Le Lettere: La nuova meridiana
L'anti-Vassalli
Eugenio Gazzola
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2025
pagine: 170
Sebastiano Vassalli rientra nella categoria dei grandi scrittori italiani del Novecento. Il libro ricostruisce, attraverso l’analisi della sua vita e delle sue opere, il ventennio durante cui Sebastiano Vassalli ha percorso le strade dell’avanguardia letteraria e artistica tenendosi con ostinazione ai margini del successo e dell’industria culturale. Dopo un breve passaggio nella Pop Art si è dedicato alla scrittura sperimentale. Ha frequentato alcuni autori del Gruppo 63, come Sanguineti e Manganelli, prediligendo la ricerca verbo-visuale al fianco dei poeti di confine tra parola e immagine, come gli emiliani Spatola, Costa, Torricelli, Vicinelli. In quegli anni ha dato vita e ha rappresentato i grandi movimenti letterali. Verso la fine degli anni Settanta, per Vassalli ha inizio un ripensamento che dura un decennio e di tre romanzi, nei quali descrive effetti e figure del ripiegamento rivoluzionario. Compone in tal modo il ritratto della sua generazione e cerca, allo stesso tempo, una scrittura nuova adatta alle storie che dovrà raccontare d’ora in poi.
Il Novecento dopo il Novecento
Antonio Debenedetti
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 276
Autorevole firma delle pagine culturali del «Corriere della Sera», figlio del critico Giacomo e allievo di Moravia e Caproni, Antonio Debenedetti ha conosciuto e frequentato tutti i protagonisti del mondo letterario del Novecento italiano, diventandone uno degli ultimi testimoni. Col suo stile di riconosciuto maestro del racconto breve, durante la lunga carriera ha scritto numerosi articoli su personaggi e libri del secolo scorso. Questo volume ne presenta una selezione: si tratta di articoli pubblicati dal 2000 in poi, ossia a Novecento concluso, quando Debenedetti era ormai divenuto decano e custode di quel mondo culturale. Ricco di aneddotica e di ricordi personali, il volume si pone a cavallo fra critica letteraria e testimonianza.
Giovanni Gentile. Dal discorso agli italiani alla morte (24 giugno 1943-15 aprile 1944)
Benedetto Gentile
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 124
«Questo piccolo libro è una rarità. Scritto da Benedetto Gentile verso la fine del 1949 poco più di cinque anni dopo l’assassinio del padre, consumato il 15 aprile 1944, uscito per la prima volta nel 1951 presso Sansoni, la Casa editrice paterna, è stato ristampato nell’aprile 1954 e non più ripubblicato. Circolazione, dunque, ristretta. Solo gli specialisti ne hanno memoria e pochi lo ricordano. Il libro – che è corredato con gli ultimi scritti di Giovanni Gentile – merita invece di essere conosciuto, come fonte preziosa per la ricostruzione degli ultimi mesi di vita del grande filosofo, della sua attività, del suo impegno, del suo stato d’animo. E delle vicende, viste dall’interno familiare, che fanno da sfondo e ne prepararono e apprestarono la fine: il Discorso agli Italiani pronunciato in Campidoglio il 24 giugno 1943, il trauma del 25 luglio, la polemica col ministro dell’Educazione nazionale Leonardo Severi dell’agosto, l’8 settembre, l’incontro con Mussolini il 17 novembre, le nomine, durante lo stesso mese, a Presidente dell’Accademia d’Italia e a Direttore della “Nuova Antologia”». (Marcello Pera)
«L'ala ferita ancora vola». L'opera poetica di Tommaso Landolfi
Arcangelo Mazzoleni
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 238
"L'ala ferita ancora / Vola, ma ha perso il cielo": i versi di Viola di morte che danno il titolo al volume esemplificano la "brama d'infinito brutalmente spezzata, frustrata e vanificata dalla prosaicità della vita" che costituisce uno dei temi di elezione di Tommaso Landolfi. Ritenuto dalla critica il più virtuosistico prosatore italiano del '900, solitario, appartato, eccentrico dandy con la passione divorante per il gioco, ebbe frequentazioni letterarie (tradusse Gogol, Dostoevskij, Tjutčev, Tolstoj, Turgenev, il Cechov dei racconti e, dal tedesco, Hoffmann e Novalis) che lo potrebbero apparentare ai grandi narratori fantastici dell'800, ma il suo immaginario è aggiornato ai fantasmi onirici del Surrealismo e alle profondità novecentesche dell'inconscio. In questo libro Arcangelo Mazzoleni compie un'immersione nel continente sommerso che è alla base della produzione poetica di Landolfi: attraverso un'analisi delle tre raccolte "Breve Canzoniere", "Viola di morte" e "Il tradimento" ne coglie i rapporti cogli scritti di narrativa, rinvenendo poi i molteplici influssi della sua ispirazione, analizzando la sua lingua fastosa e barocca, immaginifica, nonché scavando nel territorio oscuro delle sue ricorrenti ossessioni: il tema pervasivo della Madre perduta, lo straniato orrore per la quotidianità domestica, la ripresa dell'immagine gotica della Donna, "creatura angelicata o malefica Medusa", o "la morte del Sole": proiezione apocalittica di un'immane catastrofe interiore.
«Privet», compagne e compagni! Intellettuali in Unione Sovietica negli anni Cinquanta
Chiara De Santi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 363
Il volume presenta e analizza le opere di quattro intellettuali italiani – Italo Calvino, Anna Maria Ortese, Carlo Levi e Alberto Moravia – che viaggiarono in Unione Sovietica tra il 1951 e il 1956 e che pubblicarono i loro resoconti di viaggio al rientro in Italia. Attraverso un’analisi non solo letteraria, ma anche storica, politica e sociale che non manca di riferimenti alla Russia di oggi, il testo esamina come l’Unione Sovietica sia stata percepita e trasmessa alle lettrici e ai lettori italiani da parte di questi scrittori. Diviso in quattro capitoli dedicati ai quattro viaggiatori, lo studio prende in esame le relazioni che Calvino, Ortese, Levi e Moravia stabilirono con l’URSS attraverso temi come la letteratura, la cultura, il popolo russo e usbeco, la città, la memoria, la religione e il dolore. Per il suo approccio e per il contenuto, il libro contribuisce alla saggistica sulla letteratura di viaggio e alla storia degli intellettuali durante la Guerra fredda culturale.
Un musicologo inconsapevole. Le parole per musica di Italo Calvino
Carlo Benedetti
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 178
Lo studio esplora la produzione di canzoni e libretti d'opera di Calvino dal 1958 al 1982, coprendo gran parte della sua carriera e tentando di contestualizzare queste opere all'interno della sua più vasta - e conosciuta - produzione letteraria. Nelle canzoni del Cantacronache degli anni '50, come nelle azioni sceniche del Berio più sperimentale, Calvino porta tutti gli interessi e le tematiche che ritroviamo nella sua narrativa: un'ulteriore e splendida iterazione dell'"infinito intrattenimento" della letteratura. In fondo, se c'è una costante nell'opera calviniana, questa è proprio l'interesse per la contaminazione della letteratura con altre forme d'arte e media: il teatro, la radio, la televisione, e, certo, la musica.
Ricordi e affetti
Benedetto Gentile
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 180
Benedetto Gentile è nato a Palermo il 10 luglio 1908, quinto dei sei figli del filosofo Giovanni e il suo nome viene scelto in omaggio a Benedetto Croce. Entra in carriera diplomatica nel 1935 e nel 1936 viene destinato ad Alessandria in Egitto come Vice Console. Dal 1937 è a Londra dove rimane fino al 1942 quando viene trasferito a Basilea come Console aggiunto. Nel 1943 rientra a Roma e dal 1945 al 1947 è al Ministero. Lascia la carriera diplomatica nel 1949 per occuparsi, col fratello Federico, della casa editrice Sansoni di cui è presidente fino al 1976. Dal 1946 in poi si è anche dedicato alla Fondazione intitolata al padre, dotata della sua biblioteca e dell’archivio, che nel 1954 viene donata all’Università “La Sapienza” di Roma. In questo libro ha voluto dare una testimonianza della sua vita e delle sue esperienze nel campo editoriale e diplomatico. Dalle pagine dei ‘Ricordi’ emerge in particolare la figura del padre, come in questo ricordo di bambino: «Non so se egli avesse allora una predilezione per me. Così si diceva in casa, anche perché sembra io fossi l’unico che si azzardasse ad andare a bussare alla porta del suo studio mentre lavorava. Riconosciutomi mi lasciava entrare ed io mi sedevo in un angolo, su una sediola, a sfogliare una grande edizione illustrata della Storia della Rivoluzione Francese del Thiers. Sul rapporto Gentile-Croce scrive che: «deve essere indagato anzi tutto sotto il profilo psicologico. È sotto questo segno che vanno ricercate le origini del comportamento dell’uno e dell’altro, a parer mio specialmente di Croce. Qual è stata insomma la vera radice di un distacco che è giunto ad esprimersi in forme e toni tanto violenti? […] I temperamenti dei due uomini non potevano essere più dissimili, così come la loro estrazione e le condizioni in cui le loro vite, rispettivamente, si sono svolte». In conclusione, come lui stesso scrive: «[…] questi miei ricordi, anziché seguire una strada dritta, vanno svicolando a destra e a manca, un ricordo richiamandone un altro e mutando perciò sfondo e momento».
Contro i ladri di libri. Maledizioni & anatemi
Lucio Coco
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 100
Il furto dei libri ha rappresentato nella storia sempre un rischio per qualsiasi biblioteca o libreria. Per questo motivo proprio per proteggere i libri da ladri e malintenzionati in tutte le epoche, oltre alle solite precauzioni (chiavi, armadi ecc.) sono stati escogitati metodi più inusuali come il ricorso ad anatemi e maledizioni. Alcune di queste, venate da una sottile ironia oppure latrici di neppure tanto velate minacce, sono state raccolte in questo libro che rappresenta per il tema e l'argomento un vero e proprio unicum editoriale. Con una nota di Edoardo R. Barbieri.
T. S. Eliot, Eugenio Montale e la modernità dantesca
Ernesto Livorni
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 160
La poesia di T. S. Eliot e quella di Montale sono cresciute agli occhi della critica letteraria soprattutto italiana secondo criteri di affinità che trovavano i loro punti fermi nell’esempio fornito da Dante a tanto modernismo inglese e statunitense, oltre che a quello italiano. Il libro si propone di esplorare alcuni capisaldi comuni alle poetiche dei due poeti in questione in rapporto alla lezione dantesca secondo tre direzioni fondamentali, raccolte nei tre capitoli che compongono il libro. Il primo capitolo affronta “le ragioni di affinità`” che hanno contribuito ad una lettura critica concentrata sulle similarità e sui punti in comune dei due poeti. Il secondo capitolo discute non soltanto la poesia dell’oggetto così come viene proposta da Eliot e da Montale, ma anche la questione della poesia stessa come oggetto del fare poetico. Il terzo capitolo prende in considerazione la congiunzione del motivo del viaggio come esplorazione da parte del soggetto verso la conoscenza di se stesso e del motivo della donna come forma di conoscenza dell’alterità per eccellenza. Chiude il libro un breve capitolo sulle traduzioni effettuate da Montale di alcuni componimenti di Eliot.
«Il confine, il confine. Dov'è?». Theodor Fontane, Friedrich Nietzsche e il realismo tedesco
Stefania Sbarra
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 226
Il mondo rappresentato nei romanzi di Theodor Fontane e di Wilhelm Raabe è strutturato da confini rigidi, superare i quali comporta un prezzo molto alto qualora si imbocchi la strada di una certa eccentricità. Se è vero, secondo il celebre assunto di Lotman, che il testo narrativo è tale se almeno un personaggio attraversa la linea che separa uno spazio semantico da un altro, nella narrazione realista questa struttura è anche un centro ideologico fondamentale. La concretezza dell'idea di confine e di limite affiora fin dalla trama, e si palesa nella descrizione delle case e dei palazzi che fanno da sfondo alle vicende narrate. L'onnipresenza del confine evoca per contrasto il suo superamento, annunciando così quella semantica che Nietzsche, contemporaneo degli autori qui presentati, mobilita nei suoi scritti per demolire l'edificio dei luoghi comuni che gravano sulle nature meno addomesticabili. Il libro vuole mettere in luce questa affinità tra una letteratura e una filosofia che, nella Germania di fine Ottocento, condividono un orizzonte di esperienze storiche e culturali comuni che trova nella casa, in quanto spazio delimitato da confini tangibili, una delle sue metafore più pregnanti.
L'Achille dei «Canti». Leopardi, «L'infinito», il poema del ritorno a casa
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 238
Un famoso titolo leopardiano, Idilli, come leggerlo, evitando, a proposito dell’Infinito, mistificazioni tuttora pronte a riproporsi? E in che senso la Saffo di una canzone di Leopardi è un’allieva di Achille? E a proposito delle Ricordanze: proviamoci a rileggere questo «poema lirico» del ritorno a casa non dimenticando la memoria leopardiana appunto del ritorno: un gran tema, secondo Giacomo, anzitutto della lirica delle origini, e dopo, subito dopo, dell’epos. E, mettiamo, Stesicoro, un antenato quasi muto per noi, perché c’entra parecchio con le suddette Ricordanze? O più in generale: come immagina, sente, pensa, canta il poeta dei Canti? Sono molte le domande cui si dà una risposta nuova e coraggiosa, in questo libro. Pescando sempre in profondo; incontrando di continuo i Greci, l’Inizio. E, d’altra parte, non pochi sono i personaggi della prima modernità narrativa che nel libro si danno convegno: da Rousseau a Werther, a Chateaubriand. Ma è ad Achille che Leopardi guarda di continuo. E noi siamo invitati a farlo con lui. Diceva Hölderlin che Achille è l’enfant gâté della Natura. Giacomo, l’escluso, invece, come la sua Saffo, dalla Natura, non può appassionarsi a quella figura che conosce egualmente l’affetto, l’amore e la ferocia, se non dall’infinita distanza del desdichado. Eppure non cessa di rispecchiarsi in «quella singolarità», che, come Napoleone coi francesi, «c’innamora». In quella morte giovane e, splendido nodo, nella consapevolezza che l’accompagna: da, ha detto Goethe, «uomo compiuto». Tra gli eroi di Omero, per esempio, un ascolto significativo spetta, nei Canti, pure a Odisseo-Ulisse. Però, per tracce inequivocabili, dall’Infinito all’Ultimo canto di Saffo, da A Silvia alle Ricordanze, ad A se stesso e oltre, Leopardi torna e ritorna soprattutto ad Achille. E a coloro che si commuovono per lui, o, in un’avvolgente coralità epica, dialogano con lui: Teti, la madre divina, o Patroclo, Ettore, Fenice, o i suoi cavalli. Segue il controcanto (privilegiati gli anni 1750-1840 circa) di sedici immagini, per la maggior parte legate al tema-Achille.
Viaggio al termine della scrittura: Calvino Pasolini Bazlen Parise Cattafi
Diego Bertelli
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 175
«Il problema puramente letterario del finale - scrive Jurij Lotman - ha un analogo nella realtà nel problema della morte». Nessun secolo come il Novecento ha saputo nutrire meglio questa analogia, ritualizzando la scrittura ed esorcizzando la sua fine a tal punto da mettere in crisi la relazione tradizionale fra opera e testo. Discutendo autori fra loro distanti per impostazione e indirizzi, questo studio analizza un campione eterogeneo di testi in un periodo specifico della letteratura italiana che va dal 1973 al 1979. In forme e modi tra loro diversi, Calvino, Pasolini, Bazlen, Parise e Cattafi (cui sono dedicati i cinque saggi che compongono il volume) si pongono al limite tra ciò che è e non è ancora un'opera, dove la vita del testo e quella di chi scrive si avvicinano senza mai toccarsi, attraverso un movimento asintotico che offre la possibilità di una definizione nuova di quel processo incolmabile che è la scrittura.