Edizioni di Storia e Letteratura: Edizioni Gobettiane
Il pensiero di Carlo Cattaneo
Bruno Brunello
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 256
Le più belle pagine di Carlo Cattaneo, avevano nel 1922 acceso l'interesse di Gobetti per il patriota e pensatore milanese. Tre anni dopo gli avrebbe dedicato un articolo su «La Rivoluzione Liberale», ma soprattutto avrebbe deciso di accogliere nelle sue edizioni la tesi di laurea di Bruno Brunello sulla filosofia cattaneana, «una filosofia per modo di dire» - la definisce l'autore dello studio - che non si confrontava con i temi proposti «dalla logica dialettica hegeliana» e che tuttavia costituiva un corpus di pensiero non aggirabile. Di fatto, questo saggio pubblicato da Gobetti inaugurò lo studio sistematico dell'opera di Cattaneo.
Passatismi
Ubaldo Riva
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 160
La guerra, la montagna, gli affetti familiari e una profonda religiosità sono i temi di una poesia da cui emana un'amarezza spesso schermata dal sorriso e dall'ironia. L'autore, Ubaldo Riva (1888-1963), avvocato a Bergamo, appassionato di musica, era stato volontario tra gli Alpini e fu ferito e decorato nella prima guerra mondiale. Nell'aprile 1924 incontrò a Milano Gobetti, il quale su «La Rivoluzione Liberale» gli rimproverò l'adesione a un sindacalismo incline a compromessi con il fascismo. La divergenza non incrinò però il progetto di dar vita al volume di versi "Passatismi".
In Brasile
Luciano Magrini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 224
Giornalista antifascista, esule dal "Secolo" dopo l’adesione del giornale al regime, dal 1923 Luciano Magrini intraprese viaggi d’inchiesta per "Il Corriere della Sera". Già autore di "Germania d’oggi", "Marocco", "Attraverso il Giappone" e "La Cina d’oggi", tra il settembre e il novembre 1924 fu in Brasile sulle tracce dei tanti espatriati italiani impiegati soprattutto nelle piantagioni di caffè. Ne risultò il reportage che Piero Gobetti volle dare alle stampe in contrapposizione critica al racconto retorico dell’emigrante che fa fortuna all’estero. In Brasile è una vera e propria denuncia dello stato di sfruttamento in cui versavano in quel paese i lavoratori delle campagne e delle città, privi di diritti, mal pagati, denutriti, trattati come schiavi da un capitalismo "avido, ottuso e recentissimo". L’inchiesta raggiunge il culmine nella definizione della fazenda come «sepolcro di viventi» e trova di diritto un suo posto di rilievo nella bibliografia sulla storia delle migrazioni.
Lo spaccio del bestione trionfante. Stroncatura di Giovanni Gentile
Adriano Tilgher
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 128
Una "stroncatura tecnica" definitiva dell’attualismo di Giovanni Gentile è "Lo spaccio del bestione trionfante" di Adriano Tilgher. Non solo "morsi, punzecchiature, colpi d’ago e di spillo", come scriveva "La Rivoluzione liberale" del 14 giugno 1925, ma una requisitoria contro il capofila degli intellettuali fascisti, che aveva teorizzato la moralità della violenza squadrista e, come ministro, aveva "rimesso il prete nelle scuole". Tilgher non si rivolgeva tanto ai filosofi di professione ma a un pubblico più vasto, lasciando così un documento rilevante della lotta politico-culturale antifascista di quegli anni, a futura memoria delle sempre risorgenti fascinazioni per gli autoritarismi.
Il fascismo
Carlo Avarna di Gualtieri
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 272
Usare l'illegalità per ripristinare la legalità e la violenza per richiamare all'ordine: nel saggio Il fascismo il duca Carlo Avarna di Gualtieri, discendente da una nobile famiglia monarchica siciliana, mostrava tutte le contraddizioni del regime pur riconoscendo al movimento iniziale una comprensibile aspirazione a restaurare l'autorità dello Stato. Nel maggio 1925, tuttavia, Avarna invocava le forze democratiche aventiniane e l'intervento del re per scongiurare la dittatura. Il testo non ebbe immediata fortuna, ma fu apprezzato in sede storiografica da importanti storici antifascisti tra cui Salvemini e Tasca.
Vilfredo Pareto
Alberto Cappa
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 128
Un Pareto pensatore antidemocratico e antisocialista, e mai, però, teorico o sostenitore a tutto tondo del fascismo, è quello che Alberto Cappa descrisse nel 1924, a un anno dalla morte dello studioso. Il giovane giornalista apprezzava di Pareto soprattutto «lo studio della psicologia umana e delle sue relazioni con i fatti sociali» e il metodo di ricerca sperimentale e relativistico che intendeva affrontare la storia scientifi camente. Su questa base sociologica, in una battaglia militante a difesa di un liberalismo rinnovato, si sarebbero potuti ripensare tanto il Risorgimento, quanto - come Cappa aveva fatto sotto lo pseudonimo di Grildrig in Generazioni del fascismo uscito sempre presso Gobetti - la fenomenologia delle giovani generazioni che irruppero sulla scena pubblica durante il primo conflitto mondiale e nell'immediato dopoguerra.
La rivolta cattolica
Igino Giordani
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 288
Manifesto, secondo «La Rivoluzione liberale», del «nuovo pensiero cristiano-democratico», Rivolta cattolica mescola testimonianza personale, analisi storica, riflessione politica e proposta ideale. Dopo gli orrori della guerra, la Chiesa di Roma resta per Igino Giordani l’unica autorevole voce in grado di ergersi a difesa dell’umanità dell’uomo, ma proprio per questo, rifiutando di farsi instrumentum regni, essa deve opporsi risolutamente alla barbarie fascista. Libertà e fraternità, secondo Giordani, costituiscono il messaggio del cristianesimo, in particolare nell'esperienza mistica, che investe gli individui di concrete responsabilità sociali e politiche.
L'idiota
Cesare V. Lodovici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 96
«Toscano, allegro, osservatore, nato per piccola brigata di motteggiatori e di dialettici beffardi. (…) Il suo errore è di voler idealizzare quei misteri di anime che egli sa invece perfettamente descrivere nei loro ironici contrasti»: così Piero Gobetti ritraeva Cesare Lodovici, che riteneva destinato a un posto di primo piano nell'ambito della drammaturgia italiana. Era la capacità di mettere in scena «destini incompiuti» «contraddizioni inesorabili» ad emergere già, al di sopra di cedimenti tra il predicatorio e il moraleggiante, in questa piéce giovanile che rinnovava in maniera originale il tema borghese del triangolo erotico. Stamparla nel 1923 fu per Gobetti «una testimonianza», che in effetti anticipò il pieno successo del drammaturgo toscano di almeno un decennio.
Dal patto di Londra alla pace di Roma. Documenti della politica che non fu fatta
Gaetano Salvemini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 464
Convinto sostenitore dell'interventismo democratico, Salvemini interpretò il primo conflitto mondiale come contrapposizione delle potenze liberali al tentativo egemonico degli autocratici Imperi centrali. Promosse quindi l'idea di una pace 'giusta', basata sul principio dell'autodeterminazione e della nazionalità, che avrebbe finalmente portato i vari Stati alla democrazia partecipativa. Fermo oppositore del patto di Londra, in questo volume cerca di spiegare all'opinione pubblica gli errori dell'azione diplomatica italiana ed interpreta la delusione della Grande Guerra quale presupposto per il consolidamento del regime fascista.
Una battaglia liberale. Discorsi politici (1919-1923)
Giovanni Amendola
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 272
Quando nell'aprile 1924 uscì 'Una battaglia liberale', antologia di discorsi parlamentari di Giovanni Amendola, su "La Rivoluzione Liberale" si parlò di una delle "più importanti novità politiche". La recensione segnava il riavvicinamento tra Gobetti e Amendola, distanti per diversità di vedute sulla scelta dell'"Aventino" dopo il delitto Matteotti. A novant'anni dalla morte dei due (entrambi si spengono all'inizio del 1926, in Francia, esuli a Parigi nello stesso momento a causa delle medesime violenze e percosse subìte dalle squadre fasciste), la riedizione qui presentata è l'occasione per ricostruire il filo del loro rapporto e nel frattempo per riconsiderare, in Amendola, la mutua implicazione di liberalismo e democrazia, la critica del carattere oligarchico dello Stato post-risorgimentale, la ricerca di una "religione civile" alternativa al progetto totalitario del regime.
Scuola classica e vita moderna
Augusto Monti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 256
"Un mio capolavoro ostinatamente inedito": con queste parole Augusto Monti presentava a Piero Gobetti, con il quale aveva già collaborato per "Rivoluzione liberale", il suo lavoro Scuola classica e vita moderna, saggio pedagogico scritto tra il 1919 e il 1921. Convinto della necessità di riformare la scuola e forte di un'esperienza ventennale di insegnante in giro per l'Italia, Monti proponeva un cambiamento radicale in tre punti fondamentali: rileggere "italianamente, cioè da italiano per italiani" i classici greci e latini; riportare nella scuola media i professori a lungo destinati alla sola carriera universitaria; rendere meno burocratico e più indipendente il lavoro dell'insegnante. Il libro vedrà la luce nel marzo 1923, ma si tratterà ormai di un Paese in cui le premesse poste da Monti nei suoi scritti non possono che vacillare.
Paradosso dello spirito russo
Piero Gobetti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 272
Sin da subito interessato agli avvenimenti della rivoluzione bolscevica, nel 1919 Gobetti ne aveva enunciato il «paradosso»: l'opera di Lenin e Trockij, al di là delle ideologie, era da considerare come «la negazione del socialismo» e dunque un'affermazione di liberalismo sostanziale, in quanto promotrice di un processo di liberazione dal basso, ancorché con mezzi autoritari. Secondo Gobetti, la rivoluzione aveva finalmente formato una reale «coscienza politica», aveva gettato le basi di uno Stato moderno ed elevato la Russia al livello di civiltà dei popoli occidentali. Il 'Paradosso dello spirito russo' è il libro incompleto - e in parte 'costruito' da Santino Caramella, curatore dell'edizione postuma del 1926 - nato da quella originale e controversa tesi.

