Johan & Levi
I gatti nell'arte
Desmond Morris
Libro: Libro rilegato
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 224
Il gatto – la più elegante, cocciuta e scaltra delle creature – è stato un soggetto prediletto da artisti di ogni cultura ed epoca, fin dalla notte dei tempi. La spettacolare incisione rupestre realizzata in Libia settemila anni fa è forse la più antica testimonianza di una zuffa tra felini, da cui prende avvio una lunga e ininterrotta tradizione visiva scandita da sentimenti alterni verso il gatto. Se oggi è fra gli animali domestici più venerati, nei secoli è infatti stato spesso vittima di odio e persecuzione. Da animale sacro nell’antico Egitto a deterrente contro i roditori nella civiltà babilonese, alleato dell’uomo contro gli aspidi dal morso letale, apprezzato per la tecnica venatoria e immortalato come valido compagno di caccia, il gatto si affranca via via dalle attività pratiche diventando l’indolente amico dell’uomo, che gli spalanca le porte della propria casa. La sua fortuna conoscerà ancora alti e bassi, tanto che sul finire del Medioevo prevale l’immagine di malefico sodale del demonio, sprezzo che coincide con il ruolo sinistro cui è relegato nei dipinti. Quasi mai protagonista nelle tele dei grandi maestri, bisognerà attendere il sentimentalismo vittoriano perché torni in auge e un radicale cambio di status lo faccia ritrarre, insieme ai suoi compari, in intimistiche scene famigliari. Sensibile a ogni sfumatura felina, il più grande zoologo dei nostri tempi ci racconta la storia dell’arte attraverso la lente degli artisti gattofili. Simbolo di violenza spietata per Pablo Picasso che lo rappresenta in veste di predatore feroce, emblema supremo della sessualità femminile in Balthus, soggetto molto popolare tra vignettisti satirici e caricaturisti fino a diventare volano di denuncia politica con Banksy, il gatto è un’inesauribile fonte per esplorazioni visive e voli pindarici.
Intelligenza artificiale e mercato dell’arte
Jo Lawson-Tancred
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 100
Nonostante la sua tradizionale resistenza alle novità tecnologiche, il mondo dell’arte non è immune agli sconvolgimenti causati dall’intelligenza artificiale: il suo impatto e la sua presenza crescente, nelle dinamiche di vendita come in quelle creative, sono sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori, dai più scettici ai più entusiasti. Questo volume offre una panoramica sulle possibili applicazioni dell’IA nell’ambito di pratiche comuni del mercato dell’arte – come l’autenticazione, l’attribuzione e la valutazione delle opere – per le quali funge da assistente in grado di potenziare le abilità umane. Oltre a favorire trasparenza e obiettività in un mondo notoriamente opaco e poco regolamentato, le tecnologie emergenti si rivelano strumenti preziosi nelle mani di galleristi, curatori, artisti che vogliono promuovere i loro lavori attraverso emozionanti esperienze immersive. L’ascesa dell’arte prodotta con l’IA e la comparsa di una nuova categoria di collezionisti interessati ai mercati online e agli NFT sono alcuni dei temi di grande attualità trattati dall’autrice, che non trascura, infine, le implicazioni etiche e le sfide legislative poste dall’intelligenza artificiale in merito ai diritti degli artisti. Attraverso le testimonianze di professionisti del settore attenti a queste trasformazioni epocali, Jo Lawson-Tancred ci invita a riflettere su un presente – e su un futuro – in continua evoluzione, in cui l’interazione tra arte e tecnologia non solo è inevitabile, ma forse perfino auspicabile.
Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale
Giovanni Carrada
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 206
Il patrimonio storico e artistico italiano ha un problema tanto ingombrante e ovvio che finiamo per non notarlo neppure: non parla a chi lo visita. Salvo fortunate eccezioni, i nostri musei non aiutano a far capire e a far godere le loro collezioni, i parchi archeologici le loro rovine, i monumenti il nostro passato. Per i sette italiani su dieci che non ci mettono mai piede, l’arte e il passato sono solo noia. Mentre gli altri, che affollano soprattutto i luoghi più famosi, tornano spesso a casa con una meraviglia generica ed effimera, senza che nulla di nuovo sia nato dentro di loro. Il motivo per cui il nostro patrimonio culturale non ci parla, come il Mosè di Michelangelo nella leggenda, è semplice: quasi mai può farlo da solo. E fino a ieri non ci siamo preoccupati di dargli voce. Così oggi siamo fra i più bravi nello studio, nella tutela e nel restauro, ma non abbiamo ancora imparato a “interpretare”, e quindi a regalare al pubblico nuove conoscenze, curiosità, emozioni. Ad accendere la sua immaginazione. A far venire voglia di vedere e sapere di più. Giovanni Carrada propone di partire da questo libro per cominciare a costruire una nuova competenza, essenziale a chi opera nel mondo dei beni culturali, se non addirittura una nuova professione. Perché la valorizzazione – quella vera – non si misura in euro o in biglietti staccati, ma nel numero di persone arricchite dall’esperienza che hanno vissuto. Prefazione di James M. Bradburne.
Un groviglio di sentieri. Vita di Aby Warburg
Hans C. Hönes
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2024
pagine: 296
«Ebreo di sangue, amburghese di cuore, d’anima fiorentino»: così amava definirsi Aby Warburg (1866-1929), con una formula che rende bene l’ossessiva ricerca di sé, coltivata attraverso l’autonarrazione, e gli importanti cambi di rotta che hanno segnato il suo percorso. Se oggi è riconosciuto come uno dei più influenti storici dell’arte e della cultura del XX secolo, lo è a dispetto di una salute mentale precaria e di una vita da “fuorilegge”, convinto che il vero acume appartenga solo a chi è pronto a deviare dalle aspettative ordinarie della società. Dopo aver rinunciato al ruolo di primogenito nella famiglia di banchieri più facoltosa della Germania e aver rinnegato l’ortodossia ebraica, Aby insegue le proprie intuizioni e intraprende un vagabondaggio nel mondo dei simboli che lo porta dal selvaggio West fino nel cuore del Rinascimento, a Firenze. Studioso indipendente, libero pensatore, insofferente verso la struttura compartimentale dell’università ma in dialogo con gli intellettuali più evoluti del suo tempo, Warburg inaugura una metodologia olistica, che integra l’indagine storico-artistica con scienze quali l’antropologia, la medicina e la psicologia. Questo approccio interdisciplinare guida le sue ricerche sulla sopravvivenza dell’antico – condensate nella sua celebre opera incompiuta Atlante Mnemosyne – e la creazione della sua straordinaria biblioteca, oggi conservata presso il Warburg Institute di Londra, prezioso punto di riferimento per gli accademici di tutto il mondo. Hans C. Hönes restituisce un ritratto dettagliato e intimo di un uomo che, nonostante le innumerevoli difficoltà umane e professionali, ha saputo anticipare i tempi gettando le basi della contemporanea storia dell’arte.
Basquiat. La regalità, l'eroismo e la strada
Michel Nuridsany
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 364
È il 10 febbraio 1985 e sulla copertina del New York Times Magazine troneggia un Jean-Michel Basquiat in completo Armani seduto nel suo studio di Great Jones Street. Distanze siderali lo separano dal tempo in cui, ribellandosi a un padre borghese, ha scelto il mondo underground dei graffiti, della musica no wave e dei club per dare sfogo a quell'"ottanta percento di rabbia" che alimenta la sua fame di successo. Il radiant child è ormai riconosciuto come il più noto pittore nero e firma opere a quattro mani con Andy Warhol, ma questa celebrità si trasforma presto in una gabbia dorata in cui l’establishment dell’arte lo rinchiude e da cui nemmeno gli eccessi riusciranno a salvarlo. Michel Nuridsany ci descrive un temperamento contraddittorio in un’epoca di contraddizioni: Basquiat vive sulla propria pelle un turbinio di stimoli ed emozioni che riversa poi su qualsiasi supporto abbia a portata di mano: parole, immagini e suoni si ricompongono magicamente in una forma nuova che fa di lui uno dei maggiori poeti visivi del Novecento.
Charles e Ray Eames
Ivan Mietton
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 152
Coppia di successo del design del XX secolo, Ray e Charles Eames lavorano fianco a fianco dal 1941, anno in cui si sposano, fino alla morte di Charles nel 1978. Grazie alla loro perfetta complementarità, padroneggiano diversi ambiti creativi, dall’architettura all’arredamento, dalle stampe tessili alla fotografia, dai film ai giochi per bambini. Sperimentatori delle infinite possibilità della materia e delle tecniche di produzione, non perdono mai di vista l’unico vero obiettivo del loro operato: «Produrre il meglio, per il maggior numero di persone possibile e al minor prezzo». Con l’idea di rivolgersi a un pubblico di massa, portano avanti la loro ricerca anche nella comunicazione attraverso videoproiezioni e allestimenti espositivi. Le loro lezioni sul design rimangono ancora oggi preziose testimonianze e i loro pezzi prodotti in serie, fanno parte delle collezioni museali più importanti al mondo.
Eileen Gray
Cloé Pitiot
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 168
Figura enigmatica, avventurosa e sfuggente, Eileen Gray (1878-1976) ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte decorativa moderna. Dalla campagna irlandese a Londra e poi a Parigi, si è imposta come pittrice, designer, architetta, ma anche gallerista – attività, quest’ultima, intrapresa sotto il conveniente pseudonimo di Jean Désert. Con i suoi paraventi laccati e i mobili in tubi d’acciaio, ha trasceso i confini delle arti e realizzato opere ricche di poesia, affermando con orgoglio la volontà di tornare a mettere l’essere umano e le sue emozioni al centro della ricerca plastica e spaziale. La villa E-1027, da lei costruita nel 1926 a Roquebrune-Cap-Martin per Jean Badovici, è considerata tra gli esempi più brillanti dell’architettura del Novecento.
Il design come attitudine
Alice Rawsthorn
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 216
«Non è una professione ma un’attitudine», diceva László Moholy-Nagy, che nel primo Novecento lottò per liberare il design dalla morsa del commercio in cui era stretto dai tempi della Rivoluzione industriale, restituendogli il compito di costruire un mondo migliore. In tutte le sue molteplici forme, il design svolge da sempre un ruolo importante come agente di cambiamento, facendosi interprete di istanze sociali, politiche, economiche, scientifiche, culturali ed ecologiche per garantire un impatto positivo sulle nostre vite. Alice Rawsthorn, una delle più influenti voci in questo campo, racconta come nuove generazioni di designer rispondono a sfide globali quali l’emergenza climatica, l’aumento delle disuguaglianze, le crisi umanitarie e le discriminazioni di genere, mostrando la stessa attitudine “all’intraprendenza e alla creatività” di cui scriveva Moholy-Nagy e portando avanti ambiziosi progetti sociali, servendosi di tecnologie all’avanguardia per realizzare prodotti nuovi o recuperare e rimettere in circolo i vecchi, secondo una tendenza in costante crescita. Con un occhio rivolto alle figure storiche, ai pionieri di un design attento ai bisogni dell’individuo e della società, l’autrice traccia l’evoluzione e i più recenti sviluppi di questa disciplina anche in rapporto all’arte e all’artigianato, da cui la separano confini sempre più porosi, e a settori come la medicina o la sociologia, a cui ora offre un prezioso contributo. Una priorità per i designer attitudinali consiste, infatti, nell’essere più aperti alla collaborazione con una varietà di specialisti, nell’ottica di costruire una comunità diversificata e inclusiva per fare fronte comune contro le tante difficoltà del nostro tempo.
Un ritratto mondano. Fotografie di Ghitta Carell
Roberto Dulio
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 108
"La vicenda umana e artistica di Ghitta Carell (1899-1972) si pone in maniera del tutto trasversale rispetto alle canoniche narrazioni della modernità. Il suo lavoro attende il risarcimento critico che l'alto livello della sua arte merita."
La conquista del passato. Alle origini dell'archeologia
Alain Schnapp
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 368
Il desiderio di indagare il passato è tra i sentimenti più antichi e duraturi dell’essere umano, che fin da quando ha preso coscienza di sé ha interrogato il suolo alla ricerca delle tracce di chi lo ha preceduto. Diversamente da ciò che si crede l’attività di scavo non è un’invenzione rinascimentale, ma affonda le sue radici già nei primissimi imperi mesopotamici, egizi e cinesi. Da Khaemwaset, figlio di Ramesse II, passando per Esiodo, sant’Agostino, il conte di Caylus, fino a Darwin, le testimonianze lasciate nel tempo sono state lette e interpretate nei modi più diversi. Gli antichi sovrani cercavano le vestigia dei re venuti prima al fine di legittimare il proprio potere; eruditi moderni analizzavano e classificavano i naturalia e gli artificialia ammirati nelle Wunderkammer; vi era anche chi portava avanti la ricerca sfidando le istituzioni, come Isaac La Peyrère, il cui scandaloso testo del XVII secolo teorizzava, per la prima volta dall’epoca classica, l’esistenza di una storia prima di Adamo. Con l’evoluzione della disciplina archeologica gli studiosi sono riusciti a liberarsi dal giogo dei testi sacri e della stessa pratica antiquaria, in un’ottica sempre più scientifica e universale. In questo brillante volume, supportato da una ricca selezione di fonti scritte e illustrate, Alain Schnapp traccia una vera e propria archeologia dell’archeologia, seguendo il progresso metodologico di una materia multiforme che attinge alla filosofia, alla geologia, alla paleontologia e alla storiografia per risolvere gli enigmi fondativi della storia dell’uomo. La conquista del passato, pubblicato la prima volta nel 1994, torna dopo trent’anni in una nuova edizione.
Museologia radicale. Ovvero, cos'è «contemporaneo» nei musei d'arte contemporanea?
Claire Bishop
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 88
L’avvenire del museo pubblico non è mai parso più a rischio: più che rappresentare gli interessi diversificati della collettività, nella maggior parte dei casi esso è ridotto a veicolo di promozione per eventi blockbuster e di tutela dei privilegi dei privati, dando vita a templi dello svago e dell’evasione incapaci di cogliere l’attuale momento storico nella sua globalità. Salvo qualche felice quanto rara eccezione. In questo breve saggio, Claire Bishop riporta le esperienze di tre istituzioni europee di arte contemporanea – il Van Abbemuseum di Eindhoven, il Museo Nacional Reina Sofía di Madrid e il MSUM di Lubiana – che, per far fronte ai tagli dei fondi pubblici dettati dalle misure di austerity, hanno fatto di necessità virtù mettendo a punto brillanti alternative al mantra dominante del “più grande è più bello, e se possibile anche più redditizio”. Attraverso illuminate politiche di acquisizione e allestimento delle proprie collezioni permanenti, questi musei si sono caratterizzati come realtà votate alla sperimentazione, capaci di utilizzare le proprie risorse per imbastire un discorso critico e generare uno sguardo politico sull’attuale fase storica. Museologia radicale, riprendendo il filo di un acceso dibattito internazionale, delinea un manifesto per una nuova concezione del contemporaneo, da intendere come pratica e non come mera periodizzazione, a favore di una rilettura del ruolo del museo come istituzione in grado di preservare l’eredità culturale e allo stesso tempo offrire una voce critica che possa interrogare il presente e contribuire a realizzare un futuro diverso.
Marcel Duchamp. La vita a credito
Bernard Marcadé
Libro: Libro in brossura
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2025
pagine: 572
L’arte di Duchamp si intreccia alle grandi avventure estetiche del Novecento senza mai ridursi a nessuna di esse e rimane ancora oggi una fonte inesauribile di ispirazione per ogni nuova generazione di artisti. Ma se molto è stato scritto sulla sua opera, assai meno si conosce della sua vita. Una vita costruita fuori dalle convenzioni, con eleganza distaccata, libertà di indifferenza e sintesi degli opposti, cui si aggiungono una costante rivendicazione della pigrizia e un disprezzo fisiologico per il denaro. In questa nuova edizione ampliata, Marcadé riconosce nell’attitudine e nelle scelte quotidiane di Duchamp non aneddoti marginali, ma componenti essenziali della sua arte, illustrando così quella che, secondo Henri-Pierre Roché, rappresenta l’opera più bella di Duchamp, ovvero l’impiego del suo tempo.