Edizioni Settecolori (Milano)
Il problema finale
Arturo Pérez-Reverte
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 330
Giugno 1960. In un piccolo, elegante hôtel dell’isola di Utakos, davanti a Corfù, il maltempo ha trasformato i suoi nove ospiti in prigionieri, ma nulla lascia prevedere ciò che sta per avvenire: uno di loro, una riservata turista inglese di mezza età, Edith Mander, viene infatti trovata morta nel capanno che dà sulla spiaggia. All’apparenza sembra un suicidio, però per Hopalong Basil, un anziano attore ormai al tramonto che negli anni Trenta e Quaranta fu sullo schermo il più celebre investigatore di tutti i tempi, qualcosa non quadra. Nessuno se non lui, abituato ad applicare al cinema la logica deduttiva di Sherlock Holmes, può svelare quale verità si nasconde dietro al più classico dei rompicapi: la porta chiusa dall’interno della stanza dove è stato ritrovato il cadavere… In un’isola da dove non si può partire e dove non si può arrivare, giorno dopo giorno tutti vanno convertendosi in possibili sospetti, in un susseguirsi di colpi di scena in cui il poliziesco si mescola con la vita vera, il delitto può assumere l’aspetto di un’opera d’arte e la vera sfida, alla fine, non è fra l’investigatore e l’assassino, ma fra il lettore e l’autore di questo romanzo tanto stupefacente quanto seducente.
Milady
Paul Morand
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 100
«Il comandante», così tutti lo conoscono a Saumur, che con la sua Scuola di cavalleria è per la Francia ciò che San Pietro è per la cristianità, è reduce da un matrimonio infelice, conclusosi con un divorzio che economicamente lo sta dissanguando e di cui ha anche colpa la sua passione per l'equitazione. Di venti anni più giovane, sua moglie Eliane in sella non sapeva stare e non voleva nemmeno imparare. E inoltre lo tradiva... «Le donne più mi hanno fatto soffrire, più mi hanno fatto disperare - ha confidato Gardefort a un amico - e più mi sono dedicato ai cavalli». Finalmente un giorno ha incontrato Milady e con lei ha avuto l'illusione di essere ancora vivo… Con i suoi 13 corti capitoli, questo delizioso e insieme amaro racconto di Paul Morand mette in scena la relazione straordinaria fra un vecchio ufficiale e la sua giovane giumenta: c'è il cerimoniale degli incontri quotidiani, la tenerezza dei loro corpo a corpo, lo scambio di sguardi, di attenzioni e di carezze, l'armonia raggiunta nella sottomissione dell'animale al suo «signore». È un rapporto che ha tutti gli elementi di una storia romantica e insieme di una storia d'amore, stravagante e alla fine tragica. Edizione numerata da 1 a 1000.
Casanova
Stefan Zweig
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 130
Quando, alla fine degli anni Venti del Novecento, Stefan Zweig scrisse una biografia di Casanova in quanto «poeta della sua vita», la figura di quest'ultimo, così come le sue "Memorie", censurate, storpiate e mal tradotte, era ancora avvolta nei fumi della leggenda e dello scandalo: libertino, truffatore, corruttore, blasfemo… Con intelligenza e empatia, servendosi di uno stile coinvolgente e ricco di sottigliezze, Zweig ne mise in luce l'unicità e la straordinarietà all'interno di un secolo, il Settecento, dove di avventurieri e di seduttori ce n'erano a dozzine, eppure di Casanova e come Casanova c'era solo e soltanto lui, inimitabile. Ritratto di un uomo amante della vita, libertario e aristocratico, anarchico e però uomo d'ordine, moralista nel suo non essere schiavo delle passioni, "Casanova" di Zweig esce ora con una nuova e smagliante traduzione a festeggiare il 300° anniversario della nascita del più celebre veneziano di tutti i tempi. Edizione numerata da 1 a 1000.
Juan Belmonte Matador Di Tori. La sua vita, le sue gesta
Manuel Chaves Nogales
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 350
"Juan Belmonte matador di tori", di Manuel Chaves Nogales, che per questa nuova edizione si avvale della traduzione e della cura di un aficionado di eccezione come Matteo Nucci, è in assoluto la più bella biografia su di lui mai pubblicata. Giornalista di punta, colto e brillante, Nogales era perfettamente consapevole di quanto quel mondo rappresentasse una certa Spagna e del resto per pittori, scultori, poeti e romanzieri spagnoli la corrida è stata sempre una grande passione. Da Goya a Zuluaga a Picasso, da de Alarcón a Bergamín a Machado, a García Lorca, da Savater a Barceló a Pérez-Reverte l’elenco è imponente e arriva sino ai nostri giorni. Juan Belmonte non era solo un torero, ma un tipo umano, un emblema, era il bambino senza nemmeno la licenza elementare che per descrivere l’andare e venire del toro intorno alla muleta citava «l’aria soave dei lenti giri» di cui parlava il poeta Rubén Dario. Sapeva da dove veniva, conosceva i bisogni della povera gente, incarnava l’idea e la possibilità di una Spagna diversa, più umana e più giusta. Raccontato in prima persona, come se fosse lo stesso Belmonte a prendere la parola, "Juan Belmonte matador di tori" ha l’andatura di un romanzo picaresco, sincero, umano, allegramente malinconico, gonfio di vita, scritto con uno stile trascinante. Edizione numerata da 1 a 1000. Traduzione, prefazione e curatela di Matteo Nucci.
La tomba di Lenin. Gli ultimi giorni dell'Impero sovietico
David Remnick
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 800
Quando David Remnick arrivò a Mosca nel 1988, come corrispondente del «Washington Post», le riforme di Gorbaciov erano già cominciate, ma la più importante di esse non aveva a che fare con nuovi indirizzi economici, con lo snellimento della burocrazia, con la revisione e la riduzione del potere politico rappresentato dal Partito rispetto alla società civile. Riguardava invece, come poté constatare, la verità e il suo ripristino, un'ansia e un sentimento di verità su quello che era stato il brutale passato sovietico, su quello che era il suo desolante e desolato presente. Come un irresistibile eccitante, ogni nuova rivelazione ne stimolava un'altra e presto il processo divenne inarrestabile… Questo spiega perché il ritorno della storia sia il tema di "La tomba di Lenin" e insieme l'essenza della rivoluzione che rovesciò il sistema sovietico. Durante quegli anni di radicali sconvolgimenti politici e sociali Remnick girò l'Unione Sovietica in lungo e in largo. Visitò le Terre Nere del Sud, le coste più lontane dell'impero e i lager della Kolyma, le città minerarie del Nord, le Repubbliche baltiche in fermento; andò nelle stazioni ferroviarie a parlare con i ladri e i mendicanti, con i viaggiatori; andò nei palazzi della politica, nelle lussuose residenze che ospitavano la nomenklatura del Regime e nelle semplici abitazioni degli intellettuali e dei dissidenti. Come in un grande romanzo russo, tutti avevano la loro verità da raccontare e hanno contribuito a comporre il ritratto di un popolo consapevole che la storia si andava agitando sotto i suoi piedi. Tutto ciò fa di "La tomba di Lenin", Premio Pulitzer alla sua uscita, qualcosa che va oltre il giornalismo, un contributo senza pari sul perché della caduta dell'Unione sovietica e insieme la narrazione in presa diretta di un momento straordinario nella storia dello spirito umano. Scritto a distanza di settant'anni da "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", di John Reed, "La tomba di Lenin" ne è idealmente il capitolo mancante, tragico epitaffio della fine dell'impero sovietico, ma non, come allora ci si era illusi, della «fine della storia». Prima edizione italiana. Edizione numerata da 1 a 1000.
Annibale Radicati di Cocconato. Il cavaliere senza testa. Vita, amori e morte di un «eroe» di Alexandre Dumas
Massimo Novelli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 200
Negli ultimi decenni del 1500, in una Francia insanguinata dalle guerre di religione e lacerata dagli intrighi dei duchi de Guise, del re di Spagna e dell'imperatore d'Austria, si consuma la vita del conte piemontese Annibale Radicati di Cocconato. Vita breve e maledetta, tra amori, tradimenti, duelli e spionaggio, che ebbe fine quando fu decapitato a Parigi, il 30 aprile del 1574, con l'accusa di avere complottato contro il re. Accadeva sotto il regno di Carlo IX di Valois-Angoulême, anche se il potere era nelle mani di sua madre, Caterina dé Medici. Alexandre Dumas ne fece uno dei protagonisti de "La Regina Margot". Lo scrittore giocava però con la Storia, la piegava alla fantasia. La Storia con la «esse» maiuscola, invece, da tempo aveva occultato il conte di Cocconato: Voltaire lo ricordò soltanto come quello al quale tagliarono il collo. Altri studiosi lo archiviarono tra i sicari cattolici che, il 24 agosto del 1572, durante la Notte di San Bartolomeo, trucidarono migliaia di protestanti. Ma Radicati fu davvero quel mostro descritto dagli storici? Il libro di Massimo Novelli, più romanzesco d'un romanzo d'avventure, ricostruisce la sua vera esistenza, con carte e testimonianze inedite. Ne emerge il ritratto di un avventuriero filosofo, di un soldato coraggioso e di un agente segreto forse fedele solo al Duca di Savoia, che fu condannato a morte come capro espiatorio per coprire le colpe dei «Grandi»: un gentiluomo moderno, insomma, scettico e ironico, che non credeva né a Dio né al diavolo.
C'era una volta Hollywood
David Niven
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 350
Nel 1934 il poco più che ventenne David Niven arrivò negli Stati Uniti per fare il piazzista di liquori, dopo che sino a un paio d'anni prima aveva fatto parte della fanteria britannica, come da tradizione di famiglia. Era brillante, sportivo, ben educato e se come venditore prima, come organizzatore di corse di ponies dopo, si sarebbe rivelato un disastro, non gli mancava la faccia tosta e un perenne sorriso sulle labbra. Come per caso, un giorno si ritrovò in uno studio cinematografico, comparsa a due dollari al giorno in un film dove faceva un peone messicano. Nel giro di pochi anni divenne una star. "C'era una volta Hollywood" sono le memorie più divertenti e meglio scritte su quella che è stata e rimane la Mecca del cinema. Sfilano nelle sue pagine i ritratti degli amici più cari di Niven, Clark Gable, Humprey Bogart, Gary Cooper, Errol Flynn, i registi più eccentrici, da Lubitsch a Wyler a Chaplin, i produttori più celebri, compreso Sam Goldwin che lo licenziò, i parties più pazzi, quelli di Jean Harlow, Joan Crawford, Claudette Colbert, Greta Garbo, le croniste più pettegole, Hedda Hopper, Louella Parsons... Ribattezzata dallo stesso Niven "Lotus Land", Hollywood fu dagli anni Trenta agli anni Sessanta la terra incantata in cui egli si mosse da par suo, con quel british touch che lo rendeva unico e con la capacità di non prendersi mai troppo sul serio, essendo sempre a suo agio, si trattasse di frequentare divi, divine e teste coronate, ma anche cowboys, marinai, attori senza talento e giocatori di professione. "C'era una volta Hollywood" ha l'effervescenza, la luminosità e la leggerezza del miglior champagne che a un lettore possa capitare di bere. Prima edizione italiana. Edizione numerata da 1 a 1000.
L'orgia perpetua
Mario Vargas Llosa
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 260
Nell'estate del 1959 il ventitreenne Mario Vargas Llosa arrivò a Parigi con poco denaro in tasca e la promessa di una borsa di studio. La prima cosa che fece fu di entrare in una libreria del Quartiere latino e comprare una copia di "Madame Bovary" nelle edizioni dei Classiques Garnier. Cominciò a leggerla nella stanzetta di un albergo non lontano dal museo Cluny: «Erano anni che nessun romanzo vampirizzava così rapidamente la mia attenzione» racconterà in seguito. È allora che comprese «quale scrittore mi sarebbe piaciuto essere» e che «da quel momento e sino alla morte avrei vissuto innamorato di Emma Bovary». "L'orgia perpetua" è l'omaggio di un grande scrittore al maestro di tutti i grandi scrittori della modernità, un omaggio che è insieme una rilettura tanto partecipe e affettuosa quanto lucida e attenta, non un saggio critico, di critica letteraria in senso stretto, bensì l'opera di chi della lettura si alimenta e vive e nella scrittura alimenta e fa rivivere. Il titolo rimanda a una frase dello stesso Flaubert: «Il solo modo di sopportare l'esistenza è stordirsi nella letteratura come in un'orgia perpetua» e proprio questo concetto Vargas Llosa riprende, espande e fa suo nel raccontare il potere magico che hanno certi romanzi, il piacere e insieme lo smarrimento che ci fanno provare, l'antidoto necessario al male di vivere che è sempre in agguato. Edizione numerata da 1 a 1000.
Il tempo che fugge
Robert Brasillach
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2024
pagine: 250
Un'isola incantata delle Baleari, due bambini, René e Florence, cugini fra loro ed entrambi orfani, un tutore bizzarro, un'infanzia selvaggia con un Eden terrestre come spazio e un arco temporale che arriva all'adolescenza e che quel paradiso è chiamato a scandire. Il primo a lasciarlo sarà René, sedicenne studente che si trasferisce in quella Parigi del primo Novecento che pochi come Robert Brasillach hanno saputo raccontare. Porta con sé il bagaglio di un bohémien di provincia pronto a infiammarsi più per le immagini che per le idee. È un istintivo, un eterno in-seguitore di chimere… E Florence? Già nei giorni magici maiorchini ha confusamente avvertito che sarà René l'amore di una vita e per la vita: trasferitasi anche lei a Parigi, ha atteso fiduciosa e finalmente René è tornato… Romanzo del tempo e sul tempo, della memoria e sulla memoria, della giovinezza e sulla giovinezza, Brasillach trasforma quest'ultima non in un'età, ma in una concezione del mondo che, in quanto tale, annuncia sempre nuove aurore. Delinea un'estetica della vita che è anche un'etica, vale a dire un modo di affrontare l'esistenza e con "Il Tempo che fugge" ci dà il suo capolavoro. Edizione numerata da 1 a 1000. Prefazione di: Riccardo Paradisi
All'ultimo sangue. Ediz. numerata
Olivier Rolin
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2024
pagine: 192
“Chi ha visto erigersi davanti agli occhi, sotto lo sfolgorante cielo azzurro di giugno, questi due tremendi capolavori della guerra civile, non lo dimenticherà mai”. In un capitolo dei Miserabili, Victor Hugo ricorda così le due più formidabili barricate dell’insurrezione parigina del giugno 1848 di cui fu testimone, ma anche protagonista. Alla testa di una di esse c’è un ragazzo tragico, operaio meccanico, dietro l’altra un truculento gigante, ex ufficiale di marina. “Emmanuel Barthélemy, l’operaio, e Frédéric Cournet, il marinaio, non sono dei personaggi di fantasia: sono realmente esistiti. Per quanto si siano battuti dalla stessa parte in quei giorni sanguinosi, diverranno nemici mortali. Hugo riassume il loro destino furiosamente romanzesco e romantico in poche righe che mi hanno dato voglia di ricostruire dall’inizio alla fine, da Parigi a Londra, la storia incrociata di due figure dimenticate delle rivoluzioni del XIX secolo. Si vedono in essa barricate, il carcere, evasioni, un colpo di Stato, un duello mortale, un certo numero di omicidi, il patibolo e vi fanno la loro comparsa figure come Karl Marx e Napoleone III. E lo stesso Victor Hugo, e scusate se è poco. Questo è il libro”. Olivier Rolin.
La spia perfetta. Vita e morte di Richard Sorge
Owen Matthews
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 450
Tedesco da parte di padre, russo e nato a Baku da parte di madre, volontario nelle file della Wermacht nella Prima guerra mondiale, più volte ferito e decorato al valore militare, agitatore comunista nell'Europa degli anni Venti e membro del Comintern sovietico, infine agente doppiogiochista in Cina e poi in Giappone negli anni Trenta, Richard Sorge è considerato la più grande spia del XX secolo. Fu lui che trasmise a Stalin la data dell'attacco di Hitler all'Urss e del Giappone agli Stati Uniti, nonché la non volontà giapponese a invadere la Siberia nel 1941. Non ebbe mai bisogno di scassinare casseforti, perché i documenti gli venivano mostrati dai loro proprietari, non usava armi per penetrare là dove gli interessava, perché le porte gli venivano aperte dai custodi del segreto…Il giorno in cui lo arrestarono, i poliziotti giapponesi misero i sigilli a una casa che conteneva più di mille libri sul sol Levante, usi, tradizioni e costumi, economia e politica, pensiero militare… Mai fino a oggi la storia di Sorge era stata raccontata dal lato russo, come fa in questo libro Owen Matthews, che ha potuto avvalersi degli archivi sovietici nonché delle testimonianze di chi, su quello stesso fronte, lo conobbe e lavorò con lui. Il risultato è, sotto questo profilo, il saggio più completo e definitivo in materia e che getta altresì una nuova luce su aspetti rimasti finora sconosciuti di un'epoca tanto tragica quanto affascinante. Richard Sorge morirà impiccato il 7 novembre del 1944. Il procuratore Yoshikawa, che istruì la sua condanna, disse: «In tutta la mia vita non ho mai incontrato un uomo di tale levatura». Ian Fleming lo definì «la spia più formidabile della storia», e con questo suo libro Owen Matthews ce ne restituisce la grandezza.
Supervagamondo. Viaggi e paesaggi, luoghi e incontri, miti e snobismi
Stenio Solinas
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 780
"Supervagamondo" è un diario di bordo e insieme la mappatura di una particolare geografia politica, intellettuale e sentimentale, fatta di incontri, nomi, luoghi, paesaggi con figure e paesaggi con rovine. C'è la Russia della Rivoluzione d'Ottobre, con i suoi lutti e tragedie, eroi, vittime e canaglie, e quella attuale, con il lamento per l'Ucraina come sottofondo, ennesimo capitolo di una storia che non sembra trovare la sua conclusione. C'è l'ultima colonia del XX secolo, Gibilterra, e l'ancora e sempre medioevo meccanizzato dell'Afghanistan; ci sono la sterminata spiaggia indiana di Alang, dove la modernità divora e risputa sé stessa, e i tristi tropici cubani di un post-castrismo che ormai celebra solo la propria sopravvivenza. E ancora, in una dimensione più intima e privata, frutto del rapporto fra il paesaggio e chi in qualche modo ha finito per incarnarvisi, il Kenia di Karen e Bror Blixen; la pampa dell'argentino Güiraldes, l'Irlanda dolce e disperata di James Joyce e Bobby Sands, la Fiume dannunziana, la casa-museo che John Soane eresse a propria immagine e somiglianza… Corollario a questo sentimento dei luoghi e del tempo, ci sono i ritratti di scrittori-viaggiatori come de Monfreid e Burton, romanzieri come Hemingway e Gary, avventurieri come il colonnello Lawrence, intellettuali inquieti come Koestler. Del loro percorso l'autore isola i momenti particolari che segnarono un cambiamento nel modo di essere: la fine di un'amicizia, la nascita di un amore, la scoperta o l'abiura di una fede politica… Infine, "Supervagamondo" è il resoconto, nel XXI secolo, di ciò che ancora ieri, «quando viaggiare era un piacere», teneva banco: una certa idea di bellezza, una certa idea di stile, lo snobismo e il dandismo con tutto il loro corredo romantico, ma anche triviale. L'omaggio malinconico e commosso a un «come eravamo» che non tornerà più.

