Passigli: PASSIGLI POESIA
Trentacinque sonetti. Testo inglese a fronte
Fernando Pessoa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 1999
pagine: 93
"Nel 1918 usciva a Lisbona una piccola raccolta di poesie inglesi di Fernando Pessoa. Il suo titolo era semplice e al tempo stesso evocativo: "35 Sonnets". Lo scrittore vi aveva raccolto i suoi sonetti shakespeariani, che aveva iniziato a comporre dal 1910. Perché Fernando Pessoa, per la sua prima pubblicazione autonoma, sceglie come modalità poetica il sonetto elisabettiano? Egli lo elegge a suo mezzo espressivo perché in sé esso racchiude molto di ciò che Pessoa voleva far conoscere della sua poesia nel momento del suo esordio "pubblico"." (dalla prefazione di Ugo Serani)
Diario di poeta e mare. Testo spagnolo a fronte
J. Ramón Jiménez
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 1999
pagine: 319
È stato giustamente rilevato che con il Diario di poeta e mare (1917) s'inaugura il secondo tempo della poesia juanramoniana; e se è vero che al momento del suo viaggio negli Stati Uniti Juan Ramón Jiménez (1881-1958, Premio Nobel per la letteratura nel 1956) è già un poeta riconosciuto discepolo del maestro nicaraguense Rubén Dario e amico di Antonio Machado e Miguel de Unamuno - è pure vero che è proprio a partire dal Diario, e con le raccolte immediatamente successive Eternità, Pietra e cielo, Bellezza, che il poeta si fa 'maestro' a sua volta, diviene capofila di tutta una nuova fioritura di poeti di poco più giovani, da Garcia Lorca a Salinas, da Guillén ad Alberti. "Che cos'è, nella sua essenza, il Diario di poeta e mare?", si chiede Francesco Tentori Montalto nella prefazione a questo volume: "La definizione migliore è quella che ne dà il poeta stesso chiamandolo 'breve guida d'amore in terra, mare e cielo'; purché con amore s'intenda non tanto quello che guidò Juan Ramón da Madrid a Moguer, Siviglia, Cadice, Jerez, sul transatlantico per New York, e di qui a Boston e ancora a New York, nel New Jersey, a Philadelphia e Washington, ora in compagnia di Zenobia che aveva appena sposato; ma, soprattutto, quello di cui il poeta arde per la vita universale e indivisa...".
Poesie
Aleksandr Blok
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 1999
pagine: 123
Nessun poeta, dopo Puskin, ha avuto una influenza sulla poesia russa del Novecento paragonabile a quella di Aleksandr Aleksandrovic Blok, nato a Pietroburgo nel 1880 e dunque appartenente alla generazione di pochi anni precedente a quella dei Majakovskij, Esenin, Pasternak. Talento vivissimo, pubblicò a ventiquattro anni una delle sue opere fondamentali, quei "Versi della Bellissima Dama" che lo rivelarono immediatamente come il caposcuola della poesia simbolista, ed ebbero grandissima influenza su Andrej Belyi, l'altro grande simbolista russo che a Blok dedicò un fondamentale libro di "Ricordi". Ma la poesia di Blok raggiunse il culmine della sua intensità lirica nelle opere di poco successive, quando, come scrive Bruno Carnevali nella prefazione al volume, "la bellissima Dama, l'ipostasi femminile della divinità, che nel metafisico e immobile disegno simbolista doveva essere la metafora dell'ineffabile incontro con la realtà più reale, d'improvviso si vanifica, si rifiuta all'amante, e la Bellissima si fa Sconosciuta", volgendo il tema metafisico in una più amara esperienza esistenziale. Vicino agli anarchici mistici al tempo della rivolta del 1905, la rivoluzione bolscevica fu da lui salutata come la rinascita dell'anima russa, e gli dettò il più famoso dei suoi poemi, "I dodici". L'epica amara di questo poema, una delle massime espressioni della poesia del Novecento, chiude anche simbolicamente la parabola creativa del grande scrittore russo.
Confessione di un teppista. Poesie e poemetti
Sergej Esenin
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 1999
pagine: 249
Nato nel 1895 nella regione di Rjazan', Esenin cominciò prestissimo a scrivere, pubblicando poesie in giornali di provincia. Prima a Mosca, poi a Pietroburgo, si legò a poeti come Blok e Kljuev, ed a quest'ultimo in particolare, che condivideva con lui l'origine contadina. Rispettivamente del 1916 e del 1918 sono le prime due raccolte, "Festa dei defunti" e "Azzurrità". Un anno più tardi fu tra i fondatori, insieme a Mariengof e Sersenevic, della nuova scuola poetica degli "immaginasti". È in quegli anni, che la fama di Esenin cresce, al punto da poter arrivare a competere con l'altro astro nascente della nuova poesia russa, Vladimir Majakovskij. Al 1921 appartengono il poemetto "Pugacév" - forse la sua opera più vicina alla poetica degli "immaginasti"- e la raccolta "Confessione di un teppista"; del 1924 è "Mosca delle bettole". Con gli anni si approfondiva tuttavia il suo disagio esistenziale. Con alle spalle una rivoluzione nella sostanza mai amata né compresa e, davanti a sé, il costante e consapevolmente utopico desiderio di un ritorno alle origini, alla sua Rus' natale e contadina, Esenin scontava il dramma della sua solitudine, della sua "estraneità". A nulla valsero la fama letteraria, i tre matrimoni, fra i quali quello "scandaloso" con la celebre stella della danza Isadora Duncan, il viaggio con lei prima in Germania e poi negli Stati Uniti, soltanto tappe di una vita di vagabondaggio teso ormai vorticosamente verso il suo epilogo più tragico.

