Robin Edizioni: Biblioteca del vascello
Chris, lo spaniel nero (Memories). Testo inglese a fronte
John Galsworthy
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 136
Memories, apparso per la prima volta nel 1912, rievoca in tono divertito e commosso, con profondità e humor, le gesta e il carattere del più amato e, forse, più longevo, dei cani posseduti da John e Ada Galsworthy, il cocker spaniel nero Chris. Questo incantevole animale, che l’autore della Saga dei Forsyte prese a modello per lo spaniel nero John, indimenticabile personaggio del romanzo The Country House, sarebbe diventato, in dodici anni, il genio familiare dello scrittore. Prima traduzione italiana, con le illustrazioni originali di Maud Earl dell’edizione di New York, Charles Scribner’s Sons, 1914. Con l'album "I cani di Galsworthy" di Marco Cacucci.
Anti-philosophes (1750-1780). Il dibattito anti-illuminista. Con i testi originali in francese
Franco Mazzilli
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 242
Le gazzette, i giornali e i periodici dal 1745 al 1785, sotto Luigi XV e XVI, sono ormai importante strumento per incidere sul pubblico consenso veicolando le istanze dei due partiti che si fronteggiano, il “partito devoto” rappresentato soprattutto dall'Ordine dei Gesuiti, difensore della tradizione e dell'Ancien régime e il “partito dei filosofi” che si identifica con la “nouvelle philosophie” espressa dall’Encyclopédie e dalle figure di Diderot, Rousseau e Voltaire. Ne deriva un confronto spesso fortemente conflittuale che vede scendere in campo letterati e accademici di primo piano, direttori di giornali e periodici come Desfontaines, ex gesuita, o Fréron, entrambi accaniti oppositori dei Philosophes e di Voltaire, o il drammaturgo Palissot che ridicolizza Rousseau e critica l’entourage degli enciclopedisti. Il 1760 è un anno particolarmente prolifico di libelli e operette satiriche, tra cui spiccano per l’originalità la Épître du Diable à Voltaire di Giraud e la risposta del filosofo (entrambe tradotte in appendice). Neanche lo scioglimento dell’Ordine dei gesuiti nel 1764 mitiga la polemica tra i due partiti che vede ancora contrapporsi due figure di rilievo come l’avvocato pubblicista Linguet e l’enciclopedista Morellet. Dal 1774 in poi, con la morte di Luigi XV e con l’incalzante crisi economica, la polemica contro gli enciclopedisti si rivolge contro gli “economisti” fisiocratici come il ministro delle finanze Turgot, appoggiato dagli enciclopedisti. Neufchâteau sostiene che la nuova scienza dell’economia sostenuta dai fisiocratici non fa che sostituire l’universalismo enciclopedico e accusa i Philosophes di conformismo. In realtà il movimento illuministico da forza di opposizione sta diventando protagonista dell’imminente mutamento sociale e politico che travolgerà l’Ancien régime.
La colpa del reverendo Mouret. Il ciclo dei Rougon-Macquart. Volume Vol. 5
Émile Zola
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 450
La colpa del reverendo Mouret (1875), quinto volume del ciclo dei Rougon-Macquart. Un sacerdote era al centro del precedente volume, La conquista di Plassans, ma più che un fedele e devoto servo di Cristo si trattava di un agente politico, ambizioso e senza scrupoli, che usava la religione come strumento di potere e come antidoto alle donne. Quella del reverendo Mouret è invece una vocazione sincera e umile, sorta nell’infanzia e maturata nel tempo, tra sacrifici e dedizioni, che si scontra con la natura e i desideri della carne, generando deliri e visioni. La conquista e La colpa sono due romanzi vicini, non solo cronologicamente, ma anche per lo sviluppo di temi e personaggi: si raccontano infatti, nel quinto volume, le sorti di due dei tre figli dei coniugi Mouret protagonisti del precedente romanzo. Il rigoglioso poema sinfonico che Zola ha intessuto attorno alla vicenda impedisce di scadere da un lato nel melodramma pruriginoso e (anti)clericale, dall’altro di elevare ad arte quello che può agevolmente trovare posto in farsacce di provincia o battute da osteria. Il lato scabroso e scandalistico di una vicenda analoga rimane invece al centro di un libro di José Maria Eça de Queirós, esponente del realismo portoghese, curiosamente coevo e dal titolo quasi identico, O crime do padre Amaro, comparso anch’esso a puntate nel 1875, ma pubblicato in volume nel 1880.
Diario italiano-Le statue di Roma
Herman Melville
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 306
L’11 febbraio 1857 Melville s’imbarca al Pireo su un vapore francese in partenza per la Sicilia, il Cydnus. Comincia, dopo il byroniano pilgrimage in Palestina, quel viaggio in Italia così a lungo desiderato e rimandato per anni che ha Roma come meta principale. Percorrerà l’Italia degli antichi Stati da sud a nord, da Messina a Napoli, a Roma, a Firenze, a Bologna, risalendo ancora in un eccentrico andirivieni fino ad approdare sulla sponda svizzera del lago Maggiore. Viaggia in piroscafo, in diligenza e in treno, portando con sé un leggerissimo bagaglio – una modesta carpet-bag – proprio come un semplice viaggiatore di commercio. Raggiunta ognuna delle città d’arte previste dal suo itinerario, siano soste di poche ore, o permanenze di qualche giorno o settimana, Melville girovaga inesausto dall’alba al tramonto per strade, piazze, chiese e musei. Libero e indipendente come uno dei marinai dei suoi racconti, raramente lo troviamo in compagnia di altri americani, qualche volta sceglie di seguire giovani guide locali, volenterose, stravaganti o forse equivoche, ma è più spesso da solo. In albergo, alla sera, o all’alba prima di partire per la prossima meta, ricorda frettolosamente in rapide note – quasi scarabocchi, per la futura disperazione degli editori dei suoi Notebooks – i percorsi erratici e i nomi dei luoghi visitati, troncando con cursori etc. etc. l’elenco sommario delle opere d’arte osservate o, meglio, incontrate e riconosciute nella faticosa giornata. Perché, molto spesso, statue e quadri, che Melville sembra osservare per la prima volta nei musei e nelle chiese italiane, gli sono familiari per averne visto calchi in gesso o stampe a Boston o a New York. Perché, talvolta, aveva ricordato nei suoi romanzi e racconti quelle antiche statue e quegli antichi quadri per paragonarli ai suoi personaggi d’invenzione, o per meglio definire i luoghi delle loro avventure o suggerirne l’atmosfera. Nei musei, nei palazzi e nelle chiese, Melville può ritrovarsi finalmente faccia a faccia con la materializzazione del ‘secondo termine’ dei suoi paragoni letterari: l’Apollo del Belvedere a Roma e la Venere de’ Medici a Firenze che aveva paragonato ai polinesiani Marnoo e Fayaway di Typee, il Perseo di Cellini, ancora a Firenze, al capitano Ahab in Moby Dick, un immaginario particolare di una scena di naufragio di Salvator Rosa usato per descrivere in Redburn l’aspetto di Jackson, il marinaio malvagio, etc. etc.
Le sorelle
Aleksej Tolstoj
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 424
Le sorelle è il primo romanzo della trilogia di A.N. Tolstoj, L’andata tra le pene dell’inferno. Lo scrittore iniziò a lavorare a Le sorelle a Odessa nell'estate del 1918. Nel 1927-1928 fu pubblicato il secondo romanzo, L’anno 1918. Il 22 giugno 1941, il primo giorno della Grande Guerra Patriottica, fu completata l'ultima pagina del romanzo che conclude la trilogia. Su Le sorelle è basato l’omonimo film epico di Grigorij Rosal e Boris Cirskov del 1957.
Due anime in un corpo
Emilio De Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 210
Emilio De Marchi (Milano, 1851 – Ivi, 1901) è stato autore di alcuni tra i più famosi romanzi italiani di fine Ottocento: Demetrio Pianelli, in primo luogo, e poi Arabella, Giacomo l’idealista, Col fuoco non si scherza. Considerato generalmente come rappresentante di un Verismo moderato dall’umorismo e dal persistente influsso manzoniano, De Marchi in gioventù ha però attraversato una rischiosa esperienza scapigliata, di cui è testimonianza il romanzo che qui riproponiamo: un’esperienza che è all’origine della vena sostanzialmente pessimistica che caratterizzerà poi, al di là della ‘moderazione’, i suoi capolavori narrativi.
Inganno
Jurij Fel'zen
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 228
La “scuola parigina”, del “Montparnasse russo”, a cui Fel’zen apparteneva, propugnava come genere letterario l’uso del “documento umano”, in pratica, della forma diaristica. E “Inganno” è un diario, tuttavia – se ci si fa caso – è privo di qualsiasi dettaglio che definisca una data circostanza (non ci sono nomi di caffè, di stazioni della metropolitana o di quella ferroviaria, dell’anno in cui si svolge la storia, ecc.) In realtà Fel’zen finisce per rigettare l’ideale originario del “documento umano”, che a lui sembra “esteticamente ingenuo e infondato”. Se ne accorse il poeta F. Chodasevič, il quale notò che Fel’zen si distaccava dai suoi compagni della “scuola di Parigi”, giacché “il complesso arabesco sentimentale, che il suo eroe non si stanca di ricamare, è fondato su ciò che non c’è e non vogliono avere gli autori di documenti umani: l’invenzione”. In realtà – come ha notato Bryan Karetnik – la sua era una forma sottile di sfida, che cercava, in un’epoca in cui i regimi politici forzavano sempre più i privati cittadini a sottomettersi al collettivo, di riaffermare la supremazia dell’individuo. “Io non posso combattere direttamente, – scrisse Fel’zen, – il mio solo atto è l’osservazione, ma noi difendiamo la stessa cosa, l’uomo e la sua anima”.
Il fuoco e le falene. Otto Gross: psicoanalisi, anarchia e sogno di libertà
Marco Minoletti
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 374
Il fuoco e le falene è il ritratto di un uomo e di un’epoca in bilico tra rivoluzione e rovina, tra utopia e autodistruzione. Otto Gross, psicoanalista ribelle, anarchico visionario e dipendente dalle droghe, attraversa il primo Novecento con la furia di un profeta inascoltato, bruciando come una fiamma nella notte. Dalle aule accademiche di Vienna alle barricate della rivoluzione spartachista, dalla Monaco degli artisti ai boschi del Monte Verità, il suo viaggio è un’odissea tra psicoanalisi, sete di libertà assoluta e rigetto delle convenzioni borghesi. Accanto a lui, falene attratte dalla sua luce: fascinose amanti, giovani allievi, artisti e filosofi ribelli. Erich Mühsam, poeta della rivoluzione. Franz Jung, compagno di fughe e insurrezioni. E poi le donne – di ogni estrazione e destino – catturate dal suo fascino maledetto. Sullo sfondo, il Monte Verità presso Ascona, sulle rive del Lago Maggiore: utopia dei riformatori della vita, sogno di un mondo nuovo dove corpo e spirito possano danzare liberi. Ma ogni sogno ha il suo risveglio. Inghiottito dai demoni della dipendenza e dall’emarginazione sociale, Otto Gross si avvia verso il declino e la morte solitaria, tra le strade gelide della Berlino del 1920. Un romanzo che intreccia storia, filosofia, psicoanalisi e rivoluzione, restituendo voce a un uomo che sfidò Freud e Carl Gustav Jung, anticipò Wilhelm Reich e ispirò generazioni di ribelli ed un ritorno, quantomai attuale, al matriarcato.
Due principesse: La principessa Mimi-La principessa Zizi
Vladimir Fedorovic Odoevskij
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 180
Le protagoniste di questi due racconti di Odoevskij, La principessa Mimi (1834) e La principessa Zizi (1839), con le loro storie e il loro destino di solitudine apparentemente simile, sono esemplificazioni di due antitetiche potenzialità femminili. La principessa Mimi, un’anziana zitella pettegola e intrigante che sceglie la cattiveria quale strumento della propria “affermazione” sociale, voleva essere, nei propositi del suo creatore, un triste esempio della deformità morale che affligge chi vive in una società che ha ucciso in sé l’elemento poetico, l’amore, l’aspirazione al bene e alla verità. Quanto Mimi è una creatura mediocre, tipico prodotto della società ipocrita e amorale in cui vive, tanto la principessa Zizi è un’eccezione perché conforma tutta la propria esistenza a un ideale di assoluta integrità e fedeltà a se stessa, al proprio cuore e al proprio animo; perché rifiuta soluzioni di comodo che le procurerebbero la benevolenza e l’approvazione della società, scegliendo di lottare per la verità e la giustizia, sfidando così la società, che inevitabilmente la condanna, ma non riesce a piegarla alle sue leggi.
Viaggio in Italia da «Il bazar di un poeta»
Hans Christian Andersen
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 224
L’ultimo giorno di ottobre del 1840 Hans Christian Andersen lasciò Copenaghen per un viaggio che lo condusse, attraverso la Germania, l’Italia, la Grecia e la Turchia, fino a Costanza, sul Mar Nero. Ritornò in patria risalendo il Danubio, da Czarna Woda a Vienna, arrivando di nuovo a Copenaghen il 22 luglio 1841. En Digters Bazar (Il bazar di un poeta), apparso nell’aprile 1842, ne è il dettagliato resoconto. In questo volume si offre la traduzione dei capitoli dedicati all’Italia, dall’arrivo a Verona valicando le Alpi in diligenza, fino alla traversata da Napoli a Malta a bordo della nave a vapore francese Leonidas. Libero dalla fascinazione acritica della scoperta che aveva caratterizzato il primo viaggio in Italia del 1833, lo scrittore può ora osservare il nostro Paese con il suo sguardo più tipico, quello malinconico di chi vede la vita come una strana avventura venata di nostalgia.
Conscience l'innocente
Alexandre Dumas
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 448
I protagonisti di "Conscience l’innocente" vivono nel villaggio di Haramont, vicino a Villers-Cotterêts, il paese natale di Dumas. Conscience è un giovane ingenuo e assai devoto, che parla e canta agli animali e vive in un mondo tutto suo, pieno di pace e di serenità. La sua famiglia è composta, oltre che da lui, dalla madre Madeleine, vedova, e dal suocero di questa, nonché nonno di Conscience, papà Cadet. Nel casolare di fronte, abitano invece dame Marie, la nutrice di Conscience, sua figlia Mariette e il suo figlio minore, il piccolo Pierre. Nella tranquilla esistenza delle due famiglie irrompe in modo violento e pervasivo la Storia dei grandi che quando incrocia quella degli umili ne segna irrevocabilmente il destino. Vi campeggia leggendaria la figura di Napoleone, a cui Conscience dovrà la sua sventura, ma anche, alla fine, la sua fortuna. E chissà se, nello scrivere le ultime pagine del romanzo, Dumas, confinato a Bruxelles dagli ufficiali giudiziari, non abbia invidiato la sorte del suo protagonista, augurandosi che un deus ex machina venisse a risollevare anche lui dalla sua disperata situazione...

