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Cinque sante bizantine. Storie di cortigiane, travestite, eremite, imperatrici

Cinque sante bizantine. Storie di cortigiane, travestite, eremite, imperatrici

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 160

Nel Medioevo le Vite dei santi erano raccontate e continuamente rielaborate, arricchite ogni volta di dettagli nuovi e diversi, che diedero corpo a un gran numero di varianti della medesima storia. Alcune leggende agiografiche ebbero un’enorme diffusione, paragonabile a quella che oggi hanno i romanzi, o certe biografie romanzate. I cinque testi tradotti in questo volume sono molto diversi tra loro, sia per il registro linguistico sia perché appartengono a epoche differenti; li accomuna il fatto che le protagoniste sono donne e alcune di esse scelgono di travestirsi da monaco. Proprio in ragione di questa diversità possono offrire un quadro, naturalmente parziale, della santità femminile nel Medioevo greco e della varietà di tipologie che la caratterizza. Ecco allora Pelagia, prostituta convertita e poi redenta. Maria ed Eufrosine, entrambe orfane di madre, compiono la scelta di entrare in un monastero maschile travestendosi, l’una per non separarsi dal padre, l’altra per evitare il matrimonio. Teoctista, presa prigioniera dagli Arabi, riesce a sfuggire in modo rocambolesco ai suoi rapitori e diviene eremita su un’isola deserta. L’imperatrice Teodora, l’unico personaggio realmente esistito, si assicura la santità riabilitando il culto delle icone proibito dagli imperatori iconoclasti.
21,00

Romanzo di Alessandro seguito da «Vita di Alessandro» di Plutarco

Romanzo di Alessandro seguito da «Vita di Alessandro» di Plutarco

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 224

«Si narra che il più valoroso e nobile fra gli uomini sia stato Alessandro, il re dei macedoni, che compì tutte le sue imprese trovando sempre nella divina provvidenza un valido alleato al suo valore: portò guerra a tutti i popoli della terra, conquistando città dopo città tanto rapidamente che a un altro quel tempo non sarebbe bastato neppure per visitare quei luoghi. Narreremo delle gesta di Alessandro, delle qualità del suo corpo e del suo spirito, della sua fortuna nelle imprese e del suo valore: e cominceremo dalla nascita, dicendo chi fosse suo padre».
24,00

Le due fonti della morale e della religione

Le due fonti della morale e della religione

Henri Bergson

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 264

«In realtà, se fossimo sicuri, assolutamente sicuri di sopravvivere, non potremmo più pensare ad altro. I piaceri sussisterebbero, ma offuscati e sbiaditi, perché la loro intensità sarebbe solo l'attenzione da noi fissata su di essi. Impallidirebbero, come la luce delle nostre lampade al sole del mattino. Il piacere sarebbe eclissato dalla gioia. Gioia sarebbe in realtà la semplicità di vita sparsa nel mondo da un'intuizione mistica diffusa: gioia anche quella che seguisse automaticamente a una visione dell'aldilà in una esperienza scientifica ampliata. In mancanza di una riforma morale così completa bisognerà ricorrere a espedienti, sottomettersi a una "regolamentazione" sempre più invadente, aggirare a uno a uno gli ostacoli drizzati dalla nostra natura contro la civiltà. Ma, sia che si opti per i grandi o per i piccoli mezzi, una decisione si impone. L'umanità geme, semischiacciata dal peso del progresso compiuto. Non sa con sufficiente chiarezza che il suo avvenire dipende da lei. Spetta a lei vedere prima di tutto se vuole continuare a vivere; spetta a lei domandarsi in seguito se vuole soltanto vivere, o fornire anche lo sforzo affinché si compia, persino sul nostro pianeta refrattario, la funzione essenziale dell'universo, che è una macchina per produrre dèi». Con uno scritto di Gilles Deleuze.
26,50

Esercizio del cristianesimo

Esercizio del cristianesimo

Søren Kierkegaard

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 288

"L'Esercizio del cristianesimo, come ultima tappa del titanico sforzo di Kierkegaard nella ricerca della "verità che salva", si distacca notevolmente dalle altre opere che l'hanno preceduta e in un certo senso anche preparata. Qui campeggia fin da principio e domina fino in fondo la mite e forte figura di Cristo, intravista nella potente figurazione di Thorvaldsen della Frue Kirke che è sublimata ora, con supremo anelito di consolazione e redenzione, nel nimbo immobile di un'immagine eterna. L'opera, a differenza delle precedenti, ha avuto un'elaborazione faticosa, non scevra di incertezze: eppure, nella sua forma attuale, essa balza fuori come un autentico miracolo per l'armonia e la corrispondenza delle parti, come forse nessun altro dei suoi scritti. La presenza essenziale dell'affanno della esigenza nella prima parte, la soluzione del tormento del dubbio ossia dello scandalo essenziale nella seconda, e la guarigione della crisi in atto del cristianesimo nella cristianità nella terza. Tre crisi, tre invocazioni, tre tappe della speranza cristiana." (Dallo scritto di Cornelio Fabro)
28,00

Chiari del bosco

Chiari del bosco

María Zambrano

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 160

"Le caratteristiche di Chiari del bosco corrispondono a quelle della «guida», un genere di testo passato in Spagna dall’Oriente, che è composto di figure alimentate dalla fantasia piuttosto che da argomentazioni, che è insieme comunicativo ed enigmatico, che suggerisce più di quanto non dica perché vuole che le sue verità rinascano e rivivano il più direttamente possibile nell’interiorità del lettore. Questi viene condotto, così, non tanto a condividere un sapere, quanto ad assimilare un’esperienza di tipo iniziatico, alimentata da una scrittura fortemente ellittica, lampeggiante, ora fin troppo coordinata ora bruscamente scoordinata, che lo obbliga a farsene coautore, a esporsi con tutto se stesso azzardando significati che il testo non garantisce. E che confluiscono in un «logos sommerso» o «logos del pathos», come la Zambrano ha chiamato in un’altra opera questa forma di comprensione inseparabile dalla situazione vitale di quanti si trovano a parteciparne. Di qui il riecheggiare, in queste pagine, della visione sapienziale dei presocratici, delle religioni salvifiche greche e romane, della tradizione gnostica, dell’idea – mutuata tra l’altro da Nietzsche – della filosofia come «trasformazione»." (Dallo scritto di Carlo Ferrucci)
21,00

Chuang-tzu. Vita dell'uomo che diventò perfetto

Chuang-tzu. Vita dell'uomo che diventò perfetto

Octavio Paz

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 80

«La società ideale di Chuang-Tzu è una società di saggi alla buona. Al suo interno non esistono governo, tribunali o tecnica; nessuno ha mai letto un libro; nessuno vuole guadagnare più del necessario; nessuno teme la morte perché nessuno ha nulla da chiedere alla vita. La legge del cielo, la legge naturale, governa gli uomini come governa il volgere delle stagioni. In questo senso, l’archetipo dei taoisti è lo stesso dei confuciani: l’ordine cosmico, la natura e i suoi incessanti cambiamenti. E tuttavia, nel campo della politica e della morale, così come in quello delle idee, la loro opposizione è irriducibile. La società di Confucio, imperfetta come imperfetta è ogni cosa umana, si realizzò e si convertì nell’ideologia e nel modello ideale di un impero che durò duemila anni. La società di Lao-Tzu e di Chuang-Tzu è irrealizzabile, ma la critica che entrambi muovono alla civilizzazione merita la nostra simpatia. La nostra epoca ama il potere, adora il successo, la fama, l’efficienza, l’utilità, e sacrifica tutto sull’altare di questi idoli. È consolante sapere che, duemila anni or sono, c’era chi predicava esattamente il contrario: l’oscurità, l’insicurezza e l’ignoranza, ossia la saggezza anziché la conoscenza».
13,00

Conversazioni

Conversazioni

Maurice Merleau-Ponty

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 96

In queste intense conversazioni radiofoniche del 1948, l’allora quarantenne Maurice Merleau-Ponty traccia, per un grande pubblico, le linee direttrici di gran parte del suo lavoro successivo: il mondo della percezione, l’arte, la politica, l’animalità, l’uomo, la follia. Con un linguaggio limpido e immediato viene qui tratteggiata l’esigenza indemandabile di un pensiero che ritorni alle cose stesse, a quel mondo accessibile ai sensi che in ogni istante incontriamo. Inizia così a delinearsi un modo di far filosofia che influenzerà profondamente il pensiero contemporaneo. Merleau-Ponty, con lucidità e forza, e al di là di ogni pensiero nostalgico, ci pone di fronte alla necessità di restituire al nostro tempo una verità adeguata e, per questo, ancora e per sempre da scoprire. Poiché, come egli scrive, «la verità è che il nostro problema consiste nel fare nel nostro tempo, e attraverso la nostra esperienza, quel che i classici hanno fatto nel loro».
13,00

Kappa

Kappa

Ryunosuke Akutagawa

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2025

pagine: 96

«Prima di procedere nel racconto, penso di dover dire qualcosa sugli animali chiamati kappa. Taluni ancora dubitano della loro esistenza, che invece è reale, com’è vero che io stesso ho vissuto tra loro. Hanno capelli corti, e le dita delle mani e dei piedi congiunte da una membrana […]. In media, sono alti poco più di un metro. Secondo il dottor Chack il loro peso oscilla tra i nove e i dieci chili, ma alcuni eccezionalmente grossi raggiungono i venticinque chili. La parte superiore del loro cranio è concava, rotonda come una scodella, e pare che diventi sempre più dura col passar degli anni. […] Ma ciò che più colpisce nei kappa è la facoltà, ignota agli uomini, di cambiar colore a seconda del luogo in cui si trovano. […] I kappa devono avere un considerevole deposito di grasso sotto la pelle. Infatti non usano nessun indumento nonostante la temperatura piuttosto bassa – circa 10 gradi – del loro paese sotterraneo. Invece usano occhiali e portano con sé portasigarette, libri in edizioni tascabili e cose del genere, ma non per questo hanno bisogno di vestiti e di tasche, giacché, come i canguri, sono naturalmente forniti di una graziosa borsa sul ventre. La cosa che mi sembrò più curiosa è che essi non si coprono neppure con un perizoma». Pubblicato nel 1926, un anno prima della morte dell’autore, Kappa è il capolavoro di Ryūnosuke Akutagawa, qui riproposto nella versione di Mario Teti.
13,00

Lettere 1845-1886

Lettere 1845-1886

Emily Dickinson

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2024

pagine: 224

"Terse, introspettive, fitte – almeno agli inizi –, le lettere testimoniano di questo rapporto totale, esclusivo, sostitutivo che la poetessa ebbe con la lettura. E con le lettere che le furono inviate cui puntualmente rispose. Costituiscono interessanti raddoppiamenti simbolici sia delle rettangolari «cornici» – la finestra e la porta, ora socchiusa ora accostata – entro cui Emily Dickinson aveva scelto di «conchiudere» il mondo esterno, sia della sua solitaria esistenza di cui sottolineano il progressivo, centripeto movimento e la propensione a raccogliersi intorno a uno spazio sempre più circoscritto: il luogo e il tempo della scrittura, là dove gli squarci verso l’esterno e verso l’altro che la lettera «apre» «dilatano» la giornata di chi scrive e spalancano fantastiche voragini oltre la superficie limitata, nell’angolo della stanza, del tavolino a cui Emily Dickinson siede. Le lettere dicono delle letture di Emily Dickinson, letteralmente ne parlano e spesso le lasciano intravedere, al di là del tessuto stesso della lettera, al di là del suo dispiegarsi con toni familiari, amichevoli. Intermittente ipotesto, rievocano – con le missive che le giungono dall’esterno – il passato prossimo e lontano della vita di Emily Dickinson. Se la lettera è il filtro – positivo o negativo – che Emily Dickinson frappone tra sé e il mondo, le lettere che scrive testimoniano anche dell’impossibilità, del senso di impotenza e della sensuale attrazione che dovette provare nei confronti delle letture da cui la sua vita era stata segnata: «Se leggo un libro e mi sento gelare tutto il corpo, tanto che neppure il fuoco può scaldarmi, allora so che quella è poesia. Se provo la sensazione fisica che mi si stia spaccando il cervello, allora so che quella è poesia. Sono questi gli unici due modi in cui la riconosco, nessun altro». È dunque nella «lettura» che scorre la vita e affinché vita «sia» e continui ad essere, Emily Dickinson scrive. Per nessun’altra ragione." (Dall’introduzione di Barbara Lanati). Con uno scritto di Valeria Gennero.
24,00

Scritti sul Giappone

Scritti sul Giappone

Karl Löwith

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2024

pagine: 112

«Un saggio di Nishida Kitarō può accostarci al pensiero giapponese. La conoscenza della filosofia occidentale gli serve a chiarire la propria, e la sua principale obiezione all’Occidente è che la filosofia europea, da Parmenide a Hegel, anche se parla del nulla pensa soltanto l’essere: essa ignora il vero nulla buddhista, che è allo stesso tempo vuoto assoluto e assoluta e positiva pienezza. Soltanto il vuoto assoluto, che si può raggiungere mediante uno svuotamento di se stessi nella meditazione profonda, può accogliere in sé, intatto, tutto ciò che è. Questo nulla orientale non può essere capito, i sensi e l’intuito lo colgono nel lampo di un’illuminazione improvvisa. È lo “sfondo” che dà risonanza a tutti gli esseri». Con uno scritto di Gianni Carchia.
18,00

Diario del seduttore

Diario del seduttore

Søren Kierkegaard

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2024

pagine: 160

"Kierkegaard ha distinto tre momenti ideali nel ritmo del suo pensiero: lo stadio estetico, quello etico e quello religioso. "Il Diario del seduttore" appartiene agli scritti più tipici del momento estetico e costituisce insieme al geniale commento del "Don Giovanni" mozartiano - uno dei capitoli centrali di "Enten-Eller" (1843) o "Aut-Aut". Nello sviluppo della filosofia esistenziale kierkegaardiana, che è una filosofia della scelta tra diverse possibilità di vita, i primi due momenti vengono superati, sotto la spinta della noia, della malinconia, o dell'imperscrutabile fede, per sfociare nell'unico stadio che abbia validità assoluta: quello religioso. Kierkegaard ha infatti dichiarato che le sue opere estetiche non sono che una maschera, una scenografia letteraria che fa da sfondo a quella che è la sua vocazione dominante e unica di scrittore religioso. Dobbiamo credergli? Questa interpretazione coincide anche con l'immagine che la tradizione storica ha fissato di Kierkegaard, ma, pur nell'ipotesi che negli scritti estetici Kierkegaard si celi, con un'abile regia, dietro una maschera, vale la pena di chiedersi perché e come egli abbia indossato quella maschera. Nell'estetica di Kierkegaard non incontriamo teorie sul bello o sull'arte, bensì figure di gaudenti e di esteti che vogliono gustare dalla vita il massimo piacere, creando un'opera d'arte dalla loro stessa esistenza." (Dalla postfazione di Remo Cantoni)
21,00

Il pensiero del fuori

Il pensiero del fuori

Michel Foucault

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2024

pagine: 80

"Il pensiero del fuori è il controcanto di Le parole e le cose. Se nel secondo di questi libri, infatti, Foucault analizzava, in modo mirabile, le strutture che permisero l’instaurarsi di un mondo tendente a definire, catalogare, ordinare, stabilire limiti, confini, mappature, nella più snella, ma non meno pregnante, riflessione/confronto con la scrittura di Maurice Blanchot, egli cerca di cogliere come le pratiche del discorso siano mutate e come le parole e le cose abbiano assunto un nuovo senso. Ciò che è mutato è il rapporto alla libertà. [...] Si tratta dunque di scrivere la libertà, di far sì che nella scrittura sia la libertà stessa a scrivere o, detto in altri termini, che la scrittura sia un atto di libertà e di liberazione. E Foucault, parlando dell’esperienza del fuori, indica esattamente una possibilità di svolta per il soggetto e per la sua liberazione." (Dallo scritto di Federico Ferrari)
13,00

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