Castelvecchi: Etcetera
Panegirico
Guy Debord
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 128
"Ci si è talora meravigliati, a partire in verità da una data estremamente recente, di scoprire l'atmosfera di odio e di maledizione che mi ha costantemente circondato e, quanto più possibile, dissimulato. Certuni pensano che sia a causa della grave responsabilità che mi è stata spesso attribuita nelle origini, o anche nel comando, della rivolta del Maggio 1968...". In Panegirico, il fondatore e membro dell'Internazionale Situazionista Guy Debord raccoglie le sue memorie, "questo rapporto sul mio tempo" come amava definirlo. E un racconto duro, implacabile nella sua diagnosi del sistema, nell'analisi di una società che coincide sempre di più con uno spettacolo mediatico osceno.
La natura umana. Giustizia contro potere
Noam Chomsky, Michel Foucault
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 121
Nel 1971 due dei più influenti e noti intellettuali del XX secolo vengono invitati dal filosofo olandese Fons Elders a discutere di una vecchia questione: esiste, nella natura umana, un senso innato di giustizia indipendente dalle nostre esperienze e dalle influenze esterne? Il risultato è stato un dibattito tra i più originali e provocatori, un viaggio attraverso l'ambiguo rapporto tra morale e potere che serve anche da introduzione alle singole teorie dei due filosofi. Quello che in partenza era un discorso radicato nella linguistica (Chomsky) e nella teoria della conoscenza (Foucault) si evolve ben presto in una discussione sui più vasti argomenti, dalla scienza alla storia, dalla psicologia comportamentale alla libertà e alla lotta per la giustizia. Quella giustizia che, per Chomsky, aveva un fondamento reale, assoluto, profondamente radicato nella nostra natura e che, per Foucault, era solo uno strumento del potere.
Il decennio dell'io
Tom Wolfe
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 96
In questo saggio, pubblicato per la prima volta sulla "New York Review" nell'agosto del 1976, Tom Wolfe coniò un'espressione che sarebbe entrata nel gergo storico e piscoantropologico: il "Decennio dell'Io". Gli anni cioè in cui i privilegi di una certa aristocrazia si espansero fino a raggiungere la maggioranza delle persone, e in cui la missione intrinseca alla cosiddetta "tradizione cavalleresca" - dedicare la propria esistenza alla cura di sé, della propria immagine, delle proprie ambizioni e via dicendo - divenne improvvisamente prerogativa di ognuno. Nuove sette, religioni, affabulatori d'ogni sorta, tutti si lanciarono a capofitto nel nuovo grande eccitantissimo tema: Io... Io... Io... Un soggetto cui nessuno avrebbe più dovuto rinunciare, un dolce orrore alla mercé di tutti. Nessuno escluso.
Perché non è già tutto scomparso?
Jean Baudrillard
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 51
"Perché esiste qualcosa anziché niente?": era questa per Leibniz una delle domande a cui la metafisica era tenuta a rispondere. Ma per Baudrillard la questione è, se possibile, ancor più complicata. Ultimato nel gennaio del 2007, pochi mesi prima di morire, in questo libro l'autore de "Le strategie fatali" abbatteva il suo scandaglio sulla più notevole delle opere umane: l'autoeliminazione. Perché ci diamo tanto da fare in questo smaccato harakiri? Perché distruggere noi stessi in maniera così scientifica e impegnata? E soprattutto, la vera domanda: perché, nonostante tutti i nostri sforzi, nonostante la buona volontà e la meccanica, indomabile insistenza, continuiamo a fallire nell'intento? Domande cui un patafisico non può esimersi dal rispondere, perché forse, a nostra insaputa, questo accanimento su noi stessi può essere, chissà, la più grande opera d'arte mai creata, la più estrema mai concepita da qualunque specie vivente di qualunque pianeta. E da questo, finalmente, potremo ricavare ciò che meritiamo: un briciolo di velleitaria autostima.
Cosa si prova ad essere un pipistrello?
Thomas Nagel
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 64
Le teorie di taglio materialista sul funzionamento e le modalità dell'esperienza sembrano inesorabilmente destinate a trascurare la componente essenziale della coscienza, elemento per definizione mobile, originario, inafferrabile e irriducibile, che tuttavia caratterizza e delinea il nostro mondo percettivo, guida l'esperienza e la rende ciò che è. Ciò che noi vediamo, capiamo, viviamo, non è mai svincolato dalla peculiare percezione "coscientizzata" che ci isola nella nostra specificità di individui e di esseri umani. Così per tutti, pipistrelli compresi. Picco allora che a partire da una domanda semplice e apparentemente ingenua si spalanca tutto un ampio panorama di grandi questioni filosofiche, che in un irresistibile crescendo conducono il pensatore dal problema del rapporto soggetto-mondo e mente-corpo a un'interrogazione sulle possibilità e i limiti della scienza e di una conoscenza oggettiva in generale, fino alla prospettiva di un linguaggio a venire che permetta di aprire un varco tra i tanti vicoli ciechi in cui sembriamo destinati ad arenarci.
Long play e altri volteggi della puntina
Theodor W. Adorno
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2012
pagine: 60
"L'interpretazione della figura di Adorno astretta a quella di un severo moralista che con accademica alterigia disprezza il momento della diffusione culturale, l'arte di massa e la musica di consumo, è diventata una filastrocca, una canzone da organetto. Certo, sarebbe una sonora sciocchezza affermare che tale interpretazione sia priva di fondamento. Non lo è affatto. Ma il vero punto dirimente è che ormai questa lettura sembra essere passata in giudicato, ha assunto per la vulgata postmodernista la certezza del dogma, dell'articolo di fede: Adorno era solo un pessimista elitario e amareggiato in cerca di conferme per avvalorare la propria repulsione verso i consumi di massa e la riproducibilità tecnologica ad essi strettamente connessa, uno snob che arriccia il naso appena sente odore di musica popolare. Ma siamo sicuri che le cose stiano davvero così? È una condotta intellettualmente corretta quella di fargli il quarto grado con la pistola puntata alla tempia sull'importanza e i destini dell'arte non auratica, dimenticandosi del fatto che proprio Adorno è stato uno dei pochissimi filosofi del Novecento ad aver affrontato la materia con adeguati strumenti teorici e ad aver perfettamente compreso che quella e non altra era la sfida del secolo?" (Dalla prefazione di Massimo Carboni)
John Cage
David Sylvester
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2012
pagine: 64
Allievo di Schoenberg, ispirato da Satie, Bach, Stravinskij, e indubbiamente anche dalle avanguardie futuriste e dadaiste, John Cage è stato uno dei più rilevanti musicisti del Novecento, un artista con un innato senso della provocazione che ha saputo portare la musica su un livello di concettualizzazione del tutto inedito, su un piano filosofico e insieme rivoluzionario. La sua opera più celebre, 4’33’’, quattro minuti e trentatré secondi di silenzio ininterrotto, da lui stesso reputata la sua più importante, ha il carattere dell’opera d’arte definitiva. Questo dialogo a tre con il grande critico David Sylvester e il compositore Richard Smalley da una parte, e Cage dall’altra, registrato per la Bbc nel dicembre del 1966, è un breve viaggio a ritroso nella sua storia, nelle sue opere, nelle idee che hanno costituito le basi della sua teoria e che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea.
Nascita di una rivoluzione-La magia-Emilie Plater
Irène Némirovsky
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2012
pagine: 59
Irene Némirovsky ha vissuto la rivoluzione sulla sua pelle. All'inizio dei disordini russi nel 1917 era a San Pietroburgo, nel cuore pulsante della Storia. La sua famiglia decise subito di spostarsi in Finlandia, ma dopo un anno l'onda del mutamento la raggiungesse di nuovo: nel 1918 scoppiò la guerra civile finlandese. Queste esperienze sono raccolte in un testo composto da tre scritti: "Nascita di una rivoluzione", nel quale la scrittrice fissa il ricordo autentico del febbraio sovietico; "La magia", resoconto dei giorni finlandesi; "Emilie Plater", breve storia della patriota polacca che prese parte alla Rivolta di Novembre (1830-1831) contro l'Impero russo. La Némirovsky vede il "bel viso fiero" di una rivoluzione pacifica tramutarsi improvvisamente in un "volto sfigurato e folle" cosparso di sangue. "Sono ricordi che non mi hanno mai abbandonata, ma che sono così brutali, cosi particolari, così vivi che sarebbe un peccato dissimularli con affabulazioni di ogni tipo". Sono immagini viste con gli occhi di una bambina, con gli occhi di un intero popolo e con quelli di un'eroina che muore combattendo per il suo Paese. Sono ricordi in cui affondano le radici dell'orrore e non della rivoluzione, dell'irrazionale violenza a cui quel vaso di Pandora può dar vita.
Manifesto per la soppressione dei partiti politici
Simone Weil
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2012
pagine: 60
Sopprimere i partiti politici. Tutti, nessuno escluso. Perché in quanto organizzazioni verticistiche e inquadrate, essi sono autoritari e repressivi per definizione. E alcuni, quelli italiani ad esempio, mostrano un totale disinteresse per la res publica, ma un talento inenarrabile nel sottrarre denaro pubblico alla comunità. Quindi vanno soppressi, per il bene comune. Simone Weil, una riformista rivoluzionaria, una delle menti più brillanti della sua generazione, poco prima di scomparire prematuramente per malattia nel 1943 ha lasciato questa "modesta proposta". Un manifesto pieno di passione e di fuoco dove si afferma che aderire all'ideologia di un partito, in certe condizioni storiche, significa limitarsi a prendere una posizione, pro o contro qualcosa. Significa rinunciare a pensare. È questa la democrazia? E oggi, i partiti politici rappresentano davvero la volontà dei cittadini o sono dei semplici organismi che hanno come unico fine quello di riprodursi? Accogliere la proposta della Weil significa uscire dal letargo per tornare a pensare con le nostre teste. Con una prefazione di André Breton.
L'infelicità di essere greci
Nikos Dimou
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2012
pagine: 62
Se la felicità è data dal risultato tra ciò che desideriamo e ciò che possediamo, tra ciò che vorremmo essere e ciò che siamo effettivamente, non c'è popolo al mondo più predisposto all'infelicità di quello greco. Dal raffronto tra quello che il mondo gli chiede di essere - e cioè un degno rappresentante della più grande tra le antiche civiltà, l'erede dei padri del pensiero moderno e della moderna democrazia - e quello che oggi invece rappresenta, il greco moderno trarrà tragiche e deprimenti conclusioni. Questo continuo paragone tra gli antichi e i moderni, da cui questi ultimi escono sistematicamente sconfitti, è alla base del sentimento più rappresentativo della realtà ellenica di oggi: l'infelicità di essere greco. Per sfuggire all'ingombro di un'eredità tanto grande quanto ineguagliabile, i greci, scrive Nikos Dimou, devono cedere al perverso paradoxos di individuare nell'infelicità la propria unica e infausta fonte di benessere possibile. "L'infelicità di essere greci", costituito da aforismi concatenati, è forse il classico moderno greco più conosciuto in patria e all'estero. Un'opera che oggi si arricchisce anche di un significato politico ed economico in relazione alle cause che hanno portato la Grecia sull'orlo della bancarotta. Eppure, il suo raggio di azione è molto più vasto. E in realtà un'indagine universale, un'analisi sulla nostra verità di uomini moderni schiacciati dal confronto con un passato che ci appare migliore e più grande.
Contro l'amore
Robert Poulet
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2012
pagine: 126
L'amore non esiste. O almeno, non è quel che si crede. Di tutta la grande architettura eretta sul "più antico sentimento del mondo", quello che in effetti esiste è solo di volta in volta: il desiderio (che è un fatto meccanico), la passione (che è una malattia), l'amorazzo giovanile (uno scimmiottamento), l'erotismo (un divertimento, una vera e propria occupazione o un vizio); e in più tutte le forme, spesso inaspettate, che assume la "sensualità diffusa". È stata la letteratura, sostenuta e amplificata da tutti i mezzi di comunicazione di massa, di reclame e di propaganda, che da alcuni secoli a questa parte è riuscita a distorcere la verità dei sentimenti. Eppure, questa verità nasconde più di una sorpresa, a cominciare dall'ammissione che esiste un altro tipo di amore, disgraziatamente assai raro: il solo, però, ad essere compatibile con la pace interiore.