Milieu
L'evasione infinita
Severino Turrini
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 136
"L’evasione infinita" è l’autobiografia di un ragazzo divenuto uomo in decine di galere dove ha trascorso lunga parte della sua indomabile vita. Severino nacque da genitori poveri in Veneto, in una fattoria di proprietà di un latifondista, quando i cannoni della Seconda guerra mondiale stavano ancora fumando. Dopo un’infanzia di stenti e un’adolescenza alla ricerca di una fuga dalle privazioni della vita rurale svolse i più disparati lavori pur di allontanarsi da quella grama esistenza. Non riuscendovi cominciò coi primi furti arrivando presto a compiere in «batteria» rocambolesche e avventurose rapine in banca. Inevitabilmente finì costretto in carcere da dove cercò senza sosta di evadere con piani talvolta elaborati con ingegno, talaltri improvvisati con spontaneità. Ci riuscì, armi in pugno, due volte. Nel corso degli anni Settanta l’universo carcerario ebbe modo di conoscere e divulgare le clamorose gesta di Severino che finì con l’incarnare la figura del prigioniero irriducibile alle sue leggi e mentalità. Per quella sua singolare indole subì ripetuti tremendi pestaggi, celle di punizione e di isolamento. Conobbe perfino il manicomio criminale e il letto di contenzione. Nel 1977, con l’installazione delle carceri speciali fu tra le centinaia di prigionieri che vi vennero rinchiusi. Là ebbe modo di approfondire la conoscenza dei detenuti politici e con loro e tanti altri prigionieri partecipò alle lotte, alle rivolte e ai tentativi di evasione. Quelle esperienze lo segnarono profondamente trasformandolo da bandito a militante rivoluzionario. Per sempre.
Pensieri di piante eretiche. Antropologia con il giardino
Caroline Moccia
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 128
Nato dall’esperienza del Vivaietto, officina di sperimentazione e coltivazione bolognese specializzata in erbacee perenni, allineata alle tendenze nordeuropee più innovative in ambito di ecosostenibilità, "Pensieri di piante eretiche" è un catalogo narrativo e antropologico di esperienze legate al giardinaggio urbano. Partendo dalla storia e dall’esperienza diretta del vivaio si arriva ad analizzare nello specifico le caratteristiche di alcune piante che fioriscono spontanee nei contesti più marginali: erbacee annuali, radici, forme, profumi, pigmenti, impollinatori e altri abitanti della città, di carceri, condomini, giardini pubblici e privati, strutture d’accoglienza, vivai, strade urbane e periurbane. Creando connessioni tra lo sguardo antropologico, la prospettiva delle erbacee e un certo modus giardiniere. Una guida per riflettere sulle piante che trasformano i paesaggi e le persone che abitano i contesti che vengono affrontati, minando i presupposti fondamentali che stanno alla base dei processi di razionalizzazione delle pratiche di coltivazione e delle dinamiche socio-culturali. Per ricostruire il contesto urbano dal basso e con pratiche sovversive.
Il ruggito della strada. Storie di cinema poliziottesco e della mia mala famiglia
Katiuscia Magliarisi
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 192
Anni Settanta: nelle sale cinematografiche il crimine efferato eccita il pubblico pagante con poliziotti di ferro che sfrecciano su pantere truccate agitandosi come drag queen. Dove un tempo aleggiava il fumo delle sigarette, ora si respira il gas delle automobili cavalcate dagli stuntmen, eredi smarriti del selvaggio west. Anche lo spettatore, sperduto pure lui dentro metropoli turbo-urbanizzate, ha finalmente trovato cittadinanza in quella giungla d’asfalto che lo inghiotte dallo schermo. 1972: il cinema popolare italiano ha appena partorito la sua nuova, ferale creatura che all’anagrafe risponde al nome di Poliziottesco. A fare da sfondo, tra richiami pop e sguardo civile, si staglia un’Italia in costante mutamento: novelle metropoli, costruite a colpi di cemento e abitate da una gioventù smarrita in un irrefrenabile desiderio di riscatto, diventano epicentro della fervente attività di bande criminali che animano l’asfalto tra rombi di motore, spaccate leggendarie e raffiche di mitra. "Il ruggito della strada" è una narrazione corale, tante voci per raccontare ancora una volta chi siamo: un popolo patologicamente affetto da amnesia del presente. Katiuscia Magliarisi è bulimica, racconta registi e attori, banditi e poliziotti, viaggia nel tempo e nei luoghi, scava nella sua memoria infantile e aggiunge frammenti personali. Finché le tappe della sua formazione criminale, piccole bombe rimaste a lungo inesplose, deflagrano quando ammette a se stessa che la sua famiglia, quei parenti che sono il sangue del suo sangue, incarnano l’archetipo dei villain di un cinema di genere diventato cult.
Via Padova. Una periferia milanese sotto il regime fascista 1926-1943
Dino Barra
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 272
Via Padova è da sempre considerata una delle "strade simbolo" di Milano e da diversi anni è diventata archetipo di periferia, non solo nel capoluogo lombardo. È sinonimo di quartiere multietnico e mutante, anticipatore di tendenze sociali all'interno dei territori metropolitani. Ripercorrere le varie tappe del suo sviluppo storico e urbano significa raccontare lo sviluppo urbano tout court. È quello che sta facendo Dino Barra, con questo secondo volume della serie che con rigore storico e un ampio lavoro di ricerca ricostruisce nelle sue linee generali la nascita e lo sviluppo della periferia a est di Milano, come parte integrante della storia delle classi subalterne nel secolo scorso. Dopo il primo volume dedicato alla nascita del quartiere a inizio Novecento, Dino Barra riprende il suo racconto affrontando gli anni che vanno dal consolidamento del fascismo nel 1926, fino alla caduta del regime e all'armistizio del 1943. Al centro dell'analisi, la diffusa estraneità al potere del quartiere con la ricostruzione di episodi grandi e piccoli ma tutti importanti di aperta ribellione alla dittatura fascista. Sono le vicende che gettano le basi della partecipazione di via Padova alla lotta di Liberazione contro l'oppressione nazifascista del biennio 1943-35.
Uccidere la colpa. Etica Pianetica Una
Pino Tripodi
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 240
"Uccidere la colpa" si ispira, nella prima parte, a due figure storiche contemporanee d'eccezione. A poche persone accade di stare all'altezza della vita che è capitato loro di vivere. Colombo e Cusani sono tra queste. Protagonisti in avversi campi della storia, non sono rimasti prigionieri della ragnatela che in parte essi stessi hanno contribuito a costruire. Ne sono usciti con decoro e dignità tanto da assurgere, assieme, dalla stessa parte, a modelli etici. Con i loro gesti, Colombo e Cusani hanno trasceso la particolarità, tanto ingombrante tanto dolorosa. Abdicando al ruolo che il caso della vita aveva loro affidato sono divenuti di necessità esempi di valore generale. Il valore universale dei loro gesti è messo a tema in "Uccidere la colpa" dove Colombo e Cusani assurgono a personaggi privi di responsabilità autoriali, specchi in cui ciascun esistente è in grado di vedersi, di trovarsi e di interrogarsi. Nella seconda parte del testo, l'etica, diversamente da come accade nella tradizione filosofica e politica, viene affrontata non solo e non tanto come possibile rimedio al male, ma come sua naturale espressione. Alla etica della responsabilità si affianca, si aggiunge, non senza stridere, la responsabilità dell'etica, ovvero quell'amnio in cui si pensa e si respira; non una pura astrazione generale, ma la materia informale vivente nella quale ciascuno è immerso, in cui il sociale agisce e viene agito. Questo amnio, con questa materia pur sempre informe e informale, costituisce il punto di trascendimento dell'etica politica ma anche il punto di condensazione e di fondazione dell'etica pianetica che in questo testo emette i primi scomposti vagiti.
Delitto al Pirellone. Un giallo milanese
Tiziana Maiolo
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 288
Milano, 28 marzo 1996. Un delitto atroce sconvolge la città. Un personaggio reduce da una clamorosa vittoria elettorale verrà trucidato con un’arma da taglio dalla strana forma a mezzaluna. È un Tumi peruviano, che contiene un misterioso messaggio. E mentre si indaga sui legami tra il mondo della sovversione italiana e quello dei narcos sudamericani, emerge il ricordo di una cena del dopo-Scala del 7 dicembre 1995 in cui sarebbe maturato il delitto. Le indagini hanno due protagoniste, una cronista di quelle toste e una magistrata scrupolosa, entrambe si troveranno a operare in ambienti maschili abituati a trascurare il loro operato. A condurre l’inchiesta anche questa volta non ci sono i soliti poliziotti più o meno insofferenti al sistema, ma delle donne, combattive, testarde e controcorrente, proprio come l’autrice. Tra realtà e immaginazione, Tiziana Maiolo torna con un legal thriller che rievoca le ambientazioni milanesi degli anni novanta, periodo di grandi sconvolgimenti politici da Tangentopoli all’ascesa di Berlusconi. Una stagione di passaggio, quando la città di Milano e i suoi palazzi del potere erano al centro della vita nazionale.
Spazi contesi. Cinema e banlieue. L'Odio, I Miserabili, Athena
Paolo Lago, Gioacchino Toni
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 270
Film come "L'Odio" (1995) di Mathieu Kassovitz, "I Miserabili" (2019) di Ladj Ly e "Athena" (2022) di Romain Gavras propongono una riflessione sui rapporti centro-periferia e sulle diverse strutture di potere presenti nelle banlieue. Dalle periferie francesi di inizio anni Novanta che mostrano il difficile rapporto tra centro e periferia, allo stato di conflittualità permanente che contraddistingue le banlieue del nuovo millennio, fino alla disperata e risoluta ribellione dei giovani che le abitano portata avanti nella consapevolezza che potrebbe non condurre a un happy end, preferendo un finale spaventoso a uno spavento senza fine. La banlieue messa in scena da questi film si palesa come esito raggiunto dalla destrutturazione sociale voluta dal neoliberismo che ha dato luogo a forme di governance claniche e ad uno stato di guerra civile permanente. L'analisi degli spazi, come ambiti del contendere, rappresenta la chiave di lettura principale – derivata dagli studi prodotti da Gilles Deleuze, Félix Guattari, Michel Foucault ed Hernri Lefebvre – proposta da questo volume. Con due saggi di Sandro Moiso ed Emilio Quadrelli.
Quel Rapido 904
Giuseppe Misso
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 300
23 dicembre 1984, una bomba esplode sul Rapido 904 diretto da Napoli a Milano. I morti sono 15, 267 i feriti, un'altra vittima morirà più in là per le ferite riportate. È la "strage di Natale", una di quelle orrende mattanze che hanno insanguinato il nostro paese. Del tutto simile, nella dinamica e nel luogo, alla strage dell'Italicus di dieci anni prima, quasi fosse un macabro messaggio lanciato alla nazione. L'attentato del Rapido 904 è uno dei grandi misteri del Novecento, che ha coinvolto figure dell'estremismo di destra, commercianti, mafiosi, camorristi, settori dei servizi segreti, "pentiti" costruiti su più tavoli, con un "teorema giudiziario", sfociato in un processo, che si è rivelato privo di fondamento. A quarant'anni di distanza, uno dei protagonisti, suo malgrado, racconta per la prima volta quegli avvenimenti, con un linguaggio arroventato, e scegliendo di urlare per farsi sentire, mescolando il proprio vissuto personale, con uno studio meticoloso delle carte processuali, consultando libri, archivi storici, giornali, esperienze dirette. Fuorilegge e prigioniero in una Napoli caratterizzata dal degrado, dall'abbandono, da una cieca violenza, Giuseppe Misso, divenuto scrittore durante gli anni della detenzione, non è un semplice testimone degli eventi narrati, ma ha dovuto difendersi dall'accusa di essere uno degli autori della strage. Chi sono i mandanti della strage? Chi sono i colpevoli? Perché sono stati coinvolti commercianti, ed esponenti della criminalità napoletana? Partendo da queste domande e rivelando un talento per la scrittura di genere legal thriller, Misso scrive un romanzo-inchiesta destinato a far discutere e a gettare una nuova luce su uno dei grandi misteri della Storia d'Italia.
Evasioni. Spillane, Adorno, Cocco Bill e altre torte con la lima
Diego Gabutti
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 240
Tra letteratura noir, cinema e fumetti, un viaggio nel tempo e nell’immaginario gabuttiano. Partendo dai propri ricordi personali e dalle sue scoperte di lettore onnivoro, Gabutti passeggia su e giù per infiniti mondi letterari, radunando un poderoso catalogo di storie “altre”, dovute alla penna di scrittori di crime, filosofi, registi, fumettisti, autori di fantascienza d’ogni epoca e formato. Esperienze estetiche fondamentali e vite imprescindibili: da Borges a Tomas Milian, dalla dialettica di Adorno alle strisce di Jacovitti, dal Dottor Sax di Kerouac ai detective di Spillane e Malet, dalla sala montaggio di Sergio Leone alla redazione del “Giorno”, si viaggia nel tempo. Attraverso un lessico familiare gustoso e spumeggiante, ricco di scoperte imprevedibili, Gabutti narra storie di vita, di cospirazioni, di redazioni culturali e di illusioni, per un affresco divertente e colto del mondo della letteratura di genere del Novecento. Postfazione di Roberto Barbolini.
12 maggio. Cinquant'anni dopo
Guy Chiappaventi
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 176
Viaggio di formazione di un bambino cresciuto nella Roma anni Settanta e istantanea di una vittoria di bastardi senza gloria. Il secondo tempo di "Pistole e palloni". La vittoria furibonda e picaresca di una squadra di irregolari, la Lazio del ‘74, tra il divorzio, il terrorismo e la violenza criminale. La domenica a miccia corta che rovesciò il Potere. 12 maggio 1974: una banda di peones, giocatori senza pedigree e senza regole che portano la pistola nello spogliatoio e sono divisi in due clan fratricidi, sta per assaltare il cielo del calcio nella stessa domenica del referendum voluto da Marco Pannella e nella stagione che fa da preludio agli anni di piombo. Il leader è un emigrante di ritorno, un misto tra Achille e Porthos. Il capitano, un inglese napoletano di famiglia borghese con un’intelligenza aguzza. La guida è un ex partigiano con il carisma gentile che deve regolare un gruppo di pazzi. Le ultime ore prima di scendere in campo. La notte, tra sigarette, le Confessioni di Sant’Agostino e i giri a carte per schiacciare la tensione. La paura di non farcela. Quindi la partita. Lo stadio che ribolle e poi muto sul rigore decisivo. L’angoscia in dieci contro undici. Fino al fischio finale. Una vittoria tanto inattesa quanto irripetibile, uno scudetto così non c’è mai più stato.
Sei giorni troppo lunghi
Umberto Lucarelli
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2024
pagine: 112
Milano, febbraio 1979. Nel clima incandescente di fine anni Settanta, all’indomani dell’omicidio di un gioielliere vengono incriminati i giovani militanti di un Collettivo politico autonomo della Barona. Dopo i pestaggi, gli insulti e le devastazioni delle abitazioni seguiti dagli interrogatori in questura e dal trasferimento in carcere, alcuni di loro subiscono vere e proprie torture, anche con l’uso del waterboarding (simulazione dell’annegamento) e bruciature dei genitali. Un episodio rimasto oscuro, come tanti all’interno della guerra sporca di alcuni apparati dello Stato contro i gruppi della sinistra rivoluzionaria. Scritto nella forma di un romanzo corale, alternando le voci in prima persona dei protagonisti, Sei giorni troppo lunghi narra una piccola storia di ingiustizia, evocando verità scomode mai raccontate e occultate in nome della ragion di Stato. I fatti risalgono a quarantacinque anni fa, ma da allora nulla è cambiato. Si continua tranquillamente a torturare e a uccidere, sia nelle carceri sia nelle questure, come confermano le cronache recenti, da Cucchi ad Aldrovandi. Un romanzo serrato, una cronaca allucinata di sei giorni vissuti pericolosamente mossa dall’urgenza di ricordare un’epoca tuttora viva dentro chi, nonostante tutto, i suoi sogni non li ha venduti. Non li ha venduti. Mai.
La banda dovunque. La storia di Ugo Ciappina e dei primi gangster di Milano
Nicola Erba
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2023
pagine: 188
Italia 1949. Bande di rapinatori imperversano per buona parte della penisola. Una sola si distingue dalle altre. È la prima banda di gangster in grado di attuare rapine fulminee spostandosi da Milano in varie località d’Italia. Il loro stile ricorda il milieu francese. È la Banda Dovunque. Unica nel suo genere, la Banda è composta da diversi rapinatori professionisti fra cui il veterano Joe Zanotti e l’ex emigrante in Francia Giuseppe Seno, l’ambiguo ex fascista Alfredo Torta, l’ex studente di filosofia e partigiano, Ettore Bogni e un Ugo Ciappina ventenne agli esordi nella sua carriera di Rapinatore del Secolo, senza dimenticare le numerose donne con ruoli organizzativi. La banda è detta Dovunque per i suoi colpi effettuati in più parti del nord Italia: Milano, Imola e Bologna fra il 1948 e il 1949; è una delle prime a muoversi rapidamente con automobili veloci, come la Lancia Aprilia. Una Lancia viene rubata a Napoli da uno dei componenti della banda, Mario il napoletano, all’attore Eduardo De Filippo. I componenti furono tutti catturati alla fine del 1949. Si scopre che Ugo Ciappina ed Ettore Bogni avevano consegnato parte del bottino a un fantomatico rivoluzionario comunista armeno, Calust Megherian, che aveva promesso di donarli al Pci. La vicenda sfiora anche un giovane militante proveniente da una facoltosa famiglia di industriali, Giangiacomo Feltrinelli, e il futuro faccendiere più famoso d’Italia, Licio Gelli. Per la prima volta viene ricostruita la vicenda di un gruppo di uomini e donne pionieri del gangsterismo italiano.

