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Franco Angeli: Temi di storia

La retorica della storia. Hayden White e la svolta linguistica nella seconda metà del Novecento

Fabio Milazzo

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2025

pagine: 228

Fin dal suo apparire, nel 1973, Metahistory: The Historical Imagination in Nineteenth-century Europe di Hayden White è stata considerata un'opera eversiva e il suo autore uno scettico relativista interessato a demolire la scientificità degli studi storici. Entrambi sono però espressione di un movimento culturale più ampio e contraddittorio, il linguistic turn, che investe la storia – e più in generale le discipline umanistiche – nella seconda metà del Novecento. In nome della centralità del linguaggio nella costruzione della realtà, e dunque anche dei significati storici, nelle sue versioni più radicali, il movimento ha messo in discussione la possibilità stessa di conoscere il passato. Muovendo dal percorso di Hayden White, uno storico del medioevo che a un certo punto si fa sempre più critico verso la propria disciplina, il libro ricostruisce l'orizzonte culturale e la genealogia del dibattito che ha coinvolto la comunità degli storici, collocando la svolta linguistica nel quadro più ampio del postmoderno e della sua presa di distanza rispetto ai valori associati alla modernità. Si delinea così un movimento tutt'altro che omogeneo ma in grado di segnare in profondità la riflessione storiografica a cavallo del nuovo millennio.
35,00

Dall'erudizione all'amministrazione. Il vicentino Agostino Vivorio e le reti sociali dei saperi (1743-1822)

Dall'erudizione all'amministrazione. Il vicentino Agostino Vivorio e le reti sociali dei saperi (1743-1822)

Tommaso Scaramella

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2025

pagine: 208

Dall'insegnamento delle matematiche nel collegio militare di Verona, ai successivi impieghi nelle amministrazioni asburgica e napoleonica, la biografia di Agostino Vivorio è ricostruita in questo volume attraverso il suo epistolario e le sue memorie autobiografiche. Specchio del più generale passaggio vissuto dagli eruditi veneti, il caso dell'abate Vivorio, agostiniano poi sfratato, diventa l'occasione per esplorare continuità e rotture nel rapporto tra saperi e poteri alla caduta della Repubblica di Venezia.
33,00

Malta 1798. Il crepuscolo dei cavalieri e la geopolitica mediterranea

Malta 1798. Il crepuscolo dei cavalieri e la geopolitica mediterranea

Alessandra Mita Ferraro

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 176

Il 12 giugno 1798 il generale Bonaparte entrò nel Porto Grande della Valletta quasi senza colpo ferire. L'isola baluardo della cristianità gli era stata consegnata la notte precedente, segnando la fine della sovranità sull'arcipelago maltese dei cavalieri dell'Ordine di San Giovanni. Vi regnavano dal 1530 grazie alla donazione di Carlo V e nel corso dell'età moderna lo avevano modellato a immagine delle più raffinate avanguardie artistiche dell'epoca. Su poco più di 300 chilometri quadrati per quasi tre secoli era transitata, e in parte aveva trovato dimora, la migliore nobiltà europea, dando vita a una vera e propria "civiltà giovannita" che interpretava la missione religiosa del fondatore, tuitio fidei et obsequium pauperum. Ma quel distillato di antico regime, insieme all'idea di crociata contro l'infedele, non sopravvisse alla nuova situazione geopolitica e alla modernità. Attraverso il vaglio della più recente storiografia italiana e internazionale e lo studio di una documentazione in parte inedita, il volume analizza le molteplici cause che hanno portato alla consegna di Malta alla Repubblica francese e rivolge anche a un pubblico di non specialisti una ricognizione sintetica, ma criticamente orientata, della storia giovannita al suo crepuscolo.
24,00

Petr Arkad'evic Stolypin. Un riformatore nell'Impero zarista

Petr Arkad'evic Stolypin. Un riformatore nell'Impero zarista

Francesco Randazzo

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 192

Negli ultimi vent'anni del regime zarista, la diplomazia russa si è distinta per la qualità e l'abilità di alcuni ministri e consiglieri politici. Tale competenza, tuttavia, si è manifestata durante il regno di un sovrano privo di qualità personali. Nicola II Romanov aveva intrapreso un'incauta guerra contro il Giappone reagendo con brutale violenza alla rivolta del 1905. Sebbene le sue scelte siano state duramente condannate dalla storia, alcuni suoi collaboratori furono riconosciuti positivamente, pur trovandosi ad essere "gli uomini giusti nel momento sbagliato". Tra questi spicca Pëtr Arkad'evic Stolypin, un controverso statista. Alcuni storici lo hanno definito un politico spietato che soffocò l'opposizione e condannò a morte centinaia di rivoluzionari e anarchici consolidando l'autocrazia. Altri, invece, considerano la sua azione politica e sociale come un tentativo di stabilizzare una società sull'orlo del collasso rivoluzionario. Grazie a una solida formazione universitaria e a un pragmatismo raro tra i consiglieri dello zar, egli cercò di preservare l'autocrazia con politiche volte a scongiurare il caos, creando ex novo una classe di contadini agiati, i kulakì, attraverso una riforma agraria epocale. Il suo approccio si basava sulla convinzione che la stabilità della Russia richiedesse misure severe e risolute. La storia ha giudicato Nicola II per le sue decisioni disastrose, ma ha riconosciuto a Stolypin competenza e determinazione oltre alla capacità di portare la nave dell'autocrazia russa fuori dal porto della rivoluzione, in un periodo di grande turbolenza. La mancata riuscita non toglie valore all'azione riformatrice.
25,00

Memorie che curano/memorie da curare. Patrimoni culturali e deistituzionalizzazione psichiatrica a Torino

Memorie che curano/memorie da curare. Patrimoni culturali e deistituzionalizzazione psichiatrica a Torino

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 208

Che cosa rimane oggi della riforma psichiatrica italiana del 1978? Quali sono le eredità e qual è la memoria di questa trasformazione che investì l'intera società e che fu possibile proprio perché il largo movimento anti istituzionale e riformatore lavorò per abbattere non solo i muri di mattoni che circondavano i manicomi, rinchiudendovi a vita migliaia di persone private di ogni diritto, anzitutto di quello alla cura (se necessaria), ma anche e soprattutto le barriere dello stigma, dell'emarginazione e della separazione tra presunta "follia" ed esibita "normalità"? La risposta a tali domande è oggetto di un variegato progetto di "storia applicata" che riguarda le memorie e i patrimoni culturali della deistituzionalizzazione, con una particolare attenzione al caso torinese, contesto a lungo dimenticato, ma che permette di analizzare la complessità e la contraddittorietà di tale processo in una grande città industriale con quattro manicomi tra i più grandi d'Italia, tre dei quali quasi interamente destinati alle donne. Il libro restituisce i primi risultati della ricerca su questi specifici patrimoni, che sono al tempo stesso memorie da curare (da raccogliere, da conservare, da tutelare, da conoscere e da far conoscere) e memorie che curano, perché aiutano a riproblematizzare pratiche terapeutiche e di presa in carico delle persone nei momenti di difficoltà e di fragilità. Si tratta di una vera e propria esplorazione di fonti e di archivi, che alterna l'indagine storica, le azioni di censimento e di conoscenza e le iniziative di public engagement finalizzate a sperimentare forme originali di scambio tra lavoro culturale e socio-sanitario.
29,00

La Grande guerra. Dinamiche internazionali e contasto locale

La Grande guerra. Dinamiche internazionali e contasto locale

Domenico Sacco

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 204

La Grande Guerra continua a occupare un posto di primissimo piano tanto dal punto di vista della storiografia, quanto da quello della memoria collettiva, nonché nell'interesse dell'opinione pubblica. Probabilmente perché essa fu la prima significativa espressione di una mobilitazione totale delle masse. Attualmente si guarda alla Grande Guerra da una nuova prospettiva originale che privilegia, oltre la storia esclusivamente militare, la storia culturale e sociale. La ricorrenza del centenario, una decina di anni fa, ha poi contribuito a movimentare il panorama degli studi. Il moltiplicarsi di progetti di ricerca e d'iniziative editoriali di carattere nazionale e internazionale ha portato importanti novità nel dibattito, nella scelta delle chiavi di lettura, delle tematiche e dei contesti da indagare. L'ottica di questo volume è dunque particolare, poiché l'autore nella prima parte analizza la storiografia attuale sulla Prima guerra mondiale, per poi concentrarsi sulla storiografia "classica" e su quell'anno cruciale, all'interno della guerra, che può essere considerato il "lungo" 1917. Nella seconda parte esamina le vicende della guerra nel Mezzogiorno d'Italia e le posizioni ideologiche di alcuni meridionalisti relative alla guerra. Le nozioni di "fronte interno" e di "storia dal basso" permettono, in questo modo, la verifica sul territorio e la ricostruzione di contesti concreti della continuità/discontinuità nelle differenti situazioni geo-sociali senza che per questo si rinunci alla narrazione più generale.
28,00

«Il cittadino d'Italia». Storia delle cittadinanze onorarie a Benito Mussolini

«Il cittadino d'Italia». Storia delle cittadinanze onorarie a Benito Mussolini

Michelangelo Borri

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 168

In tempi recenti, le proposte di revoca delle cittadinanze onorarie a Benito Mussolini hanno sempre più frequentemente originato discussioni all'interno dei consigli comunali italiani e sulla stampa nazionale, inserendosi in un più ampio dibattito sulla memoria del fascismo e sollecitando riflessioni nelle comunità locali e nella società civile. Frutto di un'accurata ricerca d'archivio, il volume mira a riassumere i principali aspetti di tale discussione, ma anche, e soprattutto, a ricostruire la storia delle cittadinanze mussoliniane, delineandone le motivazioni e ponendone in evidenza la funzione. Inserite nel contesto dell'Italia del 1923-1924, le onorificenze furono il risultato di un'operazione politica diretta dai vertici del Partito nazionale fascista con l'obiettivo di accrescere il consenso popolare attorno al nascente regime, ponendo, al contempo, le basi per la costruzione del culto personale del dittatore.
22,00

Una disciplinata guerra di posizione. Studi sul Pci

Una disciplinata guerra di posizione. Studi sul Pci

Alessandro Barile

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 210

A più di cento anni dalla sua fondazione, ma anche a più di trenta dal suo scioglimento, il Partito comunista italiano continua ad alimentare l'interesse della ricerca storica. Lo studio del Pci diviene così un modo per osservare la storia del secondo Novecento italiano nei suoi momenti critici: il pervasivo scontro ideologico, la tortuosa ma efficace nazionalizzazione delle masse, il riformismo incompiuto, la modernizzazione industriale e lo stallo politico sono problemi che mantengono una loro vitalità conoscitiva anche grazie alla singolare originalità del comunismo italiano, anch'esso, in fondo, un "comunismo incompiuto". Attraverso una serie di studi sulla cultura politica del partito e dell'intreccio con la sua politica culturale, il libro intende ricostruire la peculiare "guerra di posizione" che il partito nuovo togliattiano andò edificando nel trentennio successivo alla Liberazione, fino a quando - cioè - le molteplici contraddizioni apertesi con il "boom economico" deflagrarono nello scontro con un "altro comunismo", quello della mobilitazione degli anni settanta.
33,00

Antonio Segni e i giuspubblicisti. Carteggio sui poteri del Presidente della Repubblica

Antonio Segni e i giuspubblicisti. Carteggio sui poteri del Presidente della Repubblica

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2024

pagine: 282

Questo volume raccoglie le lettere che Antonio Segni e tredici autorevoli studiosi di diritto si scambiarono durante il 1956 e poi dal 1962 al 1964 sui poteri e sui limiti del Presidente della Repubblica. Anche se era un giurista di formazione e aveva alle spalle una significativa esperienza di governo, Segni sentì l'esigenza di confrontarsi con alcuni dei massimi esponenti dell'élite giuridico-costituzionale italiana (Gaspare Ambrosini, Paolo Biscaretti di Ruffia, Giorgio Bo, Giuseppe Chiarelli, Vezio Crisafulli, Leopoldo Elia, Carlo Esposito, Giuseppe Guarino, Giuseppe Maranini, Aldo Moro, Costantino Mortati, Meuccio Ruini e Aldo Sandulli). Il Capo dello Stato riconosceva la complessità di alcuni problemi, che richiedevano l'analisi tecnica degli specialisti, e cercava di comprendere meglio la più alta carica della Repubblica, che gli appariva sfuggente ed enigmatica. Segni, però, voleva avere anche un supporto teorico-giuridico che garantisse alle sue scelte una sorta di copertura. Dietro il carteggio, infatti, si giocò una partita politica: la definizione del ruolo effettivo del Presidente della Repubblica in relazione all'attività governativa e alla determinazione dell'indirizzo politico del Paese.
43,00

Le forme del nero. Nascita e affermazione del fascismo in Emilia-Romagna

Le forme del nero. Nascita e affermazione del fascismo in Emilia-Romagna

Andrea Baravelli

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2023

pagine: 234

Il fascismo nacque a Milano, ma crebbe in Emilia-Romagna. In questa regione s'impose infatti per la prima volta, dimostrando al Paese intero quanto efficace potesse essere il modello proposto dalle camicie nere. Ma quale fu la relazione concretamente instauratasi tra movimento delle camicie nere e territorio emiliano-romagnolo? Lungi dal riprodursi sempre uguale a se stesso, il fascismo si sviluppò infatti aderendo alle particolari caratteristiche sociali e politiche dei territori. Unitario rispetto al metodo di conquista adottato, ma condizionato per scelte politiche e organizzative dall'intreccio di storie e poteri che sempre è possibile rinvenire all'ombra dei mille campanili italiani. L'Emilia-Romagna, vero e proprio laboratorio della politica novecentesca, instaurò quindi col fascismo un rapporto particolare, che occorre analizzare con grande attenzione. Fin qui non è mai stato fatto. Anche perché il fascismo si dimostrò da subito particolarmente convincente nell'autorappresentarsi quale movimento omogeneamente organizzato, in possesso di una visione nazionale dei problemi e ben deciso a conquistare il centro dello Stato per imporre la sua peculiare soluzione alle recalcitranti periferie. La sfida dell'operazione storiografica qui presentata è dunque quella di rinnovare lo stato degli studi regionali sul fascismo delle origini, riorganizzando l'ampia mole di lavori esistenti sulla base delle nuove domande poste dalla storiografia internazionale.
30,00

Gli inutili ingombri. Catania tra sviluppo urbanistico e tutela dei beni monumentali e paesaggistici (1939-1968)

Gli inutili ingombri. Catania tra sviluppo urbanistico e tutela dei beni monumentali e paesaggistici (1939-1968)

Gianluca Majeli

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2023

pagine: 160

Il volume mette insieme alcune questioni fondamentali utili a comprendere gli anni Cinquanta e Sessanta del nostro paese attraverso l’analisi del caso Catania: l’urbanistica, il rapporto tra pubblico e privato, la tutela paesaggistica e monumentale, il ruolo delle classi dirigenti, le burocrazie tecniche, il rapporto tra centro e periferia. A partire dagli anni Cinquanta, nel quadro del boom edilizio nazionale, i lineamenti del paesaggio urbano prebellico del capoluogo etneo furono cancellati su un raggio così ampio da rendere quasi irriconoscibile la fisionomia della Catania degli anni Trenta. Catania non fu certo l’unica città a dovere affrontare la minaccia che l’edilizia montante costituiva per il patrimonio storico. Il problema era di scala nazionale. Il paese era privo di norme adeguate all’entità dei processi in atto: le leggi di tutela del patrimonio storico-artistico, monumentale e paesaggistico approvate dallo stato fascista nel 1939, così come la legge urbanistica varata durante la guerra, alle soglie della caduta del fascismo, si rivelarono strumenti inadeguati a fronteggiare processi d’inurbamento imponenti e rapidissimi. Oltre a ciò, la crescita economica e la modernizzazione del secondo dopoguerra ebbero costi sociali e culturali altissimi. Il tentativo di modernizzare la città di Catania passò per la legge speciale per il Risanamento di San Berillo, una delle operazioni immobiliari più audaci del dopoguerra che cancellò una porzione di notevole ampiezza del centro storico, lasciando una profonda ferita nel corpo della città. La mancata approvazione per venti anni del Piano Regolatore Generale fece il resto, permettendo di fatto l’emersione degli appetiti di chi riteneva che fosse legittimo cancellare gli edifici liberty – perché erano degli “inutili ingombri” rispetto all’idea di modernizzazione prevalente – per sostituirli con grandi complessi condominiali, in spregio a un’idea di città più rispettosa della storia cittadina e più sostenibile dal punto di vista umano e ambientale.
23,00

Fedeli alla monarchia e devoti alla terra. La nascita di una classe dirigente in Sardegna

Fedeli alla monarchia e devoti alla terra. La nascita di una classe dirigente in Sardegna

Roberto Ibba

Libro: Copertina morbida

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2022

pagine: 232

Il volume indaga sulla nascita della classe dirigente in Sardegna, mettendo in connessione la storia del territorio con la costruzione genealogica e patrimoniale dei principali gruppi familiari nella baronia di Monreale. Partendo dall'analisi dello spazio agrario, sociale e politico dei villaggi, in una prospettiva sia diacronica, sia sincronica, la ricerca si sviluppa tra storia evenemenziale e studio delle strutture agrarie e sociali, facendo emergere i conflitti territoriali, le strategie economiche e le alleanze politiche tra le famiglie dell'aristocrazia e della borghesia rurale nella lunga età moderna. La conquista del potere e una solida base fondiaria permettono ad alcuni esponenti di questo ceto dirigente locale di ascendere verso posizioni di vertice nelle istituzioni amministrative, militari e politiche del nascente Stato italiano. Tra questi, è rappresentativo il caso del generale dei carabinieri Giovanni Battista Serpi, che dal paese di Sardara sale alla ribalta dello scenario risorgimentale nella Sicilia post-unitaria con un ruolo rilevante nel processo di state-building.
29,00

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