Aragno
Il taccuino segreto
Cesare Pavese
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2020
pagine: 236
A settant'anni dalla scomparsa di Cesare Pavese, lontani ormai i clamori suscitati dalla prima segnalazione sulle pagine culturali del quotidiano «La Stampa » nel 1990, viene infine presentata in volume l'edizione del Taccuino segreto dello scrittore torinese. Curata da Francesca Belviso, corredata di una introduzione dello storico della cultura Angelo d'Orsi, arricchita della testimonianza inedita dello scopritore, Lorenzo Mondo, nonché di un saggio della curatrice, l'edizione permette infine di inserire a pieno titolo questo scritto nella biografia intellettuale pavesiana. La ricostruzione della genesi scrittoria del Taccuino, redatto in uno dei periodi più tormentati del percorso esistenziale di Pavese, induce a contestualizzare questa scrittura diaristica e offre una chiave di lettura per la comprensione di alcuni dei frammenti più problematici dal punto di vista ideologico. Una opportuna antologia degli articoli usciti all'indomani della pubblicazione sulla « Stampa » fornisce un campione delle reazioni più vive espresse da coloro che ebbero Pavese come sodale e definisce il contesto storico del dibattito. Nell'appendice documentale, la pubblicazione delle immagini del block notes di 29 fogli permette infine di allontanare ogni dubbio sull'autenticità del documento. La prima edizione del Taccuino segreto di Pavese sembra dunque imporsi come un'operazione doverosa e necessaria, a trent'anni esatti dalla scoperta dell'inedito, poiché fornisce un tassello fondamentale al ritratto di un autore che ancora oggi sembra oscillare tra la figura dell'idolo inviolato e quella del mito infranto.
Le fondazioni bancarie. Manuale di navigazione
Beppe Ghisolfi
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2020
pagine: 385
Vita breve e rivoluzioni perdute di Napoleone Luigi Bonaparte
Massimo Novelli
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2019
pagine: 303
Napoleone-Luigi Bonaparte, figlio di Luigi Bonaparte, uno dei fratelli dell'imperatore esiliato a Sant'Elena, si batté per l'indipendenza d'Italia nei moti risorgimentali del 1831. Non morì in battaglia, però, bensì per una comunissima malattia, la rosolia, anche se qualcuno parlò di un avvelenamento. Se ne andò nel marzo del '31, nella camera di un albergo di Forlì chiamato del Cappello. Poco prima aveva inviato una lettera al Papa, Gregorio XVI, chiedendogli di rinunciare al potere temporale in nome del "libro più liberale che esista, il divino Vangelo". Il suo ricordo, e la sua lettera clamorosa al Pontefice, sbiadirono nel corso del tempo, offuscati dalla fortuna e dalla fama del fratello, salito sul trono di Francia come Napoleone III. La moglie Charlotte, amica di Giacomo Leopardi, pochi anni dopo ebbe in sorte a sua volta una fine drammatica in una locanda di Sarzana, uno dei luoghi di origine dei Bonaparte. Questo è il racconto fatale e stendhaliano, romantico e carbonaro, della vita breve del nipote di Napoleone Bonaparte e della sua rivoluzione frantumata. Ci sono i sogni e le speranze, le ambizioni, le illusioni e le ingenuità di un giovane, che, come la Mathilde di "Il Rosso e il Nero" di Stendhal, avrebbe potuto dire: "Senza una grande passione, languivo di noia nel periodo più bello della vita".
Nelle ombre del domani
Johan Huizinga
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2019
pagine: 234
«Viviamo in un mondo ossessionato. E ne siamo coscienti. Nessuno proverebbe stupore se un bel giorno questa nostra insania desse luogo a una crisi di virulenta follia che, una volta estinta, lascerebbe l'Europa nel torpore e nello smarrimento; i motori continuerebbero a girare e le bandiere a sventolare, ma lo spirito sarebbe soffocato». Sono le parole con cui si apre "Nelle ombre del domani", di Johan Huizinga. È il 1935 L'Europa registra il successo dei dei totalitarismi e l'entusiasmo per le dittature. Quel libro più che lo sguardo preoccupato di uno storico registra il termometro di un disagio diffuso. Un disagio che significativamente Luigi Einaudi coglie in tutta la sua profondità, tanto da insistere perché il titolo nella versione italiana, anziché assumere la dimensione della prospettiva per un domani incerto, testimoni della condizioni di incertezza del presente. "La crisi della civiltà", questo sarà il titolo che Einaudi propone nel 1937 e che consegna al dibattito pubblico il testo di Huizinga, parla direttamente al presente e intende sottolineare la profondità di una condizione che chiede di rispondere in termini di contenuti e di progetto, senza pensare che la risposta possibile possa arrivare in un futuro tanto indefinito, quanto incerto.
Reagire alle congiunture
Raffaele Mattioli
Libro: Libro in brossura
editore: Aragno
anno edizione: 2017
pagine: VIII-321
I testi qui editi mostrano assai bene la mediazione di Mattioli fra le contrastanti esigenze di non opporsi frontalmente alle direttive del regime e di impostare una lungimirante erogazione del credito all’economia. Le analisi congiunturali lette da Mattioli ai collaboratori sono vere e proprie lezioni di metodo e di saggia politica creditizia, oltre a fornire preziosi dati macroeconomici sul periodo, assenti nelle fonti ufficiali coeve.
Il laboratorio di sé. Corrispondenza. Volume Vol. 1
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Aragno
anno edizione: 2016
pagine: XLII-673
Dall’adolescente che invia le sue lettere a Grenoble come tante dichiarazioni di guerra contro il padre, fino al console disilluso di Civitavecchia che gioca un’ultima partita d’esprit, passando per l’intellettuale dell’anno X che redige il suo breviario di Ideologo in erba, o ancora per l’amante respinto da Métilde che mormora le sue malinconiche monodie, lunga è la lista di questa opera plurale che è la Corrispondenza di Stendhal. Questa maieutica epistolare è soprattutto attiva negli anni giovanili, ma è attraverso lo scambio epistolare che Beyle si apre la via che lo condurrà fino a Stendhal.
Il laboratorio di sé. Corrispondenza. Volume Vol. 2
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Aragno
anno edizione: 2016
pagine: 827
Dall’adolescente che invia le sue lettere a Grenoble come tante dichiarazioni di guerra contro il padre, fino al console disilluso di Civitavecchia che gioca un’ultima partita d’esprit, passando per l’intellettuale dell’anno X che redige il suo breviario di Ideologo in erba, o ancora per l’amante respinto da Métilde che mormora le sue malinconiche monodie, lunga è la lista di questa opera plurale che è la Corrispondenza di Stendhal. Questa maieutica epistolare è soprattutto attiva negli anni giovanili, ma è attraverso lo scambio epistolare che Beyle si apre la via che lo condurrà fino a Stendhal.

