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Medusa Edizioni: La zattera

Dialoghi infami

Dialoghi infami

Gian Ruggero Manzoni

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2024

pagine: 231

Il cosiddetto "mestiere delle armi" come mercenari (oggi contractor) al soldo di questo o quel "signore della guerra", re, governo di una repubblica, più o meno democratica, o uomo d'affari, è antico come il mondo. Nella sua vita, quale informatore dei Servizi Segreti Militari italiani, Gian Ruggero Manzoni ne ha incontrati molti e in questo libro ne parla. L'autore ha raccontato trentadue di quegli "uomini d'arme" coi quali ha avuto modo di dialogare, entrando nel profondo delle loro menti e delle loro personalità. Parte di quei colloqui, assieme alle "vite" dei combattenti, sono riportati in queste pagine ci aiutano a comprendere il lato psicologico che li ha spinti a intraprendere una professione pericolosa, spesso crudele, spietata e sanguinaria. Anche il profano di questo mondo potrà rendersi conto di queste esistenze particolari, di cui ben poco si sa; inoltre capirà cosa sta succedendo nei numerosi conflitti che ancora divampano su questo pianeta quando ci si serve delle milizie a pagamento.
15,00

Vite a perdere. Origine e destino del mito zombi

Vite a perdere. Origine e destino del mito zombi

Martino Doni, Stefano Tomelleri

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 177

Gli zombi esistono. La tesi di questo libro è semplice e terrificante: il mito dei morti viventi nasce nel "cuore di tenebra" del vudù haitiano, ma la radice del mito accompagna il progresso della storia, con le sue guerre, rivoluzioni, conquiste e sconfitte. I Caraibi si perdono sullo sfondo, la magia svapora, ma rimane il nucleo di una realtà che non smette di inquietare e di provocare. Usato come strumento di protesta, lo zombi serve agli artisti come Fela Kuti o i Cranberries, per mostrare la terribile degradazione della mente umana quando è soggiogata dal potere; oppure ai cineasti come Romero, per denunciare l'abbrutimento della civiltà di massa; oppure ai critici della cultura come Sloterdijk o Zizek, per descrivere le forme disumane del neocapitalismo... In questo libro si tenta un altro passo: se di mito si tratta, occorre scavare nella sua realtà. Il morto vivente esiste: è l'essere uccidibile. Nell'epoca delle democrazie in affanno, nel crinale autoritario delle politiche mondiali, lo zombi affolla i notiziari della tivù del dolore quotidiano. Riconoscerlo nella realtà è un atto per resistere all'apocalisse che il mito evoca. Prefazione di Rocco Ronchi.
15,00

Lettera ai figli. Da Praga ad Auschwitz

Lettera ai figli. Da Praga ad Auschwitz

Anna Hyndráková

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2011

pagine: 104

Come scrive Zygmunt Bauman nella toccante prefazione a questo libro-testimonianza, il compito più difficile per chi si trovò a vivere la tragica esperienza dei campi di sterminio nazisti era "restare umani in condizioni disumane". Lettera ai figli, che Anna Hyndräkovä-Kovanicovä trova il coraggio di scrivere nel 1971, all'età di 43 anni, inizia in un giorno preciso, il 15 marzo 1939, data dell'invasione della Cecoslovacchia da parte delle armate naziste. Gli avvenimenti personali legati alla famiglia, alla scuola, ai compagni e alle amiche più care si stemperano nel ricordo di una Praga occupata dai soldati tedeschi e sempre più negata ai cittadini di religione ebraica. Nel 1942 la giovane Anna, con la famiglia, è costretta ad abbandonare Praga e viene condotta nel ghetto di Terezin, inizio della deportazione che la condurrà ad Auschwitz. Il racconto si snoda rievocando il viaggio, l'arrivo nel campo e la sistemazione nel Familienlager, la fame, gli espedienti per procurarsi un po' di cibo, gli appelli, la paura e il momento più duro, quello della selezione. Privata dei genitori, che moriranno nelle camere a gas, Anna viene inviata a lavorare nel sottocampo di Gross Rosen, dove apprende della morte della sorella e della nipotina. Durante l'inverno decide di fuggire e durante l'evacuazione del campo nel febbraio 1945 riesce nel suo intento. Ma questo è solo l'inizio di un allucinante viaggio di ritorno. Anna conosce l'oltraggio della violenza fisica e psichica...
10,00

Hitler al potere. Cinque anni di nazismo in Germania

Hitler al potere. Cinque anni di nazismo in Germania

Henri Lefebvre

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2011

pagine: 93

Siamo nel 1938. La via hitleriana verso la Germania nazionalsocialista è quasi alla meta. In cinque anni, il Fuhrer è riuscito a ricompattare lo spirito di una nazione allo sbando e a dirigerlo, costi quel che costi, verso un unico obiettivo: l'allargamento dello spazio vitale. Gli Stati democratici guardano con preoccupazione la corsa agli armamenti e la potenza finanziaria di una nazione di cui non riescono a comprendere né il progetto né il consenso. Alla Conferenza di Monaco, inglesi e francesi non si opporranno alla famigerata annessione dei Sudeti, scambiando per normale trattativa ciò che invece avrebbe portato alla tragedia della Seconda guerra mondiale. Tra chi si rifiuta di prenderlo sul serio e chi nascostamente lo appoggia come forza conservatrice, ben pochi riescono a intuire la reale portata del fenomeno nazista. Tra questi c'è Henri Lefebvre, giovane marxista che avrebbe poi avuto fortuna come sociologo urbano e come iniziatore degli studi sulle "strutture del quotidiano". Con questo libro Lefebvre vuole risvegliare la coscienza dei francesi per mezzo di un'analisi penetrante del substrato sociale e materiale del nazismo, individuandone le linee di indirizzo culturale e i nemici che si proporrà di eliminare: gli ebrei, i proletari, i francesi. Leggendo con chiarezza, nella direzione che andava prendendo la Germania, i sinistri presagi della Shoah.
10,00

Confessioni di una mangiatrice di carne

Confessioni di una mangiatrice di carne

Marcela Iacub

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2011

pagine: 115

A far scoccare la scintilla che ha acceso il fuoco di questa confessione a voce alta sul perché bisogna smettere di consumare carne per nutrirci, fu il trattato di Plutarco: "Tu vuoi sapere secondo quale criterio Pitagora si astenesse dal mangiare carne, mentre io mi domando con stupore in quale circostanza e con quale disposizione spirituale l'uomo toccò per la prima volta con la bocca il sangue e sfiorò con le labbra la carne di un animale morto". Ci fu un inizio anche in questo che, per alcuni, è l'origine di tante questioni che si legano alla aggressività e alla violenza che l'uomo esercita verso i propri simili. Ma per Marcela Iacub tutto è cominciato dalle ricerche condotte su una sentenza giudiziaria che condannava un uomo a un anno di reclusione per aver compiuto un atto sessuale su un pony. L'autrice, che fin dall'adolescenza ha mangiato carne di animali senza sentire alcun complesso di colpa, ha maturato da qui una conversione interiore che l'ha portata a rinunciare per sempre al consumo di carni. Questo libro è la storia di una passione finita e della scoperta di come gli animali, in quanto esseri sensibili, dunque soggetti al dolore, abbiano diritti che la società oggi riconosce loro soltanto raramente, magari distinguendo, senza fondamento, fra animali da compagnia e animali per l'alimentazione. Questo pamphlet smonta una volta per tutte i pregiudizi di comodo dei "mangiatori di carne".
10,00

Céline e il caso delle «Bagatelle»

Céline e il caso delle «Bagatelle»

Riccardo De Benedetti

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2011

pagine: 166

Riprovevole, infrequentabile, osceno, oltraggioso, infame, abietto e pornografo: sono solo alcuni degli aggettivi affibbiati al personaggio Céline, intellettuale collaborazionista e antisemita. Altro sarebbe lo scrittore Céline: grande penna, maestro di stile e autore di capolavori. Ha attraversato la storia della letteratura francese con la velocità e lo splendore di una meteora, Céline. E a 50 anni dalla morte suscita ancora scomuniche e censure, in particolare per i pamphlet, primo fra tutti "Bagatelle" per un massacro, nella cui scrittura continua a esserci lo scrittore di Viaggio al termine della notte e quello dell'ultimo romanzo, "Rigodon". Oggi "Bagatelle" non si può leggere. Chi lo impedisce? E perché? La storia di un libro "maledetto" e della sua traduzione italiana (che c'era e poi, a tre mesi dalla sua uscita, nel 1982 venne ritirata dalle librerie), è narrata e decostruita in questo saggio che tocca un nodo cruciale della storia critica dell'opera di Céline ma non solo: "Bagatelle", infatti, rischia di essere un testo "ingombrate" e "presente" proprio in quanto libro proibito. Come "Mein Kampf". Cartina di tornasole di reticenze e usi strumentali che la cultura postmoderna ha fatto della tragedia dell'antisemitismo e delle sue radici culturali, il pamphlet di Céline finisce per diventare il pretesto intorno al quale si giocano le partite più diverse. Questo saggio analizza e cerca risposte a domande decisive che non riguardano soltanto le opere di Céline...
14,00

Processo all'Altare della Patria

Processo all'Altare della Patria

Libro

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2011

pagine: 96

Ha un secolo esatto di vita il Vittoriano. Venne inaugurato il 4 giugno 1911, per i festeggiamenti dei primi cinquant'anni dell'unità d'Italia. Per molti rappresenta uno scempio urbanistico, dove la retorica trionfale della monarchia e delle oligarchie che governavano l'Italia unita, aprirà la strada al fascismo. Eppure quando nel 1986 si tenne a Palazzo Venezia il processo all'Altare della Patria - parteciparono nomi come Bruno Zevi (favorevole all.abbattimento), Paolo Portoghesi, esponente di spicco del postmoderno, Giovanni Klaus Koenig, storico dell'architettura e del design, e altri ancora -, finì con una mezza assoluzione, perché la giuria ritenne che il monumento potesse avere una nuova e inattesa funzione nella vita della capitale. Ma già Carlo Dossi aveva dedicato all'esito del concorso del 1880 un pamphlet che prendeva di mira le surreali proposte presentate dai progettisti, definendoli, efficacemente, "I Mattoidi". E oggi? Abbatterlo oppure conservarlo? Questo libro presenta i materiali del processo, il saggio di Dossi, uno scritto di Federico Zeri sulla sciatteria culturale che emerse dai progetti dell'epoca, e una riflessione di Vittorio Gregotti, che in modo polemico ragiona sul modo di gestire i concorsi di architettura, ieri ma soprattutto oggi, di cui il Vittoriano rimane un caso emblematico.
10,00

L'epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi

L'epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi

Massimo Onofri

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2011

pagine: 136

Il mito di Garibaldi e dei Mille riletto attraverso alcuni snodi cruciali della storia dell'Italia unita, ricorrendo alla testimonianza dell'arte, tra letteratura, pittura, scultura e cinema, alla sua forza celebrativa ma anche demistificante, alla sua capacità di prendere alle spalle i grandi eventi canonizzati dalla storiografia e i monumenti a essi dedicati. 1860-1867, da Quarto a Mentana: le memorie di Abba e gli altri scrittori garibaldini, i ritratti di Lega, Fattori e Induno, là dove quel mito si genera, ma presto anche si svuota accogliendo i più diversi, e spesso contraddittori, significati. Dopo il 1892: i fasci siciliani e scandalo della Banca romana, un'epopea di medaglie, stracci e camicie rosse che comincia a corrompersi, tra un quadro di Coromaldi, De Roberto dei Viceré e I vecchi e i giovani di Pirandello. 1907-1911: anni di celebrazioni garibaldine per un poeta vate, il Pascoli dei Poemi del Risorgimento (ma anche D'Annunzio), e la sua puerilità monumentale, di decisiva importanza per la futura e nera storia d'Italia. 1914-1925: i garibaldini di Nomellini e i "santi maledetti" di Malaparte, in guerra perenne coi loro popoli. 1930-1934: il Garibaldi del duce, della mafia e di Alessandro Blasetti. 1942-1952: Jovine, Alianello e il Guttuso di Ponte dell'Ammiraglio, quando il mito evapora.
15,50

Tutto bene, grazie. Dalla Cecoslovacchia di Masaryk alla «rivoluzione di velluto» e la nuova Repubblica Ceca

Tutto bene, grazie. Dalla Cecoslovacchia di Masaryk alla «rivoluzione di velluto» e la nuova Repubblica Ceca

Ivan Medek

Libro

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2010

pagine: 176

Questo libro si presenta come resoconto autobiografico, ma non vuole essere un libro di "memorie": racconta invece una grande avventura di libertà. Adottando uno stile rapido e ironico, a tratti sarcastico, narra gli eventi e le figure storiche del suo tempo con l'occhio del testimone, talvolta in aperto contrasto con la storiografia ufficiale, come quando affronta la questione dolorosa del collaborazionismo verso il regime comunista. Ivan nasce in una nota famiglia praghese - il padre, il generale Rudolf Medek, era un famoso legionario, poeta e scrittore; il fratello, Mikulás, è stato uno dei più importanti pittori cechi del '900. Il nonno materno, Antonín Slavícek, è un esponente dell'impressionismo ceco, mentre il presidente Masaryk, uno dei fondatori della Cecoslovacchia, era suo bisnonno "adottivo". Il libro ripercorre l'infanzia e l'adolescenza di Medek a Praga, la passione per la musica, i primi approcci col mondo giornalistico, l'esperienza della guerra e l'insurrezione di Praga nel maggio 1945, l'incontro coi sacerdoti dissidenti e la conversione al cattolicesimo, le violenze del regime, la persecuzione politica dopo aver firmato "Charta 77", che lo spinsero all'esilio a Vienna. Le pagine finali raccontano la collaborazione col presidente Havel, che firma il saggio-postfazione: una intensa testimonianza sul ruolo dei dissidenti e sulla spiritualità dell'impegno politico.
16,50

L'industria del complimento. Libri, autori e idee di un critico militante

L'industria del complimento. Libri, autori e idee di un critico militante

Giuseppe Bonura

Libro

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2010

pagine: 272

«A differenza di altri critici portati all'applicazione della giustizia sommaria in ambito letterario, Giuseppe Bonura non invocava mai la regola del "non l'ho letto e non mi piace". Leggeva tutto, al contrario, specialmente quello che prevedeva non gli sarebbe piaciuto. Leggeva nella speranza di essere smentito, di scoprire che un narratore era cresciuto oppure che un critico aveva meglio focalizzato interessi e metodo di lavoro. E leggeva nel timore di essersi sbagliato, di aver operato un'eccessiva apertura di credito nei confronti di un autore che, invece, si era affrettato a capitalizzare la propria reputazione in chiave commerciale. Di tutti i peccati che in letteratura si possano commettere, l'unico che Bonura non era disposto a perdonare era infatti l'asservimento (intenzionale o, peggio ancora, involontario) alle regole del mercato, l'omologazione a un modello di intrattenimento "aeroportuale", il ricorso peloso alla ruffianeria e al compiacimento. Gli articoli raccolti in questo libro apparecchiano un dossier vasto quanto sorprendente, nel quale, pur ricorrendo frequentemente la stroncatura - un'arte oggi assai poco praticata, che Bonura sapeva rendere con sferzante ironia - non mancano gli esercizi di ammirazione, né le ammissioni di lealtà e valore pur in un contesto di aperto dissenso. Una lezione di "critica militante" esemplare e rara in questa società dove, anche e più che mai fra scrittori, vige il "politicamente corretto"».
18,50

L'eredità di Heidegger (nel neonazismo, nel neofascismo e nel fondamentalismo islamico)

L'eredità di Heidegger (nel neonazismo, nel neofascismo e nel fondamentalismo islamico)

Victor Farias

Libro

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2008

pagine: 232

Quando nel 1987 uscì Heidegger e il nazismo, fu una specie di terremoto occidentale. Farias mostrò, documenti e libri alla mano, che fra il pensiero di Heidegger e il nazismo c'era più di qualche occasionale coincidenza. C'era in comune un nichilismo di fondo. E questo si rifletteva poi anche nella vicenda culturale e politica del filosofo nei primi anni Trenta, quando Hitler prese il potere. La filosofia più citata del Novecento, quella heideggeriana, che eredità lascia ai posteri? Farias, con questo libro mostra che questa eredità c'è, e se ne trovano sviluppi inquietanti e pericolosi nelle culture del neofascismo e del neonazismo, coltivate anche in aree periferiche del pianeta (in America Latina, per esempio), e nel fondamentalismo islamico.
14,80

Ladri di stelle. Storie di clandestini e altro

Ladri di stelle. Storie di clandestini e altro

Nicola Montano

Libro

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2008

pagine: 252

Questo libro ci spiega cos'è l'immigrazione nel nostro paese da un punto di vista che più singolare e simbolico non potrebbe essere: gli eventi sono raccontati da un agente di pubblica sicurezza, l'ispettore Nicola Montano, nato a Pisticci, poliziotto di frontiera, emigrato in Germania da giovane, prima di entrare in polizia. L'immigrazione clandestina è il grande fenomeno sociale che l'Italia si è trovata ad affrontare con mezzi inadeguati e una sostanziale impreparazione culturale e sociale. La vita dei clandestini è grama, spesso piena di rischi, di sofferenze, molti hanno anche perduto la vita nel tentativo di mettere piede nei paesi dell'Occidente, altri sono finiti a svolgere lavori o attività illecite, ma la maggior parte scappava da condizioni ancor peggiori e cercava soltanto un po' di libertà e il modo per sopravvivere. Questo libro racconta i clandestini "visti dall'altra parte", da quella di chi per primo si trova a fronteggiarne l'invasione sulle nostre coste: poliziotti e carabinieri. È il racconto scritto da uno "sbirro", un resoconto ricco di pietà e di solidarietà, scritto da un uomo delle forze dell'ordine che si è trovato molte volte a fare da ponte fra i "dannati della terra", lo Stato italiano, i magistrati, i giornalisti. E qualche volta ha visto morire quelli che avrebbe voluto mettere in salvo.
15,00

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