Arcana: Musica
La maledizione del Dakota. Rosemary's Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri
Camilla Sernagiotto
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 440
La maledizione del Dakota: dall’omicidio di Sharon Tate da parte della setta di Charles Manson all’assassinio di John Lennon, tutti i misteri e le coincidenze che legano morti violente e sospette di nomi della musica, del cinema e dello spettacolo al celebre palazzo di New York, quello in cui fu girato il film “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski, marito di Sharon Tate, e davanti al quale fu ucciso John Lennon. Il Dakota pare sia stato teatro di riti satanici, legato al celebre esoterista Aleister Crowley (fondatore del moderno occultismo nonché fonte di ispirazione per il satanismo, la cui faccia compare inoltre sulla copertina di sgt. pepper’s lonely hearts club band dei Beatles). Crowley negli anni Cinquanta ispirò Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana (di cui poi sarà nominato reverendo Marilyn Manson). E Anton LaVey collaborò con Polanski (che è sempre stato un grande fan di LaVey) per rendere credibili i rituali satanici presenti nel film “Rosemary’s Baby”. Questo avvincente saggio spiega in maniera ben documentata ma anche assai accattivante che – per quanto sia stato il “White Album” dei Beatles a entrare nel processo dell’omicidio della moglie di Roman Polanski (l’attrice massacrata all’ottavo mese e mezzo di gravidanza dai seguaci della setta di Manson) – in realtà forse non è stato quel disco a ispirare il delirio omicida ma un altro famoso “monumento” dello spettacolo: il Dakota.
The Beautiful Prince. Un uomo incredibile raccontato dalle sue stesse parole
Maria Letizia Cerica
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 480
“The Baeautiful Prince” racconta la storia del genio di Minneapolis attraverso l’analisi delle sue interviste, da quelle rilasciate alla fine degli anni Settanta a quelle del primo decennio del Duemila. Prince ha sempre avuto un rapporto complicato con la stampa. Essendo una persona molto timida, si sentiva inerme davanti allo sguardo degli altri, in preda al timore di risultare inadeguato, di non essere all’altezza della sua fama. Sembra impossibile da credere, ma Prince, l’uomo che sul palco si scatenava, era seduttivo, ammaliava tutti, uomini e donne, quando si trovava davanti a un giornalista o nel corso di una conferenza stampa, temeva di dire la cosa sbagliata, di rendersi ridicolo (era convinto di avere un tono di voce sgradevole, ad esempio). Tuttavia gli occhi di quei giornalisti – gli occhi che nel corso degli anni lo osservano, lo scrutano, lo giudicano – risultano importantissimi per noi. A volte quegli sguardi sono più importanti delle dichiarazioni e delle parole stesse che Prince pronuncia davanti a loro. Quegli occhi attenti (e spesso malevoli) riescono a cogliere un tic, una smorfia, un gesto di disappunto, che sfuggono al maniacale controllo che Prince esercitava costantemente su se stesso e ci permettono anche di capire qualcosa. Illuminano una circostanza, consentono di inquadrare un momento della sua vita. Nel corso della sua carriera, Prince si è barricato dietro un muro pressoché impenetrabile, per proteggere se stesso e la sua creatività. Molte delle fonti presenti in questo libro concordano sul fatto che quel muro impenetrabile aveva lo scopo di consentirgli di lavorare e di creare spazio all’interno di una bolla che lo faceva sentire sicuro.
Gli anni 2000 in 100 canzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 240
Che musica ascoltavamo negli anni Duemila, il primo decennio del Terzo Millennio? Se dovessimo raccontarlo a qualcuno che viene dal passato, o dal futuro, che cosa diremmo? Se volessimo dare un’impressione di quell’epoca tramite le canzoni che erano nelle orecchie di tutti, se volessimo spiegare l’importanza di brani, autori, hit e generi, da dove dovremmo partire? Queste e altre sono le domande alle quali cerchiamo di rispondere con questo volume. Un excursus in un decennio musicale intenso e fondamentale, che ospita una serie di eventi la cui influenza si può sentire ancora oggi. Dalla definitiva affermazione del rap come genere conquista-classifiche alla nascita dell’indie per come lo definiamo oggi, fino alla trasformazione dell’industria musicale passando per social e YouTube. E ancora: la nostalgia vaga per un passato ritenuto migliore, il timore post-9/11 per un futuro incerto, una crisi di valori che porta una generazione di musicisti in tutte le direzioni e in nessuna al tempo stesso. Le 100 canzoni scelte raccontano, tra le righe o anche in superficie, tutto questo e anche di più. Viaggiamo tra i generi, da artisti che ricorderete come se fosse ieri a nomi che erano andati completamente perduti nella memoria. Riscoprirete canzoni della cui importanza magari non siete mai stati al corrente, altre le risentirete dopo quindici o vent’anni con orecchie completamente diverse. E in qualche modo ritroverete anche del vostro, perché non possiamo guardare al passato senza ritrovarvi anche noi stessi.
Un glorioso fallimento. L'eterno presente della Factory Records
Fernando Rennis
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 272
Nel 1992, dopo più di settanta artisti e quasi trecento dischi pubblicati, la Factory Records dichiarava bancarotta. I suoi quattordici anni di vita, caratterizzati dalla gestione passionale ed economicamente scellerata dei suoi soci, hanno scandito una storia in cui convivono gli estremi dell’esperienza umana: il fallimento, l’estasi, la morte, l’edonismo. I suoi album hanno fatto storia, le sue grafiche sono finite nei musei e in passerella; è riuscita a trasformare una cupa città industriale dell’Inghilterra settentrionale in un florido centro culturale che aveva il suo cuore nel club Haçienda. “Un glorioso fallimento” racconta l’epopea e i protagonisti della Factory spulciando il suo catalogo e immergendosi nella sua estetica, camminando per le strade di quella Manchester che ha influenzato l’etichetta ed è cambiata al suo ritmo. La fenomenologia dei Joy Division, gli spot in cui risuona “Blue Monday”, Kanye West che campiona i Section 25, James Murphy degli Lcd Soundsystem che adora gli Esg, i Biting Tongues che preludevano all’elettronica di Aphex Twin: in queste pagine viene analizzata l’influenza pulsante della Factory nel nostro presente, la genesi del factorysmo, la fascinazione di Virgil Abloh e Raf Simons per la sua musica e le sue copertine. Con una nota di Peter Hook e interviste a Simon Reynolds, David Stubbs, Dave Simpson (“Guardian”), John Robb (“Louder Than War”), Toby L (“Transgressive”), Tim Putnam (“Partisan”), Simon Raymonde (“Bella Union”), James Nice (“Ltm”) e Kevin Cole (“Kexp”).
Giorgio Gaber, Sandro Luporini e la generazione del 68. Un'analisi di alcuni spettacoli degli anni Settanta
Fabio Barbero
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 432
Questo libro è dedicato all’analisi degli spettacoli di teatro canzone della coppia Gaber-Luporini negli anni Settanta. L’approccio è duplice: da un lato le relazioni di questo teatro musicale con il contesto storico, sociale, culturale, artistico e politico di quel periodo; dall’altro lo studio della struttura di ogni singolo spettacolo. Il prologo, dopo aver ripercorso il cammino storico e artistico che ha portato il cantante e presentatore televisivo Giorgio Gaber a scegliere la via di un teatro musicale, analizza i contenuti dei primi tre spettacoli, “Il Signor G” (1970-1972), “Dialogo fra un impegnato e un non so” (1972-1973), “Far finta di essere sani” (1973-1974). I tre capitoli centrali, più approfonditi, sono consacrati allo studio dei testi e delle strutture formali degli altri tre spettacoli degli anni Settanta: “Anche per oggi non si vola” (1974-1976), “Libertà obbligatoria” (1976-1978) e “Polli d’allevamento” (1978-1979). L’epilogo si sofferma sulle continuità e sulle rotture del primo spettacolo degli anni Ottanta, “Anni affollati” (1981-1982), con le tematiche e le forme musicali e teatrali del decennio precedente. Il teatro canzone degli anni Settanta è stato anche l’incontro con un certo pubblico, quello dei ragazzi del 68. È per loro che Gaber e Luporini scrivono, soprattutto a partire dal 1973. Nasce in quel momento fra gli autori e questa generazione un rapporto fatto di empatia, identificazione ed entusiasmo e anche di una buona dose di critica, soprattutto da parte dei primi. Non è un teatro militante ma è pur sempre un teatro di comunicazione, di intervento forte e critico. Un teatro che agisce non tanto sulla realtà sociale e politica quanto sulla coscienza di ognuno.
Road. Nick Drake, dall'Inghilterra alle stelle
Riccardo Rubis Passoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 192
Quando si parla di Nick Drake, tutto sembra avvolto dal mistero. Della sua vita si hanno pochi dati certi e il suo boom di popolarità, avvenuto molti anni dopo la sua morte, pare più l’intervento di un deus ex machina che il risultato di una campagna di marketing. Eppure Nick Drake non è un autore astratto dal tempo; anzi, non lo è mai stato. In questo libro si unisce la musicologia alla storia e alla ricerca sociale, approfondendo non solo la vita e la musica di Nick Drake, ma anche il suo lascito culturale e il suo successo commerciale. Vengono indagati elementi tipici degli anni Sessanta e Settanta, quali la scena musicale londinese, la sessualità e la controcultura, ma anche la decolonizzazione, la vita nelle scuole inglesi durante gli anni Cinquanta, fino alla ricezione sociale della depressione nell’Inghilterra di Nick Drake; il tutto per scoprire come la sua vita, la società in cui viveva e la musica del cantautore interagissero tra di loro. Nella seconda parte del libro, invece, si studiano gli strumenti di diffusione musicale che hanno permesso al “fenomeno Drake” di farsi largo, a trent’anni dalla morte, nel music business del terzo millennio. In questa parte del libro ci si sofferma sull’evoluzione degli strumenti di produzione, i nuovi media come veicolo musicale e il difficile rapporto con il pubblico, con le frange più estremiste in cerca di musica “sincera” e una platea legata alle nuove generazioni, in cerca di artisti in grado di dar voce alle proprie emozioni.
La musica possibile. Dal cilindro all’auto-tune, storia del rapporto tra popular music e tecnologia
Dino Mignogna
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 304
Nel corso del Novecento le produzioni artistiche sono state sempre più influenzate dal contesto tecnologico coevo. La popular music in particolare si è dimostrata estremamente sensibile alle innovazioni e ai condizionamenti di carattere tecnico. Una così intima e vitale relazione tra musica e tecnologia ha ragioni molteplici, riconducibili all’epoca in cui la musica popular si è affermata e alle modalità con cui si è sviluppata nei decenni a seguire. Dino Mignogna indaga la storia di questo complesso rapporto e lo fa ripercorrendo le vicende tecnologiche che hanno segnato il mondo della musica nell’ultimo secolo e mezzo: dai limiti dei primi 78 giri responsabili dello standard di durata delle canzoni, all’introduzione dei microfoni che hanno rivoluzionato la pratica vocale, dall’avvento del MIDI associato alla perfezione ritmica dei successi anni Ottanta, al ripensamento del giradischi quale strumento musicale protagonista del fenomeno hip hop, e molto altro ancora. “La musica possibile”, più che una semplice storia delle tecnologie musicali, ci consegna un’attenta riflessione sulle conseguenze artistiche del progresso tecnico-scientifico, un contributo significativo alla storicizzazione delle logiche che reggono le produzioni pop-rock, nonché un supporto essenziale alla comprensione della popular music e della sua storia.
White Skull. L'anima del teschio
Marco Donè
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 256
I White Skull rappresentano uno dei nomi più importanti della scena metal nazionale, e non solo. Il libro che avete tra le mani ne racconta le gesta, dalle umili origini, fino ai giorni nostri. Una storia imprevedibile, caratterizzata da grandi conquiste, da sogni che diventano realtà e da inconvenienti che, purtroppo, hanno rallentato la scalata del Teschio. La storia viene raccontata in modo speciale, dandoci la possibilità di entrare nel cuore, nell’anima della band, svelandoci aneddoti mai rivelati prima. Con queste pagine i Teschi hanno deciso di aprire il proprio sipario e darci la possibilità di entrare nel backstage di una storia lunga più di trent’anni. Rivivremo le emozioni degli anni Novanta, ripercorrendo il fermento che caratterizzava il movimento metal italiano in quegli anni. Scopriremo come i White Skull si siano pian piano trasformati da semplice band a una vera e propria famiglia, con legami indissolubili che, per certi aspetti, hanno rappresentato l’ancora di salvezza per alcuni dei nostri protagonisti. Come in ogni famiglia, però, possono succedere dei malintesi, a volte molto pesanti, tali da portare alla decisione di limitare i contatti e proseguire ognuno per la propria strada. Malintesi che sono avvenuti anche nella famiglia White Skull e che ci verranno svelati per la prima volta in queste pagine. Il sipario è stato aperto: non ci resta che accedere alle stanze che teneva celate e iniziare a scoprirne ogni dettaglio. Apprestiamoci a vivere un autentico viaggio fatto di passione e sentimenti veri. Il Teschio ci consegna la sua anima, uniamoci a lui!
A nord di Londra. Itinerari canterburiani verso Hatfield e dintorni
Enrico Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 160
Gli album di Hatfield and the North e di National Health sono considerati da critici e appassionati come gemme della Scuola di Canterbury e di tutta l’iconografia del progressive inglese. Il suono all’interno dei microsolchi racchiude il compendio di molta della musica che ha caratterizzato il periodo che inizia nel 1965 e termina all’incirca nei dieci/quindici anni successivi. A nord di Londra racconta la genesi e lo sviluppo di queste due formazioni e del loro viatico musicale all’interno del quale cercano di restare immuni a tutto il cambiamento culturale, di pubblico e di gusti del mercato di riferimento dopo l’avvento del punk e della disco music. Nel racconto, la musica dei due gruppi diventa quindi l’epitome di tutta quell’arte libera, di ricerca, senza compromessi e fondativa di molta altra che la seguirà, anche in altre forme, diventando una sorta di collegamento tra mondi musicali alternativi o in antitesi che vengono magistralmente racchiusi in un unico disegno. Entrambi sono considerati i “supergruppi” della Scuola per definizione, dato che possedevano tutti gli elementi e il talento necessari per dare vita a una proposta musicale unica, intensa ed emozionale. Il loro importante lascito musicale è senz’altro quello di aver saputo condensare tutta la lezione della Scuola e di averla miscelata con il meglio del prog-rock e di un certo jazz elettrico.
Solo. Le carriere soliste di dieci grandi front(wo)men
Francesca Cavalli, Luca Paolo Chiaravalli
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 248
Insieme alle loro band hanno venduto milioni di dischi, scalato le più importanti classifiche del mondo, suonato in arene e stadi sold out, eppure, a un certo punto della loro carriera, grandi front(wo)men quali Dave Gahan, Freddie Mercury, Phil Collins, Sting, Bruce Dickinson, Eddie Vedder, Skin e altre rockstar planetarie, hanno scelto di provare a camminare con le proprie gambe, a volte per potersi esprimere liberamente in nuovi stili e sonorità, altre per alimentare ulteriormente il proprio ego. “Solo” è un’ironica incursione nelle vite e nelle carriere soliste di dieci grandi artisti con aneddoti, curiosità e approfondimenti ad alto contenuto rock.
Tutto questo è blues. Roberto Formignani, una vita a ritmo di musica tra il Mississippi e il Po
Samuele Govoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 136
Roberto Formignani si innamora da giovanissimo del blues, universo scoperto grazie ai dischi jazz del padre e a quelli rock del fratello maggiore. Compra la prima chitarra a dodici anni, passa i pomeriggi chino sullo strumento e cerca di riprodurre i suoni che escono dal giradischi posizionato accanto a lui, ma non c’è niente da fare: non riesce. “Dopo mesi e mesi di prove e strimpellamenti mi sembrava di non arrivare da nessuna parte, così lasciai perdere” racconta Formignani. Non è un addio, solo un arrivederci. Un paio d’anni più tardi si ributta a capofitto sulla sei corde e non smette più. Incontra l’armonicista Antonio D’Adamo, diventano inseparabili, e insieme fondano la Mannish Blues Band. Le prove in garage, i primi concertini nei locali fumosi di Ferrara e provincia e poi la chiamata a “Quelli della notte”, programma cult di Renzo Arbore. Il gruppo inizia a girare parecchio, suona prima di B.B. King a Pistoia, sale su palchi importanti e conquista piazze prestigiose a livello nazionale. Nel corso del tempo le vite e i gruppi cambiano, la storia fa il suo corso, ma Roberto resta fedele al suo strumento. Per anni suona in giro per l’Italia con Dirk Hamilton e Andy J. Forest, incide dischi con i Bluesmen. Nel 2000 diventa presidente dell’Associazione Musicisti di Ferrara, ruolo che ricopre tuttora. Dalle prime jam session in un casolare sul Po al tour dei Liberation Project con Phil Manzanera, passando per trasferte improbabili, avventure e canzoni, Formignani ripercorre una vita vissuta a tempo di blues.
Amerigo Verardi. Il ragazzo magico
Raffaele M. Petrino
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 320
Amerigo Verardi è uno dei più affascinanti rompicapi della musica italiana. Negli anni Ottanta, alla guida degli Allison Run, mescola psichedelia e post-punk in una formula fascinosa e immaginifica, nei Novanta con i Lula dispensa caramelle rock, acide e visionarie, e infine all’alba del nuovo millennio perfeziona una formula dal respiro classico, ma allo stesso tempo personale e immediatamente riconoscibile. Ciononostante, rimane lontano dalla notorietà, diventando piuttosto il perfetto eroe di culto: l’artista puro capace di lanciare le carriere di band come i Baustelle o di lavorare con gruppi come i Virginiana Miller, per poi ritornare alle proprie miniature pop, in una nicchia appartata ma accogliente per chiunque voglia approcciarsi alla sua musica. Si dipana così la storia di un’affascinante ricerca musicale, che ha portato questo “ragazzo magico” dalla trasfigurazione onirica della realtà fino alla sua piena accettazione, giungendo alla rinascita artistica e umana degli ultimi lavori, "Hippie dixit" e "Un sogno di Maila". Una ricerca il cui esito finale sembra realizzare la meta che da alcuni anni ossessiona beneficamente Amerigo Verardi: riflettere come uno specchio la bellezza del mondo, affinché la canzone diventi un momentaneo e sfuggente punto di convergenza tra questa e i nostri sensi.

