Mondadori: Lo specchio
Teatro naturale
Giampiero Neri
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 1998
pagine: 200
"Altri viaggi" comprende tutta la produzione poetica di Giampiero Neri, dagli inizi fino al presente, presentando "L'aspetto occidentale del vestito", le due raccolte seguenti (compreso il già riassuntivo "Dallo stesso luogo") e una sezione di testi inediti in volume, intitolata appunto "Altri viaggi".
Canti d'Oriente e d'Occidente
Giuseppe Conte
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 1997
pagine: 128
"Canti d'Oriente e d'Occidente" è una raccolta in cui il poeta porta a maturazione elementi già presenti nelle sue opere precedenti. Nella prima sezione, ispirandosi ad autori persiani, arabi e turchi, sotto l'identità del poeta Yussuf affronta da una prospettiva assolutamente nuova temi come l'amore e la divinità e la provvisorietà di esistere. Nel "Carme ai Lari", ispirandosi liberamente al Foscolo dei "Sepolcri", dialoga con il proprio padre sulla sua tomba. In altri capitoli si concentra sulla ricerca formale, nel desiderio di reinterpretare e innovare l'endecasillabo tradizionale. Chiude il volume un poemetto su Bobby Sands, il patriota irlandese morto in carcere nel 1981 in seguito ad uno sciopero della fame.
Il galateo in bosco
Andrea Zanzotto
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 1996
pagine: 128
Questo libro è una delle opere più importanti di Zanzotto. E' un libro strenuamente legato alla terra dell'autore, il Montello, luogo del Galateo storico, quello di Giovanni Della Casa, ma anche di tremende battaglie nella prima guerra mondiale. Vi sono pezzi in dialetto, ma anche la ripresa consistente della forma tradizionale nella nostra poesia.
Filò. Per il Casanova di Fellini
Andrea Zanzotto
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 1988
pagine: 81
Il misantropo di Molière
Valerio Magrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 216
Valerio Magrelli, uno dei nostri maggiori poeti, ci sorprende scegliendo di dare la propria voce a un grande classico del teatro e della poesia. Commedia dal contenuto profondamente tragico, come riconobbe Goethe che si chiedeva «se mai un poeta avesse rappresentato il proprio animo in modo più perfetto», "Il misantropo" di Molière andò in scena la prima volta nel 1666, con le musiche di Jean-Baptiste Lully. Nella vicenda, suddivisa in cinque atti e narrata in 1808 versi alessandrini in rima baciata, spicca Alceste, un «innamorato atrabiliare», figura autobiografica nel suo moralismo severo e di ispirazione giansenista. Ecco dunque il protagonista alle prese con un sedicente poeta e con l'ipocrisia dei cortigiani - in un contesto sociale che, in fondo, potrebbe non risultare estraneo a tanti aspetti del nostro presente. Ed ecco poi l'oggetto del suo geloso amore, Célimène, donna vivace e brillante ma non certo intransigente rispetto alla dimensione di ipocrita leggerezza in cui è immersa. Affascinato dalla letterarietà del testo, considerato la pièce meno teatrale di Molière e la più congeniale alla lettura, Valerio Magrelli - lo dichiara nell'Apologia della rima - ha voluto riproporre nella sua versione l'uso del metro tradizionale e, appunto, della rima, quel «miracolo acustico di incontenibile vitalità capace di tenere in sua "mercé" un'intera poesia». Soluzione troppo spesso affrettatamente considerata frutto di un atteggiamento antiquato, quasi alla stregua di un falso, di una contraffazione, la rima ha consentito a Magrelli di mettere in atto una sorta di sfida strutturale, quella di lavorare à contrainte mirando a realizzare nel corpo di un'altra lingua, la nostra lingua dell'oggi, le stesse costruzioni e costrizioni formali presenti in quella di partenza. L'esito felicissimo dell'operazione ci affida un capolavoro che dopo aver attraversato i secoli risplende nuovo in virtù di una personale rilettura e di una altrettanto accurata riscrittura.
Maniere nere
Isabella Leardini
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 128
Con questa nuova, organica opera, Isabella Leardini tocca il punto più alto della sua vicenda poetica. In "Maniere nere" restiamo avvinti dalla limpida musica della sua pronuncia e insieme dalla forte complessità delle situazioni proposte, ossessive e colte nella loro visionaria concretezza. Eccoci nel mistero dei simboli in cui siamo immersi, qui «la mente è una selva rischiosa / dove tutto si presenta e si nasconde». Eccoci di fronte al molteplice esprimersi della natura e dell’umana esistenza, nella loro condizione di precarietà, dove «noi siamo nube sfatta di pensieri», tra senso dell’amore e della morte, nell’ansia di una «vita non afferrata» e nell’oscuro presentimento di un passo oltre il suo limite. Leardini realizza la sua articolatissima meditazione lirica «lavorando con l’invisibile», ispirandosi alla tecnica della “maniera nera” per cui «il visibile si mostra per sottrazione». E lo fa coinvolgendo in un mondo acquoreo varie realtà viventi, dai bambini vivi, morti e non nati, a loro volta «perduti vivi nell’enigma», a bambine-perle, piccoli spiriti che ridono nelle stanze, fino alla dimensione altra, ma in fondo ben simile, di animali e vegetali: stelle marine, conchiglie, coralli, alghe e fiori. E coinvolge figure esemplari del pensiero e della poesia, dedicando un capitolo al destino di grandi donne della letteratura, «ragazze morte per acqua», «per aria», «per terra» e «per fuoco»: Virginia Woolf, Mariagloria Sears, Antonia Pozzi, Sylvia Plath. Nell’ampio tracciato di quest’opera, Isabella Leardini riesce a passare dal prevalere di misure brevi e intense, enigmatiche e coinvolgenti, a componimenti di largo respiro, consegnandoci un testo di insolita vitalità intellettuale nel suo rigore espressivo e al tempo stesso di notevole spessore emozionale, nel carattere esistenziale del suo svolgersi. Maniere nere è un’opera di esemplare originalità, ai più alti livelli della nostra nuova poesia.