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Mondadori: Lo specchio

Poeti italiani del Novecento

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 1128

Opera del grande critico e filologo Pier Vincenzo Mengaldo, Poeti italiani del Novecento, antologia uscita per la prima volta nel 1978 nella collana "I Meridiani", è da tempo un classico. Nel proporre una campionatura della nostra poesia del Novecento, delle sue figure di maggiore originalità e valore ormai storico, Mengaldo ci offre infatti un quadro composito della vitalità articolata e molteplice manifestata nei versi di cinquantuno autori, privilegiando l'autonomia e la singolarità di ciascuno rispetto al succedersi delle diverse scuole e tendenze che pure ne hanno caratterizzato l'attività. Ci permette dunque di compiere un viaggio, al tempo stesso dettagliato ed essenziale, attraverso le diverse fasi poetiche del secolo, partendo dalle maggiori e ampiamente storicizzate voci del suo inizio per arrivare alle personalità di maggiore spicco della seconda metà. Dai protagonisti assoluti di primo Novecento, come Gozzano, Ungaretti, Montale, Saba, Quasimodo, questo stimolante viaggio ci consente di incontrare i momenti più alti della poesia ermetica, entrando poi nel vivo dell'opera di maestri come Bertolucci, Luzi, Caproni, Sereni, aprendosi ai movimenti delle diverse tensioni sperimentali o ai neodialettali, inoltrandosi nei testi delle individualità di più netto spicco come Zanzotto, Rosselli, Raboni, per non citare che alcuni tra i vari autori proposti. Dopo l'importante e denso saggio introduttivo, Mengaldo penetra con un ritratto critico essenziale nell'opera di ognuno dei poeti antologizzati. Ne scaturisce un vasto tracciato ormai imprescindibile per chiunque voglia addentrarsi nella vicenda poetica di un'epoca.
28,00

E intanto la vita? Poesie per Lei, Dottore (1984-2025)

E intanto la vita? Poesie per Lei, Dottore (1984-2025)

Vivian Lamarque

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 152

"Diviso in quattro stanze, più una camera degli inediti, questo libro è un’opera in versi sul transfert. Da tenere nella biblioteca di una scuola di specializzazione in psicoterapia. Brevi lezioni di psicoanalisi, ossessioni di una paziente che sogna poesie. Brevi testi che con il loro ritmo, alimentato dalle rime, attivano i nostri neuroni. Pagine che riflettono un percorso di analisi junghiana. Ringraziato più volte dall’autrice, venerato e domestico, Jung si diffonde per tutto il testo. Vivian Lamarque, d’altronde, sarebbe piaciuta allo psicologo svizzero, cultore del Rosarium Philosophorum. Anche lei, infatti, racconta una fiaba sul transfert. Anzi, una fiaba-trattato intessuta di poesie che dedica al suo analista B.M. Nel personalissimo Rosarium di Vivian, il re e la regina degli alchimisti diventano il signore e la signora: lei è imprevedibile nelle sue invenzioni e lui di volta in volta è il signore gentile, il signore mai, il signore intoccabile, il signore loden, il signore usignolo, il signore neve, il signore rapito, il signore d’oro. In questi frammenti di transfert, tuttavia, anche la paziente di volta in volta è la signora dei baci, la signora mezzasera, spostatrice di montagne, la signora dell’ultima volta. Signora d’oro perché è stata una paziente paziente, ma anche perché non ha mai tradito la poesia. Prima durante e dopo. Dimostrando che la psicoanalisi non porta via, insieme ai demoni, anche gli angeli, come temeva Rilke. Ma soprattutto che i demoni e gli angeli, nella poesia, spesso si confondono. Per anni Vivian scrive fogli su fogli e li dedica tutti al suo analista. «Quanto ha dovuto lavorare il mio Dottore», dice. Ne sono sicuro, ma so quanto ha lavorato lei per riconoscere e mettere in versi i grandi temi di un’analisi (e di una vita): accoglienza, frustrazione, confini, cocciutaggine, gelosia, premura, prepotenza, sincerità. Una signora che nell’arco di quarant’anni ha avuto tutte le età, è stata timida e indomita, «giovane e vecchina», capace di coprire l’analisi dei traumi con la polvere d’oro della poesia. In dono ci lascia la pietra filosofale della sua scrittura di puntigliosa puella. Come diceva Giovanni Raboni, la sua semplicità è quasi feroce. Jung sosteneva che il mistero dell’analisi è racchiuso nella coppia paziente-terapeuta e non può essere tradito dalle parole o esaurito dalle argomentazioni. Ma può essere affidato alla poesia. Di Vivian Lamarque." (Vittorio Lingiardi)
18,00

Tutte le poesie. Testo inglese a fronte

Tutte le poesie. Testo inglese a fronte

Mark Strand

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 696

Nella complessità articolata dei suoi percorsi, l'opera di Mark Strand si impone come un capitolo originale nel panorama poetico degli ultimi decenni. Il suo intero corpus, qui offerto nella traduzione di Damiano Abeni con Moira Egan e arricchito dalle prose L'alfabeto di un poeta e Note sul mestiere della poesia, ci dà modo di riassaporare la raffinata scrittura e l'alto livello intellettuale di una meditazione poetica condotta nella viva concretezza di un'attenta osservazione del reale, visto ora nei suoi dettagli ora attraverso il valore simbolico attribuito al paesaggio, e dei moti a volte misteriosi della realtà. Variando in modo sapiente musica interna e toni, Strand lavora spesso su libere narrazioni frante, non prive talvolta di un sapore onirico. Nel corso dei decenni, il poeta americano ha sempre dato conferma di un'inconfondibile elegante scioltezza di pronuncia, tra ariosi movimenti del pensiero e coinvolgimento di situazioni vissute, e lo ha fatto giostrando con una predilezione per il paradosso capace di mettere in risalto anche gli strati in apparenza bassi di quanto si manifesta ai sensi. E, sul piano delle scelte stilistiche, la sua geniale versatilità lo ha condotto, nel corso del tempo, dalla brevità del verso a un vistoso ampliarsi, fino a farsi prosastico o a pervenire al prosimetro. Non mancano passaggi autoironici o di humour nero che rendono sempre più coinvolgente questa poesia nelle sue varie fasi, dagli esordi di Dormire con un occhio aperto fino a Tormenta al singolare, che valse al suo autore il premio Pulitzer nel 1999, o ai sorprendenti successivi Uomo e cammello e Quasi invisibile. A volte magmatico, a volte più apertamente arioso, tra controllata astrazione e concretezza Strand fa agire la parola poetica nel corpo molteplice dell'umana esperienza esprimendo così «il desiderio furente e insaziabile di essere tutto il resto senza cessare mai di essere noi stessi».
22,00

I sonetti a Orfeo

I sonetti a Orfeo

Rainer Maria Rilke

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 152

Il vivo elevarsi di un delicatissimo canto assorbe in sé ed esprime, in questi versi, spunti innumerevoli di meditazione. Ultima raccolta organica di Rilke, i 55 Sonetti a Orfeo furono scritti nel 1922 per la morte della giovane figlia di una sua cara amica. Inestricabilmente legati alle Elegie duinesi, sia per la data di composizione sia per la loro affinità/opposizione tematica, usciranno come queste ultime nel 1923. Essi si offrono alla lettura con singolare orientamento, vale a dire secondo le aperture di un pensiero sempre attivo di fronte all'emergere del dolore e alla presenza della morte. Ma tutto questo nel costante movimento in una realtà molteplice e complessa in cui «l'essere ancora ci incanta. In cento sorgenti / è ancora l'inizio». La presenza di Orfeo è tutt'uno col canto e il poeta lo segue «nel suo continuo / mutarsi in altro». Rilke opera, nella sua impeccabile lievità di pronuncia, con magistrale flessibilità nell'adeguare la sua musica ai diversissimi toni del migrare di Orfeo, e si muove all'interno di una classica forma letteraria, appunto il sonetto, nella quale introduce, con sapienza, elementi metrici innovativi. Restituire quella flessibilità è l'impegno della traduzione di un poeta d'oggi, Riccardo Held, che permette al lettore di connettersi con efficacia ai percorsi espressivi di Rilke nella nostra lingua. La sequenza dei testi ci fa anche attraversare una dimensione dell'umana esistenza, che si presenta con ricordi, figure, immagini spesso colte nella loro concretezza. Eccoci proiettati, con naturalezza, dal registro basso al sublime, tra senso dell'umana provvisorietà e presenza del mito e del divino, dall'«ordine opaco della natura» a ciò che la oltrepassa verso l'idea di nuove sorgenti.
18,00

Poesie d'amore e di lotta

Poesie d'amore e di lotta

Nazim Hikmet

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 432

Figura inconfondibile nel panorama della poesia del Novecento, autore amatissimo dal pubblico e insieme capace di esprimere nei suoi versi un'autentica quanto naturale originalità, Nâzim Hikmet ci è qui proposto in un'ampia antologia curata da Giampiero Bellingeri e tradotta dallo stesso Bellingeri con Fabrizio Beltrami e Francesco Boraldo. Poesie d'amore e di lotta ci consente di percorrere l'intero cammino del poeta turco che nella sua opera realizza, fin dai primi passi, un ampio canto d'amore nel senso più aperto, e dunque dall'amore per la donna a quello per la sua terra e per la sua gente, ma anche per l'esistere, che pure gli riserva prove durissime, come l'esilio e un lungo periodo di prigionia. Ma la sua viva e coinvolgente tensione lirica, espressa anche su registri epici o in movimenti narrativi, gli consente uno sguardo sensibilissimo sul reale, passando dalla minuzia del suo pur complesso manifestarsi, anche nella quotidianità variamente vissuta, al pensiero dinamico sul senso dell'esistenza. E comunque straordinaria e rara è la sua capacità di muoversi con disinvoltura su terreni tematici diversi, dall'impegno politico e civile all'inquietante infiltrarsi alla coscienza della provvisorietà del vivere. Tutto questo nella piena consapevolezza del proprio procedere nell'arte della scrittura, che gli farà dire, in un'intervista del 1937: «In poesia, voglio arrivare al realismo complesso, dialettico». Come scrive nel suo decisivo saggio Giampiero Bellingeri, domina nell'opera di Hikmet, non meno che nella sua umana figura toccata da storiche circostanze drammatiche, «una anelata comprensione del mondo, dei moti del mondo popolato dalle diverse persone [...] seguendo esclusivamente i moti dell'animo, i richiami formali dei versi, i dettami ideologici». "Poesie d'amore e di lotta" ci offre dunque una preziosa occasione per riconnetterci con l'immutata grazia lieve della parola di Hikmet, un autore che sa pescare in profondo con la semplicità naturale che è solo della grande poesia.
20,00

Poesie dell'inizio 1967-1973

Poesie dell'inizio 1967-1973

Milo De Angelis

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 128

Possiamo felicemente confrontarci con la nascita di un poeta, in queste pagine che documentano i primissimi passi di una figura chiave della nostra poesia di oggi. Scritti tra il 1967 e il 1973, sono qui raccolti cinquantuno testi di un Milo De Angelis giovanissimo ma già ben riconoscibile in alcuni tratti della sua inconfondibile fisionomia espressiva. Tra la concretezza del quotidiano, e dunque dei luoghi e delle varie figure umane che vi appaiono, si insinua persistente il senso del dolore, «in uno scenario tormentato di attesa e di rischio», come scrive Luigi Tassoni. Agisce, verso dopo verso, quella acuta tensione verticale tipica di De Angelis evidente qui in ogni dettaglio. Una tensione dunque già vocazionalmente attiva fin dalle origini della sua scrittura, sempre mossa dai sussulti di inquiete vibrazioni interne. Ci troviamo poi di fronte anche a innumerevoli sprazzi narrativi, condotti attraverso la sensibilissima attenzione a frammenti colti tra realtà e visionarietà, e dunque a «privatissime storie» in cui si manifesta, spesso magari nell'apparire del gesto atletico o in un affiorare della sessualità, una «voglia tremenda di esserci», ma accanto a persistenti presagi di morte, nell'impulso che conduce il giovane poeta a «trasformare ogni istante in coscienza...». I percorsi di queste pagine sono in genere vissuti all'interno di una dimensione esistenziale in cui già si manifestano elementi che caratterizzeranno le successive opere maggiori, in poesie che «tengono aperta la ferita dell'origine», come scrive Angelo Lumelli, l'amichevole custode di queste carte. Straordinaria, sorprendente, è quella risorsa, tipica di De Angelis, fin da giovanissimo, di passare dall'orizzontalità della comune esperienza alla verticalità più vertiginosa, ma spesso con il conforto, per il lettore, anche di efficaci, fluide aperture discorsive, nell'osservazione dei «movimenti sicuri di sagome terrestri / nate e vissute in armonia con la terra». L'imprevisto capitolo aurorale dell'opera di un protagonista della nostra scena letteraria ci aiuta a penetrare ulteriormente nei molteplici rivoli emozionanti della sua vicenda umana e poetica.
17,00

Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi. Testo originale a fronte

Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi. Testo originale a fronte

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 444

Paese delle cupole celesti, di profeti e sfarzosi sovrani, di deserti e di lussureggianti giardini, terra di santi, carovanieri e astronomi, l'Iran è noto in Occidente o per il suo passato leggendario oppure per il suo drammatico presente. Echi di un mondo fiabesco da Mille e una notte si sono mescolati, nell'immaginario collettivo, con scene tratte dai reportage di viaggi esotici facendo - di quella iraniana - una cultura tanto idealizzata quanto, nel profondo, poco conosciuta. Tutti da scoprire, per i lettori italiani, sono sia lo speciale rapporto che lega gli iraniani alla poesia (la poesia tout court ma anche la tradizione classica di Firdusi, Hafez, Sa'di, Rumi, Khayyam, 'Attar, per fare solo qualche nome) sia il fondamentale contributo che l'Iran ha dato alla lirica del Novecento - in termini ora di opposizione ora di testimonianza dei profondi mutamenti politico-culturali che hanno segnato la storia del Paese. Sono trascorsi poco più di cento anni dalla nascita della Poesia nuova, il movimento poetico che nel 1921 portò la letteratura dell'Iran ad aprirsi al mondo entrando nella modernità. Un secolo che questa antologia documenta allineando i dodici poeti più rappresentativi, con i loro volti, le biografie, i versi. Dal fondatore della Poesia nuova, Nima Yushij, alla voce sperimentale e innovativa del poeta-profeta Ahmad Shamlu, il cui grido contro la corruzione e la censura ha scosso le coscienze; da Ziya' Movahhed, con la sua scrittura minimale, limpida ed euritmica, a Garous Abdolmalekian, interprete di una vibrante poesia civile. Da Shafiei Kadkani, grande esperto di retorica classica che, sulla scia di Akhavan Sales e Sohrab Sepehri, fonde la tradizione letteraria con le più amare riflessioni contemporanee, a Seyyed 'Ali Salehi, fautore della Poesia parlata. Imprescindibile presenza è quella della libera e personalissima testimonianza di Forugh Farrokhzad, la cui poetica intimista e spregiudicata dà voce alle emozioni e alla determinazione di una giovane donna in cerca di libertà espressiva; e poi, ancora, si va dal poliedrico cineasta Abbas Kiarostami, all'art pour l'art di Bijan Jalali e Yadollah Royai che, distaccandosi dall'impegno civile, si concentrano sulla resa estetica e filosofica del testo attraverso lo sperimentalismo. Una galleria di figure poetiche diversissime tra loro, per intonazione e generazione, qui convocate a rappresentare la voce di un intero popolo. Lo scrive Kiarostami: «Dalla feroce sorte / il rifugio è poesia / dalla crudele amata / il rifugio è poesia / dalla palese tirannia / il rifugio è poesia».
24,00

Poesie 1904-1914

Poesie 1904-1914

Aldo Palazzeschi

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 392

Nel puntiglioso e complesso lavoro di ripresa e allestimento della propria opera, il capitolo delle poesie giovanili di Aldo Palazzeschi conosce alcune tappe essenziali: la più importante e definitiva è quella del 1958, quando appare l'edizione che rappresenta il frutto maturo e compiuto di una sistematica riorganizzazione di tutta la prima, decisiva fase della sua opera, sotto la «lente» ironica del «saltimbanco». Simone Magherini, nella Post- fazione, ce ne racconta con precisione l'intera vicenda. Palazzeschi aveva pubblicato, nella giovinezza, alcune raccolte che già, e in modi diversi, ne avevano espresso la ricca e quanto mai singolare e vivace personalità, e dunque I cavalli bianchi (1905), Lanterna (1907), Poemi (1909), aderendo poi al futurismo, come attestato da L'Incendiario (1910 e 1913), e dedicandosi anche alla narrativa con Il Codice di Perelà (1911). Nel riprendere e riorganizzare i propri versi, il poeta in varie fasi introduce nuovi testi e apporta correzioni, pur senza alterare in modo sensibile la fisionomia e la natura della sua opera giovanile, nella quale, come sottolinea Magherini, una componente «incendiaria» (futurista) vive accanto a una «sentimentale» (crepuscolare). E si tratta di una giovinezza letteraria che ha assunto un importante valore storico, come lo stesso autore ebbe modo di dichiarare: «La mia giovinezza era già finita, quando venne la guerra del '15. Sono stato veramente giovane dal 1904, dal tempo delle mie prime poesie, fino al 1914. Una giovinezza piena, ardente, matura. Non ebbi giovinezza prima del 1904, non l'ho più avuta dopo». Una giovinezza di sbrigliata avanguardia, di personale sperimentazione, secondo una linea che Edoardo Sanguineti colloca «tra liberty e crepuscolarismo», in netta, esplicita contrapposizione rispetto al linguaggio e agli accenti della tradizione lirica, con l'abbassamento dei toni e dei registri linguistici, con l'uso dell'ironia e del grottesco e, in rapporto al futurismo, assumendone solo in parte i dettami; in sintesi, come ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo, realizzando in modo inconfondibile e ancora oggi, per noi, coinvolgente «un'integrale teatralizzazione» del discorso lirico.
19,00

Traduzioni disperse e inedite

Traduzioni disperse e inedite

Franco Fortini

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 328

Figura di grande rilievo nella cultura del Novecento, Franco Fortini ha spaziato nei più diversi campi della ricerca letteraria: dalla poesia alla critica alla narrazione, con una decisa presenza anche come traduttore. Testimonianza esemplare di questa attività è l'autoantologia "Il ladro di ciliege" (1982), un "quaderno" di versioni poetiche da diverse lingue apparentabile a quelli di Sereni, Montale, Bertolucci e altri, che Luca Lenzini ha voluto accogliere nel volume complessivo "Tutte le poesie" (2014). Lo stesso curatore ci propone oggi un'ampia ulteriore silloge di traduzioni che attinge dall'Archivio dello scrittore. Fortini aveva esordito con la prosa nel 1942, traducendo "Un cœur simple" di Flaubert; e con la prosa, del resto, continuò a cimentarsi, lavorando su Gide, Proust e Kafka. Di sostanziale valore anche ai fini della riflessione teorica fu il suo approccio a Brecht, come attestano le sezioni intitolate "Traducendo Brecht" di "Una volta per sempre" (1963), momento significativo della sua opera di poeta in proprio; senza dimenticare la grande impegnativa impresa del "Faust" di Goethe (1970). Ma lo sconfinato viaggio di Fortini nel mondo della traduzione poetica conta anche episodi rimasti in ombra e degni di riproposta. Oltre alla frequentazione assidua, insieme alla compagna Ruth, della poesia tedesca, la sua vicinanza con la letteratura francese è mirabilmente attestata in versioni da Rimbaud e dai surrealisti; e sorprendente è la traduzione da Chrétien de Troyes apparsa nel «Politecnico» di Vittorini. Sempre lucidamente immersa nel suo tempo anche quando si misura con i classici, l'esplorazione militante di Fortini si muove (in collaborazione con esperti) in molte letterature, come quella polacca o ungherese – con esiti talora memorabili, come Poesia agli adulti di Ważyk (1956) – o spagnola: l'amatissimo Machado, ma anche Manuel Altolaguirre. Tanto libera, complessa e vasta è la sua avventura di traduzione poetica che è impossibile circoscrivere altre zone e autori presenti in questo libro, dove non manca neppure una "traduzione immaginaria" dal cinese, a rammentarci un "genere" teorizzato con originale acutezza da Fortini. A trent'anni dalla sua scomparsa, il lettore avrà uno strumento ulteriore per conoscere la personalità, così vitale e molteplice, di un protagonista della nostra scena letteraria.
18,00

I fiori del male di Baudelaire

I fiori del male di Baudelaire

Milo De Angelis

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 440

Rieccoci all'opera di un poeta esemplare, Charles Baudelaire, la cui assoluta, dirompente originalità ha trovato in ogni epoca nuove e appassionate adesioni e nuovi traduttori, spesso tra le figure di maggior risalto della poesia del loro tempo. Così avviene ora con Milo De Angelis, che ce ne fornisce una nuova versione d'autore. Classico e innovativo al tempo stesso, nei Fiori del male Baudelaire ha saputo esprimere la sua osservazione sensibile del mondo e dell'esistere nell'eleganza sempre impeccabilmente elevata della pronuncia e dello stile, anche trattando di una realtà umile e bassa, e in questo aprendo la ricerca poetica a una testimonianza della infinita complessità dell'esistenza. Attratto da un carattere ben riconoscibile dei Fiori del male , e cioè la sapiente inscindibile coesistenza di alto e basso, di sublime e orribile, il nuovo poeta-traduttore ha ben colto il formidabile senso, in Baudelaire, di una doppiezza che si manifesta nelle varie espressioni del reale, e dunque sia nella cangiante personalità femminile sia nella visione della città, entrambe da lui vissute e cantate con adesione e insieme con sottile sofferenza, al punto da gridare «Ti amo, infame capitale». Nella costante doppia articolazione del volto del mondo agli occhi del poeta risiede l'identità stessa della sua poesia, in cui comunque si impongono altri grandi temi: oltre a Parigi e alla donna, anche il viaggio, lo spleen , e le infinite corrispondenze che si intrecciano tra le cose facendo delle nostre vite «foreste di simboli». Intimamente coinvolto dalla sfida di una vertiginosa voce poetica che nel giro di pochi versi si getta a capofitto dall'azzurro all'inferno, e passa dalla morte alla preghiera, dalla pienezza dei sensi a immagini di decomposizione, dall'opulenza agli stenti, De Angelis si attiene strenuamente e con grande efficacia alla lettera dell'originale, e ci regala un Baudelaire profondamente suo ma che nello stesso tempo rimane profondamente se stesso nel verso e sulla pagina.
22,00

Sulla poesia

Sulla poesia

Eugenio Montale

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2023

pagine: 696

Sempre più netta appare nel tempo la sorprendente identità di classico di "Sulla poesia". Duplice il suo valore: da un lato, infatti, questo libro permette di accostare in modo nuovo e approfondito numerosi autori di varie letterature, dall'altro offre la possibilità di entrare nel vivo e nel dettaglio dell'opera stessa di Eugenio Montale. "Sulla poesia", apparso per la prima volta nel 1976, è infatti un libro composito e internamente articolato in nove capitoli, nei quali il poeta è presente con discorsi (ad esempio quello scritto in occasione del Nobel), autocommenti e interviste, ma soprattutto ragiona su figure di epoche e culture diverse. Eccoci allora, in questi interventi per lo più usciti su riviste e giornali come il «Corriere della Sera», di fronte a nomi di grandi poeti molto lontani tra loro: da figure centrali dell'Ottocento a Valéry, Eliot, Pound, Auden, oppure Saint-John Perse, Char, ma anche Jiménez, Kavafis, Majakovskij, Pasternak, fino ai nostri D'Annunzio, Pascoli, Gozzano, Campana, Sbarbaro, arrivando ad autori di generazioni successive, come Bertolucci, Sereni, Zanzotto. Le riflessioni di Montale spaziano, sul piano teorico, dalla diffusa tendenza a una poesia oscura a quella della poesia in prosa, indagando momenti e orientamenti spesso decisivi nella ricerca espressiva del secolo scorso. Nella scrittura, come ha opportunamente rilevato Ida Campeggiani nel suo ampio e denso saggio introduttivo, Montale impone «una particolare aura di leggerezza», fortemente comunicativa pur nello scavo in profondo della sua analisi, mostrandosi «ironico e fulminante nei modi», offrendo spazio a humour e paradosso, utilizzando «metafore rapide, come brevi accensioni», giocando su un lessico colloquiale per esprimere concetti in realtà tutt'altro che ovvi.
25,00

Il maestro del lume di candela e altre poesie

Il maestro del lume di candela e altre poesie

Michael Longley

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2023

pagine: 368

Autore di punta, con il coetaneo e amico Seamus Heaney, della grande generazione della nuova poesia irlandese, Michael Longley, in questa ricca antologia che ne ripercorre il cammino, ci appare nella sorprendente e generosa varietà di tematiche e forme di un'opera d'ampio respiro. Tra realtà vissuta, spunti meditativi, "paesaggi dell'anima" e costante attenzione viva al mondo e alla natura circostante nelle sue molteplici presenze, Longley ha scritto versi che anche nel nostro Paese hanno ottenuto importanti riconoscimenti: già nel 2005 il Premio Librex Montale e il recente Premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei, in occasione del quale il poeta ha pronunciato il discorso La poesia «in tempi come questi», che qui completa l'antologia. L'ampio percorso intellettuale e poetico di Longley parte da un rapporto intenso e d'amore con la poesia del mondo classico, aspetto che ne fa un autore, come scrive Piero Boitani nel corposo saggio introduttivo, nel quale «traduzione e creazione si fondono in una ri-scrittura veramente moderna di Omero, che pone tutte le domande fondamentali». Ma Longley è, nel suo intero, mobile percorso, un grande poeta dell'amore, attento alla realtà del suo tempo e della terra irlandese, con le dure vicende storiche che l'hanno segnata. Un classico d'oggi, attualissimo, dotato di una sensibilità sempre viva che gli consente di spaziare dalle riprese degli antichi – oltre a Omero ritroviamo Orazio o Catullo, ma non solo – a escursioni nei luoghi dell'arte e nella cultura anche del nostro Paese, come rivela il richiamo a Giacomo Leopardi. La selezione di poesie qui proposte – tradotte dallo stesso Boitani, da Paolo Febbraro e da Marco Sonzogni – ci permette di sperimentare il fascino di un protagonista della poesia contemporanea, capace di cogliere minime sfumature concrete in tutto ciò che è umano, nel presente e nella storia, ma anche nella viva molteplicità del reale in cui è immerso.
22,00

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