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Mondadori: Lo specchio

I nomi e le voci

I nomi e le voci

Roberto Mussapi

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2020

pagine: 176

Il mito e le figure che lo esprimono in diverse epoche e culture, dal mondo greco alla tragedia shakespeariana, dal tardo Medioevo di François Villon a suggestioni di un altro grande come W.B. Yeats: è vastissimo il campo in cui si muove la voce poetante di Roberto Mussapi, dalla scena teatrale alla pagina della poesia. In questa nuova opera Mussapi conferma una propria idea, in utile e necessaria controtendenza, della poesia d'oggi, che considera un momento verticale, alto, della voce, opposto alle forme di frammentismo o minimalismo che negli ultimi decenni hanno dominato. In questo ampio disegno trovano rinnovata presenza figure provenienti appunto da culture ed epoche diverse, convocate per riaccendere l'ascolto e la lettura come fossero personaggi di nuove, grandi avventure poetiche. Mussapi le propone al lettore nella coraggiosa sfida della sua coinvolgente pronuncia, sempre di largo respiro narrativo, che va da componimenti ampi a soluzioni di più breve strappo di lirica tensione. Ed eccoci allora passare da Otello alle notti arabe, dal tuffatore di Paestum a Plinio che assiste all'eruzione del Vesuvio, ma con un'importante e coerente presenza anche dell'oggi in ampi monologhi come "La Grotta Azzurra" o "Lezioni elementari", dove appaiono gli oggetti, i suoni o gli ambienti e le memorie che ci accompagnano. Un panorama insieme soggettivo e aperto, vissuto sui libri e nella viva esperienza, un concerto di voci eterogenee composto nell'energia attiva di uno stile unico.
18,00

Le cose del mondo

Le cose del mondo

Paolo Ruffilli

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2020

pagine: 198

Nel suo percorso poetico, Paolo Ruffilli ha praticato strade diverse, sempre confermandosi in una coerente, limpida solidità di pronuncia pur nella varietà di tematiche e argomenti. Questo libro permette di seguirne il cammino per un arco di tempo pressoché quarantennale, trattandosi di un'opera unitaria composta a partire dagli anni Settanta, un ampio work in progress arricchitosi nel tempo. Un'avventura poetica ed esistenziale che prende il via con la metafora del viaggio e degli incontri che il viaggio offre, della quotidianità onirica e a volte sgradevole di chi comunque si trova «straniero tra la gente». Fino al ritorno, dal quale riparte la meditazione turbata sul senso delle cose e della vita, nelle incertezze e negli equivoci degli umani rapporti, tra vuoto, amore e violenza, mentre felicità «sempre si confonde / con la dissolvenza». Nel capitolo che dà titolo al libro, Ruffilli si muove a diretto contatto con gli oggetti di cui si popola la vita, e che si impregnano del nostro passaggio, trovando il senso non banale della loro presenza, si tratti del cappello o del bicchiere, della barca o di un diario, del letto o del libro. La sua fitta narrazione è affascinante, minuziosa, affabilissima, una sorta di insolito canzoniere dedicato a una realtà tanto essenziale nel vissuto quanto raramente indagata, come in queste pagine, con la concretezza maniacale dell'osservatore sensibile. Del poeta, appunto, che perlustra oltre la semplice superficie delle cose, e che qui prosegue con apparente orizzontalità il suo viaggio in un "atlante anatomico", dedicandosi alla bocca o alla caviglia come al cuore o al cervello, non senza ironia delicata, producendosi nell'esercizio acuto e antiretorico di un corpo a corpo con il corpo stesso. Nella sezione conclusiva, infine, il poeta pesca nelle profondità e negli anfratti del dire, nella formidabile, paradossale e «visionaria immaginosa verità» della parola, alla quale chiede risposte, ben sapendo, nella sua saggezza, che troppi interrogativi rimarranno inesorabilmente aperti.
20,00

Apocalisse amore

Apocalisse amore

Davide Rondoni

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2020

pagine: 156

È davvero sorprendente la quantità e la varietà di informazioni vive, sotto forma di situazioni, personaggi, eventi e microeventi, che Davide Rondoni riesce a coinvolgere sulla pagina di questo suo libro di poesia. Un documento lirico potente, carico di amore, soprattutto, ma anche di passeggeri quanto sinistri smarrimenti. Un testo di continuo giocato sulla presenza di una realtà buia eppure ogni volta, d'improvviso, illuminata da squarci di luce, dal fuoco e dalla passione dell'esistere. Rondoni è un poeta realista, che pure tende al canto, un poeta che si propone come inesausto viaggiatore nel cuore umano, convinto che «amare è l'occupazione / di chi non ha paura». E chi dice io, in questi versi, anche se spesso catturato nelle più strane orbite dell'universo o immerso nei più diversi inferni umani, accetta di misurarsi con coraggio nelle cose, muovendosi veloce nei più disparati luoghi della terra, ormai purtroppo quasi del tutto privi di mistero. Eccolo allora passare dalla Sierra Leone al Nicaragua, da Berlino a Caracas a Rabat, fino a New York e alle vittime delle Twin Towers. Ma i suoi percorsi comprendono anche, più semplicemente, i paesaggi di un'«Italia meticcia», perciò Milano e Roma, Firenze, Bologna e la Romagna. L'energia poetica di Rondoni, insomma, si esercita senza risparmio nelle quotidiane e spesso umili tracce d'amore ovunque sparse, ma anche nei territori di rovina e apocalisse della nostra epoca. Agisce e testimonia dentro una «folla rovinosa d'uomini», nella loro notte e nelle loro ombre, dove però, sempre, il respiro di Dio e la verità di una spinta interiore ineludibile possono accendere nuove, vertiginose possibilità di salvezza.
18,00

Non finirò di scrivere sul mare

Non finirò di scrivere sul mare

Giuseppe Conte

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 144

Si ritrova in questo libro, come è sempre più raro che accada, l'ampio respiro di una poesia che riesce a oltrepassare i limiti inevitabilmente angusti dell'io, per muoversi in una ben più ampia libertà di canto. Giuseppe Conte realizza un vero e proprio poema sul mare, nel suo perenne, inesorabile mutare e ricominciare: «La mer, la mer, toujours recommencée!» scriveva Paul Valéry; e nei capitoli di questo sorprendente libro, pur nell'estrema varietà degli scenari, domina la centralità assoluta del mare nella sua immensa energia reale e simbolica, negli impulsi che sa offrire a un'alta o profonda riflessione lirica. Il mare che inquadra, nella sua dinamica bellezza, il senso dell'esistere, che nel suo essere e nel suo moto, splendidamente anarchico, appare come un testimone impareggiabile. E lo è nei suoi colori stagionali, nei vari luoghi in cui il poeta stesso, dalla propria terra di nascita ai diversi porti delle sue esplorazioni, può contemplarne la meraviglia. Epico e quotidiano, il mare è come «la musica di ciò che accade» ed è una presenza totale e misteriosa nel passaggio di figure anonime, come nella vicenda del poeta che ne ammira e vorrebbe imitarne il movimento e ne resta ammaliato come da una divinità: «Mare la tua misura è l'infinito/ e l'abisso, l'alto e il basso». Giuseppe Conte ha il merito di farsi e farci coinvolgere da una realtà a tutto campo, dove la vastità del mare trova eco nelle innumerevoli presenze vitali del circostante paesaggio, tra il veloce andare ridente dei bambini e lo zampettare dei passeri, che si tratti della Riviera Ligure o della baia di San Francisco. Quello che conta, ci suggerisce il poeta, è farsi catturare e assorbire dall'incessante rigenerarsi del mondo, di cui il mare è il più nobile e generoso emblema.
18,00

Giardino della gioia

Giardino della gioia

Maria Grazia Calandrone

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 196

Una grande energia espressiva caratterizza questo nuovo libro di Maria Grazia Calandrone. Un'energia dirompente che corrisponde, peraltro, alla capacità di rapportarsi con il reale in modo reattivo, singolare e diretto, e che le consente di offrire una testimonianza vitale sulla molteplicità aperta in cui vive la sua esperienza. E sulla materialità dell'esserci, sulla sua presenza e sul suo vuoto, tra vita e pseudovita, nelle innumerevoli variabili dell'amore (che «sprofonda gli amanti / nella radiosità del mondo vero»), della gioia e del dolore, della sessualità e della morte. Tutto questo nella vicenda quotidiana e insieme nell'avventura, misera e mirabile al tempo stesso, dei corpi, nella «pasta di pane» dell'«affabile carne umana», in un mondo che appare, nelle sue contraddizioni, «radioso e gentile - e così / bello, privo di senso: perfetto». Maria Grazia Calandrone compie poi una serrata indagine sul male, con le sezioni dedicate a casi di cronaca nera. Ma si muove in profondo anche di fronte alla realtà storica del nostro tempo, come nel poemetto-reportage sulla Bosnia. L'autrice non si affida al frammentismo delle impressioni, ma ogni volta costruisce un organismo testuale libero eppure di interna e controllata coerenza, nei singoli capitoli come nella ricca unità del libro che qui ci propone. In virtù, poi, di una sensibilità di stile e forma, si muove sulla pagina usando un metro molto duttile, variabilissimo, che va dalla parola-verso alla totale apertura della prosa poetica.Giardino della gioia è un'opera che impone Maria Grazia Calandrone come una delle figure di maggior rilievo nella poesia del nostro tempo.
20,00

Pallottoliere celeste

Pallottoliere celeste

Maria Luisa Spaziani

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 103

Due elementi si impongono in modo netto in questo finale e compostissimo messaggio poetico di Maria Luisa Spaziani: l'impeccabile maestria elegante dello stile e la saggezza riflessiva sulle cose del mondo, sempre filtrate dalla sensibilità acuta e dall'estro della propria esperienza, della propria articolatissima memoria. Una memoria, appunto, quanto mai ricca di episodi e dettagli pronti a riaffiorare. «Le duemila poesie che ho scritto / sono graniglia di vasto fiume», ci dice la Spaziani, che se ne andò consegnando ai posteri questo libro, senza dubbio uno dei suoi esiti più elevati e limpidi. Un libro che parla ancora, anche, dell'amore, che ragiona sulla precarietà dell'umano percorso, che indugia sui luoghi, come la Roma dove l'autrice a lungo visse, o come la sua Torino. Ma che sa non di meno soffermarsi in abbandono sul «mistero di un fiore», o che provvisoriamente si appaga nella vitale apertura di chi è consapevole che «bellezza, gioia, e giovinezza irrompono / rovesciando ogni diga». In questa poetica e preziosa realizzazione di un consapevole e pacato consuntivo, Maria Luisa Spaziani sa bene che «il tempo passa di ora in ora», in una sorta di «pallottoliere cosmico», eppure a noi resta la vantaggiosa sorte dello scavo in profondo e della mirabile testimonianza che, in un'avventura poetica come la sua, trapassa il tempo stesso e ci perviene, ad alimentare e confortare il senso del nostro complesso esistere.
20,00

Haiku per una stagione-Haiku for a season

Haiku per una stagione-Haiku for a season

Andrea Zanzotto

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 120

L'estrema acutezza intellettuale, inquieta e curiosa, di Andrea Zanzotto lo condusse a sperimentare le più diverse forme, a percorrere con successo i più vari sentieri, a entrare nel corpo espressivo di lingue e dialetti. Negli anni Ottanta questa sua capacità - o meglio necessità - di aprirsi al molteplice del reale lo portò alla composizione di una serie di frammenti lirici in inglese, una lingua per lui tutt'altro che abituale. Ma quei versi non furono abbandonati alla spontaneità della loro crescita, bensì composti secondo le forme di un genere quanto mai affascinante e insieme, per noi, in parte misterioso, e cioè l'haiku giapponese. Successivamente Zanzotto decise di autotradursi in italiano, realizzando testi, come testimonia Marzio Breda, «inaspettatamente "cantabili", rispetto a quella che fino ad allora era la sua cifra letteraria», e trovando nella forma-haiku incanto fonico e limpidezza di pensiero racchiusi in movimenti di nitida essenzialità e di sintesi lirica dall'efficacia memorabile. Il tutto in piena coerenza con la presenza attiva e vigile, tipicamente sua, nel paesaggio, dove «un "Io" rifà come film il suo "Io"», e dove il poeta avvista, restituendoli nella sua inconfondibile pronuncia, «Vulcanelli, papaveri qua e là, / doni per devastate dimenticate colline / per la nostra dimenticanza, i doni più dolci». Il messaggio che Zanzotto ci trasmette con questa raccolta, pubblicata nel 2012 negli Stati Uniti, ci appare oggi di una sorprendente attualità, per il coraggio e l'estro, per la capacità di andare al cuore delle cose con lo strumento vivo di una parola che si fa immagine e pensiero nella fulminea concisione della più alta poesia.
20,00

Poesie di guerra e di mare. Testo inglese a fronte

Poesie di guerra e di mare. Testo inglese a fronte

Herman Melville

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 175

La ben nota grandezza di Herman Melville trova piena e sorprendente conferma nella sua poesia, dove l'autore di "Moby Dick" narra e si inerpica liricamente in virtù di una energia espressiva dinamica e potente che gli consente di spaziare su territori vari. Eccolo allora accennare alle vicende storiche del suo Paese, poi addentrarsi nei campi di battaglia, o negli scontri delle navi, in componimenti d'ampio respiro come in testi brevissimi, fino alla prosa indimenticabile su un personaggio come John Marr. L'autore, dunque, si muove dal recitativo al canto, e con l'inesausta tensione di chi sa passare con naturalezza e arte da tinte forti, nette, fosche, che assorbono il lettore, alla dolcezza di chi osserva «le creature ridenti nel mattino». Melville parte da un nobilissimo contesto culturale, e infatti cita Shakespeare, Coleridge, Shelley, Flau-bert, se ne appropria, si fa artefice inconfondibile, e viaggia nel mondo: il Capo delle Tempeste, il Mare del Sud, gli «assolati mari e cieli di Grecia», la Polinesia, le Marchesi. Predilige epicamente l'avventura, certo, e la più grande avventura che nel bene e nel male lo avvince, lo fa meditare, è quella dell'esistenza, su cui incombe «l'oltraggio antico della morte», mentre «per sempre lo schema della natura si ripete». Ma il suo complesso messaggio comprende vitalmente la meraviglia delle cose nel creato, la presenza del continuo, incantevole rinascere e andare. Il canto di Melville ci viene qui riproposto, in modo appassionato e fedele, da uno dei nostri maggiori poeti, Roberto Mussapi, che ce ne offre una scelta e una versione in cui ogni componimento si traduce in vera e propria alta poesia nella nostra lingua.
20,00

Sindrome del distacco e tregua

Sindrome del distacco e tregua

Maurizio Cucchi

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 104

«Accanto all'affabilità e alla pastosità porosa del mondo com'è, si accentua in questa nuova raccolta di Maurizio Cucchi un predicato di frugalità: abito mentale dell'io, ma soprattutto medium per umanizzare la realtà. "Sindrome del distacco e tregua" si suddivide in otto parti, prive di trama lineare, ove conta "l'insistere virtuale sulla scena, / la rapsodia sparsa e sempre minuziosa / delle circostanze". Emblema di poetica implicita, tale sigla rimanda a una compattezza intonativa e di sguardo che si avvale - più che in passato - di modalità davvero sperimentali di scrittura e d'espressione: alla polifonia e drammaturgia metrico-prosodiche di cui Cucchi è maestro si aggiungono qui stacchi in prosa tutti funzionali, oltre a due fotografie pienamente empatiche a un libro magnifico, struggente, necessario. Cronotopo è l'atlante (fisico e interiore), che permette di trascorrere dall'ucraina Pryp'jat' (a tre km da Cernobyl') a una Nizza amata e frequentata e alla natìa Milano, messa in emblema dalla centralità del Cenacolo di Leonardo fino ai margini delle sue banlieue, ripercorse attraverso la memoria viva di un libro in prosa per Cucchi fondamentale come "La traversata di Milano" (2007): omaggio ai mèntori della sua formazione, Sereni e Raboni. Il tempo di "Sindrome del distacco e tregua" è invece quello vertiginoso che salda insieme le epoche, dalla preistoria al Quattro e Seicento, fino ai brucianti fotogrammi del presente. Così può librarsi, questo Cucchi ispiratissimo, nella meraviglia aperta di una frugale quotidianità anonima». (Alberto Bertoni)
18,00

La volontà del vento

La volontà del vento

Gian Piero Bona

Libro

editore: Mondadori

anno edizione: 2018

pagine: 152

Il caso di Gian Piero Bona è quello di chi più avverte il senso della tragicità della posizione del poeta contemporaneo, immerso in una coscienza di separazione, nel sentimento del trascorrere delle cose, del loro perire, e nell'immagine della morte, là ove non è che auto-contemplazione, nichilismo estremo, grandiosità funebre, quale risposta a una richiesta di poesia consolatoria, attraverso una gnomica della fine. Si tratta qui di rottura con il lirismo ermetico di ieri e con una sostanza di passioni novecentesche, riconoscendo il proprio stato di alienazione, opponendo alle proprie meraviglie una negazione totale. Siamo forse a uno dei culmini della sua poesia, nel supremo equilibrio della parola, perfetta nella scansione delle immagini, dei concetti, dei ritmi, e il tutto con profondità di linguaggio nella violenza del dubbio e dei quesiti ammonitori e solenni. E suo gran pregio è di dare a tale visione del mondo una elevatezza formale spesso splendida, in forza di quella cultura classica che è alle sue origini.
22,00

Il comune salario

Il comune salario

Fabrizio Bernini

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2018

pagine: 90

"Il comune salario" si articola in quattro nitidissime parti. Le prime tre impostate su altrettanti personaggi d'invenzione, ancorati a un presente ben riconoscibile. Tre giovani, di condizione sociale diversa, ma in fondo omologati dall'appartenenza a un unico ambiente umano e storico: il figlio del padrone, il disoccupato, l'ambiguo studente attivo nel sociale. La quarta parte è invece una riflessione lirica per frammenti, condotta sull'esterno rispetto ai tre personaggi. I versi ancora di più ci avvicinano al cuore vivo del libro, dove incontriamo la normale quotidianità condotta fino all'orrore. Dove l'individuo anonimo va nel mondo, nella comune battaglia del mondo, magari provvisto di una giusta «pietà per ogni cosa», una umana pietà che pure «non trasforma niente».
25,00

Canzoni per le sirene. Testo francese a fronte

Canzoni per le sirene. Testo francese a fronte

Guillaume Apollinaire

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2018

pagine: 200

Tra canto aperto e ricca opacità del reale, tra amore e disamore, tra sperimentazione e legame forte con la tradizione della lirica francese si realizza l'opera di un grande autore della poesia del Novecento, Guillaume Apollinaire. Scomparso appena trentottenne, sempre amato dai suoi lettori, è stato molto amato anche dai poeti, come dimostra questa antologia, che raccoglie traduzioni di tre di loro, appunto, appartenenti a generazioni diverse, ma legati da un solidissimo filo conduttore letterario: Vittorio Sereni, Giovanni Raboni, Maurizio Cucchi. Ognuno è qui presente con le proprie predilezioni dall'opera di Apollinaire, e dunque con scelte tratte da uno scenario aperto, apertissimo, che include la sintesi magistrale e la grazia sottile dei disegni del 'Bestiario' per arrivare ai componimenti più vasti e articolati, poematici e prosastici come 'Zona' o 'Vendemmiaio', muovendo dall'acutezza esemplare del 'Pont Mirabeau' o dei 'Colchici' fino ai capitoli della malinconia amorosa del 'Canto del malamato'. Un secolo, dunque, è trascorso dalla scomparsa dell'autore, ma l'emozionante freschezza della sua poesia, così variamente estrosa nel suo compiersi, ci arriva con quell'intatta e incantevole perfezione che è solo dei grandi.
22,00

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