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SE: Conoscenza religiosa

Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz

Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz

Johann V. Andreae

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2014

pagine: 134

La Rosa e la Croce sono i simboli che agli inizi del Seicento esprimono gli ideali europei del rinnovamento politico e religioso. Tra il 1614 e il 1616 vengono pubblicati in Germania i due manifesti del movimento rosacrociano, che diffusero le idee e i programmi di una "riforma generale delle cose divine e umane". Il teologo Johann Valentin Andreae (1585-1654) vive in questo clima spirituale. La sua ispirazione è alimentata da una duplice fiamma: la religiosità riformata e il pensiero rinascimentale e magico-scientifico. "Le Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz" è un romanzo alchemico, un viaggio di iniziazione spirituale per poter giungere alla visione dell'essenza della realtà e all'unione della sua anima con le forze che governano il mondo. Con uno scritto di Rudolf Steiner.
19,00

I fioretti di San Francesco. Seguiti da: Le considerazioni sulle stimmate-la vita del beato Egidio-I detti del beato Egidio-La vita di frate Ginepro...

I fioretti di San Francesco. Seguiti da: Le considerazioni sulle stimmate-la vita del beato Egidio-I detti del beato Egidio-La vita di frate Ginepro...

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2013

pagine: 280

"I Fioretti" sono il poema d'una nuova, armonica fusione tra divino e umano. Tutte le cose, anche le più umili, vi sono avvicinate e accettate gioiosamente nella loro pochezza come mezzo di ascesi verso il trascendente. Nell'arco protettivo dell'abbraccio di Francesco entrano non solo le figure e gli oggetti di un mondo già disposto al contatto vivificante con la divinità ma anche, e con un'indicazione di preferenza, i simboli di una realtà deforme e atroce, che porta semmai i segni di una segreta corrosione. È insomma l'universo intero dell'esperienza a essere riscattato, senza che il giudizio dell'uomo, volto a soddisfare il proprio interesse, intervenga ad applicare una scala di valori a ciò che, invece, è tutto egualmente degno d'essere amato." (Guido Davico Bonino)
25,00

Brhadaranyka Upanisad

Brhadaranyka Upanisad

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2012

pagine: 136

"La suprema felicità umana è di esser ricco e di aver successo tra gli uomini, di imperare sugli altri e largamente disporre di tutti gli umani godimenti. Orbene, cento gioie umane equivalgono a una sola gioia dei Mani che hanno raggiunto la loro sede, e cento gioie dei Mani giunti alla loro sede equivalgono a una sola gioia del mondo dei Gandharva. Cento gioie dei Gandharva equivalgono a una sola gioia degli dèi per merito, in quanto ottengono la divinità in virtù delle buone opere, e cento gioie degli dèi per merito equivalgono a una sola gioia degli dèi per nascita, (la quale è premio) del brahmano sincero e privo di desideri. Cento gioie degli dèi per nascita equivalgono a una sola gioia del mondo di Prajàpati, (la quale è premio) del brahmano sincero e privo di desideri, e cento gioie del mondo di Prajàpati equivalgono a una sola gioia del mondo del brahman, (la quale è parimenti premio) del brahmano sincero e privo di desideri. E questa è la suprema beatitudine, o gran re; questo è il mondo del brahman".
19,00

Il verbo degli uccelli

Il verbo degli uccelli

Farid ad-din Attar

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2024

pagine: 248

Le notizie tramandateci su Farid ad-Din ’Aṭṭar, uno dei più celebri poeti mistici persiani, sono scarse e incerte. Visse tra il 1100 e il 1200, in un’epoca in cui il Sufismo era assai praticato e i problemi della metafisica erano oggetto di attiva speculazione. Per un certo tempo esercitò probabilmente la professione di farmacista (’Aṭṭar significa infatti «il venditore di droghe») e, per quanto si sappia ben poco della sua educazione, ebbe sicuramente una conoscenza profonda della musica, dell’astronomia, della medicina e delle teorie delle scuole dell’epoca. Tra le numerose opere che gli vengono attribuite, Il verbo degli uccelli, di cui è accertata l’autenticità, è la più celebre. Costruita secondo un’articolata struttura dialogica che rielabora epistole filosofiche di vari autori antichi (Avicenna, Al-Ghazali), l’opera, più che un poema narrativo in senso stretto, è un libro sapienziale dove l’allegoria del viaggio degli uccelli lascia trasparire e a volte emergere l’intento didascalico. I volatili, riuniti in convegno, scelgono come re il favoloso uccello Simurgh (trasparente simbolo della divinità) e decidono di raggiungere la sua corte. Finalmente partono, ma solo trenta su centomila riescono ad arrivare a destinazione dopo aver attraversato le sette valli lungo cui si snoda la mistica via, una rappresentazione simbolica degli stadi attraverso cui l’anima, con costante progressione, attinge la perfezione divina. Simurgh (il «Trenta uccelli») è in realtà lo specchio di quegli eletti che giungono alla sua corte: l’esplorazione attariana del «mare dell’anima» si compie dunque nella scoperta della sua totale identità con il mare divino. E, come a ribadire l’intenzione didascalica dell’opera, nell’epilogo il poeta esorta i lettori a rileggere più volte i suoi versi, perché «i figli dell’illusione sono naufragati nella musica dei miei versi, ma i figli della realtà hanno saputo penetrare nei miei segreti più intimi».
26,00

La malattia mortale

La malattia mortale

Søren Kierkegaard

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2019

pagine: 143

"In un bilancio dell'attività letteraria svolta nel 1848, Kierkegaard dichiara che 'La malattia mortale è certamente la cosa più perfetta e più vera ch'io abbia scritta' e la sua pubblicazione, come la scelta dello pseudonimo, gli procurò pene di spirito senza numero. Dalle indicazioni lasciate nelle Carte inedite sappiamo che nel suo primo abbozzo l'opera era stata concepita in forma di una serie di 'Discorsi edificanti' (i Talers Form) e riuscì invece il trattato più teoreticamente teso e organicamente costruito della teologia kierkegaardiana. [...] Si può ben dire che nessuno scritto dà, più di questo, il timbro profondo della sua anima e l'esatta impressione del suo potere di scavare i recessi più impervi dello spirito. Possiamo senz'altro dire che con 'La malattia mortale' si compie una nuova crisi definitiva nell'opera kierkegaardiana, che raggiunge la compiuta forma della sua maturità e positività." (dallo scritto di Camelia Fabro)
19,00

Chi è l'uomo?

Chi è l'uomo?

Abraham Joshua Heschel

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 143

"Sono due le domande che dovrebbe porsi il lettore che affronta l' opera di Heschel. Vuole davvero sapere ciò che vuole? Vuole davvero uscire dal disorientamento (non privo di vantaggi, come ogni nevrosi) in cui tutti oggi vivono? Vuole davvero abrogare i «giubilei di frustrazioni»? Vuole davvero sentirsi staccato dai possessi diventati «emblemi delle sue repressioni»? Se l'offuscamento dei fini (suoi e altrui) gli è troppo caro, rinunci alla lettura, che non avrebbe alcun effetto su di lui. Ma se desidera chiarezza e dunque libertà, avrà grazie a Heschel tutti gli aiuti possibili. Dovrà però fare dei conti precisi con la sua tradizione. Se è ebreo, Heschel potrà inebriarlo d'una sobria ebbrezza rievocando felicità non necessariamente perdute. Ma a chiunque, di qualsiasi tradizione, Heschel porge lo stesso dono e ammaestra comunque nella cosa comune a ogni uomo che sia umanamente compiuto, l'arte di pregare, di congiungere il noto all'ignoto, e da quella premessa la tradizione specifica verrà rischiarata. E grazie al metro oggettivo della tradizione cui il destino l'ha legato, l'uomo cessa di essere chiuso nella prigione della sua soggettività soggettivistica, è costretto a sentirsi giudicato invece di giudicare, ad ascoltare invece di chiacchierare. Così Heschel giunge ad essere universale proprio perché saldamente particolare e insegna a chiunque come debba accogliere Chi lo sta cercando (quaerens me sedisti lassus), l'essere assoluto che nella sua assolutezza può includere la pateticità dell'amante." (Dallo scritto di Elémire Zolla)
19,00

Il sacro

Il sacro

Rudolf Otto

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 196

"Questo libro di Rudolf Otto" scrive lo storico del cristianesimo Ernesto Buonaiuti (1881-1946), a cui si deve questa traduzione "è di una potente ricchezza di contenuto. Esso racchiude le prime linee di una filosofia della religione destinata - noi lo crediamo fermamente - a una singolare larghezza di ripercussioni e di applicazioni". Apparso per la prima volta in Germania nel 1917, indaga "ciò che costituisce l'intima essenza di ogni religione", di ogni fenomeno religioso, ossia la categoria del sacro, il cui dato fondamentale e originale è il "numinoso", il razionalmente indeducibile, il concettualmente inesplicabile. In esso il divino si manifesta come "mysterium tremendum" e "fascinans", come il nascosto, il non rivelato, l'"assolutamente altro", che terrorizza e al tempo stesso affascina, che sconvolge e sbigottisce con la sua "tremenda majestas", dinanzi a cui ogni creatura è schiacciata nella propria nullità, nel suo essere "fango e cenere e nient'altro". Il sacro è dunque essenzialmente, originariamente, "tremendum" e "fascinans" e solo più tardi la religione - al suo livello più alto nel cristianesimo - si autofonda come autonoma esperienza, si razionalizza, dando corpo da una parte alle idee di giustizia, di legge morale, di peccato e di redenzione, e dall'altra all'immagine della divinità come provvidenza, come misericordia, come amore.
22,00

Il concetto d'amore in Agostino. Saggio di interpretazione filosofica

Il concetto d'amore in Agostino. Saggio di interpretazione filosofica

Hannah Arendt

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 168

Il libro, pubblicato nel 1929, è lo scritto di Hannah Arendt in cui maggiormente emerge l'inquietudine del rapporto con Heidegger. La trattazione dell'amore in Agostino segna l'abbandono di alcuni dei termini di riferimento del pensiero heideggeriano: l'essere per la morte, il presente come tempo della decisione. Oltre a questo, Hannah Arendt mette qui in campo tutta la ricchezza e la complessità dell'opera di Agostino, pensatore in bilico tra due mondi, quello greco e quello cristiano, impegnato in uno "sforzo tremendo ", di cui sono segno le linee interrotte del suo pensiero, credente per il quale non si trattò di "abbandonare le incertezze della filosofia a favore di una verità rivelata, ma di scoprire le implicazioni filosofiche della sua fede".
20,00

Il concetto dell'angoscia

Il concetto dell'angoscia

Søren Kierkegaard

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 179

"È difficile qualificare con esattezza il metodo seguito da Kierkegaard: la sua dichiarazione di voler fare unicamente un'indagine "psicologica" sulla natura del peccato originale va presa con cautela. La trattazione tocca di volta in volta i vari campi interessati al problema: la teologia dogmatica, la metafisica, la fenomenologia o psicologia in senso proprio. Ma se si deve dichiarare una dominanza, essa va attribuita alla metafisica tenendo presente all'inizio l'origine teologica del problema (il dogma del peccato originale) e gli spunti biblici della sua potente analisi fenomenologica (la tentazione, il demoniaco...) che operano continuamente in ogni punto del trattato. L'angoscia è il presupposto del peccato originale rispetto alla caduta di Adamo ed Eva, come lo è per la caduta nel peccato di ogni loro discendente. Il suo oggetto è il nulla ed è l'avvertenza di questo nulla che rivela all'uomo di essere una sintesi di anima e corpo nello spirito. Se l'angoscia può essere occasione di caduta e di perdizione, può anche e deve essere, con la sua scoperta degli orrori del peccato, una tappa per incamminarsi verso il bene e la salvezza: il più spaventoso e pericoloso di questi orrori è la tentazione del suicidio, ma l'uomo ha in sua mano un punto solido a cui ancorarsi, ed è precisamente la "fede" che mette in fuga ogni angoscia e rende possibile il dispiegamento positivo delle energie dello spirito per accostarsi a Dio". (Dallo scritto di Cornelio Fabro)
21,00

Mistica orientale, mistica occidentale

Mistica orientale, mistica occidentale

Rudolf Otto

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 253

"Il libro che qui presentiamo è del 1926. È il primo grande studio pubblicato da Rudolf Otto dopo il suo capolavoro, "Das Heilige" (Il sacro), apparso nel 1917, e la applicazione forse più interessante delle idee in esso contenute. [...]. Il libro analizza e confronta il pensiero di due grandissime figure della storia della filosofia e delle religioni, Eckhart e Sankara, maestro quest'ultimo della advaita (non-dualità) e del "puro Vedànta", commentatore prestigioso delle Upanishad e della Gita, artefice della rinascita del brahmanesimo nell'India dell'VIII secolo. Il parallelismo tra i due maestri appare davvero sorprendente e - non potendosi assolutamente parlare di reciproci influssi - mostra la effettiva convergenza e la strutturale omogeneità della più profonda esperienza filosofico-religiosa. Anche se i due maestri mantengono un preciso legame con le loro rispettive tradizioni - e questo segna, in ultima analisi, la loro differenza specifica -, i motivi principali e la ispirazione di fondo sono identici e si esprimono spesso in formule identiche." (dallo scritto di Marco Vannini)
25,00

Il libro tibetano dei morti

Il libro tibetano dei morti

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 205

"Per i tibetani la morte è o il cominciamento di una nuova vita, come accade per le creature che la luce della verità non rigenerò e trasse a salvazione, o il definitivo disparire di questa fatua personalità - effimera e vana come il riflesso della luna sull'acqua - nella luce indiscriminata della coscienza cosmica, infinita potenzialità spirituale. Continuare ad esistere in una qualunque forma di esistenza, anche come dio, è dolore: perché esistenza vuol dire divenire, e il divenire è l'ombra dell'essere, un sempre rinnovato corrompimento, un non mai soddisfatto desiderio, una pena che mai si placa. La pace è nel dissolversi inconsapevole in quella luce incolore da cui tutte le cose traggono nascimento e che, senza che ne siamo consapevoli, brilla in noi stessi. Per dirlo con altre parole, quando si muore, sono due le vie che a noi si aprono: o un definitivo spegnimento della creatura singola che è la sorte degli Eletti; oppure la rinascita, che attende chi non seppe comprendere che tutto è sogno. Per la qual cosa, questo trattato dovrebbe essere piuttosto conosciuto, anziché come il libro dei morti, col suo vero nome tibetano, che significa libro della salvazione, o traducendo alla lettera: "il libro che conduce alla salvazione dall'esistenza intermedia per il solo sentirlo recitare", perché la sua recitazione evoca nel principio cosciente del morituro o del defunto la verità redentrice." (dall'introduzione di Giuseppe Tucci)
22,00

I dialoghi

I dialoghi

Confucio

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 181

“Il Lunyu («Dialoghi», «Conversazioni») è attribuito dalla tradizione ai discepoli di Kong Qiu (Kong Zhongni, Kongzi: 551-479 a.C.), da noi conosciuto col nome latinizzato di Confucius, secondo il modo dei missionari cattolici. Si tratta in realtà di un testo composito, pervenutoci nella redazione del II secolo a.C. (dinastia Han) rivista e commentata dal filosofo Zhu Xi (secolo XII), il grande organizzatore del sistema di pensiero noto in Occidente come neoconfucianesimo, che ha costituito l'ortodossia nella classe dominante dal tardo medioevo alla fine dell'impero. Pur non essendo accredita- bile come opera autentica e integrale dei discepoli di Confucio, il Lunyu resta tuttavia, fra i classici indebitamente a lui attribuiti, quello che in modo più diretto reca le tracce del pensiero del Maestro, e nel quale con più immediatezza è rappresentata anche la sua figura d'uomo.” (Dallo scritto di Edoarda Masi)
21,00

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