L'Erma di Bretschneider: Studia archaeologica
Ceramica in archeologia. Volume Vol. 2
Ninina Cuomo di Caprio
Libro: Libro rilegato
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 720
Servizi segreti in Roma antica. Informazioni e sicurezza dagli initia Urbis all'impero universale
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 208
L'hammam nell'Islam occidentale fra l'VIII e il XV secolo
Adriana De Miranda
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 96
Questo libro analizza la formazione ed evoluzione architettonica dell'hammam (bagno islamico), attraverso lo studio dei suoi aspetti tecnici, stilistici e funzionali, e la conseguente individuazione di precise classificazioni tipologiche. Vengono prese in esame le strutture architettoniche del bacino del Mediterraneo, aree degli antichi insediamenti islamici in territori romani.
Navi mercantili e barche di età romana
Marco Bonino
Libro: Libro rilegato
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 150
Gli studi e le scoperte di archeologia e storia navale condotti da ormai cinquant'anni hanno permesso di affrontare la ricostruzione delle navi antiche con una visione d'insieme, che ovviamente non permette di completare tutti gli argomenti, ma che consente di pensare alle navi antiche in termini obiettivamente più realistici, per quanto possiamo ipotizzare, e più vicini alla mentalità di chi ha costruito ed ha usato le imbarcazioni; si possono cioè evitare estrapolazioni di fantasia o scenografiche, che erano tipiche della pubblicistica ottocentesca e che ancora si incontrano, ad esempio nella cinematografia, in molte immagini pubblicate in rete, o in modelli proposti anche in mostre o musei. A questo aspetto si deve aggiungere la quantità di dati recentemente venuti alla luce da discipline diverse come la letteratura e la linguistica, l'arte e l'archeologia dei territori, che hanno permesso di ricostruire almeno in parte la rete della navigazione, il quadro culturale e di vita quotidiana che ha fatto da sfondo all' attività dei costruttori, dei barcaioli e dei marinai.
I banchetti degli imperatori romani
Claudia Cerchiai Manodori Sagredo
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 156
Si legge spesso, negli autori antichi, di banchetti allestiti in triclini familiari, dove si portavano cibi semplici, come lumache, lattughe o verdi cavoletti in un tegame annerito o una bianca puls con una saporita salsiccia ma non si legge, esplicitamente, come i cibi per i triclini imperiali, che venivano spesso portati da terre e mari lontani per soddisfare i gusti degli imperatori, fossero stati cucinati e presentati. Per essi era più importante soddisfare i desideri più stravaganti ma non abbiamo la descrizione dei banchetti, i cibi non li “vediamo” presentati sulle loro tavole. Sappiamo, però, che l’imperatore Adriano prediligeva un piatto particolare: il tetrafarmaco composto da un insieme di carni diverse. In realtà questo piatto era stato creato da Elio Vero, adottato da Adriano e che si chiamava pentafarmaco (per l’aggiunta di un altro componente). È un piatto, questo, che denota una creatività nell’accostamento di carni comunque ricercate che non l’avremmo certo trovata in epoca precedente quando nei triclini erano soprattutto presentati cibi non elaborati. È suggestivo pensare, allora, che questo piatto avesse avuto una base di creatività in qualche ricetta particolare, ideata da qualche cuoco particolare e leggere come Elio Vero tenesse sempre accanto al letto i libri di Apicio, oltre a quelli di Ovidio e di Marziale, dimostra come le ricette di Apicio non fossero state dimenticate. Quindi il famoso gastronomo di età tiberiana era ancora “presente” in età adrianea ed anche successivamente quando si legge che l’imperatore Eliogabalo, noto per l’eccentricità e stravaganza in fatto di cibo, si fosse ispirato ad Apicio, fra i semplici cittadini, e agli imperatori Nerone, Otone e Vitellio che, prima di lui, avevano mostrato stravaganze e raffinatezze. Soprattutto stravaganze, sontuosità e ricchezza di cibi sono ampiamente visibili nella famosa cena di Trimalcione che abbiamo voluto, a buon diritto, considerare “imperiale” e che, svoltasi in età neroniana, sarà stata sicuramente fonte di ispirazione da parte di Eliogabalo . Quindi le ricette di Apicio, che verosimilmente erano destinate soprattutto alle cucine degli imperatori, incuriosiscono per le loro elaborazioni, spesso realizzate non solo su cibi semplici ma anche su cibi particolari e non certo seguite dal popolo, trovavano sicuramente espressività e presenza nei banchetti imperiali, svelando ad una attenta lettura anche una cura particolare per la presentazione.
Nautica antica. Itinerari nel mondo della navigazione tra storia archeologia ed etnografia
Stefano Medas
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 204
Se confrontate con quelle attuali, le tecniche e le pratiche di navigazione degli antichi risultano relativamente semplici, basate su princìpi essenziali ma estremamente efficaci, come dimostra la loro lunga persistenza nel corso del tempo. Poca teoria e tanta pratica, pochi strumenti e molta esperienza; la straordinaria capacità di rapportarsi con l’ambiente e con gli elementi naturali ha sviluppato quel “senso marino” che è sempre stato una peculiarità propria delle genti di mare fino al tramonto della vela, ovvero fino alla prima metà del secolo scorso. Possiamo così ritrovare diversi princìpi dell’antica arte di navigare nella recente marineria tradizionale, ovvero nella marineria da lavoro e da pesca, in un conte-sto popolare che maggiormente ha conservato caratteri “arcaici”. Lo stesso è accaduto per i sentimenti dei marinai, per le loro credenze nei confronti delle imbarcazioni e del mare. L’etnografia nautica rappresenta quindi un importante strumento di studio comparativo, che ci aiuta a comprendere modi di navigare che solo la nostra ottica di moderni uomini tecnologici ci fa apparire rudimentali. Modi di navigare che, invece, presentano una loro speciale raffinatezza, perfettamente adeguati ad ogni necessità, a spostarsi regolarmente da un capo all’altro del Mediterraneo e perfino ad affrontare viaggi oceanici.
Ermafroditi dormienti
Luca Mancinotti
Libro
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2018
pagine: 96
Necropoli di San Magno
Roberto Marrone
Libro: Copertina morbida
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2017
pagine: 116
Mouseia. Tipologie, contesti, significati culturali di un'istituzione sacra (VII-I sec. a.C.)
Ada Caruso
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2016
pagine: 458
Oggetto del lavoro sono gli spazi consacrati alle Muse nel mondo greco (mouseia), teatro sia di rituali sacri sia di attività intellettuali. A partire dalla documentazione letteraria ed epigrafica vengono individuati trenta santuari delle Muse. Di essi vengono analizzati per la prima volta materiali, documenti e strutture con un approccio al contempo sistematico, globale e interdisciplinare, teso a ricostruire i singoli contesti. Nel quadro evolutivo risulta che quello di Alessandria, notoriamente il più celebre di tutti i mouseia, è solo il punto di arrivo di un fenomeno che ha origini ben più antiche e complesse. Tale fenomeno nasce, infatti, da premesse religiose, all' interno di specifici contesti paesaggistici, e scevro, all' inizio, da qualsiasi finalità di studio (mouseion del Monte Elicona, VII sec. a.C.), si sviluppa in un ambito educativo già costituito qual è il ginnasio, dal quale mutua le strutture (mouseia di Paro, di Crotone, di Taranto, dell' Accademia di Platone, di Chio, Cos, Teo), e, solo in un secondo momento, si trasforma in un istituto autonomo in cui vivono e operano gruppi chiusi' di eruditi, legati da vincoli religiosi e impegnati in attività di ricerca a livello scientifico (mouseia del Peripato, di Alessandria, di Siracusa, di Antiochia, di Istros). Attraverso una ricostruzione nuova e originale emergono le valenze sociali ed educative degli spazi delle Muse e la loro progressiva definizione.
L'Etruria meridionale e Roma. Insediamenti e territorio tra IV e III secolo a. C.
Luca Pulcinelli
Libro: Copertina morbida
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2016
pagine: 486
Con questo studio si è cercato di indagare il rapporto fra i centri dell'Etruria meridionale ed i loro territori durante la prima età ellenistica (tra IV e III secolo a.C.), periodo che segna per l'intera Italia centrale un momento di profonda trasformazione. I complessi e variegati processi di riorganizzazione territoriale e politico-sociale messi in atto in Etruria dalle grandi poleis meridionali, Vulci, Volsinii, Tarquinia e Caere, vengono progressivamente modificati dal condizionamento della vicina Roma e del suo crescente espansionismo militare. Le profonde trasformazioni e gli sconvolgimenti causati dalle Guerre Puniche, che proiettano Roma al livello di potenza mediterranea, modificano rapidamente in maniera sostanziale ed irreversibile l'assetto territoriale dei centri etruschi sottomessi. In particolare, l'indagine si è soffermata sul rapporto degli insediamenti con i centri circostanti e con il paesaggio agricolo, sulla definizione a base prevalentemente archeologica dei comparti territoriali e dei confini tra i centri maggiori, sulle dinamiche della conquista romana e delle prime ambigue fasi della romanizzazione.
Il tymbos, la stele e la barca di Caronte. L'immaginario della morte sulle lekythoi funerarie a fondo bianco
Elvia Giudice
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2015
pagine: 426
Prodotte a partire dal 480 a.C. fino alla fine del V secolo a.C. le lekythoi funerarie a fondo bianco inaugurarono una tradizione iconografica priva, o quasi, di precedenti, dando vita ad un vero e proprio libro della morte, ripercorsa figurativamente nei suoi momenti topici, dalla prothesis, alla sepoltura con l'ausilio di Hypnos e Thanatos, al viaggio verso l'Ade sotto la scorta di Hermes e/o Caronte, all'incontro dei defunti con i loro congiunti presso il sepolcro. Tali immagini consentirono, almeno idealmente, di ripristinare antiche consuetudini e di appagare esigenze ancestrali in anni durante i quali, l' identità politica, sociale e culturale della polis ateniese subì profonde trasformazioni anche in relazione ai rituali funerari. Le lekythoi a fondo bianco nella loro varietà iconografica sono testimonianza dei gravi conflitti che scossero Atene nel corso nel V secolo a.C., ma anche dei tentativi di conciliazione messi in atto per armonizzare aspirazioni aristocratiche e realtà democratica, commemorazioni pubbliche e ricordo privato. Destinate ai rituali funerari privati ma anche pubblici, all'interno di un corpus d'immagini all'apparenza ripetitive, esse rivelano una stratificazione di simboli iconici che le rese adatte alle diverse classi di cittadini; le lekythoi consentirono a ciascuno di onorare e ricordare un defunto secondo il proprio statuto e di rievocarne virtù e qualità, anche, talvolta, in opposizione all'omologazione normativa dei funerali di stato.
Il sepolcreto al III miglio della via Prenestina. Tituli pedaturae dagli scavi di Lorenzo Fortunati (Roma, 1861)
Marco Erpetti
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2015
pagine: 180
Il III miglio della via Prenestina è noto per la presenza di uno dei complessi architettonici più importanti del Suburbio di Roma, ovvero i resti tradizionalmente attribuiti alla Villa dei Gordiani. La speculazione edilizia del XX secolo ha profondamente mutato l' intera area al punto che risulta estremamente problematico ricostruirne con chiarezza il contesto archeologico. Esso era caratterizzato da una necropoli romana che fu scavata nel 1861 dall' archeologo Lorenzo Fortunati, il quale, nei suoi rendiconti, non ne documentò sufficientemente la topografia. Per comprendere come fossero articolate le sepolture è fondamentale lo studio dei tituli pedaturae. La definizione dello spazio funerario, noto dalle dimensioni in fronte et in agro tramandate dai testi epigrafici, permette infatti di valutare l' estensione ed il numero delle aree sepolcrali rinvenute. Le caratteristiche dei supporti epigrafici consentono altresì di individuare le tipologie di tombe, la maggior parte delle quali apparteneva ad esponenti del ceto libertino vissuti tra I e II secolo. I dati raccolti in questo volume, che si fondano sullo studio epigrafico e sul recupero della documentazione archivistica, forniscono nuovi elementi che mettono in relazione il sepolcreto con le adiacenti strutture residenziali e produttive della Villa.