SE: Piccola enciclopedia
Kafka, Freud, Scholem. La forte luce del canonico
Harold Bloom
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 112
«Scholem, in modo specifico, Freud, in modo più indiretto, e Kafka, nel suo modo ambiguo e spettrale, dimostrano che ogni tradizione normativa, come ogni personalità normativa, è sopra tutto una serie di maschere mobili. Quel che si maschera è il cambiamento e la necessità del cambiamento. Il giudaismo normativo ha le sue imponenti continuità, che però non sono così imponenti né così continue come dicono di essere. Osservando i miei numerosi studenti, rifletto sulla guisa in cui molti di loro sono, in un modo o nell’altro, ebrei: in modo confuso, ambivalente, ambiguo e parziale. Le cose stanno così e così staranno. Quel che si dà come giudaismo normativo non parla loro, come non parla a me. Kafka, Freud e Scholem, triade dissimile ma inevitabile, parlano ai miei studenti come parlano a me. L’alta cultura ebraica, intellettualmente parlando, è oggi un amalgama di letteratura fantastica, di psicoanalisi e di una specie di Cabala. Come un’alta cultura ebraica possa proseguire in assenza di un giudaismo, è una questione assai curiosa. Ma, se anche dovesse svilupparsi un giudaismo, per venire incontro alla questione, sembra improbabile che una tale spiritualità possa avere una certa continuità con la tradizione normativa. È più probabile che qualsiasi spiritualità di questo tipo riceverebbe la sua informazione ebraica dagli scritti di Kafka, di Freud e di Gershom Scholem».
Trattato zen sulla salute. Yasenkanna
Zenji Hakuin Ekaku
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
Hakuin Ekaku (1685-1768) è una delle più grandi figure del Buddhismo giapponese. Dopo un periodo di profondo declino dello Zen, Hakuin, infatti, fu il primo a creare e organizzare il sistema basato sulla pratica del Kōan, oggi così diffuso e perfezionato nella setta Rinzai, e svolse una vasta e intensa opera di volgarizzazione dei princìpi di questa dottrina. La sua personalità estremamente dinamica era incline a profonde esperienze spirituali, maturate attraverso una dura e instancabile pratica dello Zazen. Il suo fervore e la sua determinazione lo condussero, però, a sottovalutare l’importanza che il corpo riveste nel delicato equilibrio di una giusta pratica, esponendolo alla cosiddetta «malattia dello Zen». Nello Yasenkanna Hakuin narra le vicende e le modalità che lo condussero a contatto con l’eremita Hakuyū, dal quale ricevette l’insegnamento segreto della Contemplazione Interiore (Naikan), che gli consentì di recuperare la salute fisica e spirituale.
Elogio della quiete
Matsuo Bashô
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 96
«Apro dunque con tristezza la finestra per mitigare almeno un poco la malinconia del viaggio e contemplo il tenue chiarore della luna dopo il crepuscolo, e il Fiume d’Argento in mezzo al cielo e il vivido bagliore delle stelle, ma l’animo mi manca e le viscere mi si straziano per la tristezza quando odo il fragoroso frangersi dei marosi che si avventano dall’alto mare contro gli scogli: non riesco a riposare sul mio guanciale d’erba e di continuo bagno senza un motivo preciso le maniche della mia veste (tinta) d’inchiostro».
Rainer Maria Rilke. Un incontro
Lou Andreas-Salomé
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 128
"Rappresenta un'esperienza di scrittura insolita, nell'intimità del dialogo fra Lou Andreas-Salomé e il poeta, la monografia che lei volle dedicargli subito dopo la sua morte il 29 dicembre 1926. Pubblicato nel 1928, Rainer Maria Rilke. Un incontro raccontava "un incontro" senza precedenti. Vi erano trascritti, è vero, passi interi di un dialogo epistolare all'epoca ancora inedito, ma non si trattava qui di ricostruire un rapporto di amicizia o di salvaguardarne la memoria: il lavoro del lutto da cui il saggio prendeva avvio era, appunto, soltanto l'avvio di una valutazione complessiva dell'itinerario umano e poetico di Rilke. L'abituale agilità della scrittura di Lou Andreas-Salomé nel contravvenire alle regole dei generi letterari permetteva anche qui, allo stile, di muoversi fra l'indagine critica, il trattato scientifico, la prosa poetica, ma il suo libero movimento corrispondeva d'altro canto alla necessità di montare, in forma narrativa, un insolito dialogo. Al di là del dialogo, e a quasi un secolo dalla sua pubblicazione, l'intelligenza critica di queste pagine rimane incontestata." (Amelia Valtolina)
Michael Kohlhaas
Heinrich von Kleist
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 128
Nel celebre saggio sui racconti di Kleist che accompagna questo volume, Thomas Mann scrive: «Quanto al Kohlhaas è superfluo far notare l’enorme altezza di questo che è forse il più forte racconto in lingua tedesca. Con libertà poetica si ispira a una vecchia cronaca, poiché Kohlhaas, Hans di nome e non Michael, visse realmente e da un sentimento del diritto “simile alla bilancia dell’orafo”, dalla passione per la giustizia, dall’indignazione per “la fragilità del mondo”, si lasciò trascinare a gesta atroci che Lutero condannò e che noi non possiamo disapprovare del tutto, e però acconsentiamo con lui che la sua testa cada sotto la mannaia del carnefice dopo che il suo diritto, selvaggiamente difeso ma sacro, è stato affermato. Quest’uomo, del quale Kleist narra il destino quasi con volto impassibile, senza mai alzare la voce, facendo però ondeggiare i nostri sentimenti tra la simpatia e il raccapriccio, appare in alcuni punti, per la sua frenesia terroristica di migliorare il mondo, totalmente impazzito, con quelle sue “ordinanze kohlhaasiane” che egli emana dalla sede del suo “provvisorio governo del mondo” […]. Kleist mostra anche, in maniera divertente e con una comicità colma di disprezzo, in quale imbarazzo venga a trovarsi una società, che di solito non si sarebbe curata minimamente della violazione del diritto, per opera di un uomo che non è disposto a subirla».
L'assassinio come una delle belle arti
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 112
La fama di Thomas De Quincey (1785-1859), riscoperto e celebrato nel nostro secolo dai surrealisti, è soprattutto legata a due opere: l'autobiografia "Confessioni di un mangiatore d'oppio "(1821) e il trattatello "L'assassinio come una delle belle arti" (1827), che qui si propone nella versione di Massimo Bontempelli. Come scrive Mario Praz nello studio che accompagna il testo, "De Quincey ebbe un morboso interesse per i processi criminali e da questa materia trasse ispirazione per la sua opera". Fantasia nera e umoristica di un genere che ebbe splendida fioritura nell'Inghilterra fra Sette e Ottocento, "L'assassinio come una delle belle arti" argomenta con capziosa ironia un'estetica del delitto che preannuncia il decadentismo.
Il cappotto
Nikolaj Gogol'
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 96
“Il cappotto” (1842) di Gogol’ viene qui presentato nella versione di un traduttore d’eccezione, il poeta Clemente Rebora. Tuttavia l’importanza di questa edizione è dovuta soprattutto al testo che affianca il capolavoro gogoliano, scritto da Rebora in occasione della prima edizione del libro, nel 1920. Nel lungo saggio dedicato al racconto, un’indagine minuziosa e mirabile che non ha forse eguali nell’Italia di quell’epoca, Rebora ci offre un’interpretazione che oltrepassa le letture canonizzate e i luoghi comuni che allora come oggi eludono le interrogazioni fondamentali della «parabola» gogoliana.
Chuang-tzu. Vita dell'uomo che diventò perfetto
Octavio Paz
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 80
«La società ideale di Chuang-Tzu è una società di saggi alla buona. Al suo interno non esistono governo, tribunali o tecnica; nessuno ha mai letto un libro; nessuno vuole guadagnare più del necessario; nessuno teme la morte perché nessuno ha nulla da chiedere alla vita. La legge del cielo, la legge naturale, governa gli uomini come governa il volgere delle stagioni. In questo senso, l’archetipo dei taoisti è lo stesso dei confuciani: l’ordine cosmico, la natura e i suoi incessanti cambiamenti. E tuttavia, nel campo della politica e della morale, così come in quello delle idee, la loro opposizione è irriducibile. La società di Confucio, imperfetta come imperfetta è ogni cosa umana, si realizzò e si convertì nell’ideologia e nel modello ideale di un impero che durò duemila anni. La società di Lao-Tzu e di Chuang-Tzu è irrealizzabile, ma la critica che entrambi muovono alla civilizzazione merita la nostra simpatia. La nostra epoca ama il potere, adora il successo, la fama, l’efficienza, l’utilità, e sacrifica tutto sull’altare di questi idoli. È consolante sapere che, duemila anni or sono, c’era chi predicava esattamente il contrario: l’oscurità, l’insicurezza e l’ignoranza, ossia la saggezza anziché la conoscenza».
Conversazioni
Maurice Merleau-Ponty
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 96
In queste intense conversazioni radiofoniche del 1948, l’allora quarantenne Maurice Merleau-Ponty traccia, per un grande pubblico, le linee direttrici di gran parte del suo lavoro successivo: il mondo della percezione, l’arte, la politica, l’animalità, l’uomo, la follia. Con un linguaggio limpido e immediato viene qui tratteggiata l’esigenza indemandabile di un pensiero che ritorni alle cose stesse, a quel mondo accessibile ai sensi che in ogni istante incontriamo. Inizia così a delinearsi un modo di far filosofia che influenzerà profondamente il pensiero contemporaneo. Merleau-Ponty, con lucidità e forza, e al di là di ogni pensiero nostalgico, ci pone di fronte alla necessità di restituire al nostro tempo una verità adeguata e, per questo, ancora e per sempre da scoprire. Poiché, come egli scrive, «la verità è che il nostro problema consiste nel fare nel nostro tempo, e attraverso la nostra esperienza, quel che i classici hanno fatto nel loro».
Kappa
Ryunosuke Akutagawa
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 96
«Prima di procedere nel racconto, penso di dover dire qualcosa sugli animali chiamati kappa. Taluni ancora dubitano della loro esistenza, che invece è reale, com’è vero che io stesso ho vissuto tra loro. Hanno capelli corti, e le dita delle mani e dei piedi congiunte da una membrana […]. In media, sono alti poco più di un metro. Secondo il dottor Chack il loro peso oscilla tra i nove e i dieci chili, ma alcuni eccezionalmente grossi raggiungono i venticinque chili. La parte superiore del loro cranio è concava, rotonda come una scodella, e pare che diventi sempre più dura col passar degli anni. […] Ma ciò che più colpisce nei kappa è la facoltà, ignota agli uomini, di cambiar colore a seconda del luogo in cui si trovano. […] I kappa devono avere un considerevole deposito di grasso sotto la pelle. Infatti non usano nessun indumento nonostante la temperatura piuttosto bassa – circa 10 gradi – del loro paese sotterraneo. Invece usano occhiali e portano con sé portasigarette, libri in edizioni tascabili e cose del genere, ma non per questo hanno bisogno di vestiti e di tasche, giacché, come i canguri, sono naturalmente forniti di una graziosa borsa sul ventre. La cosa che mi sembrò più curiosa è che essi non si coprono neppure con un perizoma». Pubblicato nel 1926, un anno prima della morte dell’autore, Kappa è il capolavoro di Ryūnosuke Akutagawa, qui riproposto nella versione di Mario Teti.
Il pensiero del fuori
Michel Foucault
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 80
"Il pensiero del fuori è il controcanto di Le parole e le cose. Se nel secondo di questi libri, infatti, Foucault analizzava, in modo mirabile, le strutture che permisero l’instaurarsi di un mondo tendente a definire, catalogare, ordinare, stabilire limiti, confini, mappature, nella più snella, ma non meno pregnante, riflessione/confronto con la scrittura di Maurice Blanchot, egli cerca di cogliere come le pratiche del discorso siano mutate e come le parole e le cose abbiano assunto un nuovo senso. Ciò che è mutato è il rapporto alla libertà. [...] Si tratta dunque di scrivere la libertà, di far sì che nella scrittura sia la libertà stessa a scrivere o, detto in altri termini, che la scrittura sia un atto di libertà e di liberazione. E Foucault, parlando dell’esperienza del fuori, indica esattamente una possibilità di svolta per il soggetto e per la sua liberazione." (Dallo scritto di Federico Ferrari)
La comunità inconfessabile
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 112
«Blanchot scrisse "La comunità inconfessabile" in risposta all'articolo che avevo pubblicato con il titolo La comunità inoperosa, mentre stavo già lavorando per ampliarlo in un libro. Fui colpito da questa risposta, anzitutto perché l'attenzione così marcata da parte di Blanchot dimostrava l'importanza del tema, non soltanto per lui ma, attraverso di lui, per tutti coloro che sentivano una necessità imperiosa, anche violenta, di rimettere in questione quel che il comunismo aveva occultato così potentemente come l'aveva fatto sorgere: l'istanza del «comune» – ma anche il suo enigma o la sua difficoltà, il suo carattere non dato, non disponibile, e in questo senso il meno «comune» del mondo. […] Ciò che è inconfessabile, non è indicibile. Al contrario, l'inconfessabile non finisce di essere detto o di dirsi nell'intimo silenzio di coloro che potrebbero ma non possono confessare. Immagino che Blanchot volesse intimarmi questo silenzio e quel che significa: ordinarmelo e farlo entrare nella mia intimità, come l'intimità stessa – l'intimità di una comunicazione o di una comunità, l'intimità di una sorta d'opera intima più nascosta di ogni inoperosità – rendendolo possibile e necessario ma senza lasciarsi dissolvere in esso». (Dallo scritto di Jean-Luc Nancy)