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Einaudi

Ragazze che scrivono poesie

Alba Donati

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 144

Passionali o timide, introverse o tempestose, desideranti o appartate, coraggiose, vitali, piene di slanci... Sono le ragazze che scrivono poesie: Emily Dickinson, Anna Achmatova, Antonia Pozzi, Wislawa Szymborska, Sylvia Plath, e tutte le altre. Alba Donati sa trascinarci nella loro giovinezza, nel magnifico scompiglio di intere esistenze votate alla parola, negli amori furiosi così come nelle pulsioni più nere. Soprattutto, in queste pagine fa risuonare ancora una volta le loro voci così uniche. Dopo “La libreria sulla collina”, Alba Donati ci regala un altro libro pieno di meraviglia. La prima si chiama Emily Dickinson, l’ultima Sylvia Plath. Le ragazze che scrivono poesie scelte da Alba Donati sono unite idealmente da un talento naturale nel mettere le parole una in fila all’altra, dall’amore disinteressato per la letteratura, dal fuoco del cambiamento che brucia forte dentro di loro. E molto spesso, purtroppo, accomunate dall’assillo di uomini che non ne capiscono la grandezza e sentono il bisogno di spiegare continuamente come si sta al mondo. Ritratto dopo ritratto, questo almanacco singolare illumina quelli che Virginia Woolf – che aleggia in queste pagine – chiamava «momenti di essere». Gli erbari di Dickinson e il complicato scacchiere famigliare nel piccolo paradiso di Amherst; il genio di Achmatova nell’aggirare la censura di stato e le gelosie dei suoi mariti; l’irrequietezza di Antonia Pozzi tra le aule universitarie e la sua felicità nelle montagne di casa; le strategie con cui Szymborska combatteva le pressioni e le incombenze sociali dopo il Nobel; gli abiti alla moda che una giovanissima Sylvia Plath lancia da un grattacielo di New York come pura performance... Vite diverse e lontane nel tempo, ma tenute insieme da una visione del mondo più forte di ogni cronologia: la poesia come vita, e la vita come poesia. Delle sue ragazze, Alba Donati ci dice il modo di ridere, di camminare, di vestirsi, di salutare il giorno e la notte, e ci conferma quanto tutte queste cose abbiano indissolubilmente a che fare con la poesia, e con la giovinezza, e con gli occhi puri della bambina che si nasconde in ogni verso, in ogni a capo, in ogni metafora.
15,50

Quello che possiamo sapere

Ian McEwan

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 376

Nell’ottobre del 2014, durante una cena tra amici, il grande poeta Francis Blundy dedica alla moglie Vivien un poema che non verrà mai pubblicato e di cui si perderanno le tracce. Un secolo più tardi, in un mondo ormai in gran parte sommerso dopo un Grande Disastro, lo studioso di letteratura Thomas Metcalfe scopre degli indizi che puntano a un intreccio amoroso e criminale. Ma che ne sappiamo degli uomini e delle donne del passato, con le loro passioni e i loro segreti? E che sapranno i nostri discendenti di noi e del mondo guasto che gli lasceremo in eredità? Nel maggio del 2119 Thomas Metcalfe, studioso di letteratura del periodo 1990-2030, si reca per l’ennesima volta alla biblioteca Bodleiana per consultarne gli archivi, a lui arcinoti, nel tentativo di scovare qualche scampolo di informazione inedita sull’oggetto dei suoi interessi, la fantomatica “Corona per Vivien” del grande poeta Francis Blundy, mai ritrovata. Il viaggio è disagevole, ora che la Bodleiana è stata trasferita nella Snowdonia, nel Nord del Galles, per sottrarre il suo prezioso contenuto alle acque che, dopo il Grande Disastro e l’Inondazione che ne seguì, sommersero l’originaria sede, a Oxford, e gran parte della terra. Ma gli abitanti del ventiduesimo secolo, sopravvissuti a quella catena di eventi, sono avvezzi al disagio e alla penuria, e inclini a guardare alla ricchezza e alla varietà del mondo precedente ora con rabbia ora con sognante nostalgia. Forse anche così si spiega l’ossessione di Metcalfe per il poemetto perduto. Miracolo di costruzione poetica, la Corona di Blundy fu composta poco più di cent’anni prima, nel 2014, in occasione del compleanno della moglie Vivien, e recitata un’unica volta durante i festeggiamenti presso il Casale dei Blundy, in un tripudio di vini e cibi deliziosi e ora introvabili, alla presenza della loro cerchia di amici. Facendo riferimento al celebre banchetto del 1817, cui parteciparono Keats e Wordsworth, l’evento fu successivamente definito «Secondo Immortal Convivio». La profusione di diari, corrispondenze e messaggi disponibili racconta delle correnti di amore e invidia che attraversavano tutti i partecipanti, del primo marito di Vivien, il liutaio Percy, e della malattia degenerativa che si era impossessata del suo cervello, delle ambizioni represse della donna. Ma dell’agognata “Corona per Vivien” neanche l’ombra. Che fine ha fatto la sublime poesia della cui stessa esistenza ormai i più dubitano? Quale verità si cela dietro la sua scomparsa? E quale differenza potrebbe mai fare il suo ritrovamento? Sarà un’intuizione geniale a fornire l’indizio che orienterà Metcalfe in una caccia al tesoro stevensoniana nell’ignoto. Il suo viaggio svelerà una storia d’amore e di compromessi e un crimine impunito, e getterà una luce nuova su figure che le parole tramandate gli avevano fatto credere di conoscere intimamente. Al lettore il nuovo strabiliante viaggio letterario di McEwan offre una chiave per riscattare il presente dal senso di catastrofe imminente che lo attanaglia e per immaginare un futuro in cui non tutto è perduto.
21,00

Il seriale. Un’indagine filosofica

Enrico Terrone

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 176

Dal serial killer alle serie televisive, dalla produzione in serie alla musica seriale, dalle serie geometriche ai numeri di serie, la nozione di serialità svolge un ruolo centrale nella scienza, nella tecnica, nella cultura e nell’arte, ed è stata opportunamente impiegata, con significati specifici, dagli studiosi di varie discipline. Ma, piuttosto incredibilmente, non è mai stata oggetto di un’analisi filosofica volta a stabilire se, a fondamento dei vari usi disciplinari, ci fosse un’unica essenza del seriale. Questo volume colma la lacuna con un’indagine che attinge alla chiarezza e alla precisione proprie della filosofia per fare luce sul concetto di serie e sulle sue molteplici implicazioni. Ogni capitolo prende spunto da casi esemplari per comprendere, tramite argomentazioni filosofiche, che cos’è il seriale e qual è il suo posto nella nostra immagine del mondo. Il primo e il secondo capitolo si avvalgono rispettivamente del serial killer e della serialità televisiva per analizzare il concetto di serie; il terzo esamina il ruolo del seriale nella produzione industriale e, mediante esempi presi in prestito da pittura, letteratura e cinema, nella creazione artistica; il quarto studia le metamorfosi del seriale in epoca digitale; il quinto fa leva sull’analogia tra meme e gene per estendere il seriale dalla cultura alla natura; il sesto propone infine una metafisica della serialità che, a partire dai casi studiati nei capitoli precedenti, estende il dominio delle serie fino ai suoi confini estremi e valuta l’ipotesi per cui la realtà potrebbe essere seriale nel suo complesso.
20,00

Una foto è una foto è una foto

Silvia Camporesi

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 120

La fotografia nel corso della sua storia ha affrontato una serie di rivoluzioni. Oggi la produzione delle fotografie non è più appannaggio di un ambito ridotto di persone, ma ha subíto un grande processo di democratizzazione, divenendo accessibile a chiunque: ogni individuo partecipa attivamente alla costruzione della cultura visuale contemporanea, disseminando immagini in un flusso digitale incessante, ubiquo, vertiginoso. Silvia Camporesi, una fotografa d’eccezione, esplora la fotografia nelle sue intricate e sfuggenti maglie. Ogni capitolo si propone come un omaggio alla profondità che essa ci offre nelle sue forme più disparate; è un viaggio che mischia riflessioni su esperienze personali, storia, citazioni di autori considerati fondamentali, aneddoti; è un percorso in cui l’unica regola è il rispetto per la complessità della fotografia, il ribattere il suo statuto di ente strutturato, come recita il titolo, ispirato al verso celebre di una poesia di Gertrude Stein.
13,00

Chiara

Antonella Lattanzi

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 176

L’infanzia non è un tempo fuori dal pericolo, Marianna e Chiara lo sanno bene. Ci sono le feste di compleanno in salotto, mano nella mano, i panini con la frittata divisi a metà e nascosti in tasca fino all’intervallo. Ma c’è anche l’ombra lunga di due famiglie in apparenza diversissime, eppure uguali nella violenza con cui trafiggono. Per anni hanno creduto di essere sole, le uniche a vivere nell’oscurità, a dover affrontare i mostri. E invece scoprono che la salvezza può esistere in un patto in cui l’una per l’altra diventano il rifugio che il mondo non sa offrire. Ma cosa succede quando quel patto si rompe sotto i colpi della realtà, o forse solo della vita adulta? Dopo “Cose che non si raccontano”, Antonella Lattanzi torna a emozionarci e scuoterci con una storia potente, profondamente vera, che racconta di ogni volta che, nel mezzo del buio, qualcuno ha trovato il modo di tenerci vivi. «Qualunque cosa sia successa dopo, non siamo più state “io” e “lei” ma “noi”. Anche adesso, dopo che è successo tutto». Marianna e Chiara crescono a pochi passi, nella Bari popolare degli anni Novanta, in due famiglie che sembrano agli antipodi – una ruvida e irrequieta, l’altra ordinata e colta, apparentemente perfetta – ma che si rivelano uguali nel modo in cui tradiscono, soffocano, feriscono. Tra le due ragazze nasce subito un legame assoluto, fatto di intesa e di coraggio, di un bisogno vitale di raccogliersi a vicenda. Così, contro la violenza che le circonda, costruiscono un mondo solo loro, e negli anni l’affetto si confonde con l’amore, in alcuni momenti diventa anche attrazione e desiderio. Ma la vita adulta le allontana, crescere in fondo è irreparabile. E allora, quando sarà il momento, sapranno tenere fede a quella promessa di esserci sempre l’una per l’altra, anche di fronte al Terrore? In un romanzo dal ritmo incalzante, magnetico, che va avanti e indietro nel tempo in modo sapiente, Antonella Lattanzi sa tenere insieme la tenerezza dell’infanzia, l’erotismo come scoperta e il senso di minaccia incombente tra le mura di casa, la paura che qualcosa si spezzi all’improvviso, senza avvisare. Ma proprio dentro la tensione, contro ogni aspettativa, si accende la poesia della vita, e insieme un bene ostinato e splendente, capace di disarmare il cuore di chi legge.
18,00

I racconti

Franz Kafka

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 648

I racconti di uno tra i maggiori scrittori del Novecento in una nuova traduzione rigorosa e sensibile, che dà rilievo all’evoluzione della ricerca letteraria dell’autore praghese. Dai primi tentativi di scrittura a “La trasformazione” (da sempre nota con un titolo più altisonante, “La metamorfosi”), insieme ad altrettanti capolavori: fulminanti miniature come “La trottola”, i racconti lunghi “Nella colonia penale” e “La tana”, il grande cantiere narrativo “Durante la costruzione della muraglia cinese”. Nella sua critica radicale della realtà, Kafka utilizza una lingua precisa e quotidiana, in vertiginoso equilibrio fra tragico e comico, e Daria Biagi la mantiene il più possibile lontana da astrazioni e sovrainterpretazioni, portando alla luce le diverse tonalità espressive di un’opera che ha influenzato come poche altre la letteratura dell’ultimo secolo. Chiude il volume un saggio di Massimo Cacciari sui fondamentali snodi tematici presenti nell’opera di Kafka. «I racconti di Kafka sono in fondo un grande campionario di diversi, di alieni, di marginali della società che però, anche dal gradino più basso in cui vengono posti, si rifiutano di accettare le regole di un gioco disumanizzante. E non lo fanno protestando, ribellandosi: piuttosto tirandosi indietro, sottraendosi al discorso del potere – fallendo, anche – ma infine impedendosi di diventare pedine altrui. [...] Spesso in Kafka la violenza è esplicita, ma più spesso è violenza simbolica, vessazione, umiliazione, negazione della possibilità di autodeterminarsi, ed è proprio la disamina meticolosa di queste infinite e sempre più raffinate forme di prevaricazione ad aver fatto sì che molti filosofi vedessero in lui prima di tutto un lucido analista del potere. E anche un analista di come questo potere venga introiettato dalle vittime, che spesso, condividendo il sistema di valori dei loro oppressori, si arrendono e si lasciano morire prima ancora che il pugnale del boia sia calato su di loro» (dalla prefazione di Daria Biagi).
28,00

Il fuoco nero. Storia della banda neonazi Ludwig

Alessandra Coppola

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 160

Due amici veronesi, Marco Furlan e Wolfgang Abel, vengono arrestati nel marzo 1984 mentre tentano di dar fuoco a una discoteca. Gli saranno attribuiti 10 dei 15 delitti rivendicati negli anni dalla sigla Ludwig. Con una scrittura straordinaria Alessandra Coppola, grazie a nuove testimonianze e allo studio della mole di documenti accumulati negli anni, scava sotto la superficie, ricostruendo l’ambiente in cui si sono formati i killer e risalendo all’estrema destra di Ordine Nuovo. Ma soprattutto si addentra nella loro rete di frequentazioni (e forse di complici), che conduce nel territorio inquietante e poco esplorato del neonazismo magico, tra i culti distorti importati da Oriente, l’odio per i “subumani” e la convinzione folle di purificare il mondo. Il racconto prende le mosse dalla più grave delle stragi che Ludwig si è attribuito, sei morti nel rogo del cinema Eros a Milano nel 1983, tra la vergogna e la distrazione un attentato incredibilmente rimosso dalla storia nera d’Italia.
16,00

Femminismi. Un’antologia contemporanea

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 352

Patriarcato. Sessismo. Intersezionalità. Liberazione sessuale. Violenza di genere. Termini come questi, oggi centrali nel dibattito pubblico, affondano le loro radici in quell’elaborazione fatta di pratiche e teorie che chiamiamo femminismi. Il plurale è d’obbligo, date la varietà e la complessità di quei percorsi. Questa antologia propone un itinerario attraverso i testi fondamentali dei femminismi dal secondo dopoguerra a oggi, offrendo una visione ricca e sfaccettata delle trasformazioni politiche, sociali e culturali che hanno segnato il pensiero e l’azione delle donne. Da Simone de Beauvoir fino al movimento Non una di meno, passando per autrici come Chandra Talpade Mohanty, Angela Davis, bell hooks, Donna Haraway, Judith Butler, Adrienne Rich, Nancy Fraser, Audre Lorde, Luce Irigaray, Carla Lonzi, Luisa Muraro, Lea Melandri e molte altre: più di cinquanta testi per ascoltare direttamente le voci delle protagoniste, cogliere come alcuni degli strumenti del pensiero che oggi usiamo per analizzare il mondo sono stati elaborati per la prima volta e il loro specifico significato. Una mappa critica per orientarsi in un campo in continua evoluzione, dedicata a chi voglia approfondire, interrogarsi – o prendere posizione.
25,00

Beata oscenità. Questa cosa chiamata amore

Massimo Sgorbani

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 80

Due inediti monologhi teatrali di uno dei drammaturghi più apprezzati degli ultimi decenni. Protagonista di “Beata oscenità” è Gioacchino Stajano, nipote del gerarca fascista Achille Starace, uno dei primi omosessuali dichiarati in Italia, scandaloso protagonista delle notti della dolce vita romana, in seguito transessuale e infine devota cattolica. Le metamorfosi di una vita vissuta in anticipo sui tempi, sempre controcorrente e sfidando le ipocrisie della società. In “Questa cosa chiamata amore”, un malinconico e solitario Truman Capote, rivolgendosi idealmente alla sua amica Marilyn Monroe, ripercorre la propria vita (dal rapporto con la madre alla celebre festa al Plaza dopo il successo di “A sangue freddo”: «Sono un omesessuale, sono un alcolizzato, sono un drogato. Sono un genio!») intrecciandola con alcune morti famose: i Kennedy, John Lennon, la stessa Marilyn. Con l'amara constatazione che è proprio la morte il prezzo da pagare per la celebrità, e di certo «si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte». “Beata oscenità” - prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, con Gianluca Ferrato e la regia di Serena Sinigaglia - debutterà a Bolzano nel novembre 2025, per poi andare in tournée nei principali teatri italiani durante il 2026.
10,00

Novanta. Una controstoria culturale

Valerio Mattioli

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 552

Gli anni Novanta italiani, oltre la sonnolenta cappa della superficie catodica, sono stati un irripetibile laboratorio di linguaggi, politiche e immaginari radicali. Un’esplosione di rabbia, gioia e brama di futuro arrivata in un momento in cui il conflitto sembrava essere sparito dall’orizzonte esistenziale. Queste pagine riportano alla luce una scena entusiasmante e troppo presto dimenticata, tra centri sociali, concerti rap, rave parties, cultura cyber e attitudine punk, restituendone tutta la carica rivoluzionaria. Per la retorica ufficiale, gli anni Novanta portano una data d’inizio precisa e una data di chiusura altrettanto netta: da un lato il 9 novembre 1989, col crollo del Muro di Berlino e la fine della Guerra fredda. Dall’altro l’11 settembre 2001, con l’attacco alle Torri gemelle di New York e l’inizio dello «scontro di civiltà». In mezzo: dieci anni di trionfo dell’Occidente, fine delle ideologie e pace generalizzata. Ma in Italia, gli anni Novanta sono stati anche il decennio in cui questo racconto idilliaco è stato messo in discussione. Da chi? Da tutta una generazione che stava ai margini e pensava che il conflitto non fosse finito, scriveva su riviste underground e frequentava spazi fuori dalle rotte della cultura dominante. Da Nord a Sud del Paese, un intero movimento si raccolse attorno a una geografia alternativa fatta di spazi autogestiti e centri sociali occupati, dando vita a una resistenza culturale e politica straordinariamente vivace. Fu da simili fortini di resistenza che scaturirono fenomeni come il primo rap in italiano, le visionarie distopie del cyberpunk, una cultura rave radicale e combattiva; fu in luoghi come il Leoncavallo, il Forte Prenestino, il Livello 57 e Officina 99 che trovarono spazio tanto gruppi musicali come Assalti Frontali, Sangue Misto e 99 Posse quanto riviste come «Decoder» e «Torazine», tanto esperimenti situazionisti come Luther Blissett e i gruppi di ufologia radicale quanto compagnie come Motus e Mutoid. E fu sempre grazie a questi luoghi che emersero riflessioni su temi che allora erano avanguardia e adesso sono il mondo in cui viviamo: il capitalismo della sorveglianza, la necessità di un reddito base universale, gli sviluppi e i pericoli del binomio tra nuove tecnologie e ideologia ultraliberista. Dal movimento della Pantera alle tragiche giornate del G8 di Genova, Valerio Mattioli ci racconta questo decennio rimosso con lo sguardo appassionato di «uno dei tanti» per cui quegli spazi e quegli eventi hanno rappresentato un’esperienza umana e politica fondamentale, che può servirci ancora oggi per costruire un’alternativa a un futuro sempre più tetro.
23,00

Nei luoghi più oscuri

Carlo Lucarelli

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 368

Noir, giallo, orrore, avventura. Un puro distillato della scrittura di Carlo Lucarelli. «I racconti vanno via veloci, e non soltanto perché sono più rapidi dei romanzi, ma perché si disperdono più facilmente, antologie, riviste, collaborazioni, prendono direzioni diverse e a volte si perdono. Per questo ogni tanto è bello raccoglierli, inseguirli e ritrovarli, quelli nati da una intuizione improvvisa o da un’occasione, che è come un dito che indica una direzione in cui non avevi ancora pensato di andare. È una mandria di cavalli diversi che una volta riuniti raccontano dove sono stati e tutte le volte è di nuovo una scoperta. E una sorpresa» (Carlo Lucarelli). Un killer dall’aria insospettabile, con le fattezze di un uomo «peluche», che coglie di sorpresa le sue vittime. Una giudice giovanissima, soprannominata «la Bambina», gravemente ferita in un agguato nella Bologna del 1980. Un’insolita Grazia Negro, incinta e sul punto di andare in maternità, che deve scegliere se mettere la vita privata davanti a quella professionale. Una poliziotta che nutre dei sospetti su un collega e viene intrappolata in una spirale di ritorsioni. Un maggiore impazzito in piena guerra coloniale. Un commissario di bordo che indaga sulla morte di una donna, su una nave che collega Taranto a Buenos Aires nel 1939. Sono solo alcuni degli straordinari personaggi che popolano le pagine di questa raccolta, ciascuno alle prese con un mistero da svelare o con una realtà che d’improvviso sfugge al controllo, inganna, tradisce, colpisce. Racconti tesi e affilati, nello stile di cui Carlo Lucarelli è maestro e che trova qui, nella forma breve, un’incisività folgorante.
19,50

Operazione austerità. Come gli economisti hanno aperto la strada al fascismo

Clara E. Mattei

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 528

L’austerità, parola d’ordine degli economisti ortodossi, sembra aggravare i problemi più che risolverli. E se ne osserviamo la storia, scopriamo che è nata come baluardo del capitalismo difeso dagli economisti liberali a ogni costo, anche alleandosi al fascismo e sostenendo politiche autoritarie. Perché l’austerità non è qualcosa di nuovo né un prodotto della cosiddetta era neoliberista iniziata alla fine degli anni Settanta: per più di un secolo, governi in crisi finanziaria hanno fatto ricorso a politiche di austerity, ovvero tagli al welfare (alla scuola, alla sanità ecc.), privatizzazioni, tassazione regressiva, deflazione, repressione salariale e deregolamentazione del mercato del lavoro. Si tratta di politiche che rassicurano i creditori, ma producono effetti sociali devastanti. Oggi che l’austerità continua a imperare è urgente domandarsi: e se il pareggio di bilancio non fosse mai stato davvero l’obiettivo? L’economista Clara E. Mattei risale alle origini dell’austerità per svelarne i veri motivi fondanti: proteggere il capitalismo dalla sua crisi esistenziale, per far fronte alle contestazioni dal basso che ne stavano intaccando le fondamenta. Con una nuova prefazione dell’autrice.
16,00

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