Milieu
Malamoda. Come lo stile dei cattivi soggetti ha influenzato il costume
Matteo Guarnaccia
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 128
Dopo aver esplorato con il suo tratto inconfondibile il mondo dei pirati e dei punk, degli sciamani e degli hippies, Matteo Guarnaccia racconta come il mondo criminale nelle sue varie diramazioni storiche abbia influenzato e continui a segnare lo stile: dai cappotti dei gangster di Chicago alle coppole dei Peaky Blindres, dal cinema alla letteratura, dalla strada ai negozi di tendenza. Dopo un'ampia introduzione storica del fenomeno, la parte centrale del volume è caratterizzata da oltre 70 tavole inedite di Guarnaccia che evidenziano l'evoluzione dello stile criminale nel corso dei secoli, dai pirati ai briganti, dai gangster americani ai teddy boys inglesi, fino alle figure che hanno influenzato l'immaginario nostrano come Renato Vallanzasca e Francis Turatello. Un testo istruttivo e divertente che indaga il fascino indiscreto dei cattivi ragazzi e del loro stile estetico, con un tocco d'artista e parecchie sorprese.
Per essere Chiari
Antiniska Pozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 176
Dal carcere al ring, e ritorno: il pugile Mirko Chiari, dopo 104 match di boxe torna dietro le sbarre per insegnare pugilato ai detenuti. La storia della nascita del progetto Pugni Chiusi s’intreccia con le voci dei carcerati, e con la vicenda personale di un ragazzo che compie un movimento di andata e ritorno da dentro la società civile ai suoi margini: gli anni di delinquenza alla periferia di Milano, l’arresto e gli incontri fondamentali a San Vittore, la carriera sportiva e i combattimenti. La narrazione restituisce la complessità umana di una figura la cui redenzione occupa solo lo spazio che può occupare, accettando che continui ad esistere una parte di sé impossibile da addomesticare: nella ricerca di un gesto tecnico che sappia dialogare con la violenza, vanno in scena le vite di ex detenuti, maestri e allenatori, ergastolani, pugili, delle loro madri e dei loro padri. Fra le celle del carcere di Bollate e i ring delle palestre di provincia, con una Milano dei margini a fare da trampolino per qualche fuga in avanti, Per essere Chiari è un percorso narrativo che ibrida la verità col romanzo, nel tentativo di indagare cosa sia l’identità con gli strumenti dell’onestà e della poesia.
Un calcio alla guerra, Milan-Juve del '44 e altre storie
Davide Grassi, Mauro Raimondi
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 240
A settantasei anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Davide Grassi e Mauro Raimondi, da sempre interessati agli intrecci tra storia e sport, hanno unito le loro passioni per creare un libro di impegno civile. "Un calcio alla guerra" narra di storie individuali e collettive che esaltano il coraggio e l'abnegazione dei molti sportivi coinvolti nell'assurdità della guerra. Vicende di persone che sono passate dal campo di calcio alla lotta per la Liberazione, in qualche caso pagando con la vita. Storie vissute in bilico tra pallone e Resistenza al nazifascismo come quelle di Bruno Neri, Giacomo Losi, Raf Vallone, Carlo Castellani, Michele Moretti, Antonio Bacchetti, Dino Ballacci, Cestmir Vycpalek, "Cartavelina" Sindelar, Erno Erbstein, Arpad Weisz, Géza Kertész, Gino Callegari, Vittorio Staccione, Edoardo Mandich, Guido Tieghi, e Alceo Lipizer, solo per citare i più celebri. Le incredibili partite giocate tra partigiani e nazisti, come quella che si disputò a Sarnano nel maceratese nel 1944, o quelle fra reclusi nei lager e i loro aguzzini, vere e proprie partite della morte, a cui si ispirò il film di John Houston, "Fuga per la vittoria", passando per un episodio che pochi conoscono: il rastrellamento avvenuto dopo la partita fra Milan e Juventus del 2 luglio 1944, correlata da una accurata ricerca d'archivio. Senza trascurare i protagonisti di altri sport. Tra i tanti Alfredo Martini, partigiano che diventò commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo, il pallanuotista e rugbista, Ivo Bitetti, fra coloro che catturarono Benito Mussolini in fuga, il ciclista tedesco Albert Richter, che aiutò gli ebrei a scappare e venne impiccato, i tanti pugili costretti a combattere per la vita sul ring di Auschwitz per il divertimento dei loro kapò o che si ribellarono lottando alla guerra nazifascista, come Leone Jacovacci, Lazzaro Anticoli, Pacifico di Consiglio e Settimio Terracina. Questo libro è dedicato a tutte le persone che hanno sognato un pallone, dei guantoni, una sciabola, un paio di sci, un'auto da corsa, una piscina o una pista d'atletica insieme alla libertà. Con l'obiettivo di ricordare, per dare un calcio alla guerra.
Gli Arditi del popolo. La prima lotta armata al fascismo (1921-22)
Andrea Staid
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 128
In questo libro, Andrea Staid propone un'analisi degli eventi e delle cause che diedero vita agli Arditi del popolo nel 1921 evidenziandone l'originalità politica rispetto ai movimenti di quel periodo storico. Una rilettura del biennio '21-'22 che vede inizialmente contrapporsi da una parte gli Arditi del popolo insieme agli antifascisti e dall'altra i fascisti e i loro sostenitori. Viene esaminato il percorso politico di questa organizzazione: dalla sua formazione, al suo assetto di tipo militare, ai rapporti con i movimenti della sinistra ufficiale fino alle ambiguità che la condussero all'oblio. Un'attenzione particolare è rivolta agli episodi avvenuti nella città di Parma, per ribadirne l'unicità dell'unione popolare sviluppatasi nel borgo di Oltretorrente e culminata con le leggendarie barricate dell'agosto 1922, quando gli Arditi di Guido Picelli sconfissero i fascisti di Balbo, unica sconfitta subita dai fascisti prima della Marcia su Roma, nonostante la differenza delle forze in campo in termini numerici e di armamenti. Nella seconda parte, la lettura storica degli eventi lascia spazio a frammenti unici di testimonianze orali delle giornate delle barricate e a un racconto per immagini delle figure emblematiche dell'arditismo: anarchici, comunisti, irregolari, ribelli, la cui convivenza, non sempre pacifica, sarebbe proseguita nella Guerra di Spagna e nella Resistenza.
Donne oltre le armi. Tredici storie di sovversione e genere
Rosella Simone
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 354
“Avevo voglia di parlare delle donne della mia generazione. Donne nate nel Novecento che hanno vissuto la loro epoca e che perciò si sono dovute misurare con regimi dittatoriali di destra e di sinistra e altre che di fronte alla prepotenza del capitale hanno cercato la loro libertà e quella di tutti anche con le armi ma che delle armi non hanno fatto un feticcio. Alcune sono mie amiche, altre le ho appena sfiorate ma tutte sono, in vario modo, legate alla mia vita.” Storie di donne che in vari angoli del mondo hanno scelto la lotta, in molti casi armata. Si parte dall’Italia con Nadia Ponti, condannata per la militanza nelle Brigate rosse a più ergastoli, lancia oggi questo imperativo “scomodarsi”, un andare verso l’altro che non è la cura ma inseguire il desiderio come possibilità di reinventare il mondo. Susanna Ronconi, condannata per Prima linea rivendica il diritto a una biografia degli sconfitti. Senza eroismi ma con risolutezza raccontano la loro vita anche altre donne: Enza Siccardi, anarchica, Ruth Torres (del Frente sandinista nicaraguense), Delia Cornejo (Frente Farbundo Martì), Petra Krause (tedesca internazionalista), Marisa (Frap), Diana Chuli scrittrice albanese che a vissuto la dittatura di Enver Hoxha e Clara Queroz in Portogallo sotto la dittatura fascista di Salazar. Infine c’è Nessrim Abdullah comandanta kurda sul fronte di Rojava. Da qualche anno il tema del rapporto tra donne e la militanza nei gruppi armati è diventato centrale nella memorialistica della storia politica novecentesca. Rispetto ad altri libri apparentemente analoghi, Rosella Simone affronta il tema con uno sguardo interno e utilizzando lo strumento dell’incontro, finendo per tracciare storie che vanno oltre il racconto della militanza politica e diventano affresco di un’epoca di emancipazione femminile.
El Niño de Hollywood. Una storia personale della gang più pericolosa al mondo
Óscar Martínez, Juan José Martínez
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 320
Incentrato sulla vita di Miguel Ángel Tobar, El Niño de Hollywood ripercorre la storia della Mara Salvatrucha (MS13), la gang più pericolosa al mondo: dai suoi inizi in California, alle sue attuali incarnazioni in America Latina e nel mondo. La parabola esistenziale di el Niño è quella classica della vita criminale: un ragazzo povero senza prospettive, ingannato e reclutato da un criminale più anziano, che diventa assassino spietato e brutale. In cerca di vendetta per la morte del fratello, di el Niño inizia a uccidere i suoi ex sodali. Alla fine, dopo aver collaborato con lo Stato, cade vittima della sua stessa banda, assassinato da tre membri della Mara Salvatrucha mentre stava tornando a casa dopo aver registrato la nascita della figlia. Per anni i due fratelli Martínez, un giornalista e un antropologo, lo hanno incontrato e intervistato, fino a riprodurre in un affresco corale le connessioni tra la violenza delle bande negli Stati Uniti e in America centrale, dipingendo un vivido ritratto dall'interno. Le maras sono l'oggetto centrale di questo libro, che ne ripercorre l'evoluzione, le cause e gli effetti, a partire da una storia di vita personale, smontando molti stereotipi. Un testo che si è rapidamente imposto a livello internazionale come il libro di riferimento per comprendere il fenomeno delle bande latinoamericane, presenti ormai anche in Europa.
Il punto G dell'uomo. Antropologia del desiderio maschile
Franco La Cecla
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 120
Nell'epoca del me-too, il tema del desiderio maschile è ammantato di negatività. Sembra che gli uomini, a differenza delle donne, non sappiano desiderare nel modo giusto. Non solo sono affetti da una brama incapace di accorgersi del desiderio e del piacere femminile, ma in più non sono capaci di desiderare in un modo che possa realmente far loro raggiungere il piacere. Gli uomini quando desiderano sono delle bestie incapaci di godere, e il punto G sta lì a ricordare loro che non conoscono la propria sessualità e come renderla davvero completa. Questa situazione, a cui si contrappone il desiderio femminile, giusto, politicamente corretto, sacralizzato in ogni sua manifestazione, fa sì che nella sua immoralità il desiderio maschile rappresenti oggi quello stato di profanazione, amoralità e infrazione considerato da sempre il vero paese del desiderio. Un desiderio reso utile e asservito alla politica e alla morale è una condanna della forza dirompente e della verità di noi stessi che esso rappresenta. Così può accadere che, occupandosi da antropologo del desiderio maschile, si scopra che nella sua "inguaribile" oscenità ci sia qualcosa da recuperare, se vogliamo davvero ridare alla relazione uomo-donna e alla relazione tra desiderio e realtà la dignità fondante che spetta loro.
I leoni di marmo
Giuseppe Misso
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 320
Napoli, 1979. Michele Massa esce dopo aver scontato una condanna a Poggioreale e trova una realtà completamente diversa da quella che ha lasciato. La città è ora preda della camorra. Per difendere un suo amico commerciante, decide di sfidare i “nuovi padroni” di Napoli, entrando senza rendersene conto in un tunnel senza via di uscita. Sono gli anni del conflitto tra la Nuova Camorra Organizzata e gli oppositori di Cutolo. Massa, fedele al suo codice di rapinatore, sceglie una terza via, offrendo la propria vita pur di far rispettare quella degli altri: non “legge d’onore” ma onore che si fa legge. In un racconto dal ritmo serrato e coinvolgente, dove tutte le verità scomode sono messe a nudo, e il bene e il male “ufficiali” mostrano le loro inquietanti ambiguità, Michele imparerà a fidarsi del terrorista compagno d’ora d’aria molto di più che del giudice in udienza. Una “zona grigia” fatta di carceri-lager e processi truccati, fino al ruolo oscuro dei servizi segreti: nessuna prova gli sarà risparmiata. I Leoni di marmo cavalcati con la fresca e pulita fantasia dell’infanzia, per liberare la sua regina senza nome, vengono ancora cavalcati dall’uomo perché la sua regina, ora, ha un nome: “libertà”.
Fuga dalla rete. Letteratura americana e tecnodipendenza
Luca Pantarotto
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 184
Negli ultimi vent'anni è cambiato tutto. Le tecnologie di comunicazione hanno occupato ogni più piccolo angolo dell'esistenza quotidiana, annullando le distanze, il tempo, lo spazio. Internet e i social network si proponevano di rendere il mondo un posto migliore, permettendo alle persone di comunicare con chiunque, informarsi su qualsiasi cosa, essere più libere. Oggi quell'utopia sta mostrando tutti i suoi lati più oscuri e il sogno della rivoluzione digitale è più spesso simile a un incubo: solitudine, disinformazione, manipolazione, tecnodipendenza sono alcuni dei suoi principali risultati. Come raccontare tutto ciò che è successo? Stranamente la letteratura americana, cioè l'espressione della nazione in cui sono nate e si sono sviluppate le gigantesche multinazionali che oggi controllano la rete, sembra più impegnata a fingere che non sia successo niente, invece di dedicarsi al compito di raccontare i mille modi in cui il mondo è cambiato. Solo pochi romanzi hanno tentato di avventurarsi nelle contraddizioni del cyberspazio. Questo libro prova a seguire le tracce degli autori più importanti, da William Gibson a Jonathan Franzen, da Stephen King a Dave Eggers a Don DeLillo, con l'obiettivo di spiegare perché una tecnologia, che avrebbe dovuto renderci liberi, ci abbia al contrario trasformati in schiavi. E perché il presente in cui ci ritroviamo a vivere sia al tempo stesso diverso e peggiore rispetto al futuro da cui le grandi distopie novecentesche di George Orwell o Aldous Huxley avevano cercato di metterci in guardia.
Il grande Sly. Film e avventure di Sylvester Stallone, eroe proletario
Diego Gabutti
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 176
Sylvester Stallone, negli anni settanta, passa rapidamente dalle brevi comparsate in Bananas e altri film dell'epoca al grande cinema di cui è interprete, sceneggiatore e qualche volta regista. Giovanissimo, è autore di F.I.S.T., un grande film sul movimento sindacale americano, e di Taverna Paradiso, un divertissement sul sottoproletariato di Manhattan che ricorda le avventure picaresche dei pezzenti californiani di John Steinbeck in Vicolo Cannery e Pian della Tortilla. Col primo Rocky, nel 1976, scrive e interpreta il miglior film mai dedicato a un pugile. Rambo, qualche anno dopo, è il film definitivo sul Vietnam e sui disturbi post traumatici da stress (la pandemia novecentesca che ha mietuto più vittime d'ogni altro virus mai apparso sulla faccia del pianeta). Scrive e dirige Staying Alive, un cult del cinema ballerino. Poi, negli anni ottanta, la svolta: mentre Rambo e Rocky, i suoi personaggi iconici, diventano seriali e perdono un po' della loro freschezza, Sly inventa praticamente da solo il moderno action movie. Mette su muscoli e, con una bandana intorno alla fronte, imbraccia armi spazzacattivi che abbattono fortezze, polverizzano carri armati e tirano giù dal cielo i cacciabombardieri. Per metà nostalgia d'Ercole e Maciste contro Ursus, per metà prefigurazione dei videogame a venire, Sly si trasforma da grande firma del Nuovo Cinema anni settanta in bandiera d'un cinema avveniristico, mai neanche immaginato prima. C'è infine, doppiato il millennio, l'ultima delle metamorfosi, da maschera impassibile dell'action movie in «decostruttore», per dire così, del suo stesso cinema, in particolare con il serial vintage dei Mercenari, che riassume e porta al tracollo l'epopea dei warriors palestrati. Il grande Sly racconta con passione e divertimento le avventure di Sylvester Stallone dentro e fuori Cinelandia.
Milano e la violenza politica 1962-1986. La mappa dei luoghi della città e i luoghi della memoria
Davide Steccanella
Libro
editore: Milieu
anno edizione: 2020
pagine: 264
L’idea di Milano e la violenza politica nasce da una serie di articoli pubblicati su Repubblica per una rubrica, La politica della paura, voluta da Piero Colaprico. Negli articoli si ricordavano con cadenza giornaliera le tante morti avvenute a Milano per ragioni politiche nel corso di quel violentissimo conflitto sociale esploso in Italia negli anni sessanta e che per intensità non ebbe paragoni nel resto del mondo occidentale. Attivisti politici di sinistra e di destra, poliziotti, giudici, giornalisti, a volte semplici cittadini sono stati vittime di questo lungo conflitto che si è aperto con l’uccisione in piazza del Duomo dello studente Giovanni Ardizzone, passando per gli anni settanta con le morti di Giangiacomo Feltrinelli e Luigi Calabresi, no all’ultimo episodio del 1986, la morte di Luca Rossi, figlia della Legge Reale. A quella rubrica, che riportava alla luce anche tantissime storie dimenticate, di vittime “minori”, è seguito un dibattito che mira a ricomporre una nuova lettura del fenomeno della lotta politica degli anni settanta. È nata quindi questa pubblicazione che riporta in forma ampliata tutte le storie arricchendole con un importante apparato iconografico, unico nel suo genere. Per riaprire definitivamente il dibattito su quegli anni. Corredato da immagini d’epoca, spesso sepolte negli archivi delle redazioni giornalistiche, il volume è diviso in tre parti: la prima cerca di sintetizzare in una sorta di “carrellata” di immagini flash quello che accadeva a Milano sui diversi fronti, fino agli anni del “riflusso”. Nella seconda, dopo avere ricostruito quattro “percorsi della memoria”, vengono raccontati 50 episodi nell’ordine cronologico in cui si sono verificati, seguiti da una dettagliata “cronologia cittadina” dal 1969 al 1983. Nella terza sono riportate oltre un centinaio di testimonianze rese in diverse occasioni da chi quegli anni li ha direttamente vissuti.
Milanesi brava gente. Storie di nera a Milano (1945-1975). Volume 3
Matteo Liuzzi, Tommaso Bertelli
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2020
pagine: 232
Sospesa tra Buzzati e Scerbanenco, la serie più avvincente sulla storia della mala milanese giunge al terzo capitolo. Misteri inspiegabili e morti crudeli, geni del furto, della truffa e della rapina: un nuovo viaggio nella cronaca milanese più nera, dove i criminali si credono signori e i poliziotti vanno in giro senza la pistola. Dodici racconti che esplorano la Milano del dopoguerra, severa ma accogliente, a tratti disperata, popolata da persone che vivono tra case di ringhiera e osterie, luoghi dove essere aperti al progresso è essenziale. Soprattutto in ambito di tecniche fuorilegge. Accanto a nuovi specialisti del crimine, tornano i grandi nomi della Ligéra milanese - come Otello Onofri, il Principe dei Ladri - e i rappresentanti della legge che abbiamo conosciuto nei due volumi precedenti. Uno su tutti: il commissario Mario Nardone. Ma tra la cronaca nera, c'è anche la politica. Per ipotizzare come sia andata davvero l'ultima notte di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico assassinato nella Questura di Milano subito dopo la strage di piazza Fontana. Anche questo volume nasce da Radiografia Nera, il programma in onda su Radio Popolare che, ormai da cinque anni, racconta le storie più sciagurate e leggendarie che Matteo Liuzzi e Tommaso Bertelli hanno trovato scavando negli archivi dei giornali e della memoria.