Nuova Gutemberg

Le pagine di questo libro, di cui sono il curatore, contengono la trascrizione integrale della tesi di laurea di Don Guido Scotti, brillantemente difesa a Urbino nell’anno accademico 1966-67, con Pasquale Salvucci relatore. Il tema affrontato è quello del dialogo fra cattolici e marxisti, diventato in Italia di grande attualità, dopo lo scambio di lettere tra mons. Luigi Bettazzi ed Enrico Berlinguer, senza dimenticare coloro che dello storico dialogo hanno fatto da capofila, a partire da Gramsci e Togliatti.

Dopo aver approfondito lo studio delle scale utilizzando tutti i metodi indicati nei precedenti volumi di questa opera, ossia le scale modali nel primo volume e nel secondo volume: “Scale Modali – Modal Scales for Bass Clef instruments - Volume I” e “Scale Modali – Two-Octaves Modal Scales for Bass Clef Instruments - Volume II” entrambe edite da Edizioni nuova Gutemberg, nonché il metodo completo “Double Bass Scales” del maestro Claudio Marzolo – Edizioni nuova Gutemberg, lo studioso finalmente potrà senza difficoltà eseguire le scale in quattro ottave lungo tutta l'estensione dello strumento, passando dalla tastiera agli armonici. In questo terzo volume viene indicata in tutte le scale di ogni tonalità, ovvero nel modo Ionico, Dorico, Frigio, Lidio, Misolidio, Eolio e Locrio, sia maggiore che minore, una delle possibili diteggiature in modo da spiegare ancora una volta il movimento della mano sinistra sulla tastiera ed avere così un possibile schema di esecuzione fisso utilizzabile strategicamente nei fraseggi o durante l'improvvisazione.

"Aquilotti" è una marcia militare originale per orchestra di fiati della quale non è stata rinvenuta la partitura ma solo le parti staccate.

"Abbruzze me'" è un canto abruzzese pensato per due voci e accompagnamento bandistico.Il testo è molto poetico e in dialetto abruzzese, si avverte fin da subito la nostalgia del compositore verso la propria Regione.

"VIAGGIO IN EUROPA" è una rapsodia originale per banda composta da Leonida Torrebruno. Si tratta di una composizione che esplora attraverso la musica l'idea di un viaggio tra le diverse culture e tradizioni musicali europee, utilizzando la banda come mezzo per rappresentare una varietà di atmosfere e paesaggi sonori.

"SERENATA A MARE" è una canzone in dialetto abruzzese pensata per voce solista e pianoforte. Leonida, nato a Torino di Sangro (CH), un paese abruzzese sul mare, racconta probabilmente di una notte passata in spiaggia sotto un cielo stellato ad osservare ogni dettaglio e a lasciarsi trasportare dalle emozioni.

"La Majella al tramonto" è un canto elegiaco in lingua italiana dedicato a questa montagna che sembra raccontare storie antiche, come un libro scritto nel tempo. Torrebruno descrive questo" gigante di natura" in uno dei momenti più affascinanti della giornata, ovvero il tramonto.

Non si tratta di un omaggio al passato. Non c’è nostalgia, non c’è desiderio di bellezza. Questa serie fotografica è un corpo a corpo con il presente, un disvelamento crudele di come i simboli eterni dell’arte si frantumano sotto il peso delle nostre ossessioni contemporanee: la giovinezza da conservare sotto vuoto, il consumo compulsivo, la mercificazione dei sentimenti, la spettacolarizzazione del dolore. “Cronosfasi” non aggiorna il classico: lo mette in cortocircuito. Madonne ditratte dal cellulare, Bacchi low cost che brindano con il Tavernello, Salomé che si fa un selfie con la testa di Giovanni Battista. Un Dio che porge Viagra al posto della scintilla vitale. Ogni icona si svuota, ogni gesto sacro si piega alle logiche della connessione, del like, del fast delivery. In questo teatro di luci caravaggesche e ombre digitali, l’arte non muore: si contamina, si degrada, si reincarna. E proprio nello scontro tra l’antico e il presente emerge il vero ritratto di un’epoca che non sa più distinguere tra sacro e profano, tra vita e simulacro. “Cronosfasi” è una messa in scena della caduta. Ma è anche, forse, l’unico modo per guardare in faccia ciò che siamo diventati.

La Mostra Permanente d’Arte Contemporanea nel Palazzo Civico di Rocca San Giovanni, inaugurata nel marzo 2001, raccoglie sculture e dipinti, generosamente offerti dagli artisti, molti dei quali provenienti da Firenze, che resta uno dei centri d’arte d’eccellenza. L’Esposizione, propiziata dall’amministrazione comunale dell’epoca, offre uno sguardo a importanti tendenze artistiche del secondo novecento, oltre a valorizzare il Palazzo Civico, la cui costruzione risale al decennio successivo all’Unità d’Italia; la sua solidità, la classicità delle forme esaltano, appunto, gli ideali risorgimentali. La collocazione delle opere nell’atrio, lungo le pareti della scalinata centrale e delle due scalinate laterali, infine nella sala d’onore, destinata alle sedute del Consiglio Comunale, costituisce anche un percorso di conoscenza di questo monumento ottocentesco che campeggia nella bella piazza del paese, accanto alle medievali Chiesa Parrocchiale e Torre Campanaria, testimonianze della gloriosa storia dell’Abbazia di San Giovanni in Venere.

Questo lavoro è nato da diverse piacevolissime interviste che ho avuto l’occasione, la fortuna e l’onore di fare con la Signora Edda Dell’Orso, prima Vocalist del grande Ennio Morricone, e il marito, il Maestro Giacomo Dell’Orso. Nelle interviste che ho avuto con loro per realizzare questo lavoro la cantante e il Maestro mi hanno vivamente consigliato di tenere in considerazione anche tutte le interviste già concesse a vari altri giornalisti nelle quali hanno riportato con tanta precisione, spontaneità e calore la loro vita artistica, al fine di non perdere notizie che avrebbero potuto dimenticare nelle nostre interviste e che quindi di conseguenza sarebbero mancate nelle interviste avute con me e quindi in questo lavoro.

La nostra epoca può essere definita come «il tempo della post-verità», in cui non c’è posto per Dio, così che l’idea di uomo e del mondo sono cambiate radicalmente; per questo occorre riappropriarsi della tradizione. Ciò che infatti abbiamo ricevuto dai nostri padri nella fede è nulla di meno che la verità sull’uomo e la storia. Per possedere tale eredità è necessario che essa sia compresa e poi comunicata attraverso un linguaggio nuovo. Oggi si rifiuta quello che abbiamo ricevuto, considerandolo un fardello pesante, oppure ci si difende dalle istanze della modernità, richiamandoci nostalgicamente alla tradizione.

Nella copertina dell’edizione italiana la foto è riferita al ruolo che le donne dovettero assumere durante la Seconda Guerra Mondiale, donne che mietono il grano negli anni ‘40, nelle campagne abbandonate dagli uomini impegnati in una guerra non voluta, rimanda al nucleo tematico del libro dal titolo inglese Broken free, Finalmente libera, che Luisa Tullio ha pubblicato in America nel 2017, insieme al marito Aloysious Michael Pattian, l’accademico americano che ha cucito insieme i pezzi di vita che il diario di Luisa ci pone davanti agli occhi e i brandelli di storia che la guerra ci ha lasciato.