Einaudi: Frontiere Einaudi
Il grande romanzo dei Vangeli
Corrado Augias, Giovanni Filoramo
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 272
Se un viaggiatore venuto da molto lontano cominciasse a sfogliare le pagine dei Vangeli totalmente ignaro della loro origine e di ogni possibile implicazione teologica, che cosa leggerebbe? In buona sostanza quattro versioni in parte (ma non del tutto) simili della tragica vicenda di un predicatore che, avendo sfidato il potere della Chiesa e dello Stato, viene processato e condannato a morte. Ma c'è un altro elemento che colpirebbe il nostro ipotetico lettore: la folla di personaggi in cui il protagonista s'imbatte, o da cui è accompagnato, nel corso della sua breve esistenza. Il nostro ipotetico lettore sarebbe colpito dalla diversità delle reazioni, dall'odio implacabile allo smisurato amore. Noterebbe le turbe, il popolo, una folla indistinta, poveramente vestita, rassegnata o crudele, fatta di pescatori, operai dei campi e delle vigne, pastori, in genere illetterati, alcuni gravemente malati, tutti fiduciosi nella storia del loro popolo e nell'aiuto costante del loro Dio. Dallo stupore per questa umanità, dalla meraviglia per queste straordinarie presenze umane, è partito Corrado Augias a colloquio con uno dei maggiori storici del cristianesimo, Giovanni Filoramo. Augias «stringe l'inquadratura» sugli uomini e le donne che appaiono nei Vangeli. Ne esamina le vite narrate dagli evangelisti ma anche i segreti taciuti, le origini o i destini. A cominciare dalla madre del giustiziato, ad esempio, figura che dovrebbe avere carattere centrale e che - stranamente - risulta, invece, appena abbozzata, presenza sfuggente caratterizzata da rapporti spesso aspri con suo figlio. O il padre (adottivo?), piccolo imprenditore edile, più che semplice falegname, perennemente muto di fronte alle straordinarie vicende che il destino gli ha riservato. O le figure enigmatiche e sfaccettate di Giuda e della Maddalena. Con questo libro, Augias e Filoramo riescono in un'impresa difficile: narrarci in maniera sorprendentemente nuova una storia che pensavamo di conoscere.
Il piccolo libro dell'ikigai. La via giapponese alla felicità
Ken Mogi
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2018
pagine: 167
Jirō Ono è universalmente riconosciuto come il più grande maestro di sushi al mondo. Che prepari i suoi piatti per il presidente degli Stati Uniti o per il più comune degli avventori, Jirō si impegna perché la visita al suo ristorante sia un'esperienza unica per tutti. Dalla scelta accurata degli ingredienti al mercato all'esecuzione delle più sofisticate composizioni, dalla cottura del riso fino alla pulizia meticolosa del piano di lavoro, a guidare Jirō nel raggiungimento della quotidiana perfezione gastronomica è un profondo senso di ikigai. L'arcipelago di Okinawa è noto in tutto il mondo per un motivo: i suoi abitanti sono i più longevi della Terra. Si cibano di pietanze tanto miracolose quanto sconosciute? Assimilano una misteriosa linfa vitale dall'acqua o dall'aria? O, più semplicemente, questi arzilli ultracentenari conducono una vita all'insegna dell'ikigai? Ma cos'è l'ikigai? Per scoprirlo non serve volare in Giappone: tutti hanno un ikigai, ma non sempre ne sono consapevoli. È quella forza che spinge ad alzarsi la mattina e dà l'entusiasmo per affrontare la giornata. È la soddisfazione che deriva dal compiere i gesti più naturali e scoprirli preziosi per sé e per gli altri. È la gioia inaspettata che si prova per un raggio di sole dopo tante giornate di pioggia, per un caffè fumante in un mattino d'inverno, per il sorriso sincero di uno sconosciuto in autobus. Se l'ikigai è la via che conduce alla felicità, Ken Mogi è la persona giusta per indicarci la direzione da seguire. E lo fa raccontandoci, dalla prospettiva insolita del neuroscienziato, un Giappone sconosciuto, quotidiano eppure segreto. Sempre con la stessa leggerezza e concentrazione di una cosa fatta con ikigai.
Un'Odissea. Un padre, un figlio e un'epopea
Daniel Mendelsohn
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2018
pagine: 310
Nel gennaio del 2011, al primo incontro del seminario sull'Odissea tenuto da suo figlio Daniel, mescolato alle matricole diciottenni siede Jay Mendelsohn, matematico e ricercatore scientifico all'epoca ottantunenne. «Sarà un incubo», pensa Daniel a fine mattinata, quando appare chiaro che Jay non si atterrà al ruolo di silenzioso uditore che aveva immaginato per lui. Il vecchio Mendelsohn è cresciuto nel Bronx ed era ragazzo durante la guerra. Detesta la debolezza e il raggiro, valuta le cose in base alla fatica per ottenerle e la sua sola fede è nelle scienze esatte. Non può non aver da ridire sulla figura di Odisseo, il polytropos, l'uomo dalle molte svolte, ma anche dai molti trucchi, lacrime, aiuti divini, donne. «Non capisco perché dovremmo considerarlo un grande erooooe», ripete Jay per lo stupore divertito degli studenti. Eppure, settimana dopo settimana, affronta le tre ore di viaggio da Long Island al Bard College per apprendere dalla voce di suo figlio delle Vacche del Sole e di Penelope e del nostos. E va oltre: quando Daniel, quasi per gioco, gli propone una crociera nel Mediterraneo che ripercorra i luoghi dell'epopea, Jay acconsente. Per Daniel è un'esperienza pregna di rivelazioni: per mano a suo padre capisce appieno lo sgomento dell'Ade; nei ricordi coniugali del vecchio genitore ritrova la forza dell'homophrosyne, il «pensare allo stesso modo», e in quell'uomo inaspettatamente tanto aperto e socievole, in classe come a bordo, non riconosce forse un Odisseo dalle molte svolte?
Leggende del deserto americano
Alex Shoumatoff
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 604
Il deserto è una terra aspra e selvaggia. Nel deserto americano i rumori umani lasciano subito il posto ai saltelli del ratto canguro, allo strisciare obliquo del crotalo ceraste, allo zampettare del road runner (il Bip Bip dei cartoni animati), che dopo aver divorato il serpente si aggira baldanzoso per giorni con la coda del crotalo che ancora spunta dal becco. Con "Leggende del deserto americano", frutto di una ricerca durata una vita, Alex Shoumatoff ci accompagna alla scoperta degli innumerevoli segreti nascosti in questa regione primordiale e leggendaria. Cosi, ci ritroviamo immersi nelle atmosfere che gli appassionati dei fumetti di Tex e dei film western conoscono bene: le distese del Mojave, del deserto dipinto, del Canyon del Muerto, di Fort Wingate. Ritroviamo le lotte dei navajo, ancora oggi indomiti e impegnati a difendersi dalle prepotenze degli anglos, e quelle per la difesa dell'acqua, bene prezioso minacciato dall'avidità di grandi città come Phoenix o Denver, desertiche e ricche di campi da golf. Ripercorriamo i viaggi e gli scontri fra coloni spagnoli e indiani, con la ricerca leggendaria e sanguinosa delle sette città d'oro di Cibola, e conosciamo da vicino le tradizioni degli indiani tarahumara, consumatori di peyote e instancabili corridori, che praticano lo sport tradizionale del rajalipame, una corsa a staffetta su distanze fino a centocinquanta chilometri, da percorrere spingendo a calci una palla di legno duro.
L'arte della cucina sovietica. Una storia di cibo e nostalgia
Anya von Bremzen
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 376
Anya von Bremzen lascia l'Unione Sovietica nel 1974. Ha poco più di dieci anni ed è al seguito dell'indomita madre Larisa che, da sempre insofferente alle stramberie del regime, prende una volta per tutte la decisione di emigrare il giorno in cui, in mancanza d'altro e di incarti di qualsivoglia natura, è costretta a portarsi a casa in mano un pezzo sanguinolento di carne di balena. Dall'Urss della stagnazione Anya si ritrova cosi nell'America dell'abbondanza, i cui supermercati zeppi di ogni prelibatezza suscitano negli esuli sovietici reazioni che vanno dal pianto di gioia alla paralisi di smarrimento. Ma per Anya bambina il cibo, spogliato del piacere della conquista, perde di colpo la sua magia. Finché, a diversi anni di distanza, non le viene per caso l'idea di scrivere un libro di ricette russe... Frutto maturo di quella passione ritrovata, "L'arte della cucina sovietica" mescola il tema cultural-gastronomico alla rievocazione di tragedie collettive e a memorabili frammenti di vita famigliare. Impossibile non tenere il fiato sospeso per il nonno, affascinante agente segreto coinvolto in rocambolesche imprese di guerra, e non ritrovarsi stizziti davanti all'ennesimo scivolone del padre, sdentato donnaiolo di abitudini oblomoviane. Delle grandi figure politiche del Novecento non manca nessuno: c'è Lenin, con la sua ascetica moderazione nel bere e nel mangiare; Stalin, con i suoi sontuosi banchetti in barba alla popolazione affamata; Chruscév...
Le antiche vie. Un elogio del camminare
Robert Macfarlane
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 408
"Gli uomini sono animali, e come tutti gli animali anche noi quando ci spostiamo lasciamo impronte: segni di passaggio impressi nella neve, nella sabbia, nel fango, nell'erba, nella rugiada, nella terra, nel muschio. È facile tuttavia dimenticare questa nostra predisposizione naturale, dal momento che oggi i nostri viaggi si svolgono per lo più sull'asfalto e sul cemento, sostanze su cui è difficile imprimere una traccia. Molte regioni hanno ancora le loro antiche vie, che collegano luogo a luogo, che salgono ai valichi o aggirano i monti, che portano alla chiesa o alla cappella, al fiume o al mare". Robert Macfarlane è l'ultimo, celebrato poeta della natura, erede di una tradizione che da Chaucer fino a Chatwin e Sebald è capace di trasformare una strada in una storia, un sentiero su un altopiano in un viaggio nella memoria. Riallacciando l'ancestrale legame tra narratore e camminatore, Macfarlane compie il gesto più semplice, eppure oggi anche il più radicale: quello di uscire dalla sua casa di Cambridge e iniziare a camminare, a camminare e osservare, a osservare e raccontare. Battendo i sentieri dimenticati di Inghilterra e Scozia, l'antico "Camino" di Santiago, le strade della Palestina costellate di checkpoint e muri di contenimento, gli esoterici tracciati tibetani, Macfarlane riesce, come un autentico sciamano, a far parlare paesaggi resi muti dall'abitudine, a dare voce ai fantasmi che li abitano, a leggere i racconti con cui gli uomini hanno abitato il mondo.
Leviatano o la balena
Philip Hoare
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 425
Una balenottera, ha il cervello più grosso del mondo, un cuore che batte dieci volte in un minuto e una fisiologia meravigliosamente adattata alla vita marina, tanto che non ha bisogno di bere acqua dolce. Le balene sono state miniere di materie prime, in grado di soddisfare quasi tutti i nostri bisogni: le loro interiora si sono trasformate in corde di racchette, corsetti per signore, tasti di pianoforte; l'olio di balena si trovava nella margarina, nel linoleum e nel sapone, e prima dell'avvento dell'elettricità, ha illuminato per anni le notti dell'uomo. I cetacei erano simboli di ricchezza e potere: la corona britannica era consacrata con l'olio di balena, e un dente di balena istoriato con il sigillo presidenziale accompagnò Kennedy nel suo ultimo viaggio. La moglie l'aveva acquistato come regalo, ma il presidente non fece in tempo a vederlo e la sera prima del funerale Jacqueline lo mise nella bara del marito. Un gesto d'affetto e dal forte valore simbolico, che rimandava ai re medievali sepolti con i simboli del potere, come talismani che riflettevano il valore di chi li aveva posseduti. Partendo di volta in volta da un aneddoto, una storia, un ricordo personale, una pagina di libro epico o sacro, un esperimento scientifico o una esplorazione geografica, Hoare ricostruisce con maestria mondi interi, scoperte meravigliose nello spazio e nel tempo (e soprattutto in mare).
Più lontano ancora
Jonathan Franzen
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 306
Nel Pacifico meridionale, a ottocento chilometri dalla costa del Cile, c'è un'isola vulcanica dalle inaccessibili pareti verticali, lunga undici chilometri e larga poco più di sei, popolata da milioni di uccelli marini e da nessun essere umano. Si chiama Masafuera, "più lontana". Spinto da quell'inquietudine che solo certi viaggi riescono a placare, Jonathan Franzen, qualche mese dopo l'uscita di "Libertà", decide di raggiungere Masafuera e trascorrervi alcuni giorni. Insieme a lui soltanto una tenda, un GPS presto inutile, una copia di Robinson Crusoe e le ceneri di un amico morto suicida. Nella solitudine, non priva di avventurose e quasi mortali complicazioni, Franzen farà i conti con ciò che lega l'isolamento e il romanzo (il genere che insegna "come stare soli"), la modernità tecnologica con la sua valanga di stimoli superflui e la noia quale passaggio indispensabile per trovare se stessi. Ma farà anche i conti con il lutto, la perdita e la necessità, dolorosa, di parlare con i propri fantasmi. Sia che raccontino di animali in pericolo e della minaccia che l'umanità rappresenta per la loro sopravvivenza, di come cellulari, Internet e social network trasformino i rapporti interpersonali, di amici o di maestri, le ventuno riflessioni che compongono "Più lontano ancora", non importa se in forma di saggio, ricordo autobiografico o reportage, affrontano tutte lo stesso problema di fondo: come rimanere umani.
Storia di Chiara e Francesco
Chiara Frugoni
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 200
Due ragazzi benestanti, colti, imbevuti di letture - soprattutto lui - di nobili cavalieri e amori cortesi. Ma quando un giorno questi due giovani, destinati a ereditare gli onori del loro stato sociale, volsero lo sguardo sulle cose degli uomini, videro un mondo che tradiva il messaggio del Vangelo e lo rifiutarono. Decisero, in momenti diversi, di spogliarsi delle loro ricchezze e, nudi, di abbracciare una nuova vita per gli ultimi. Quelle di Chiara e Francesco furono due esistenze che si intrecciarono strettamente pur percorrendo, ciascuno dei due santi, cammini differenti. Lo scopriamo direttamente dalle loro voci, dai loro scritti, a cui Chiara Frugoni dedica in questo libro uno spazio del tutto nuovo. Facendo parlare direttamente i protagonisti, la Frugoni fa del lettore un compagno di strada di Chiara e Francesco, permettendogli di accostarsi al loro generoso progetto e alle resistenze, ai tradimenti, ai compromessi con cui i due dovettero fare i conti per rendere reale la loro utopia. Del resto è una storia, quella di Chiara e Francesco, che col passare dei secoli nulla ha perso della sua travolgente novità. Al contrario, è come se il tempo trascorso non smettesse di sottolinearne la radicale modernità: il rapporto con i poveri, e quindi col denaro e il potere; il ruolo non subalterno della donna; la funzione dei laici nell'istituzione religiosa; l'importanza del lavoro manuale in servizio del prossimo e come garanzia di libertà; la relazione con fedi diverse.
Le strade per Quoz. In giro per l'America
William Least Heat Moon
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 555
Perché un viaggio sia ad alto tasso di "quozzità" deve essere percorso lentamente, con l'animo di chi è disponibile all'incontro. Il cacciatore di quoz deve essere pronto a rispondere all'invito dell'insolito, al richiamo del sentiero meno battuto, della deviazione curiosa, della digressione vagolante. Un devoto del "giro lungo", insomma, poco incline alla linea retta autostradale ma amante delle "strade blu". Non serve una guida, tanto meno una guida turistica. Quello che serve è un compagno di viaggio. Il viaggiatore che si inoltra tra le pagine di questo libro ha il privilegio di avere, come complice, niente meno che lui, il grande Mago di Quoz, la massima autorità mondiale sui quoz, il quozzologo per eccellenza: William Least Heat-Moon. Ma cos'è, si chiederà l'esasperato lettore, un quoz ? Per ora gli basti sapere che i quoz sono tutte quelle particelle di insolito, di imprevedibile, di incongruo e di prezioso che incontriamo nel cammino della nostra esistenza. I quoz sono oggetti, paesaggi, eventi, ma sono soprattutto persone, incontri lungo via, che si trasformano in ricordo, in ciò che resta una volta tornati a casa. Il granello di sabbia intorno cui si forma la perla della memoria, e quindi del racconto. Venticinque anni dopo "Strade blu", Least Heat-Moon torna a raccontare l'America meno battuta, e più sorprendente, attraverso sei viaggi, o, meglio, sei vagabondaggi nel cuore del paese
HHhH. Il cervello di Himmler si chiama Heydrich
Laurent Binet
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 342
La storia che viene qui raccontata è una storia nota. Apparentemente nota: l'attentato a Heydrich del 27 maggio 1942. In realtà, la sensazione è quella di leggerla per la prima volta, in tutta la sua trascinante forza narrativa e nella sua drammatica verità documentaria. Il primo protagonista della storia è Reynard Heydrich, il braccio destro di Himmler, l'ideatore, nel gennaio del 1942 della Soluzione finale, lo sterminio sistematico degli ebrei. Heydrich è gerarca più spietato del Terzo Reich, il macellaio di Praga, la bestia bionda. L'uomo dall'infanzia problematica, segnata da due traumi: da una parte la voce stridula e l'aspetto effeminato che gli valsero l'appellativo di capra, e dall'altra il mistero di una presenza ebraica all'interno della sua famiglia. Ben presto il giovane Heydrich comincia a trasformarsi nell'incarnazione del ariano, ammirato da Hitler per la ferocia e per l'efficacia delle sue azioni. In rapida ascesa politica Heydrich arriva al vertice del Protettorato di Boemia e Moravia, dove si dedica allo sterminio degli ebrei e di tutti gli oppositori al regime. Ma da Londra, città in cui il governo ceco è stato esiliato, parte contro di lui l'offensiva della Resistenza che culminerà nell'Operazione Antropoide. I protagonisti indiscussi diventano allora due: i paracadutisti Jozef Gabcik e Jan Kubis, uno slovacco e l'altro ceco, ai quali viene affidato l'incarico dell'esecuzione.
Ogni cosa alla sua stagione
Enzo Bianchi
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 127
"Ora che avverto quotidianamente l'incedere della vecchiaia, la memoria mi riporta sovente ai luoghi in cui ho vissuto..." dice Enzo Bianchi che parte con cuore, testa e memoria, alla ricerca di tutti i luoghi che hanno suscitato in lui affetti e sentimenti, dove ha trascorso l'infanzia o che ha raggiunto viaggiando. E noi partiamo con lui. Quelli che visitiamo sono angoli di mondo ma anche luoghi della vita e dell'anima. Sono il Monferrato con le sue colline, i "bric", il paese con la sua comunità, le usanze, i proverbi, l'esistenza grama, la fatica e i momenti di forte e gratuita solidarietà. Sono la cella del monaco, un luogo da dove osservare il mondo, dove diventare consapevoli delle gioie e delle sofferenze e dove prendono forma le parole con cui narrare qualcosa della vita. Un luogo in cui si ripropone sovente la domanda: che ne è di noi? Perché questo viaggio, naturalmente, è anche un viaggio nel tempo, un viaggio nella vita che scorre, nei giorni di un uomo e in quelli delle stagioni. Sono i giorni del focolare, passati a tavola conversando insieme ai famigliari e all'ospite, gustando il cibo preparato con cura e bevendo il vino che celebra e festeggia. Ma sono anche le vacanze di Natale, quando i bambini aspettavano la festa preparando il presepe e la sera della vigilia il grande ceppo, elsùc 'd Nadàl, ardeva nel camino. Sono tutti giorni che attraversano il tempo e fanno parte del nostro vivere: alcuni ci fanno soffrire, altri ci rallegrano e ancora ci stupiscono.