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Mondadori: Lo specchio

Quaderno di quattro anni

Quaderno di quattro anni

Eugenio Montale

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

"Quaderno di quattro anni" uscì da Mondadori nel 1977. I centoundici componimenti che ne fanno parte risalgono al periodo 1973-77: si tratta quindi di: iun libro composto a cavallo dell'assegnazione del Nobel, in sintonia con le considerazioni svolte dal poeta nel discorso pronunciato a Stoccolma: È ancora possibile la poesia? Ed è anche una summa della sua intera storia poetica e ideale: un bilancio, letterario ed esistenziale, nel quale tornano gli echi degli scrittori amati - Svevo in primis - e le figure di donne da sempre protagoniste dei suoi versi, Annetta, Clizia e Mosca. L'io lirico di un poeta più che maturo riflette sul proprio percorso e riscopre pressoché immutati i temi degli esordi, le grandi domande degli inizi: Caso o Necessità, vuoto o indifferenza, sopravvivenza o Nulla. E tra mito, storia, cronaca e tragedia, anche in questo libro il pessimismo montaliano si conferma come "l'altra faccia di una; fede profonda". L'edizione, curata da Alberto Bertoni con la collaborazione di Guido Mattia Gallerani, oltre a introduzione, commento e note ai testi, è arricchita da un efficace scritto del critico Cesare Garboli e da un ampio saggio del poeta Giorgio Orelli.
22,00

Fuori di casa

Fuori di casa

Eugenio Montale

Libro

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

Secondo libro di prose dopo "Fartalla di Dinard", "Fuori di casa" raccoglie scritti di viaggio che risalgono agli anni dal 1946 al 1964: un vero e proprio diario di esperienze di vita composto di servizi giornalistici, appunti, ritratti o racconti minimi. I luoghi visitati vanno dalle natie Cinque Terre ai Paesi europei fino al Medio Oriente; che sia inviato dal suo giornale o in vacanza, Montale osserva il mondo con sguardo curioso e attento: un occhio alle "cose", l'altro sempre teso a seguire, nelle "cose" stesse, la nascita della propria poesia. Vera miniera di commenti e suggestioni utili per comprendere la poesia montaliana dalla "Bufera" a "Satura", pur nella varietà delle occasioni che lo hanno generato "Fuori di casa" è un libro di esemplare compiutezza formale.
19,00

Poesie 1975-2025

Poesie 1975-2025

Franco Buffoni

Libro

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 976

Una straordinaria varietà di movimenti tematici e di generi espressivi è nel vasto panorama dell'opera poetica di Franco Buffoni, che qui viene raccolta nel suo insieme, con un saggio introduttivo - vera e propria guida alla lettura - di Massimo Gezzi. Sono versi che abbracciano esattamente mezzo secolo, dal 1975 al 2025, equamente suddivisi tra Novecento e nuovo Millennio. Versi che ci consentono di ripercorrere l'intero cammino di un autore capace di passare dai toni ironici, brillanti e fumisti degli esordi, a momenti di narrazione o meditazione, a fulminei lampi epigrammatici o lacerti descrittivi. E ancora: dalla purezza lirica a viaggi nella memoria storica e personale, non senza accenti anche drammatici e spigolosi. Poeta coltissimo e attivo traduttore dall'inglese di grandi classici, Buffoni ha saputo introdurre nei suoi versi vari personaggi: figure storiche o anonime presenze quotidiane, immerse in luoghi reali. Le sue opere, sempre accolte con pieno favore dagli orientamenti critici più disparati, vanno da un primo libro autonomo come I tre desideri, già ricco di interne, vitali stratificazioni, attraverso varie tappe, a una raccolta centrale nella sua produzione come Il profilo del Rosa (2000), parte essenziale di una trilogia della Bildung che comprende Suora carmelitana e altri racconti in versi (1997) e Theios (2001). Ma l'incessante inquietudine interiore del poeta lo conduce ad aprirsi, appunto, a un numero considerevole di soluzioni espressive e tematiche, come in Jucci (2014), il canzoniere nel ricordo di un impossibile amore giovanile, fino alla dimensione, rarissima se non unica, dalle vertiginose accensioni interne, di una raccolta come Betelgeuse e altre poesie scientifiche (2021). Fino al gioiello conclusivo, La coda del pavone, l'opera di questi ultimi anni, finora inedita, in cui Buffoni si muove nel campo dell'etologia, nel mondo degli animali, spesso vittime della crudeltà umana.
20,00

Ceneri germogli ceneri

Ceneri germogli ceneri

Eugenio De Signoribus

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 248

Figura tra le più nobilmente appartate e apprezzate della nostra poesia dal secondo Novecento a oggi, Eugenio De Signoribus in questo volume ripercorre, riorganizza e propone, con inserimento di inediti e un’attenta revisione, il suo lavoro poetico di circa mezzo secolo. In "Ceneri germogli ceneri", introdotto da Stefano Verdino, realizza una nuova architettura della sua opera, giostrando tra vocazione lirica e spunti di narrazione poetica. In questo felicemente rinnovato cammino della sua poesia si riafferma la musica della sua scrittura insieme ai percorsi del pensiero, connesso al reale concreto del vissuto, nella meditazione sul corpo e sulle cose, nell’insieme articolato della complessità dell’esistenza. La sottile ricchezza delle soluzioni tematiche proposte mette in risalto figure, veri e propri personaggi immersi in situazioni vive (per esempio lo scrivano o il bibliotecario), tracce della memoria come del reale quotidiano, in cui De Signoribus, lo ha scritto Antonio Prete, mostra la capacità naturale di far passare «nella vita della lingua le lacerazioni e le opacità e i bagliori dell’esistenza». Tra intensità dell’emozione e ombre di malinconico turbamento, con momenti tra visione e allegoria, la scrittura di questi versi ha il pregio di una impeccabile eleganza nella parola – in contrasto anche polemico con la piatta gergalità oggi tanto diffusa – in un frequente impasto, suggestivo quanto sapiente, di colto e popolare, di dialetto e arcaismi, di latino e neologismi. Dalla dimensione domestica all’attenzione risentita per le gravi vicende storiche dei tempi, nell’indagine sulla condizione umana, con riferimenti anche alla figuralità della via crucis, De Signoribus realizza, per fasi diverse ma connesse in una dimensione organica, una sorta di costruzione poematica di netta originalità nell’attuale panorama letterario.
18,00

Ferite e rifioriture

Ferite e rifioriture

Giuseppe Conte

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 160

Quando nel 2006 apparve questa compatta e insieme articolata raccolta, la non esibita originalità del suo percorso interno valse a Giuseppe Conte la vittoria del premio Viareggio. Diverse le ragioni, a cominciare dall'ariosa, insolita e vitale apertura al canto che subito vi si impone, insieme ai diversi rivoli del pensiero che ne percorre le pagine e i capitoli, realizzando una testimonianza poetica dell'essere nel mondo nella sottile vibrazione delle emozioni che l'accompagnano. Con la fluida eleganza aperta della sua pronuncia, in quella che definisce come l'«assurda gioia di essere vivo», Conte porta sulla scena della pagina l'amore e il dolore, che sempre nell'umano vivere si insinua. "Ferite", dunque, che inevitabilmente ci colpiscono, ma anche felici riprese, e quindi autentiche "rifioriture". Il poeta ascolta la memoria, quella personale, ma anche quella storica, sempre attiva nello scorrere del tempo che inesorabilmente ci muta. La sua parola dialoga con l'esempio dei grandi autori prediletti, da Hölderlin a Baudelaire, da Ungaretti e Milosz a Kavafis e Ginsberg. Ma Conte procede muovendosi ben fedele all'amato territorio ligure, e al contempo visitando e facendosi coinvolgere da altri mondi, dall'Aquitania all'isola Maurizio, luoghi sempre in grado di offrire alla sua sensibilità nuove tracce di apertura. Dedica poi versi alla divinità ctonia, a Persefone, nel segno del mito, tema ben radicato nel cuore della sua vicenda umana e di scrittore. Il suo pensiero è sempre libero e limpido, pur nelle ombre che il vissuto ci riserva e che tanto spesso ci colgono inattese. Ed eccolo allora in un quotidiano confronto con la materia, «la madre nostra comune», nella desolazione della precarietà e dunque nella consapevolezza che «tutto scompare». Ma la mobilità del suo pensiero gli consente non di meno di cogliere l'azione dello «Spirito che ci genera / come uomini e ci dà il canto», facendo di "Ferite e rifioriture" un testo di molteplice e inesausta vitalità.
18,00

Staminali eterne

Staminali eterne

P. Luigi Bacchini

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 176

Ecco un libro che ci arriva come una autentica, sorprendente novità a dieci anni dalla morte dell'autore. Poeta di inconfondibile fisionomia, in cui la complessità del pensiero si esprime nel segno di un costante rapporto tra reale dell'esperienza e senso attivo della natura, Pier Luigi Bacchini ha proseguito con incessante energia intellettuale la sua ricerca anche negli ultimi anni di vita. Il frutto ce lo rivela oggi l'attenta, puntuale devozione del figlio Camillo, che ha curato Staminali eterne, raccolta quanto mai variegata e ricca che, come argomenta Alberto Bertoni nel saggio introduttivo, si pone ai maggiori livelli dell'opera di Bacchini. Eccoci allora a vivo contatto con una narrazione lirica sempre aperta, tra memoria e storia, fino al tempo della guerra, con la presenza di innumerevoli figure minimali che si incidono nella pagina e diventano veri e propri personaggi. Ne nasce uno stillicidio multiforme di situazioni concrete in inquieti paesaggi: tra campagna agricola, torrenti, fiumi, mari, città. In questo libro postumo si respira a volte un'atmosfera di «composta disperazione», con presagi di fine nella vecchiaia di chi continua a osservare, sensibilissimo e reattivo, il mondo. Fedele alla sua ispirazione di autore immerso nell'universo naturale, Bacchini si conferma qui magicamente in sintonia con la dimensione animale e vegetale, oltre che in ascolto del «suono» che viene dal suo stesso corpo. A tutto questo si aggiunge un approdo religioso, cristologico, tra «anatomia vegetale» e riflessione sulla «fatica di Dio», in una indagine sulla bellezza, che si manifesta paradossalmente a volte in «un contrasto spettacolare di mostruose stranezze». Il tutto realizzato nei termini di una geniale libertà stilistica e, come scrive sempre Bertoni, in una «scrittura musicale alla Debussy, un po' come nel proto Montale degli Accordi». Staminali eterne è dunque, al tempo stesso, l'alta conferma e un formidabile nuovo capitolo di una delle vicende poetiche di più singolare vitalità, tra sostanza di pensiero e libertà nella forma, della nostra poesia negli ultimi decenni.
18,00

La scatola onirica

La scatola onirica

Maurizio Cucchi

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 152

Va verso nuovi territori l'opera di Maurizio Cucchi, che in questa "Scatola onirica", oltre a indagare un nuovo spazio topografico - Casa Cucchi, località in provincia di Pavia -, declina la ricerca identitaria lungo un più temerario viaggio, verso una lingua primigenia, fino al «primitivo mugugno» dell'«homo ergaster». Diviso in sette sezioni, "La scatola onirica" si apre sulle connessioni frammentarie di un antico Quartiere di lignaggio, sede di genti ancora estranee all'«homo oeconomicus», realtà in cui la tensione etica si esprime sempre attraverso una «geografia del minimo». Ma Casa Cucchi non è che il luogo propedeutico di ritorni memoriali, concessi dalla dimensione del sogno. Non a caso la seconda sezione, Macchina onirica, ci restituisce l'antitesi tra sonno e veglia, intervallo in cui passato e presente si saldano. Il sonno dilata l'epica di un frammento ricco di congiunzioni, quasi un'unità anelata rispetto al «precario esserci» del reale. Tutto è ricondotto al potenziale illimitato (e sconosciuto) della mente, fino quasi a metterne in dubbio l'esistenza nell'ultimo capitolo, Mente cielo materia. D'altra parte pochi poeti come Maurizio Cucchi sanno abitare lo spazio frontale del tragico, con disinvolta levità, mai riparato da alibi consolatori. Riappare, in Sfiorando l'afasia, un remoto personaggio come Sabatino, ossessionato dall'etimologia, la stessa che ci conduce a evidenti contraddizioni semantiche che si sviluppano nella mobilità di temi e di molteplicità metrico-prosodiche. Una possibile risposta al rischio afasico si evidenzia nella sezione L'immagine, la parola. Dalle opere di ventidue grandi artisti, il poeta traccia una riflessione filosofica e sociale. Se Cucchi da sempre ci ha messo a parte della potenza evocativa del frammento, qui le sconnessioni si inabissano nel mistero contraddittorio della lingua, per giungere infine a un rapporto frontale tra immagine e parola, tra etica ed estetica, parafrasando l'anima di ogni opera rappresentata, che non è che il riflesso - spoglio di autoinganni - delle nostre vite.
17,00

Lettere a Clizia

Lettere a Clizia

Eugenio Montale

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 432

Un giorno d'estate del 1933, a Firenze, un'intraprendente giovane americana bussa alle porte del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux per conoscere il poeta degli Ossi di seppia, che dirige l'antica istituzione. La ragazza, alta, snella ed elegante, è Irma Brandeis (1905-1990), ebrea newyorkese, italianista, francesista e anglista, traduttrice e scrittrice in proprio. È un classico coup de foudre, destinato a segnare nel profondo la vita dei due protagonisti e tutta la successiva poesia montaliana. Del loro straordinario carteggio, durato sette anni, sono sopravvissute soltanto le oltre 150 lettere di lui, che Irma volle donare al Vieusseux e che furono pubblicate per la prima volta nel 2006. Così ne parla Rosanna Bettarini: «Missive dal tratto forte, delicato e feroce, che giorno dopo giorno costituiscono di fatto un racconto amaro e dolce, d'amore e di rancore, un documento frammentario di fede e di disperazione, di gossip velenoso, di malizie e di pietà; un testo autobiografico e privato sì, ma spesso così letterariamente pepato, stuzzicante proprio là dove non dice e non racconta, così ellittico, evasivo e cifrato da sollevare il lettore da ogni senso di colpa nel porre la lente sui dettagli degli amori altrui. Così il poeta schivo, eccitato da un incontro che ha i segni del destino, visitato da una vera Musa in forma di donna ornata di frangetta e di orecchini, qualche tempo dopo chiamata Clizia, tortuosamente comincia a limare dentro di sé parole e metriche nuove per il mutato stile del libro delle Occasioni».
20,00

Ossi di seppia

Ossi di seppia

Eugenio Montale

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 384

Capitolo decisivo della poesia del Novecento, Ossi di seppia è un'opera sempre aperta, capace di rinnovare nel tempo, in modo sorprendente, l'originalità e lo spessore delle sue proposte, di pensiero e di soluzioni espressive. A quasi un secolo dall'uscita, avvenuta nel 1925 presso l'editore Gobetti, l'aggiornamento dell'imprescindibile e ormai classica edizione commentata da Pietro Cataldi e Floriana d'Amely offre una nuova occasione per rileggere la raccolta d'esordio di Montale. La introduce uno storico e fondamentale saggio di Pier Vincenzo Mengaldo, che ne analizza temi e stile osservando che la presenza, così importante, del mare «è bivalente: perché dal mare l'io si sente quasi risucchiato, potentemente, come dall'elemento mitico per eccellenza vitale, ma insieme ne è rifiutato, espulso, confinato a terra; il mare è dunque la pienezza, l'integrità impossibile, quella della Vita stessa, contemporaneamente cantata a piena voce e negata al soggetto che la canta». Mentre, sulla visione del mondo montaliana, il critico osserva come non sia esagerato «parlare di posizioni pre-esistenzialiste, anche se di fatto poggiano su altri fondamenti filosofici». Siamo dunque accompagnati nella lettura o nella rivisitazione appassionata degli Ossi di seppia da guide d'eccellenza, come anche Sergio Solmi, di cui è qui riproposto un saggio del 1926, scritto quindi l'anno che segue la prima edizione (la seconda, con ampliamenti e ristrutturazioni, apparve nel 1928, con introduzione di Alfredo Gargiulo). «Poesia fatta di sotterranei trasalimenti, di silenziosi distacchi, di rassegnate riflessioni», ci dice appunto Solmi, rilevando opportunamente «l'aspirazione classica che vive al fondo di questa originale natura di poeta». E ora che questo libro è a tutti gli effetti diventato un classico, sta ai nuovi lettori trovare una volta ancora, nel «male di vivere», il «fantasma che ti salva»; mentre più che mai viva è la necessità, storica ed esistenziale, di sapere «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo».
20,00

Nel concerto del tempo

Nel concerto del tempo

Marco Pelliccioli

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 160

Figura di rilievo e voce autonoma della nostra nuova poesia, Marco Pelliccioli ci offre qui, nella spoglia concretezza viva del suo stile, un ampio quadro di personaggi e situazioni in cui un passato anche lontano viene a porsi sottilmente in confronto con la mutata realtà dell'oggi. "Nel concerto del tempo" procede essenzialmente nei termini di una narrazione condotta attraverso la memoria da una voce fuori campo, una "controfigura" che riporta a galla volti spesso familiari in una galleria di umili apparizioni. Nel pacato ed efficace alternarsi di prosa poetica e versi, Pelliccioli oscilla tra dimensione orizzontale e verticale, portando sulla scena oggetti domestici e amuleti, dettagli di quotidianità, senso di nascita e morte, presenze e sparizioni, piante e piccoli animali, parole prelevate da un dire talvolta dialettale. Ecco allora l'Angiolina, l'Agnese, la Nunzia o la Martina, e insieme a loro anche l'Alberto e lo storpio, la loro «epica sconnessa», nel «tempo che indocile non passa». Si tratta di un tempo che è anche il tempo storico, con sottostanti riferimenti a vicende accadute ed entrate nella cronaca, se non negli annali. Ci troviamo di fronte a «invisibili creature / che nuotano nel cielo», offerte dal poeta che coglie al contempo l'affacciarsi problematico di una contemporaneità divenuta, come è sempre più evidente, meccanica e tecnologica. Il percorso dell'opera si svolge in una sorta di articolata coerenza poematica, fitta di rimandi interni, nell'impeccabile controllo stilistico di una musica che passa dal recitativo al canto sommesso, in momenti di un netto realismo, non senza aperture oniriche, con tratti di un'efficace e oggi insolita, ma innovativa, lieve coloritura espressionistica.
16,00

Degli amanti non degli eroi

Degli amanti non degli eroi

Daniele Mencarelli

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 200

Due percorsi narrativi in versi, due vasti movimenti poetici che rivelano, nei termini di una insolita energia espressiva, il carattere di un autore che da sempre si è mosso con efficacia coinvolgente sul doppio registro della scrittura in versi e del romanzo. Daniele Mencarelli, con "Degli amanti non degli eroi", riesce qui a comporre un doppio quadro, con due poemetti complementari nella loro diversa fisionomia, nella linearità internamente turbata dell'ampio racconto d'amore fra due giovanissimi, in apertura, e nelle screziature interne, anche sul piano della pronuncia e della versificazione, di Lux Hotel , il testo successivo. Due impostazioni alternative, dalle aperture e dai turbamenti di "Storia d'amore", al complesso gioco metaforico del secondo poemetto, dove viene messo in risalto il tema dell'eroismo negativo nella sua connotazione guerresca, nella speranza, «meravigliosamente utopistica» come dichiara lo stesso autore in nota, «che si arrivi a un mondo dove a essere festeggiato è l'eroismo del perdono, della compassione, del coraggio che soccorre». Una straordinaria ricchezza di situazioni concrete, vissute e ritratte in vivi dettagli, nell'affiorare del «dolore che non s'affoga», caratterizza il primo capitolo, nel quale Mencarelli riprende, con sensibili, decisive modifiche, un testo apparso anni fa; mentre nel secondo, ambientato tra le luci e le ombre di un albergo di lusso, si muovono emblematici personaggi frutto di un'immaginazione quanto mai ricca e variegata. Ecco allora la figura del concierge, ecco l'ombra di un dittatore e i soldati Mercurio, Marte, Nettuno. Umani traffici e minuzie di orrori si manifestano con imprevedibili esiti nel gioco d'azzardo di Lux Hotel, realizzando un singolare e affascinante contrasto rispetto al racconto d'amore «nella sua dismisura» del primo poemetto, in un'opera poetica che conferma Mencarelli come una delle personalità di maggior spicco e solidità della nostra nuova ricerca letteraria.
18,00

Madre d'inverno

Madre d'inverno

Vivian Lamarque

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2023

pagine: 144

Vivian Lamarque possiede una rarissima dote: sa rendere lievi gli strappi dell'emozione più complessi e profondi. E ne sa comunicare tracce ed esiti con la grazia sottile della sua impeccabile petite musique. Ne aveva già dato importanti prove nelle sue opere, da Teresino a Una quieta polvere. E lo conferma in Madre d'inverno dove, già dal titolo, indica il percorso centrale di una raccolta che si sviluppa in varie direzioni. L'idea e la figura materna, dunque, vissuta nel trauma originario – accettato con sapienza eppure inguaribile, nel paradosso e nel dolore – della sua doppia immagine, quella della madre biologica e quella della madre adottiva. In uno scenario aperto e sofferto, fitto di elementi di concretissima realtà quotidiana, dove si intessono frammenti di dialogo e schegge di parlato, si passa da una iniziale sequenza ospedaliera a versi in cui si realizza una sorta di postumo colloquio con la figura materna. Il coinvolgimento del lettore scatta immediato poiché, partendo dalla propria esperienza personale, l'autrice mette a punto un vasto disegno in cui la madre diventa una forma assoluta, l'emblema di tutte le madri. Nella mobile ricchezza di un'opera composta in un ampio arco di tempo, e successivamente ancora rivisitata, l'autrice si rivolge alle più svariate tracce della memoria, fino a introdurre, improvvisa, "l'altra madre", quella biologica, insinuando, in un tono di assoluta normalità antiretorica – e perciò ancora più autentica –, un senso di pervasiva, interiore instabilità. Lamarque è per fortuna ben lontana dal chiudersi in un territorio tematico senza sbocchi, e infatti si apre a varie "avventure", ad altre madri espressive. Fino a coinvolgere l'esempio di Wisława Szymborska; fino a coinvolgere una sua «coinquilina poco prevedibile», e cioè la poesia stessa, di cui, con la sua voce inconfondibile, si conferma una delle nostre espressioni più vive, originali e giustamente amate.
18,00

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