Libri di Hannah Arendt
Che cos'è l'autorità?
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2023
pagine: 96
Il principio di autorità, che ha fatto grande Roma e il suo impero e che il cristianesimo ha trasmesso all'Occidente, ha conosciuto una crisi irreversibile a partire dall'età moderna. Nessuna rivoluzione ha saputo rifondarlo su nuovi presupposti, mentre i regimi totalitari del Novecento hanno avvalorato pericolose confusioni tra autorità e autoritarismo illiberale. L'autorità, sostiene Hannah Arendt in questo saggio scritto nel 1954, precede il potere e lo legittima: essa non si fonda né sulla forza né sulla persuasione, ma sul riconoscimento e il rispetto indiscusso da parte della comunità. Con impareggiabile rigore, la grande pensatrice tedesca indaga le origini, gli sviluppi e il tramonto di una delle idee centrali della teoria politica oltre che di uno dei fondamenti della convivenza civile, un percorso destinato a sfociare nella «perdita della solidità del mondo», ovvero nella nascita di quella che molti anni dopo Zygmunt Bauman chiamerà la «società liquida».
La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 368
Otto Adolf Eichmann, uno dei comandanti delle SS responsabili dell’organizzazione della cosiddetta “soluzione finale”, fu processato nel 1961 a Gerusalemme, avendo commesso crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l’umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista. Hannah Arendt assistette al processo come inviata del “New Yorker” e ne nacque un libro scomodo, che pone le domande che non avremmo mai voluto porci e dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il suo resoconto, spiega Ezio Mauro nella sua prefazione, è “il tentativo di recuperare una misura umana di razionalità che consenta di mandare avanti il mondo dopo Auschwitz”: è un’esplorazione attenta e appassionata del contesto storico e politico, un’analisi del tempo nazista, indispensabile per capire come quella quotidianità ordinaria e mediocre abbia potuto farsi strumento dell’orrore. Questo tipo di indagine diventa necessaria poiché “quel che si vede e quel che si sente non riescono a restituire la portata dell’accaduto che resiste al diritto, alla giustizia, alla pietà, dunque alla comprensione”. Sprovvisto di qualsiasi tipo di eccezionalità, concentrato sulla corretta esecuzione del compito assegnatogli, Eichmann è l’incarnazione “banale” del Male, che per questo risulta tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai del nostro tempo non hanno la “grandezza” dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano. Prefazione di Ezio Mauro.
La rivoluzione ungherese e l'imperialismo totalitario
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2024
pagine: 168
Hannah Arendt scrive questo testo, uscito nella seconda edizione americana di Le origini del totalitarismo e mai pubblicato nella sua versione integrale in italiano, nel 1958. Sono passati due anni dalla rivoluzione ungherese, repressa dall’intervento dell’Armata Rossa. Arendt analizza come in dodici anni l’Ungheria abbia vissuto sotto il totalitarismo sovietico, per poi ribellarsi nel 1956 per dodici giorni che hanno fatto storia. La rivoluzione colse tutti di sorpresa, fu spontanea, non aveva leader, non era organizzata o diretta da qualcuno, era mossa solo dal desiderio di libertà. Non ne derivò una guerra civile, né caos o anarchia, ma l'improvvisa nascita dei consigli rivoluzionari che, tuttavia, vennero immediatamente soppressi dalla soverchiante forza dell'URSS. Le ultime parole che giunsero dall’Ungheria libera furono pronunciate da Radio Kossuth: “Oggi tocca a noi, domani o dopodomani sarà un altro paese, perché l’imperialismo di Mosca non conosce limiti e sta solo cercando di prendere tempo”.
Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 232
«Ci furono tempi felici in cui si poteva scegliere liberamente: meglio morti che schiavi, meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. E ci furono tempi infami in cui intellettuali rincretiniti hanno dichiarato che la vita è il sommo dei beni. Oggi sono arrivati i tempi terribili in cui ogni giorno si dimostra che la morte dà inizio al suo governo del terrore esattamente quando la vita è diventata il sommo bene; che chi preferisce vivere in ginocchio, muore in ginocchio; che nessuno può essere ucciso più facilmente di uno schiavo» (Hannah Arendt). Sono pagine illuminanti e di drammatica attualità quelle che Hannah Arendt scrive tra il 1941 e il 1945, nell’ora più buia del mondo: pagine in cui entrano la guerra, il nazismo, la Shoah, l’idea di un esercito ebraico per combattere in Europa, gli insediamenti in Palestina, la critica al sionismo che non cercava il dialogo con i vicini arabi. Antisemitismo e identità ebraica, come scrive Enzo Traverso nell’introduzione inedita, ci permette di entrare nel laboratorio intellettuale di Arendt, cogliendo come in un’istantanea un momento cruciale del suo sviluppo. Con la prefazione di Enzo Traverso.
La banalità del male. Ediz. 70° anniversario
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 368
“Il mio miraggio è il libro che mette le mani addosso, il libro che sbatte per aria, il libro che ‘fa’ qualche cosa alle persone che lo leggono.” Queste parole di Giangiacomo Feltrinelli non possono non risuonare nella mente quando si affronta un testo come "La banalità del male", che Feltrinelli pubblica nel 1964, un anno dopo rispetto all’edizione originale. È un libro sconvolgente, che merita appieno l’aggettivo “necessario”. Perché a quindici anni dalla fine della Seconda guerra mondiale Arendt ci fa assistere insieme a lei al processo contro Adolf Eichmann, uno dei principali responsabili dell’organizzazione della “soluzione finale”. Nel resoconto e nella riflessione che ne conseguono l’autrice mostra che, contrariamente a quello che potremmo aspettarci, Eichmann non è un demone con la schiuma alla bocca e l’inconfondibile marchio del male stampato addosso. È un uomo normale. Il naso aquilino, l’occhiale di tartaruga, la corporatura minuta, la stempiatura abbondante. Quando la sua linea di difesa viene impostata su un superficiale “stavo solo eseguendo gli ordini”, si delinea la cupa presa di coscienza di questo volume: solo raramente il male è “grande”; molto più spesso ci somiglia, ha l’abito grigio della compiacenza, ha la sagoma della persona che ci precede nella fila al supermercato. E questo è terrificante. Arendt rifiuta un facile manicheismo e si chiede cosa voglia dire essere umani in un mondo in cui il male può essere tanto banale.
Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy (1949-1975)
Hannah Arendt, Mary McCarthy
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 1999
pagine: 718
Verità e politica-La conquista dello spazio e la statura dell'uomo
Hannah Arendt
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2004
pagine: 112
I due saggi riuniti in questo volume sono le versioni rivedute di due articoli apparsi rispettivamente nel 1967 e nel 1963 e inseriti da Hannah Arendt nella seconda edizione americana (1968) di "Tra passato e futuro". Poiché la traduzione italiana di questa opera è stata condotta nella prima edizione (1961) i due saggi erano inediti in italiano. Eppure si tratta di due testi molto importanti: il primo, Verità e politica , scritto in occasione delle polemiche seguite alla pubblicazione del «reportage» sul processo Eichmann, investe quella caratteristica essenziale del totalitarismo che consiste nel fabbricare verità. Il secondo, "La conquista dello spazio e la statura dell'uomo", propone alcune riflessioni sul significato e sulle implicazioni della ricerca scientifica e della tecnica in un quadro teorico che è quello delineato in "Vita activa".
Che cos'è la politica?
Hannah Arendt
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2006
pagine: 191
Nel 1955 venne proposto ad Hannah Arendt di scrivere una "Introduzione alla politica". Il progetto concordato in quell'occasione non vide mai la luce, ma i manoscritti redatti dalla Arendt in previsione della pubblicazione sono stati ordinati e commentati da Ursula Ludz che li ha raccolti in questo volume. I brani forniscono indicazioni sulla filosofia politica, sulla visione del mondo, sull'autonomia del pensiero di Hanna Arendt.
Illuminismo e questione ebraica
Hannah Arendt
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2008
pagine: 47
In questo breve e lucido testo, Hannah Arendt, che ha solo ventisei anni, si confronta per la prima volta con la cosiddetta questione ebraica, la cui origine viene rintracciata nell'illuminismo e nell'universalità del suo concetto di ragione e di tolleranza religiosa. Ripercorrendo le analisi di Lessing e di Mendelssohn, ma anche dei fautori dell'assimilazione, e dei primi romantici come Herder e Schleiermacher, Arendt delinea la posizione fin da principio paradossale che viene attribuita al popolo ebraico: stretto fra l'universalità astorica dell'illuminismo che ne fa un popolo uguale a tutti gli altri, anche a costo di sacrificarne la specificità, e lo storicismo romantico che sottolineandone l'eccezionaiità lascia intravedere la strada dell'antisemitismo.
Lettere 1925-1975 e altre testimonianze
Hannah Arendt, Martin Heidegger
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 315
"Quando la bufera sibila intorno alla baita - scrive Heidegger nel 1925 trascorro una pausa di tranquillità sognando l'immagine di una fanciulla che con l'impermeabile, il cappello calcato fin sopra i grandi occhi quieti, entrò per la prima volta nel mio studio e, timida e riservata, diede una breve risposta a tutte le domande, e solo allora capisco che la vita è storia". Timida e ingenua, emblema della purezza, simile a una dea greca o a una santa: così viene dipinta la studentessa Hannah Arendt dal suo autorevole professore nelle prime lettere di questo epistolario. Esse segnano l'inizio di un intenso legame affettivo, che, pur in forme molto diverse nel tempo, lega per tutta la vita due dei più importanti pensatori del Novecento. Il carteggio, in questa edizione integrale, scandisce in tre tappe la storia di questo legame: dalle lettere della relazione tra il maestro e l'allieva, il vedersi, fino alla pacata amicizia dell'autunno della loro vita, passando per il momento più difficile, il ri-vedersi, la Arendt torna in Germania molti anni dopo aver abbandonato il suo amore senza prospettive e il suo paese preda del nazismo. La ricchezza di queste lettere trascende la dimensione personale: tra le maglie della conversazione quotidiana traspare la profondità della riflessione sul mondo dei due autori. Essa si intreccia con il loro amore fino a dar vita a una sovrapposizione particolarmente suggestiva tra il piano dei sentimenti e quello del pensiero filosofico.