Effigie
Il mio cielo d'oro
Mino Milani
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2004
pagine: 81
Una città è fatta delle sue mura e case, ma anche del cuore dei suoi cittadini - scriveva Isidoro di Siviglia. E dal cuore di Mino Milani (che, da più di settant'anni, ha casa davanti al "suo" San Pietro in Ciel d'oro) sono sgorgate queste pagine su luoghi, figure, episodi della storia di Pavia, mescolati ad aneddoti - anche autobiografici, ma sempre in punta di piedi -, a riflessioni sull'allora e ora, a giudizi - quando occorreva, impietosi - sui concittadini. Il gioco corre sul filo della memoria, che - proprio come il cuore umano, manzonianamente - sappiamo essere un "guazzabuglio".
Ritorno a Danzica. Vent'anni dopo
Giovanni Giovannetti, Agnieszka Sowa
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2004
pagine: 77
Un racconto dei retroscena degli scioperi nel Baltico che nell'agosto del 1980 cambiarono il volto dell'Est europeo. Una pacifica rivoluzione operaia in un paese socialista che, iniziata in sordina e sottovalutata da tutti, segnò l'inizio del crollo dell'impero sovietico. Questo libro rivisita quei luoghi a distanza di vent'anni, ricostruendo le storie dei protagonisti e gli esiti attuali. Danzica è oggi una città senza fabbriche né navi e la spinta benefica di Solidarnosc si è dissolta col tempo. Cosa sono oggi i polacchi? E come si raccontano gli operai protagonisti di qualla stagione di lotta?
L'amore morale
Konstantinos D. Tzamiotis
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2004
pagine: 39
Un paese ai margini del Centroeuropa, in un qualsiasi giorno dell'aprile 1904. Un vecchio gentiluomo, militare fallito ma archeologo di fama, Josef Krein, lavora da quattro ore alle sue carte. Lavora come se, dopo quarantasei anni, attendesse ancora il ritorno della moglie, una donna bellissima che lo ha tradito con il fratello. Sembra che non accada nulla, eppure la breve e desolata narrazione di quelle ore, interrotta da memorie e riflessioni, apre uno squarcio sull'abisso di un'intera vita.
A due voci. Diario argentino
Antonio Dal Masetto, Nicola Fantini
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2004
pagine: 84
Un resoconto sulle attuali condizioni dell'Argentina condotto da due diversi, ma complementari punti di vista. Fantini registra con sguardo lucido non privo di amarezza i dialoghi, le sofferenze della popolazione, accanto allo spettacolo, alle anomalie e alle contraddizioni del potere. Dal Masetto racconta con piglio divertito il mondo picarescoe disperato della gente comune. Tra le conversazioni e le burle dello scrittore argentino e la desolazione e l'ira del cronista italiano non pare esserci contraddizione.
Lo dittatore Amore. Melologhi
Rosaria Lo Russo
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Effigie
anno edizione: 2004
pagine: 86
Una serie di poesie in cui prevale la vitalità irridente dei "melologhi", dove si impone la vocalità e la melodia è a volte aspra o dolcissima. Si oscilla tra la beante alterità mistica e l'atroce discesa nel qui e ora, per fare a pugni con le ipocrisie e lo squallore disarmante dell'oggi, cui si contrappone un lessico che sa accendersi di continui scatti d'invenzione, fino allo sberleffo.
Il paese dei sogni perduti. Anni e storie argentine
Laura Pariani
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2004
pagine: 94
C'era una volta un'Argentina ricca e felice, quella che fu "Lamerica" per tanti italiani emigrati. Come oggi vadano le cose in quel paese, dopo gli anni di Peron, la dittatura militare e la presidenza di Menem, è davanti agli occhi di tutti. Laura Pariani è andata in Argentina non solo come scrittrice, ma come testimone capace di dar conto del mutamento, o meglio, della catastrofe annunciata. Incontrando argentini ed ex immigrati ricostruisce la storia di un paese che oggi pare senza memoria. Nella sua galleria sfilano personaggi a tutto tondo, assieme a ignobili persecutori, scene di massacri compiuti dai generali, rimasti impuniti, e gesti quotidiani di solidarietà.
Uno scrittore visionario. Antonio Moresco
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2019
pagine: 320
Su iniziativa di due critici francesi, nasce questo volume interamente dedicato a Antonio Moresco. Lo scrittore italiano – che negli ultimi anni ha avuto un clamoroso successo presso il pubblico francese – viene qui sottoposto a una benefica "de-territorializzazione". Se in patria i suoi libri sono spesso venuti alla luce già avvolti e resi opachi da giudizi precostituiti, qui la forza immaginativa e di visione della sua opera affiora in libertà, avvicinata con sguardo vergine negli undici saggi qui raccolti. Chiude il volume uno scritto di Moresco.
Il petrolio delle stragi
Gianni D'Elia
Libro: Copertina morbida
editore: Effigie
anno edizione: 2016
pagine: 73
Con Il Petrolio delle stragi, uscito nel 2006, Gianni D'Elia fu tra i primi a collegare la morte di Pasolini con la sua incalzante critica corsara e luterana al nuovo Potere, sui giornali e nell'incompiuto romanzo Petrolio. Uscito postumo nel 1992, ben diciassette anni dopo la morte, nel ricostruire il degrado e la mostruosità italiana, Petrolio ce ne ha indicato il burattinaio principale: Eugenio Cefis, affarista e "liberista" tanto quanto Enrico Mattei (suo predecessore all'Eni, l'ente petrolifero di Stato) era utopista e "statalista". Si comincia da lì. Il lettore conoscerà lo svolgersi della nostra storia patria tra mafiosi e fascisti, servizi deviati e politici corrotti, totalmente privi di senso dello Stato. Pasolini non è stato ucciso da un ragazzo di vita poiché omosessuale, bensì da sicari prezzolati dai poteri, occulti o meno, in quanto "corsaro" oppositore a conoscenza di verità scottanti. Motivo è stato Petrolio e trappole un "ragazzo di vita" e il furto delle pizze di Salò, l'ultimo film di questo poeta necessario.
Il vampiro di piazza Cavagneria. Una storia pavese del XIX secolo
Mino Milani
Libro
editore: Effigie
anno edizione: 2016
Zingari di merda
Antonio Moresco
Libro: Copertina morbida
editore: Effigie
anno edizione: 2016
pagine: 93
In un reportage di grande intensità e ferocia Antonio Moresco racconta un viaggio tra i Rom di Slatina e Listeava in Romania, tra persone costrette a vivere in case di fango o dentro buche scavate nel terreno, ai confini del modo "civilizzato", dentro quella fascia di miseria che attraversa il ventre dell'Europa: "Tutto questo perché? Per quale ragione? Per quale disegno? Per quale sogno?". Nel suo linguaggio irruente e abnorme, come abnorme è la realtà che descrive, l'autore trascina i suoi lettori in una delle contraddizioni più acute di questo secolo. Il racconto procede in un dialogo ininterrotto con i compagni di viaggio, l'occhio fisso sui marciapiedi della civiltà, dove gli zingari, uomini e donne che non stanno mai fermi, sono la nostra parte più miserabile, più individualista e fatalista: "Questo misto di libertà e opportunismo, di fierezza e di infingardaggine, di irriducibilità e di parassitismo, di anarchismo e fascismo" sono noi eppure sono anche assolutamente altro. C'è qualcosa nella loro presenza di inspiegabile e sfuggente, di infinitamente arcaico eppure duttile. È lì che Moresco conduce il lettore, sulla soglia del silenzio. Lì dove arrivano anche le fotografie di Giovanni Giovannetti che chiudono il libro.
Labambina
Mariella Mehr
Libro: Copertina morbida
editore: Effigie
anno edizione: 2015
pagine: 153
Se c'è un fondo autobiografico in questo romanzo, esso non sta nella vicenda narrata ma nelle modalità di interazione tra i personaggi e in particolare nella relazione primaria della bambina con il mondo: "Non ha nome, Labambina". Senza nome e senza parola, all'inizio una voragine priva di contorni perché priva di storia, Labambina adottata in un villaggio anch'esso senza nome, è il centro durissimo, il nucleo di pietra di questo romanzo. Una situazione di sopruso reiterato in cui la violenza, quella fisica e quella psicologica, è l'unico elemento dinamico in grado di provocare episodici contatti tra la vittima e i suoi carnefici. Sembra quasi che Labambina, con la sua presenza aspra e non archiviabile sia in grado di far riemergere, in alcune di quelle individualità spente, una traccia di tenerezza, di far riacquistare loro il movimento perduto. Ma la sopraffazione prevale, la coralità bigotta del villaggio riassorbe ogni tentativo di sottrarsi al gruppo e restituisce alla scena quella circolarità vuota che respinge tutto ciò che non si adegua.