Sociologia e antropologia
Segreto
Massimo Cerulo
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2025
pagine: 144
Cosa è giusto non sapere o non dire per tutelare noi stessi e le relazioni in cui siamo immersi? Nella società contemporanea c'è ancora spazio per il segreto? "Non dirlo a nessuno". Chi non ha mai pronunciato questa frase? E quali responsabilità implica per chi custodisce un segreto? Accanto alla capacità di parlare, quella di saper tacere ha avuto uguale importanza nella storia delle società umane: il segreto - imponendo un patto, talvolta anche indesiderato - crea e distrugge gruppi, genera inclusione ed esclusione, plasma comportamenti e relazioni. E oggi, nella nostra società digitale, dove la caccia a verità e informazioni nascoste sembra essere una moda e dove con un clic puoi distruggere identità ed equilibri delle persone, che significato può assumere questa parola?
Big Man. Il signore delle isole nere
Marino Niola
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2025
pagine: 184
Uno degli aspetti del mondo melanesiano che hanno attratto maggiormente l’attenzione degli antropologi è senza dubbio la dimensione politica e, soprattutto, la figura che più di ogni altra in Melanesia incarna il potere stesso: il Big Man. In queste società di piccole dimensioni e prive di apparati gerarchici, il leader non è che un individuo in possesso di particolari qualità personali, capace di sfruttare le proprie “virtù” per accumulare una riserva di beni e di crediti da spendere al momento opportuno trasformandoli in prestigio. Si tratta di un potere precario proprio perché eminentemente personale per cui sono gli stessi presupposti che ne determinano la nascita a segnarne inesorabilmente il declino. È proprio infatti a partire dal momento in cui la fama e gli onori del leader raggiungono l’apice che i fondamenti del suo potere cominciano a invertire i propri effetti. Il potere inizia allora a tracciare la parabola discendente.
Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione)
Charlotte Matteini
Libro: Libro in brossura
editore: Cairo
anno edizione: 2025
pagine: 208
Almeno una volta alla settimana una nuova voce si leva dalla tv o dai giornali, strepitando una frase che ormai abbiamo sentito fino alla nausea: gli italiani non hanno più voglia di lavorare. Non vogliono sopportare l’impegno, gli orari, le condizioni contrattuali… Già, ma quali sono davvero queste condizioni? Sembra che nessuno si sia mai preso la briga di approfondirle, eppure basta poco per accorgersi che molto spesso sono irregolari: precariato diffuso, diritti azzerati, stipendi da fame, montagne di false promesse, e soprattutto scarsissime (per non dire nulle) possibilità di ambire a un futuro sereno e indipendente. Sulla scorta dell’attività di denuncia sui suoi articoli e seguitissimi canali social, Charlotte Matteini costruisce un libro che non è solo inchiesta sulla brutale realtà del mercato del lavoro in Italia, ma anche una guida per chiunque si trovi intrappolato nelle maglie burocratiche dei contratti irregolari, o per chi si affaccia ora al mondo del lavoro. Per dimostrare che, se gli italiani non hanno più voglia di lavorare, un motivo ben preciso forse c’è.
Antropologia delle religioni. Temi. Etnografie. Pratiche
Alessandra Brivio, Javier González Díez, Alessandro Gusman
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Hoepli
anno edizione: 2025
pagine: X-310
Questo volume costituisce un'introduzione allo studio antropologico delle religioni che alterna casi etnografici, riflessioni metodologiche, storia della disciplina e i più recenti dibattiti teorici, con l'obiettivo di offrire una panoramica complessiva della materia, che possa anche essere di stimolo per ulteriori percorsi di approfondimento. La prima parte del volume, “Strumenti concettuali per lo studio antropologico delle religioni”, presenta gli strumenti di base della disciplina, definendo in modo critico concetti quali quello di visione del mondo, simbolo, rito, solo per citarne alcuni, attraverso lo studio dei casi etnografici e seguendo le prospettive delle antropologhe e degli antropologi principali che hanno trattato questi temi. La seconda parte, "Intersezioni tematiche", è composta da schede di approfondimento affidate a specialiste e specialisti della tematica trattata e dedicate ad argomenti rilevanti nel dibattito contemporaneo; le schede forniscono una prospettiva antropologica prevalentemente focalizzata sulla pratica dei processi religiosi, sempre in dialogo con i principali approcci e dibattiti contemporanei sul tema. Il volume, frutto del lavoro congiunto dei tre autori e di quello delle collaboratrici e dei collaboratori, intende fornire una visione che sia il più possibile plurale e aperta alla riflessione e alla crescita degli studi in materia di antropologia delle religioni.
Prison lives matter
Francesca Cerbini
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2025
pagine: 208
Cosa succede quando il concetto di istituzione totale e i suoi corollari non sono più utili a definire l’esperienza carceraria? Quando il confine tra ghetto urbano e prigione diventa poroso e sfumato ed emergono forme ibride di autogestione o co-gestione fra Stato e detenuti? In un continuo rimando tra contesti geografici e sociali molto diversi, Cerbini esplora questi interrogativi con lo sguardo dell’antropologa, ovvero partendo dalle esperienze dei soggetti che il carcere lo vivono e dalla loro visione del mondo. Grazie alle numerose etnografie condotte nell’ultimo decennio all’interno degli istituti di pena del Sud e del Nord globale, si profila così un radicale cambio di prospettiva che scardinando l’univocità del penitenziario ideale, sinonimo di ordine e disciplina, permette di riconsiderare le connessioni e la continuità tra dentro e fuori, tra carcere e società. Un mosaico di narrazioni e contronarrazioni in grado di restituire la multiforme violenza della governance del carcere contemporaneo e gettare le basi per un nuovo statuto teorico dell’istituzione penitenziaria.
Povero me! Quando le vittime sono i nuovi eroi
Pascal Bruckner
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2025
pagine: 272
Nell'Occidente edonistico la sofferenza è diventata oggetto di culto. Quell'umanità che prima aspirava al progresso e alla modernità è ora sostituita da un'umanità vittimizzata, per cui la libertà coincide con il diritto di lamentarsi. Tutti, anche i privilegiati, fanno a gara nell'esibire le proprie disgrazie per innalzarsi al di sopra degli altri, col rischio di creare una nuova aristocrazia di paria a discapito dei veri emarginati. Ma cosa accade quando il desiderio di essere riconosciuti come vittime diventa l'unica spinta della società contemporanea? In questo saggio puntuale e attualissimo, Pascal Bruckner affronta una delle questioni centrali del nostro tempo: la genealogia e il trionfo dell'ideologia vittimistica. In un mondo globalizzato che ci pone sfide sempre più complesse – dal cambiamento climatico alla guerra, alla violenza, al terrorismo – questa egemonia del vittimismo, che porta poi al risentimento e alla vendetta, non può che rivelarsi perdente. Per non crescere le nuove generazioni in una società della paura e della rassegnazione, sostiene Bruckner, è necessario quindi abbandonare questa propensione all'infelicità e alla fragilità. «Gli uomini e le donne devono imparare a opporsi alla seduzione del panico. Sta tutto qui l'eroismo di essere semplicemente umani». Piangeremo impotenti sulla durezza dei tempi o troveremo il coraggio di resistere ai colpi del destino?
Impostori. Storie di inganni e autoinganni
Gabriella Turnaturi
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2025
pagine: 168
Che cosa accomuna i romanzi che narrano di spie e agenti doppi e vicende realmente accadute come la cinquecentesca storia di Martin Guerre o quella novecentesca dello smemorato di Collegno? Gli impostori esistono da sempre, uomini e donne che assumono false identità c’erano nel passato come ci sono oggi, quello che muta è il contesto in cui agiscono. Gabriella Turnaturi cerca di individuare alcune costanti nelle relazioni fra chi inganna e chi gli crede, a livello sia individuale sia collettivo, indaga le emozioni, i desideri, le aspettative, le ambizioni, i pregiudizi e le false credenze che entrano in gioco in questi casi. Si chiede, rifiutando di liquidare le imposture come relazioni fra persone malvagie e persone credulone, quali contesti, quali culture emozionali ne rendano più fertile il terreno, perché intere comunità, in certi casi, cadono nell’inganno. Non può infatti esistere un impostore, un pifferaio magico, senza una comunità disposta a dargli fiducia, come non può esserci un attore senza un pubblico disposto a credere alla sua rappresentazione. La fiducia, d’altra parte, è necessaria all’esistenza stessa della società, per cui non possiamo smettere di fidarci gli uni degli altri.
Cattivi selvaggi. Come decostruire gli stereotipi sulle popolazioni indigene e perché ci riguarda
Olga Maira Zannoni
Libro: Libro in brossura
editore: Eris
anno edizione: 2025
pagine: 64
Quando si parla di popolazioni indigene, si sente l'argomento come qualcosa di lontano e che non ci tocca. Eppure la questione interessa circa 5 mila popolazioni per un totale di 370 milioni di persone sparse per tutti i continenti del pianeta Terra. Nei loro confronti si usano ancora termini umilianti, razzisti e discriminatori. È invece fondamentale che questa tematica faccia parte dei nostri orizzonti perché ha a che fare con le lotte per la terra, con un serio percorso decoloniale, con l'ecologia, l'estrattivismo e la presa di coscienza delle connessioni che ci sono tra l'esplorazione dei territori indigeni e l'Europa. Il testo si concentra sul continente americano e nello specifico sulle lotte, le rivendicazioni e i temi che girano attorno alla questione indigena brasiliana. Dobbiamo sempre ricordare che quando vediamo il "polmone del mondo che brucia" mettendo in serio rischio il nostro futuro, non siamo noi i soggetti più a rischio, ma coloro che vivono lì, ovvero le popolazioni indigene stesse, che di quel polmone ci vivono. Includere la questione indigena nei nostri discorsi e portare la loro voce nelle nostre lotte è un altro modo per dare supporto e comprendere che, senza di loro, la foresta amazzonica non ci sarebbe più. L'autrice decostruisce l'immaginario stereotipato basato sulle rappresentazioni letterarie coloniali di '500 e '600 e poi cinematografiche, come con il grande cinema Western o classici della Disney come Pocahontas. L'indigeno è il "selvaggio": "buono" quando si arrende al bianco colonizzatore, "cattivo" quando gli resiste. In Brasile dall'inizio del colonialismo si sono estinti migliaia di popoli indigeni, una violenza che si perpetua da secoli senza sosta, un genocidio infinito che ha lasciato segni indelebili nella società. Parliamo di popolazioni sterminate, schiavizzate (il Brasile è stato l'ultimo Stato del continente americano ad abolire la schiavitù nel 1988), cacciate dalle proprie terre per poter accaparrarsi le materie prime presenti nei loro territori, oppure assoggettate tramite forme di assimilazione forzata alla cultura bianca dominante. Oggi la Costituzione brasiliana sancisce che le popolazioni indigene devono essere protette e avere i propri diritti e le proprie culture, che devono essere riconosciute e rispettate dalla nazione. Tuttavia le immagini dei roghi della foresta amazzonica ci dimostrano come la lotta per la terra e contro l'estrattivismo prosegua e quanto sia urgente conoscere e comprendere le loro lotte per diventare persone alleate, anche se ci troviamo dall'altra parte del mondo.
Diversità e convivenza. Le conseguenze culturali delle migrazioni
Stefano Allievi
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2025
pagine: 192
Le migrazioni sono un fatto, che piaccia o no. E la presenza di un numero significativo di immigrati comporta un cambiamento radicale delle società che li accolgono. La pluralità – culturale, identitaria, religiosa – va conosciuta, indagata e affrontata. Di più: il conflitto non va temuto. Va riconosciuto, accettato, governato. Al di là dello schierarsi pro o contro, del sostenere l’una o l’altra posizione politica sul tema dell’accoglienza o della cittadinanza, quali sono le implicazioni delle migrazioni e della mobilità umana? Qual è l’orizzonte verso il quale stiamo andando, quali gli scenari che si aprono, le difficoltà che dovremo affrontare, le soluzioni a disposizione? Quel che è certo è che non possiamo permetterci di sottovalutare le conseguenze della pluralità culturale e religiosa che caratterizza aree sempre più vaste del mondo. In questo libro, le analisi e le riflessioni di uno degli studiosi più accreditati sui temi delle migrazioni e del multiculturalismo.
La famiglia naturale non esiste
Chiara Saraceno
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2025
pagine: 192
La famiglia naturale non esiste: è una invenzione culturale. Peccato che l’aggettivo ‘naturale’ venga utilizzato molto spesso in Italia per ostacolare tutte le forme di unione, di amore e di filiazione che vanno al di là del puro dato biologico. Con buona pace delle trasformazioni radicali che hanno coinvolto i nostri modi di vivere. La famiglia è infatti il luogo di osservazione privilegiato per raccontare i cambiamenti profondi della cultura e della società, tanto che il libro – alternando riflessioni teoriche, ricostruzione dei cambiamenti avvenuti e memoria personale di tante ‘battaglie’ intraprese – diventa un ritratto lucidissimo dell’Italia degli ultimi cinquant’anni. Intervista di Maria Novella De Luca.
Le vie del freddo. Storia del ghiaccio e della civiltà
Max Leonard
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 368
Il ghiaccio è tanto solido quanto sfuggente, può tramutare in polvere una montagna e affondare la più grande nave mai costruita dall’uomo, eppure basta che la temperatura della Terra si alzi ancora di qualche grado per farlo sparire per sempre dal mondo naturale. Max Leonard ci racconta la storia della civiltà attraverso un punto di vista che rischiamo di non poter più conoscere; un appassionato canto d’amore per quanto stiamo perdendo in questi tempi di stravolgimenti climatici: il freddo. Quand'è l'ultima volta che avete visto davvero del ghiaccio? Ormai di rado lo possiamo osservare nella gran parte delle nostre città, durante inverni sempre più caldi. Mentre dappertutto i ghiacciai stanno letteralmente scomparendo: esempio plastico e drammatico del cambiamento climatico. E il «semplice» cubetto che mettiamo in una bibita non lo notiamo neanche, lo diamo così per scontato da diventare invisibile; invisibile come il costo energetico che ha produrlo e conservarlo. Ma non c'è nulla di scontato nel ghiaccio: è anzi un elemento che definisce la civiltà umana tanto quanto il fuoco. Una sostanza curiosa e paradossale, che esiste e non esiste, e può diventare uno specchio attraverso cui vedere noi stessi da un'angolazione nuova e inaspettata. Il ghiaccio ha influenzato il nostro sviluppo dalle profondità della preistoria, ha accompagnato gli agricoltori e i pastori nomadi e ha iniziato a essere sfruttato come risorsa quando sono emerse le prime grandi civiltà. Senza il ghiaccio, la scienza non avrebbe fatto molti dei suoi passi in avanti, non potremmo nutrirci come facciamo oggi né sottoporci a molte delle terapie mediche che ci salvano la vita. Senza il ghiaccio, le metropoli, le campagne e gli oceani sarebbero molto diversi e i nostri musei e biblioteche non conserverebbero molti dei capolavori che più amiamo. Max Leonard traccia in queste pagine una storia culturale, naturale ma soprattutto umana. Sulla scia dei grandi scrittori di natura, intreccia i racconti delle esplorazioni avventurose dei primi pionieri della montagna, quelli delle spedizioni scientifiche e quelli delle opere d'arte e letterarie, accompagnando il lettore in un meraviglioso viaggio nello spazio e nel tempo.
Anarchismo e immaginario anticoloniale
Benedict Anderson
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2025
pagine: 448
Grazie a una visione della storia focalizzata sulla prospettiva dei colonizzati, e non dei colonizzatori, Anderson ricostruisce il pathos delle rivoluzioni antimperialiste – da Cuba alle Filippine – attraverso le vicissitudini dei suoi protagonisti. Che non a caso si «radicalizzano» proprio nelle carceri degli imperi occidentali, stringendo relazioni umane e intellettuali con altri ospiti abituali di quei luoghi: gli anarchici europei. Un incontro «esplosivo» – al quale Alfred Nobel dà, volente o nolente, una notevole spinta – che attiva circuiti internazionali di mutuo appoggio in grado di collegare lotte distanti in un sodalizio cosmopolita. D’altronde, dice Anderson, nel farsi della storia lo scambio di idee è altrettanto determinante dello scambio di fucilate. E in questa prima globalizzazione, con la sua marcata accelerazione delle infrastrutture di collegamento, le idee cominciano a circolare velocemente non solo per i potenti ma anche per i dissidenti. Come appunto mostra questa attenta ricostruzione di connessioni sottotraccia che restituiscono la potenza di un incontro che ha scardinato il vecchio mondo coloniale.