SE: Piccola enciclopedia
L'essere nel naufragio e altri scritti
Karl Jaspers
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 104
«Se una tecnica straordinaria dovesse produrre qualcosa di impensabile, essa potrebbe ugualmente produrre inconcepibili distruzioni. Se esiste la possibilità di annientare con mezzi tecnici i fondamenti di ogni ordinamento dell’esserci umano, non v’è dubbio che un giorno questo si verificherà. Noi possiamo solo ostacolare, differire, prolungare il tempo che ci separa da quel giorno. Ma, secondo ogni esperienza degli uomini nella storia, anche la cosa più terribile, solo che sia possibile, viene prima o poi, in un modo o nell’altro realizzata. Alla fine c’è il naufragio. Non basta: il naufragio è in agguato alla fine di tutto quel che viene raggiunto mediante il pensiero. Inserito negli schemi della logica, naufraga quel che era valido nella sfera del relativo. Quello che si sa, spinto ai suoi limiti, si viene a trovare di fronte ad antinomie insuperabili. Al di là dei limiti del sapere, s’impone, sempre più invadente, la verità irrazionale. Naufraga, per l’orientazione del mondo, il mondo stesso in quanto esserci, non potendo esser compreso per se stesso e in base a se stesso. [...] Naufraga nel rischiaramento dell’Esistenza la splendida autonomia dell’Esistenza. [...] Naufraga nella Trascendenza il pensiero che si abbandona alla passione per la notte».
Le foreste del Maine. Chesuncook
Henry David Thoreau
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 128
«Anticamente i re inglesi consideravano le foreste indispensabili per i loro svaghi e per la caccia, e talvolta distruggevano i villaggi per accrescere l’estensione di quelle esistenti o per crearne di nuove; io penso che fossero animati da un autentico istinto vitale. Perché non dovrebbe esser così anche per noi, che abbiamo rinunciato all’autorità del re, che abbiamo le nostre risorse nazionali, dove non è necessario distruggere villaggi, dove possono sopravvivere l’orso e la pantera e persino qualche esemplare della razza dei cacciatori, senza essere “civilmente” cancellati dalla faccia della terra? Perché allora non difendiamo le nostre foreste, non solo per far divertire il re, ma per salvare, lui, il re, il signore della creazione, – non per lo svago o per il cibo, ma per lo spirito e per la sua autentica rigenerazione? O vogliamo, da stolti, dissodarle tutte distruggendo il nostro stesso territorio?».
Manuale
Epitteto
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
Ora la noncuranza delle cose di fuori, ingiunta da Epitteto e dagli altri stoici, viene a dir questo appunto, cioè non curarsi di essere beato né fuggire di essere infelice. Il quale insegnamento, che è come dire di dovere amar se medesimo con quanto si possa manco di ardore e di tenerezza, si è in verità la cima e la somma, sì della filosofia di Epitteto, e sì ancora di tutta la sapienza umana, in quanto ella appartiene al ben essere dello spirito di ciascuno in particolare. Ed io, che dopo molti travagli dell’animo e molte angosce, ridotto quasi mal mio grado a praticare per abito il predetto insegnamento, ho riportato di così fatta pratica e tuttavia riporto una utilità incredibile, desidero e prego caldamente a tutti quelli che leggeranno queste carte la facoltà di porlo medesimamente ad esecuzione. (Dal «Preambolo del volgarizzatore» di Giacomo Leopardi). Postfazione e commento di Antonio Banfi.
Ragione e antiragione nel nostro tempo
Karl Jaspers
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 112
Per Jaspers la ragione è un polo intrascendibile del nostro essere, l'altro è l'esistenza. L'esistenza è la sorgente e il limite dell'attività razionale; ma non esiste un altro organo o un altro atteggiamento dell'uomo che ci permetta di superare questo limite e di entrare in un rapporto immediato e incondizionato con l'essere; e ciò perché la ragione non è un principio a sé stante ma una possibilità dell'esistenza, anzi l'esistenza stessa in quanto si illumina nelle sue possibilità, nel suo essere "esistenza possibile", nel suo essere "ricerca dell'essere". Questo ruolo ineliminabile e decisivo della ragione si va sempre più accentuando nella filosofia di Jaspers, com'è attestato anche da una dichia-razione autobiografica contenuta nella presente opera: "Decenni or sono ho parlato di filosofia dell'esistenza [...]. Oggi preferisco dare alla filosofia il nome di filosofia della ragione, poiché sembra urgente sottolineare questa sua antichissima natura. Se la ragione va perduta, con essa va perduta anche la filosofia. Il suo compito fin dall'inizio è stato, e rimane, quello di attingere la ragione, di co-stituirsi in quanto ragione, e più precisamente in quanto ragione autentica, dell'intelletto vincolante e appropriandosene totalmente, non si invischia nelle angustie dell'intelletto". (Dallo scritto di Pietro Chiodi)
Ricordi del mio eremo
Kamo no-Chömei
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
«L’ombra della luna della mia vita declina, e ciò che rimane della mia esistenza è prossimo all’orlo dei monti. Presto dovrò affrontare le tenebre dei tre cammini: per che cosa, dunque, serbar rimpianti? Il Buddha ha insegnato agli uomini a non nutrire affezione per nessuna cosa che sia di questo mondo. Dunque, anche il mio amore per questa capanna d’erbe è da ritenersi un peccato, e il mio attaccamento a questa quiete è anch’esso un impedimento alla salvezza dell’anima. Perché, allora, perdere del tempo prezioso a narrare i miei piaceri vani?».
Sguardi sul passato
Vasilij Kandinskij
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 96
«Guardo spesso indietro nel mio passato e mi dispera il tempo che ho impiegato a trovare questa soluzione. Ho una sola consolazione: quella di dirmi che mai ho potuto usare forme procedenti da vie logiche, ma solo quelle che un interno impulso faceva nascere in me. Mai ho potuto “combinare” una forma: ogni forma voluta mi ripugnava. Quelle di cui mi sono servito nascevano spontaneamente, mi si presentavano già pronte davanti agli occhi, non mi restava che copiarle; oppure si formavano mentre lavoravo e spesso avevano il potere di sorprendermi. Con gli anni appresi a guidare un poco questa forza creatrice. Mi sono esercitato a non lasciarmi semplicemente andare, ma a dirigere e a frenare la forza che opera in me. Con gli anni ho imparato che il lavoro con il batticuore, un senso di oppressione al petto e di angoscia in tutto il corpo, con dolori intercostali, non basta. Può salvare l’artista ma non la sua opera. Il cavallo porta il cavaliere con forza e velocità, ma il cavaliere guida il cavallo. Il talento trascina l’artista con forza e rapidità verso grandi altezze, ma l’artista conduce il suo talento».
Lettere a André Gide
Marcel Proust
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
Nel 1912 Proust scrisse a Gaston Gallimard proponendogli la pubblicazione di una parte della Recherche, che a quel tempo non aveva ancora terminato. Il manoscritto venne affidato a Gide, condirettore della prestigiosa «Nouvelle Revue Française», ed egli, che reputava Proust un dilettante mondano, dopo una frettolosa lettura diede un parere negativo. Dopo questo primo e superficiale giudizio, Gide riconobbe il proprio sbaglio, e nel gennaio del 1914 scrisse all’autore: «Aver rifiutato questo libro rimarrà il più grave errore della N.R.F. – e (poiché ho la vergogna di esserne in gran parte responsabile) uno dei rimpianti, dei rimorsi più cocenti della mia vita». Da questo momento e fino alla morte di Proust, avvenuta nel 1922, tra i due scrittori si intreccia un carteggio (di cui ci è rimasta soltanto una parte) di grande intensità intellettuale e spirituale, dove l’ammirazione reciproca e le riflessioni sulla scrittura e sulla vita offrono al lettore un documento di eccezionale importanza per comprendere a fondo la personalità di due «grandi» del Novecento. Alle lettere fa seguito, in appendice, il Biglietto a Angèle, un testo del 1921 in cui Gide pone in risalto con estrema sottigliezza le novità apportate dal capolavoro proustiano.
Il lamento della pace
Erasmo da Rotterdam
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 128
«Ogni volta che le Sacre Scritture designano la felicità perfetta, lo fanno col nome della pace. Isaia ad esempio dice: “Il mio popolo dimorerà nello splendore della pace”. E altri: “La pace sopra Israele”. Isaia ancora parla con ammirazione di “coloro che annunciano la pace, annunciano il bene”. Chiunque annuncia Cristo, annuncia la pace; chiunque predica la guerra, predica chi è più diverso da Cristo. Suvvia dimmi, cosa spinse il Figlio di Dio a scendere in terra, se non la riconciliazione del mondo col Padre, la fusione degli uomini fra loro mediante l’amore reciproco e indissolubile, e infine l’instaurazione della sua stessa amicizia con l’uomo? Era stato inviato dunque come mio ambasciatore, sosteneva la mia causa. […] Medita fin d’ora su tutto ciò, o guerriero: se si è contaminati da guerre intraprese e condotte per ordine divino, quale non sarà l’effetto di quelle ispirate dall’ambizione, dalla collera, da una furia cieca? Se un pio sovrano fu macchiato dallo spargimento di sangue infedele, quale non sarà l’effetto di un così copioso spargimento di sangue cristiano?».
Il libro dell'estinzione nella contemplazione
Muhyî-d-Dîn Ibn Arabî
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
"Il libro dell'estinzione nella contemplazione" è uno dei numerosi trattati brevi di Ibn 'Arabi, "il più grande Maestro" sufi (nato nel 1165 a Murcia, in Spagna, e morto nel 1240 a Damasco), che si situano spesso ai margini delle sue opere maggiori. Tesi fondamentale del trattato è che la Realtà Essenziale divina, la meta della Via della conoscenza metafisica, può essere contemplata soltanto attraverso una realizzazione che è, da una parte, estinzione di quanto nell'essere o nell'occhio contemplante vi è di contingente e relativo, e dall'altra permanenza di quanto vi è in esso di assoluto e necessario. Quello che viene meno è per definizione caduco e in via di estinzione da sempre, ciò che permane è immutabilmente identico dall'eternità. La sola Visione appare come nuova all'occhio contemplante, ed essa è l'attributo proprio di quel vertice della realizzazione metafìsica che vien detto "Stazione della Quiete e della Sussistenza Immutabile". La Via per giungervi è esoterica: solo gli iniziati, i Conoscenti, potranno attingere la Visione Suprema, conseguente all'Estinzione metafisica e coincidente con il Levarsi del Sole essenziale. Postfazione e note di Michel Valsan.
Aforismi sulla natura
Johann Wolfgang Goethe
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 104
"Per Goethe la natura è vivente e divina, per la scienza moderna è morta, o comunque inferiore all'uomo: qui sta la frattura. Nei due casi si guarda ai fenomeni con occhio diverso. Da un lato, l'oggetto cui ci si rivolge è res extensa, pura quantità, o comunque una selvaggina da catturare, uno strumento da forgiare secondo l'utilità dell'uomo, da interpretare secondo un finalismo terreno, un problema per l'intelletto, una catena di cause ed effetti; dall'altro, la natura è - spinozianamente - la divinità, l'oggetto limitato contiene, alla maniera rinascimentale, l'infinito, e ogni cosa è, come già pensavano i greci, un'individualità essenziale." (Dallo scritto di Giorgio Colli)
L'ano solare
Georges Bataille
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
«I due principali movimenti sono il movimento rotativo e il movimento sessuale, la cui combinazione è espressa da una locomotiva composta di ruote e pistoni. Questi due movimenti si trasformano l'uno nell'altro reciprocamente. È così che si vede che la terra girando fa accoppiare gli animali e gli uomini e (poiché il risultato è tanto la causa quanto ciò che lo provoca) che gli animali e gli uomini fanno girare la terra accoppiandosi. È la combinazione o trasformazione meccanica di questi movimenti che gli alchimisti ricercavano sotto il nome di pietra filosofale. È per l'impiego di questa combinazione di valore magico che la situazione attuale dell'uomo è determinata in mezzo agli elementi ». Con uno scritto di Sergio Finzi.
Sul matrimonio-Brindisi a Katja
Thomas Mann
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
"L’apologia del matrimonio contenuta nel saggio del 1925, «un documento abbastanza vasto, altamente morale, e contiene anche una discussione di principio sull’omosessualità», coincide col cinquantesimo compleanno di Mann, il secondo grande momento della sua fama (il terzo fu dopo il 1945), e anche con gli sforzi di restaurazione morale che compiva la Germania di Weimar nella crisi degli anni Venti. Il libro-inchiesta sul matrimonio curato dal filosofo della cultura H. Keyserling, in cui apparve anche il saggio di Mann, voleva essere un contributo a questa campagna. Il saggio – in cui il Mann ufficiale parla col tono più ufficiale possibile, ma conforme a quanto ha elaborato nell’ultimo decennio, dopo la trionfale «agnizione» – giunge alla conclusione che il matrimonio sia equiparabile all’arte in quanto entrambi rappresentano l’eterno umano, che si modifica ma non perisce, in quanto in entrambi l’inclinazione, il capriccio, l’ispirazione soggettiva si sottomettono a una specie di patto etico-formale: sono Lebensbürgerlichkeit, ossia «servizio borghese alla vita», ed entrambi un sacramento, perché è nei sacramenti che lo spirito si fonda sulla materia, la carne, il sangue." (Dallo scritto di Anna Maria Carpi)