosi dietro un personaggio fittizio, uno dei tanti suoi doppi, tenta la strada dell'autobiografia romanzata costruita in buona parte con materiali autentici. Nel cortocircuito che si innesca tra narratore e protagonista non è difficile riconoscere molti tratti della vita dello scrittore: l'insofferenza nei confronti di Grenoble e di un milieu bigotto e conservatore; l'astio verso il padre, tirannico e reazionario, e l'adorazione per la madre per la quale prova un trasporto amoroso descritto senza falsi pudori; i precoci sentimenti anticlericali e l'appassionato patriottismo che annuncia il futuro seguace del Bonaparte. In bilico tra romanzo di formazione e libro di memorie, senza essere né l'uno né l'altro, l'Henry Brulard è un autoritratto intimo fin troppo scoperto, la stenografia del cuore e della mente di un affabulatore geniale.
Il rosso e il nero. Cronaca del XIX secolo
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: XLVI-573
Scritto tra la fine del 1829 e la prima metà del 1830, "Il rosso e il nero" è il secondo romanzo di Stendhal. L'autore ne corregge le bozze proprio durante le giornate della Rivoluzione di luglio, che liquida la Restaurazione e inaugura la monarchia borghese di Luigi Filippo. Di questo passaggio cruciale della storia francese Stendhal restituisce con crudele fedeltà non la cronaca (malgrado il sottotitolo del romanzo), ma lo spirito, muovendo dalla realtà della provincia per approdare a Parigi, dove da sempre si annodano e si sciolgono i destini politici della Francia. L'impietosa analisi storica non esaurisce tuttavia la complessità della vicenda e del suo protagonista. L'ostinata rivolta di Julien Sorel non è riducibile semplicemente all'acuto senso della propria inadeguatezza economica e sociale. La sua non è coscienza di classe, e "II rosso e il nero" non è il romanzo dell'ambizione e della scalata ai vertici della società: Stendhal non è Balzac. Julien Sorel affronta il mondo brandendo la propria inferiorità sociale come un'arma, ma il mondo creato dalla potenza del denaro lo disgusta, anche se tanto spesso deplora l'umile condizione in cui la sorte lo ha fatto nascere. Perciò rimpiange l'epoca napoleonica (di cui questo romanzo rafforza il mito, nato già all'indomani di Waterloo), convinto com'è che allora fosse possibile affermarsi soltanto grazie ai propri meriti. Edizione con nuova traduzione. Nota introduttiva di Emilio Faccioli.
Il laboratorio di sé. Corrispondenza. Volume Vol. 2
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Aragno
anno edizione: 2016
pagine: 827
Dall’adolescente che invia le sue lettere a Grenoble come tante dichiarazioni di guerra contro il padre, fino al console disilluso di Civitavecchia che gioca un’ultima partita d’esprit, passando per l’intellettuale dell’anno X che redige il suo breviario di Ideologo in erba, o ancora per l’amante respinto da Métilde che mormora le sue malinconiche monodie, lunga è la lista di questa opera plurale che è la Corrispondenza di Stendhal. Questa maieutica epistolare è soprattutto attiva negli anni giovanili, ma è attraverso lo scambio epistolare che Beyle si apre la via che lo condurrà fino a Stendhal.
Il laboratorio di sé. Corrispondenza. Volume Vol. 1
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Aragno
anno edizione: 2016
pagine: XLII-673
Dall’adolescente che invia le sue lettere a Grenoble come tante dichiarazioni di guerra contro il padre, fino al console disilluso di Civitavecchia che gioca un’ultima partita d’esprit, passando per l’intellettuale dell’anno X che redige il suo breviario di Ideologo in erba, o ancora per l’amante respinto da Métilde che mormora le sue malinconiche monodie, lunga è la lista di questa opera plurale che è la Corrispondenza di Stendhal. Questa maieutica epistolare è soprattutto attiva negli anni giovanili, ma è attraverso lo scambio epistolare che Beyle si apre la via che lo condurrà fino a Stendhal.
Il rosso e il nero. Cronaca del XIX secolo
Stendhal
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1968
pagine: 550
La Chartreuse de Parme
Stendhal
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: ELI
anno edizione: 2016
Il laboratorio di sé. Corrispondenza. Volume Vol. 4
Stendhal
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2019
pagine: 580
Il 21 giugno 1821 Henri Beyle approda a Parigi e si stabilisce all'Hotel de Bruxelles, in rue de Richelieu, n° 47. Dopo 7 anni, lasciava Milano, subiva «il distacco amaro dal paese più bello del mondo». Si lasciava alle spalle «il fiore della sua vita». Milano era stata la città delle gioie, una polifonia di piaceri: l'opera, il balletto, la conversazione, gli amori, le donne. In confronto Parigi si rivela «città stretta», «patria della piccolezza», della noia, dell'ipocrisia e della vanità. Questo ritorno si configura perciò come un ritorno all'ordine dopo la festa. Ritorno che è sconfitta e caduta: dal regno del possibile al regno del reale. A Milano, Beyle era stato tante cose (viaggiatore, dandy, plagiario, amante appassionato e infelice), e tanti nomi (pseudonimi). A Parigi deve fissarsi un destino: essere scrittore. E avere un solo nome (pseudonimo): Stendhal. D'ora in poi, si farà strada in lui una volontà di conquista che metterà fine al monologo egotista per fare spazio al polemista: le sue opere nasceranno dall'occasione e cercheranno il successo.