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Marsilio: Saggi

Maggiorate. Divismo e celebrità nella nuova Italia

Maggiorate. Divismo e celebrità nella nuova Italia

Federico Vitella

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 336

La fortunata espressione “maggiorata”, coniata dallo sceneggiatore Continenza sul cantiere di Altri tempi (1952), uscì subito dal film di Blasetti per attaccarsi a Gina Lollobrigida. E da Gina Lollobrigida, nel discorso giornalistico come nella riflessione storiografica, finì presto per designare una batteria di attrici di successo, accomunata dalla non comune carica sessuale: Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Sophia Loren su tutte. Le maggiorate erano contese dai principali produttori di Cinecittà, riempivano le sale di ogni ordine e grado di esercizio, scatenavano inquietanti episodi di delirio collettivo, facevano notizia su quotidiani e rotocalchi, prestavano i connotati a icastici marchi del made in Italy, inauguravano festival ed eventi esclusivi, visitavano ufficialmente le autorità di mezzo mondo. Le maggiorate erano famose, erano celebrità, erano persone pubbliche. Erano dive. La loro salienza andava ben oltre il personaggio, il film, il cinema, per incarnare più generalmente forme di vita seducenti e modi di essere replicabili della nuova Italia repubblicana. Mescolando fonti e metodologie di ricerca, al divismo delle maggiorate questo libro intende dare la massima rilevanza quale agente di storia: fatto sociale capace di modificare prassi lavorative, generare forme della rappresentazione, veicolare discorsi di genere, mobilitare su larga scala desideri, aspirazioni, preoccupazioni. Nel momento in cui si paventa la morte della Settima arte, l’immagine transmediale di Lollobrigida, Loren, Mangano e Pampanini ci riporta a quell’età dell’oro in cui il cinema stava nel pieno centro dell’industria culturale, e da lì si estendeva in tutte le direzioni possibili, offrendo generosamente miti, riti, beni che facevano da collante sentimentale al Paese.
32,00

Dulce naufragium. Desiderio infinito e ateofania in Leopardi

Dulce naufragium. Desiderio infinito e ateofania in Leopardi

Gaetano Lettieri

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 408

L’anatomia del cristianesimo, operata nello Zibaldone, dischiude un’intelligenza storicizzata del desiderio d’infinito, scandita dalla dialettica tra vanità e piacere, verità scettica e illusione idealizzante, morte della filosofia e reviviscenza della poesia. Dimostrato che l’ideale romantico del desiderio infinito dipende dalla metamorfosi di “invenzioni” patristiche dispiegatasi sino alla modernità, si scoprirà che il verso più famoso della letteratura italiana riecheggia un passo di un sermo de cruce del V secolo, ove il dulce naufragium è l’esito del canto seduttivo e mortale delle sirene. L’infinito si rivela, così, canto ulissiaco, eppure memore di Pascal, la cui fede gratuita oscillava sospesa nell’incerto tra gli abissi dell’infinito e del nulla, che il poeta immagina ormai disancorati dalla verità teologica, che pure li aveva rivelati. La ginestra è l’ultimo approdo di questa coerente decostruzione del cristianesimo, come è suggerito dall’epigrafe giovannea, confermato dai Pensieri postumi, provato dalla sua sistematica dipendenza polemica dalla teodicea delle Opere morali del gesuita Bartoli, «il Dante della prosa italiana», assunte sin dalle Operette morali come modello di letteratura filosofica, seppure “convertita” in parodia nichilistica. Il fiore del deserto, che piegato il suo «capo innocente» soccombe alla violenza del vulcano, è non solo metafora del poeta patiens, umiliato dal «secol superbo e sciocco» e rivelatore della ateologica vanità del tutto, ma anche figura secolarizzata di Gesù, «il fiore di Jesse» morente sul Golgota, celebrato dal poeta adolescente nei Discorsi sacri. L’ultrafilosofia leopardiana non è allora un anticristianesimo, ma un ultracristianesimo, un’apocalisse atea: il poeta toglie in sé l’irriducibile nucleo sacrificale e sapienziale evangelico, l’uomo Gesù abbandonato da Dio, la miracolosa resurrezione dell’amore dalla morte, del senso dalla vanità. Questo risorgimento è l’epifania del gratuito, l’essere aperti, nella sapienza di nulla, all’evento del buono e del bello, vivendo della fede nella dignità sacrale dell’ecce homo senza Dio. Una memoria cristiana spezzata e disseminata... Ateofania: la pietà del flos sublimis è l’ultima, più profonda verità del dulce naufragium.
28,00

Intelligenza artificiale e lavoro, una rivoluzione governabile

Intelligenza artificiale e lavoro, una rivoluzione governabile

Federico Butera, Giorgio De Michelis

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 128

Questo breve libro contiene due capitoli su un tema molto discusso che suscita sia visioni distopiche che previsioni ottimistiche: che impatto avrà l’Intelligenza Artificiale sulla quantità e qualità del lavoro. Federico Butera, in linea con le recenti ricerche del MIT, vede e descrive due intelligenze artificiali alternative: una buona e una cattiva. Come e dove progettare insieme organizzazione, lavoro e tecnologia per far affermare quella buona? Attraverso a) cantieri partecipati nelle singole imprese e Pubbliche Amministrazioni e attraverso b) politiche pubbliche e patti centrati sul lavoro e dotati di investimenti e di programmi specifici. Giorgio De Michelis allarga il quadro e colloca il tema nel rapporto fra tecnologia e lavoro nel quadro della rivoluzione digitale, la terza tra le rivoluzioni antropologiche dopo scrittura e stampa. Il suo testo vede la questione digitale/lavoro come parte del cambiamento che la rivoluzione digitale sta provocando sulle relazioni degli esseri umani con la conoscenza e quindi fra loro. La sua proposta è centrata sulla libera partecipazione delle persone nello sviluppo dei sistemi tecnologici. I due capitoli propongono diversi livelli di interventi di cambiamento ma hanno un’ispirazione comune. Tra i due autori da tempo va avanti una discussione che ha aiutato non poco il loro sviluppo. Presentando insieme i due contributi, speriamo che la ricchezza di questa discussione coinvolga i lettori rendendo loro accessibili sia le proposte e che le tematiche ancora aperte che li accompagnano.
14,00

Le immagini della commedia

Le immagini della commedia

Roberto De Gaetano

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 136

Perché ci piace ridere? Cosa ci fa ridere? La commedia è il genere che suscita il riso, ma non solo. La commedia è molto più di un genere letterario o cinematografico, è un’arte che riguarda la vita di tutti, quando è segnata da libertà e gioco, e dunque orientata verso la felicità, l’happy end. Dall’antichità classica alla contemporaneità, la commedia e il comico – che non sono la stessa cosa – hanno riguardato una via di accesso all’umano, di cui il riso è il segno maggiore e le maschere sono l’operatore principale. Il volume, dopo una prima parte sulle forme e le teorie del riso e della commedia (da Henri Bergson a Michail Bachtin, da Helmuth Plessner a Northrop Frye a Ágnes Heller), presenta una seconda parte dedicata al cinema, l’arte più popolare e moderna, capace di potenziare e rinnovare le forme della commedia e i caratteri del comico. Vengono proposti e interpretati dieci classici della storia del cinema, dal muto a oggi, dalla sophisticated comedy alla commedia all’italiana alle grandi maschere comiche: Sherlock Jr. (1924) di Buster Keaton, Trouble in Paradise (1932) di Ernst Lubitsch, Due soldi di speranza (1952) di Renato Castellani, Totò a colori (1952) di Steno, Some Like It Hot (1959) di Billy Wilder, Il sorpasso (1962) di Dino Risi, Play Time (1967) di Jacques Tati, Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) di Lina Wertmüller, Manhattan (1979) di Woody Allen, Licorice Pizza (2021) di Paul T. Anderson.
15,00

Culture e pratiche della produzione. Il cinema italiano tra gli anni cinquanta e gli anni settanta

Culture e pratiche della produzione. Il cinema italiano tra gli anni cinquanta e gli anni settanta

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 208

Tra la fine degli anni quaranta e la metà degli anni settanta il panorama produttivo dell’audiovisivo in Italia subisce una radicale trasformazione. Nel 1949 viene infatti emanata la cosiddetta “Legge Andreotti” che impatta significativamente sulla produzione e la circolazione di film italiani all’interno del territorio nazionale; mentre nel 1976 viene pubblicata la celebre sentenza della Corte Costituzionale sulla liberalizzazione dell’etere, che cambierà per sempre la storia della televisione italiana. Affrontando urgenti questioni di ordine teorico-metodologico e tentando di restituire la complessità e l’eterogeneità delle pratiche produttive nel periodo preso in esame, i saggi contenuti in questo volume si concentrano sui fattori chiave che hanno influenzato l’industria cinematografica italiana sul piano economico, estetico e culturale, prendendo in considerazione un ampio numero di casi di studio che spaziano dal cinema di finzione al documentario, dal cinema militante ai film prodotti a scopo educativo, dal cinema sperimentale e industriale ai film d’animazione.
20,00

«Dentro a’ dilicati petti». Il volto femminile del Decameron

«Dentro a’ dilicati petti». Il volto femminile del Decameron

Giulia Tellini

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 200

Savie, coraggiose, determinate, volitive, indipendenti, intraprendenti, forti, ribelli ma anche avide, vanitose, misogine, sottomesse. Boccaccio apre il sipario su una multiforme tipologia di caratteri e di comportamenti femminili e mostra alle donne, ossia alle proprie lettrici d’elezione, come sono, come possono essere (e come potrebbero essere se godessero di più libertà e di più potere...), come devono non essere. Al termine delle dieci giornate, a peste non ancora conclusa, l’autore affida alla sua brigata di giovani novellatrici e novellatori (formata per il 70% da donne) la rifondazione del mondo post-epidemico, da rimettere in ordine e da reinventare sulla base dei pre-umanistici valori dell’amore, dei piaceri terreni, della voglia di vivere, dell’arguzia, del sorriso e del riso, di una auspicata pari dignità fra i generi. Il presente saggio prende in esame – oltre al Proemio dell’opera – cinque figure femminili: Bartolomea, Giletta, Ghismonda, Filippa, Griselda. Le analizza una a una per poi raffrontarle tra loro e con altre, in un continuo gioco di connessioni e di rimandi interni, così da ricomporre gli svariati e variopinti tasselli di un cangiante universo al femminile. Ne risulta una lettura inedita del capolavoro boccacciano, con lo sguardo attento a ciò che il Decameron può dirci oggi, soprattutto a chi lo accosti senza pregiudizi.
20,00

Un'idea di Europa. Liberalismo, democrazia ed etica a inizio Novecento

Un'idea di Europa. Liberalismo, democrazia ed etica a inizio Novecento

Paola Cattani

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 216

Sfiducia nella politica e nelle élites; successo dei populismi; democrazie fragili; un sistema internazionale organizzato per nazioni e inadeguato rispetto a pressanti problemi di carattere sovranazionale. L’Ottocento liberale lascia in eredità all’Europa del primo Novecento un assetto sociale, politico e istituzionale giudicato insoddisfacente dai più. Rigettare o ripensare – e come – i fondamenti del liberalismo? Che fare dell’idea di nazione, o di quella di democrazia, vitali tanto quanto tossiche in alcune loro declinazioni? Tra gli scrittori e filosofi che, accanto ai politici e ai teorici politico-sociali, parteciparono prontamente al dibattito, una nutrita schiera di pensatori illustri (che include P. Valéry, T. Mann, B. Croce, J. Ortega y Gasset, R. Musil, S. Zweig, J. Huizinga, T. S. Eliot, H. G. Wells) ritenne che gli antidoti alla fragilità delle società liberali andassero ricercati anzitutto sul versante etico. Chiedendosi cosa significa essere liberali e democratici nella condotta individuale quotidiana, ancor prima che nella vita politica, essi delinearono un’etica minima liberaldemocratica, che la storia dell’idea di Europa tracciata nel presente volume riporta alla luce.
21,00

La più antica immaginazione. Leopardi e l’ebraico

La più antica immaginazione. Leopardi e l’ebraico

Miriam Kay

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 200

Nel corso dei suoi studi giovanili, Leopardi si avvicinò alla lingua ebraica tra la fine del 1813 e l’inizio del 1814, negli stessi mesi in cui avviò l’apprendimento del greco. Se però dei suoi studi classici si ha un quadro chiaro, del suo rapporto con l’ebraico si sa decisamente meno. La lingua veterotestamentaria esercita negli anni un’influenza silenziosa ma profonda, agendo carsicamente dalle prime prove di traduzione fino al Ciclo di Aspasia. Leopardi studia l’ebraico da autodidatta, affidandosi a grammatiche, lessici e bibbie poliglotte presenti nella biblioteca paterna; nel 1816 questa conoscenza libresca si misura con la traduzione dei Salmi e del Libro di Giobbe, senza che questi tentativi vedano mai la luce. Sarà solo con la scrittura multiforme e stratificata dello Zibaldone che Leopardi si confronterà realmente con questa lingua, mettendo a frutto le competenze critiche e filologiche acquisite: dell’ebraico ci consegna un’immagine aurorale e suggestiva, a partire dalla sua morfologia povera, dalle sue strutture grammaticali imprecise, fino ad arrivare a una visione che abbraccia lo stile della poesia biblica in tutta la sua forza immaginifica. La sublimità delle espressioni salmistiche, della loro sovrabbondanza vitale, e il potenziale evocativo degli episodi biblici, cari a Leopardi sin dall’infanzia, si fondono nello stile imperfetto di questa lingua e dei suoi testi, risalenti all’alba della scrittura e dunque della civiltà, ancora fanciulli e portatori di una creatività inesauribile.
20,00

Senso e materia. Arte contemporanea, design, architettura

Senso e materia. Arte contemporanea, design, architettura

Patrizia Magli

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 240

Di cosa sono fatti gli oggetti che, nella vita di tutti i giorni, sono a contatto diretto con il nostro corpo risvegliandovi memorie tattili, fantasie visive, seduzioni olfattive? Che siano gli umili oggetti d’uso quotidiano o sublimi opere d’arte, tutti gli oggetti sono il risultato di un particolare trattamento della materia da parte dell’homo faber. Condividono questa loro origine con la costruzione degli spazi architettonici, con la produzione dei profumi e soprattutto con l’arte. Ogni oggetto, anche il più immateriale, conserva un resto della sua provenienza materica. Di qui l’esigenza d’interrogare la sostanza di cui essi sono fatti. Una necessità avvertita soprattutto nella riflessione sull’arte contemporanea, che, mostrando il dinamismo e la capacità polimorfa della materia, di questa ha fatto il suo contenuto primario. La materia è ovunque, ora imponendo la sua ingombrante presenza, ora eclissandosi dietro la bellezza dei suoi artefatti. Intermediaria e mediatrice tra noi e il mondo, essa è sempre presente quando degustiamo un piatto di cucina o percorriamo un museo a Berlino o il giardino di un letterato in Cina. Malgrado la sua onnipresenza, tuttavia poco o niente conosciamo ancora di lei. Questo libro, attraverso una serie di analisi concrete di oggetti di design e opere d’arte, tenta di fornire una spiegazione a questa affascinante elusività.
26,00

Gli specialisti. Storia, politiche e istituzioni delle cinematografie specializzate in Italia

Gli specialisti. Storia, politiche e istituzioni delle cinematografie specializzate in Italia

Simone Dotto

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 208

Fra gli anni cinquanta e settanta, la formazione degli italiani sembra essere in mano a un pugno di case cinematografiche. Dalla didattica scolastica all’istruzione professionale, dall’informazione di costume all’educazione ai consumi, non c’è momento della vita sociale che non vanti la sua brava guida su pellicola. Attraverso lo spoglio di pubblicazioni di settore e carte d’archivio, questo volume racconta la storia sociale dell’UNCS (Unione Nazionale Cinematografie Specializzate), l’organismo di rappresentanza per le ditte produttrici di film a passo ridotto che operano fuori dal circuito spettacolare. Sullo sfondo delle vicende degli “specialisti” si staglia il progetto culturale e industriale di un cinema che si erge a “grande disciplinatore”, intento a uscire dalle sale per insinuarsi nei luoghi della quotidianità.
20,00

Le fratture della memoria. Storia delle donne in Italia dal 1848 ai nostri giorni

Le fratture della memoria. Storia delle donne in Italia dal 1848 ai nostri giorni

Marco Severini

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 440

L’opera ricostruisce gli ultimi 175 anni di storia delle italiane nella consapevolezza di quanto sia stato lungo, complesso e frastagliato il cammino che le ha portate nella vita pubblica e verso la modernità. Il libro adotta un linguaggio piano e lineare e alterna analisi a sintesi, approccio biografico-prosopografico a riflessioni storiografiche, considera il peso della tradizione e l’importanza delle trasformazioni. Uno spazio particolare viene assegnato ai principali frangenti di cesura nel lungo cammino dell’emancipazione e dell’identità femminile. Senza perdere di vista l’intento di una ricostruzione d’insieme, l’opera si sofferma sulle donne, sulle vicende e sugli eventi dimenticati, sulle fratture della memoria e sul rapporto tra quest’ultima e la storia: un rapporto osmotico, essenziale per chi cerca nella conoscenza del passato utili chiavi di lettura per il presente.
29,00

Il romanzo di Babele. La svolta multilingue della letteratura

Il romanzo di Babele. La svolta multilingue della letteratura

Alessandro Raveggi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 162

Perché i romanzi “parlano” più lingue, invece che un’unica lingua? Che sfide impone il multilinguismo letterario alla traduzione e all’idea di una letteratura nazionale? Lo straniamento linguistico, sebbene a volte censurato o dimenticato, ha sempre fatto parte della storia letteraria, e oggi più che mai in una dimensione di cosiddetta “World Literature”. Molti scrittori dall’antichità fino al Novecento si sono non solo auto-tradotti, ma hanno reinventato, alternato e mescolato le proprie lingue madri, spinti dall’esilio, dalla discriminazione, dalle guerre, o anche solo dal viaggio intellettuale, attraversando i continenti, con esempi come quelli di Joyce o Nabokov, i quali hanno raggiunto, con la loro lingua inquieta, inaspettate latitudini globali. Questo saggio vuole offrire, grazie all’uso di metodologie aggiornate e comparando alcuni casi rilevanti tra le Americhe e l’Europa, una teoria di questi romanzi particolari e universali assieme, diabolicamente intraducibili e utopisticamente babelici. Una teoria per comprendere le zone di contatto e di traduzione delle culture contemporanee, le quali hanno smesso da tempo di parlare una sola lingua e di sventolare una sola bandiera, nelle megalopoli così come nelle frontiere.
18,00

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