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Attenzione disordinata. Come guardiamo l'arte e la performance oggi

in uscita
Attenzione disordinata. Come guardiamo l'arte e la performance oggi
Titolo Attenzione disordinata. Come guardiamo l'arte e la performance oggi
Autore
Traduttore
Argomento Arti, cinema e spettacolo Storia dell'arte: stili artistici
Collana Saggi d'arte
Editore Johan & Levi
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 228
Pubblicazione 11/2025
ISBN 9788860103963
 
29,00

 
0 copie disponibili
presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
0 copie disponibili
presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
Il libro è di prossima pubblicazione
Di prossima pubblicazione
Come guardiamo l’arte oggi? In modo molto diverso rispetto a pochi decenni fa. L’inevitabile presenza dello smartphone alterna momenti di totale immersione nelle opere ad altri in cui si scattano foto e video, si scannerizzano QR code o si controllano i social. La condizione dello spettatore del XXI secolo è ibrida, in continua oscillazione tra presenza fisica nello spazio espositivo e connessione a distanza con un altrove tecnologico. Per raccontarla, Claire Bishop descrive e analizza quattro diverse pratiche di arte contemporanea, le cui strutture e strategie espressive rispondono a nuove modalità di percezione, comunicazione e attenzione proprie della cultura digitale: la research-based art, che interiorizza la logica di Internet nella quantità di informazioni a disposizione in allestimenti più o meno aperti; le mostre-performance, pensate per essere viste dal vivo ma anche immortalate con i cellulari, nuova protesi del nostro sguardo; gli interventi, categoria storicizzata e teorizzata qui per la prima volta, per cui sono indispensabili la circolazione in rete e i meccanismi mediatici che ne rendono virali i contenuti; e infine la fascinazione di tanti artisti per l’iconografia modernista, il cui effetto di déjà-vu rimanda ancora una volta ai media digitali e alla loro infinita collezione di immagini livellate e decontestualizzate. Perno di ogni discorso è l’attenzione “disordinata” che contraddistingue la spettatorialità odierna, di cui l’autrice esamina senza preconcetti le dinamiche, concentrandosi sul complesso rapporto tra soggetto, tempo e tecnologia e sulla messa in discussione di schemi di pensiero, narrazioni dominanti e regole esclusive. Senza l’obbligo della profondità o della concentrazione assoluta, dettate da norme moderniste come il white cube e dai loro modelli sociali di riferimento, l’opera d’arte del nuovo millennio è meno totalizzante e può prestarsi a un’esperienza più libera e autenticamente collettiva, caratterizzata da una molteplicità di punti di vista in continuo movimento, capace di aprire nuove prospettive.
 
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