SE: Conoscenza religiosa
Comprendere l'Islam
Frithjof Schuon
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 176
"Quello a cui miriamo, in questo libro, è in definitiva la scientia sacra o la philosophia perennis, la gnosi universale che è sempre stata e che sempre sarà. Pochi discorsi sono così spiacevoli come i lamenti convenzionali sulle «ricerche» mai soddisfatte dello «spirito umano»; in realtà, tutto è già stato detto, ma si è ben lontani dal fatto che tutto sia stato sempre compreso da tutti. Non sarebbe dunque il caso di presentare «nuove verità»; ciò che s’impone alla nostra epoca, anzi ad ogni epoca che si allontana dalle origini, è fornire ad alcuni chiavi rinnovate – più differenziate e più riflessive di quelle antiche, ma non migliori – per aiutarli a riscoprire verità che sono iscritte, con scrittura eterna, nella sostanza stessa dello spirito. [...] Il libro si rivolge in primo luogo a lettori occidentali, considerata la sua lingua e la sua dialettica, ma non dubitiamo che lettori orientali di formazione occidentale – che abbiano forse perduta di vista la fondatezza della fede in Dio e della tradizione – possano ugualmente trarne giovamento e comprendere, in ogni caso, che la tradizione non è una mitologia puerile e desueta, ma una scienza terribilmente reale." (Dalla Prefazione di Frithjof Schuon)
Apocalisse di Giovanni. Testo latino a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 136
“L’’Apocalisse’ è l’opera di un Sene: dopo grandi vecchi quali i Profeti e Lao-Tze e Pitagora, il più bianco tra tutti Giovanni, il Vangelista del Logos, che relegato in una menoma isola dell’Egeo di Pan, sotto le stesse stelle che Saffo aveva vedute tramontare, nel giorno del Signore ha e scrive il rapimento dell’angoscia e della speranza: intorno a roghi asiatici leva un colore di mattino da restare eterno sulle mura della Città dalle porte spalancate ov’egli non vide alcun tempio «perché il Signore Iddio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio». In essa un fiume d’acqua viva scaturisce dal trono di Dio. «E chi ha sete, venga; e chi vuole prenda dell’acqua della vita gratuitamente».” (Dalla postfazione di Massimo Bontempelli)
Parole segrete di Gesù. Logia e Agrapha
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 144
"La presente raccolta prescinde da ogni indagine critica sull’autenticità dei logia attribuiti a Gesù, indagine che, fondata, come è, su prove e criteri di accertamento molto opinabili, mi sembra destinata a restare perpetuamente nel limbo delle ipotesi. Ho soltanto tentato di raggruppare i logia secondo la loro tematica ideologica, rispettando, dove mi è stato possibile, la classificazione per fonte correntemente usata. È bene, in ogni caso, tener presente che la validità delle attribuzioni, indicateci di massima dai Padri, è stata posta in crisi dalle scoperte di Nag Hammadi, che hanno dimostrato ora la erroneità di talune attribuzioni, ora la esistenza di fonti parallele e plurime, ora la precarietà dei sistemi di ricostruzione dei frammenti papiracei. [...] Mi sono soprattutto proposto una lettura storico-religiosa dei testi, tentando, ogni volta, di inserirli nelle ideologie di fondo, delle quali essi sono frammentarie espressioni. Vi sono, è vero, parole di Gesù apocrife o pseudoepigrafiche o, forse, anche autentiche, le quali ci ripropongono l’immagine consueta, divina e umana, del Gesù che conosciamo attraverso gli Evangeli canonici: e sono i logia che nulla aggiungono agli schemi della nostra tradizione ortodossa occidentale, se non la curiosità di alcune varianti redazionali e narrative del canone. Ma vi è, pure, un notevole gruppo di documenti che ci aiutano a far riemergere, dalle prime epoche cristiane, un Gesù segreto, la cui figura, anche se evidente deviazione dalle rette dottrine cristologiche, è stata, tuttavia, fuoco e vita per generazioni di mistici e di illuminati. Ed è proprio questo Salvatore occulto della gnosi che ho tentato di riconoscere in una lettura adeguata e moderna dei logia." (Dalla Prefazione di Alfonso M. di Nola)
Le due fonti della morale e della religione
Henri Bergson
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 264
«In realtà, se fossimo sicuri, assolutamente sicuri di sopravvivere, non potremmo più pensare ad altro. I piaceri sussisterebbero, ma offuscati e sbiaditi, perché la loro intensità sarebbe solo l'attenzione da noi fissata su di essi. Impallidirebbero, come la luce delle nostre lampade al sole del mattino. Il piacere sarebbe eclissato dalla gioia. Gioia sarebbe in realtà la semplicità di vita sparsa nel mondo da un'intuizione mistica diffusa: gioia anche quella che seguisse automaticamente a una visione dell'aldilà in una esperienza scientifica ampliata. In mancanza di una riforma morale così completa bisognerà ricorrere a espedienti, sottomettersi a una "regolamentazione" sempre più invadente, aggirare a uno a uno gli ostacoli drizzati dalla nostra natura contro la civiltà. Ma, sia che si opti per i grandi o per i piccoli mezzi, una decisione si impone. L'umanità geme, semischiacciata dal peso del progresso compiuto. Non sa con sufficiente chiarezza che il suo avvenire dipende da lei. Spetta a lei vedere prima di tutto se vuole continuare a vivere; spetta a lei domandarsi in seguito se vuole soltanto vivere, o fornire anche lo sforzo affinché si compia, persino sul nostro pianeta refrattario, la funzione essenziale dell'universo, che è una macchina per produrre dèi». Con uno scritto di Gilles Deleuze.
Esercizio del cristianesimo
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 288
"L'Esercizio del cristianesimo, come ultima tappa del titanico sforzo di Kierkegaard nella ricerca della "verità che salva", si distacca notevolmente dalle altre opere che l'hanno preceduta e in un certo senso anche preparata. Qui campeggia fin da principio e domina fino in fondo la mite e forte figura di Cristo, intravista nella potente figurazione di Thorvaldsen della Frue Kirke che è sublimata ora, con supremo anelito di consolazione e redenzione, nel nimbo immobile di un'immagine eterna. L'opera, a differenza delle precedenti, ha avuto un'elaborazione faticosa, non scevra di incertezze: eppure, nella sua forma attuale, essa balza fuori come un autentico miracolo per l'armonia e la corrispondenza delle parti, come forse nessun altro dei suoi scritti. La presenza essenziale dell'affanno della esigenza nella prima parte, la soluzione del tormento del dubbio ossia dello scandalo essenziale nella seconda, e la guarigione della crisi in atto del cristianesimo nella cristianità nella terza. Tre crisi, tre invocazioni, tre tappe della speranza cristiana." (Dallo scritto di Cornelio Fabro)
Timore e tremore
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 160
«Quale dev'essere il rapporto dell'individuo col reale? E quale il suo rapporto col tempo? Questi i due problemi di Kierkegaard in "Timore e tremore". Questi due problemi sono collegati fra di loro, e collegati strettamente alla vita stessa di Kierkegaard. Presi nel loro rapporto con quella vita, con l'individuo ch'egli fu, essi significano: potevo io sposare la mia fidanzata? [...] Dovevo sposarla, quando sentivo in me, accanto ai miei sentimenti religiosi, altri sentimenti dei quali non sempre sono padrone e che mi fanno paura? Dovevo sposarla, finalmente, quando sentivo tanto profondamente che, nel momento stesso in cui sarebbe divenuta mia moglie, essa avrebbe cessato di essere l'ideale fanciulla che io amavo, per prender posto nel reale, mentre il suo ricordo soltanto mi sarebbe stato prezioso, mentre ella mi sarebbe stata preziosa, ma solo nel passato? [...] Kierkegaard considerava Timore e tremore come il suo libro migliore; sarebbe bastato, diceva, per rendere immortale il suo nome. Mai la sua «dialettica lirica», la sua arte di far sentire sopra di noi i caratteri specifici di quella sfera religiosa, al di sotto della quale egli pretende rimanere, ci hanno commosso tanto profondamente. Né mai (ce lo dice lui stesso) un suo scritto fu legato più intimamente ai suoi più personali conflitti». (Dallo scritto di Jean Wahl)
Induismo e buddhismo
Ananda Kentish Coomaraswamy
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 120
In Induismo e buddhismo Ananda K. Coomaraswamy illumina, con la profondità e l'immensa erudizione che caratterizzano tutta la sua vasta produzione, gli insegnamenti originari e la sostanza della concezione filosofica di queste due grandi religioni, di cui traccia la storia riferendosi ai loro miti, alle loro tradizioni rituali, alle rispettive dottrine e scritture sacre. In tal modo egli intende mostrare come induismo e buddhismo esprimano verità universali «che nessun popolo e nessuna epoca possono rivendicare come esclusivamente proprie». E sebbene Induismo e buddhismo sia suddiviso in due parti, incentrate sull'analisi delle rispettive religioni, Coomaraswamy afferma con forza l'identità dei loro concetti essenziali. «Le fonti buddhiste e brahmaniche sono state qui distinte:» scrive infatti Coomaraswamy nell'avvertenza «forse sarebbe stato preferibile trattare l'argomento in modo complessivo, senza fare distinzione tra buddhismo e brahmanesimo. In effetti sarebbe ormai giunto il momento di scrivere una summa della philosophia perennis basata con imparzialità su tutte le fonti ortodosse. Sono stati citati inoltre testi platonici e cristiani al fine di rendere più chiaro, tramite il ricorso a contesti più familiari, il contenuto di alcune dottrine indù, e per sottolineare il fatto che la philosophia perennis (Sanātana Dharma, Akāliko Dhammo) è sempre e ovunque identica a se stessa. Queste citazioni non sono intese come un contributo alla storia della letteratura; non mirano a suggerire prestiti di dottrine o simboli fatti in una direzione o nell'altra, né un'origine indipendente per idee analoghe, bensì una eredità comune risalente a un'epoca di molto antecedente ai nostri testi e che sant'Agostino definisce "la saggezza che non fu creata, ma che ora esiste, che è sempre esistita e sempre esisterà"».
Il concetto d'amore in Agostino. Saggio di interpretazione filosofica
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 176
"Il concetto d’amore in Agostino, pubblicato presso l’editore Springer di Berlino nel 1929, è lo scritto di Hannah Arendt in cui maggiormente emerge l’inquietudine del rapporto con Heidegger, figura fondamentale per la formazione della giovane pensatrice. La trattazione dell’amore in Agostino segna l’abbandono di alcuni dei termini di riferimento del pensiero heideggeriano: l’essere per la morte, il presente come tempo della decisione. Oltre a questo, Hannah Arendt mette qui in campo tutta la ricchezza e la complessità dell’opera di Agostino, pensatore in bilico tra due mondi, quello greco e quello cristiano, pensatore sommo e originale, impegnato in uno «sforzo tremendo», di cui sono segno le linee interrotte del suo pensiero, credente per il quale non si trattò di «abbandonare le incertezze della filosofia a favore di una verità rivelata, ma di scoprire le implicazioni filosofiche della sua nuova fede»." (Laura Boella)
La confessione
Lev Tolstoj
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 120
«Per tutto quell’anno durante il quale continuai a chiedermi incessantemente se non fosse meglio farla finita impiccandomi o cacciandomi una palla in fronte, accanto a quel flusso di pensieri e di osservazioni di cui ho già parlato, il mio cuore era continuamente assediato da un sentimento tormentoso che non posso chiamare in altro modo se non come ricerca di Dio. [...] Era un sentimento di paura, di solitudine, l’impressione di sentirmi orfano in un mondo completamente estraneo e la speranza che qualcuno mi aiutasse. [...] Cadevo preda del terrore e allora cominciavo a pregare colui di cui andavo in cerca perché mi aiutasse. E quanto più pregavo, tanto più mi era evidente che nessuno mi ascoltava, che non c’era nessuno a cui rivolgersi. Col cuore pieno d’angoscia perché Dio non c’era, continuavo a ripetere: “Signore, abbi pietà, salvami! Insegnami, Signore!”. Ma nessuno aveva pietà di me e io sentivo che la mia vita si arrestava. Ma sempre di nuovo, sempre per nuove vie e nuovi ragionamenti, giungevo alla conclusione che non potevo trovarmi al mondo senza un motivo, senza una causa o un senso qualsiasi, come un uccellino caduto dal nido, quale appunto mi sentivo. E se anche fossi stato un uccellino caduto dal nido che se ne sta rovesciato sul dorso pigolando nell’erba alta, ebbene, avrei comunque continuato a pigolare perché sapevo di avere una madre che mi aveva portato in sé, mi aveva covato, riscaldato, nutrito e amato, e dov’era ora questa madre? Se qualcuno mi aveva abbandonato, chi era mai? Non potevo negare che qualcuno mi avesse generato con amore, ma chi era costui? Era Dio».
Corpo ermetico e Asclepio
Ermete Trismegisto
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 160
Ermete Trismegisto (il «grandissimo»), denominazione greca della divinità egizia Thoth, lo scriba degli dèi, è, secondo la tradizione, l’autore di questi affascinanti trattati filosofico-religiosi, molti dei quali sono scritti in forma di discorso e di dialogo. Composti in periodo ellenistico e di paternità incerta, essi rivestono uno straordinario interesse per il loro carattere sapienziale, espresso in uno stile enigmatico, volutamente oscuro. Gli scritti non costituiscono un’opera unitaria e non possono considerarsi – come alcuni studiosi hanno ipotizzato – la Sacra Scrittura di una setta o di una confraternita religiosa, perché rifuggono dall’indicare un rituale misterico per i fedeli, ed espongono dottrine spesso opposte e contraddittorie, evidentemente di diversa origine e provenienza. Nel carattere composito e frammentario, nella varietà di temi e di elementi, si può ritrovare un costante atteggiamento di pensiero che costituisce l’aspetto unitario di tale complesso di scritti: la conoscenza intesa come rivelazione, la filosofia come scienza della rivelazione, che, per riferire le parole di Ermete, «consiste nel solo desiderio di conoscere più profondamente la divinità mediante una contemplazione incessante e una santa devozione». L’esigenza di conoscere Dio, di contemplarlo quasi fondendosi e identificandosi con lui, costituisce, insieme a una pietà religiosa sempre presente, lo sfondo comune della tematica ermetica.
Il sacro
Rudolf Otto
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 200
«Questo libro di Rudolf Otto» scrive il grande storico del cristianesimo Ernesto Buonaiuti (1881-1946), a cui si deve questa traduzione «è di una potente ricchezza di contenuto. Esso racchiude le prime linee di una filosofia della religione destinata – noi lo crediamo fermamente – a una singolare larghezza di ripercussioni e di applicazioni». E realmente Il sacro, l’opera fondamentale di Rudolf Otto (1869-1937), uno dei più grandi rappresentanti della teologia protestante liberale, è un’opera di eccezionale potenza. Apparso per la prima volta in Germania nel 1917, indaga «ciò che costituisce l’intima essenza di ogni religione», di ogni fenomeno religioso, ossia la categoria del sacro, il cui dato fondamentale e originale è il «numinoso», il razionalmente indeducibile, il concettualmente inesplicabile. In esso il divino si manifesta come «mysterium tremendum» e «fascinans», come il nascosto, il non rivelato, l’«assolutamente altro», che terrorizza e al tempo stesso affascina, che sconvolge e sbigottisce con la sua «tremenda majestas», dinanzi a cui ogni creatura è schiacciata nella propria nullità, nel suo essere «fango e cenere e nient’altro». Il sacro è dunque essenzialmente, originariamente, «tremendum» e «fascinans» e solo più tardi la religione – al suo livello più alto nel cristianesimo – si autofonda come autonoma esperienza, si razionalizza, dando corpo da una parte alle idee di giustizia, di legge morale, di peccato e di redenzione, e dall’altra all’immagine della divinità come provvidenza, come misericordia, come amore.
Il concetto dell'angoscia
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 184
«È difficile qualificare con esattezza il metodo seguito da Kierkegaard nel Concetto dell'angoscia: la sua dichiarazione di voler fare unicamente un'indagine "psicologica" sulla natura del peccato originale va presa con cautela. La trattazione in realtà tocca di volta in volta i vari campi interessati all'arduo problema: la teologia dogmatica, la metafisica, la fenomenologia o psicologia in senso proprio...: ma se si deve dichiarare una dominanza, essa a nostro parere va attribuita alla metafisica tenendo presente all'inizio l'origine teologica del problema (il dogma del peccato originale) e gli spunti biblici della sua potente analisi fenomenologica (la tentazione, il demoniaco...) che operano continuamente in ogni punto del trattato. L'idea centrale è quindi che l'angoscia è il presupposto del peccato originale rispetto alla caduta di Adamo ed Eva, come lo è per la caduta nel peccato di ogni loro discendente. Il suo oggetto è pertanto il nulla ed è l'avvertenza di questo nulla che rivela all'uomo di essere una sintesi di anima e corpo nello spirito: quando questa sintesi vien tolta, con la caduta, l'uomo si accorge di essere un peccatore davanti a Dio. […] Ma, se l'angoscia può essere occasione di caduta e di perdizione, può anche e deve essere – con la sua scoperta degli orrori del peccato – una tappa per incamminarsi verso il bene e la salvezza: il più spaventoso e pericoloso di questi orrori – a cui son esposte le nature in particolare più spirituali – è la tentazione del suicidio, ma l'uomo ha in sua mano un punto solido a cui ancorarsi, ed è precisamente la «fede» che mette in fuga ogni angoscia e rende possibile il dispiegamento positivo delle energie dello spirito per accostarsi a Dio.» (Dallo scritto di Cornelio Fabro). Prefazione di Vigilius Haufniensis.