Cierre edizioni: Nord est. Nuova serie
Riti di passaggio. Cronaca costituzionale della transizione alla «seconda» Repubblica, 1992-1995
Maurizio Pedrazza Gorlero
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 168
"Riti di passaggio" raccoglie gli editoriali che dal 1992 al 1995 commentarono, per il quotidiano «La Cronaca di Verona e Provincia», l’avvio della “seconda” Repubblica. “Seconda” non a seguito di modificazioni costituzionali, ma per aver riconosciuto a tutte le forze politiche (ad eccezione di quelle neofasciste escluse dall’“arco costituzionale”) eguale legittimazione nell’accesso al governo centrale. Mentre in antropologia i riti di passaggio sono le cerimonie che segnano la transizione da uno status personale e/o comunitario a un altro, i riti testimoniano qui una cesura nel corpo politico capace di mutarne le relazioni interorganiche e farlo apparire differente da come prima si presentava. Tale capacità, dovuta alla caduta del muro di Berlino e all’eclisse della conventio ad excludendum del Pci, ha reso possibili nuove formule politiche, prassi costituzionali e proposte di riforma, caratterizzate da una decisa propensione condensativa del potere in capo all’Esecutivo. Tale è il vero “rito accomunante”, che opera dal 1992 al 1995 fino alle recenti iniziative di riforma del premierato, della “separazione della carriere” nella Magistratura, dell’autonomia differenziata delle Regioni.
Le cave di Montemerlo. Una storia euganea millenaria
Alberto Espen
Libro: Libro rilegato
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 192
A Montemerlo, una modesta comunità del versante settentrionale dei Colli Euganei, per generazioni la pietra si è davvero fatta pane quotidiano da spartire in tavola e se i paroni ovvero i sovrintendenti della cava non ti prendevano a opera non c’erano molte altre opportunità... Quella dello scalpellino, del tajapiera, del cavatore è un’occupazione che ha scandito l’esistenza della popolazione montemerlana lungo i secoli: per la prima volta uno studio ne analizza compiutamente le vicende dall’età antica fino ai nostri tormentati giorni, quando l’attività estrattiva in area euganea sembra sul punto di chiudere definitivamente. Lo studio muove da un lungo e paziente lavoro di ricerca su inedite carte d’archivio: nella storia del sasso di Montemerlo scorrono i nomi di cospicue casate – i Calza, i Forzadura, i Cittadella Vigodarzere, i Papafava, i Cini –, ma soprattutto di uno stuolo di umili, anonimi lavoratori, talvolta veri e propri artisti nel maneggiare scalpello e mazzuolo. Un ricco apparato iconografico accompagna il testo e contribuisce a dare un’idea di cosa abbia rappresentato la "masegna" per tutte le genti euganee.
(Im)popolare. Giovanni Uberti e il «Corriere del Mattino», giornalismo e politica nella Verona del Novecento
Giuseppe Anti
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 408
Popolare: guidò la Democrazia cristiana dei trionfi elettorali; popolare davvero: fu «il sindaco dei poveri»; ma scomodo: «il ribelle di Verona». Giovanni Uberti (Verona, 1888-1964) è stato con Sturzo uno dei fondatori del Partito popolare italiano nel 1919. Cattolico, sindacalista, fondatore e direttore del quotidiano veronese «Corriere del Mattino», fu uno dei protagonisti della vita politica cittadina del Novecento. Deputato del Ppi, venne inviato al confino dal regime per la sua opposizione al fascismo. Nominato prefetto di Verona dal Cln dopo la Liberazione, è stato membro della Costituente, senatore della Repubblica e sottosegretario in uno dei governi De Gasperi. Primo sindaco democristiano di Verona dal 1951 al 1956, impegnato nella ricostruzione postbellica, diventò famoso per la polemica sulle statue equestri al Ponte della Vittoria, che Uberti censurò per gli «scandalosi» genitali. Meno ricordato, ma più significativo, lo scandalo che suscitò nel 1963 candidandosi da indipendente al Senato contro il candidato ufficiale del suo stesso partito, di cui Uberti contestava il clientelismo e i rapporti di interesse con i socialisti, ben prima dell’inchiesta Mani pulite.
Dobrilla Giovannini. Una partigiana del Polesine
Vittorio Tomasin
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 144
La vicenda narrata in questo libro si sviluppa durante i 600 giorni della Repubblica di Salò a Papozze, comune in provincia di Rovigo, a sud di Adria. Dobrilla Giovannini (1919-1980) è una ragazza di venticinque anni, figlia di Luigi, il panettiere. In un ambiente familiare istintivamente avverso al fascismo forgia la propria personalità altruista e combattiva, fino a diventare una delle principali figure femminili del movimento partigiano polesano. Non una semplice staffetta, ma una partigiana che svolge attività organizzative e direttive, compresa l’attività di procacciamento di armi. Arrestata il 29 novembre 1944, viene trasferita nel gennaio 1945 a Padova e rinchiusa nel carcere Paolotti fino al 24 aprile, quando verrà liberata dai partigiani, appena in tempo, perché in quelle stesse ore era stata destinata alla fucilazione. Trasferitasi nel 1951 a Garbagnate Milanese, dovrà attendere ventisei anni per ottenere la qualifica partigiana.
Una città, un’industria e una famiglia. I Galtarossa
Federico Bozzini, Emilio Franzina, Maurizio Zangarini
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 132
Per tutto l’Ottocento la provincia di Verona, fertile e moderna dal punto di vista agrario, rimase priva di uno sviluppo industriale. I ceti popolari eccedenti questa economia bloccata campavano nella miseria o fuggivano emigrando. Le analisi dei settori progressisti più avvertiti denunciavano fra le cause di questo ritardo la mancanza di una classe operaia tecnicamente preparata e moralmente educata al lavoro d’industria. A cavallo del Novecento quattro imprese segnarono il primo moderno sviluppo industriale della città: il lanificio Tiberghien, la tipografia Mondadori, l’industria cartaria Fedrigoni e le officine meccaniche Galtarossa. I protagonisti di queste imprese sono tutti forestieri, mentre i lavoratori provengono tutti dai ceti popolari veronesi. L’obiettivo del volume è di raccontare la nascita e lo sviluppo delle officine Galtarossa tramite l’intervista al commendatore Giacomo Galtarossa. Dai suoi ricordi emergono in controluce le vicende complesse dell’azienda intrecciate alla storia della famiglia. I due saggi di Emilio Franzina e di Maurizio Zangarini ricostruiscono lo sfondo economico e politico di Verona e del Veneto nel quale si distendono le vicende narrate.
Contro gli spiriti docilmente curvilinei. Vita e impegno di Adolfo Zamboni
Fabio Targhetta
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 144
Adolfo Zamboni (Cologna Ferrarese 1891 - Padova 1960) è stata una di quelle rare persone capaci di vivere esistenze plurime: eroe pluridecorato della Grande Guerra, unico docente di scuola secondaria della provincia di Padova non iscritto al partito fascista, autore di manuali di insegnamento, dissidente sorvegliato dalla polizia, colonna del movimento partigiano a Padova, prigioniero torturato dalla famigerata banda Carità, provveditore agli studi. E in tutte queste vesti, una sola regola di comportamento: l’abnegazione totale, all’insegna di una moralità al di sopra di ogni sospetto. Zamboni fu infatti del tutto alieno dalle scelte di comodo o semplicemente scontate; avverso ai compromessi, non si piegò mai a richieste o pressioni che poteva vivere come imposizioni. Anzi, scelse di frequente la via più impervia, irta di ostacoli, nell’assoluta coerenza a una dirittura morale cristallina. Duro nei giudizi, si scagliò contro gli «spiriti docilmente curvilinei», coloro i quali vennero a patti col regime – e furono molti – vuoi per calcolo, vuoi per vigliaccheria, vuoi per quieto vivere. Posizioni tanto nobili quanto pesanti da sostenere, delle quali pagò non di rado le conseguenze.
Le donne di Rotzo. Un'amministrazione comunale al femminile (1964-1970)
Percy Allum
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 80
Quella di Rotzo, comune dell’Altopiano di Asiago, è stata probabilmente la prima amministrazione civica dell’Italia repubblicana interamente composta da donne, fatto che, all’epoca, negli anni Sessanta, suscitò un vasto interesse mediatico, non solo in Italia, ma nella stampa internazionale, in particolare anglosassone. Trovandosi il Comune di Rotzo in una gravissima situazione finanziaria, quanti lo avevano amministrato fino a quel momento, ovviamente quasi tutti maschi, decisero di non presentare liste per il rinnovo del Consiglio comunale, in modo da obbligare il Governo a nominare un commissario prefettizio che sanasse con provvidenze statali il bilancio. A quel punto, un gruppo di donne, guidato dalla maestra Carla Slaviero, presentò a sorpresa una propria lista, incontrando lo scetticismo e l’ostilità di grande parte della popolazione maschile. «Se gli uomini non ce l’hanno fatta [a risanare le finanze comunali] tanto meno ci riusciranno le donne»: questo fu allora il giudizio prevalente – e abbiamo scelto il più benevolo – della parte maschile. E invece, con sagacia e buon senso, l’Amministrazione al femminile riuscì in quella che era ritenuta una “missione impossibile".
«Dicevano che ero una poco di buono». Lisetta Dal Cero (1918-2002)
Giovanni Tosi
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 232
Antifascista fin dai tempi della scuola, aderente all’Azione Cattolica e alla Fuci, Lisetta Dal Cero gioca un ruolo significativo nella Resistenza veronese, fino ad assumere compiti di comando in una formazione partigiana, pagando la sua scelta con il carcere, le violenze e la latitanza. La travagliata fase storica in cui vive, dal ventennio fascista al secondo dopoguerra, mette a dura prova la sua scelta di lottare senza sconti per valorizzare la donna nella società e nella politica, riscattare chi è rimasto indietro, conservare la memoria dei valori resistenziali. Iscritta alla Democrazia Cristiana in clandestinità dal 1944, leader del movimento femminile democristiano veneto, interpreta la politica come apostolato e si spende nell’amministrazione del Comune di Verona (1951-1964), impegnandosi in molteplici iniziative assistenziali, sociali, culturali. La scuola, come docente e poi come preside, diventa “la sua casa, la sua famiglia” negli anni della contestazione giovanile. La sua testimonianza, riconosciuta tra le altre onorificenze da una medaglia di bronzo al Valor Militare, consegna un esempio di vita che diventa scelta, anziché attesa, e lotta per i diritti di tutti.
Una tragedia della Resistenza italiana. Monte Grappa, settembre 1944
Egidio Ceccato
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 272
Nella tarda estate del 1944 furono le direttive alleate a indurre i partigiani del Grappa a mantenere le posizioni occupate, al fine di ostacolare una ritirata delle truppe tedesche data per imminente. A causa del mancato cedimento della Linea gotica e della sproporzione delle forze in campo, l’abbandono delle tattiche della guerriglia si rivelò fatale per i difensori del Massiccio. Oltre che militare, la vittoria dei nazifascisti fu di ordine politico, perché ridusse notevolmente il consenso popolare attorno ai “ribelli” e amplificò le divergenze esistenti fra le diverse anime della Resistenza veneta. Le responsabilità italiane furono prevalenti nelle spietate rappresaglie che ne seguirono, ma esse vennero spesso minimizzate nelle aule delle Corti d’assise straordinarie e quasi sempre oscurate nel processo di costruzione della memoria pubblica perché di ostacolo ad una fuoruscita morbida dal ventennio mussoliniano, obiettivo politico tanto dei fascisti sconfitti, quanto di una parte dei vincitori.
Baroni e coloni. La tenuta Bianchi duchi di Casalanza fra Treviso e Mestre (1821-1924)
Luigino Scroccaro
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 308
Il maresciallo barone Federico Vincenzo Ferreri Bianchi (1768-1855), alto ufficiale dell’Esercito imperiale austriaco, nel 1821 acquistò nella zona di Mogliano Veneto un «palazzo con due adiacenze, giardino, oratorio, statue, bosco e prati nella quantità di 18 campi». Era il primo atto di un’importante operazione finanziaria che lo avrebbe portato ad acquisire tra il 1821 e il 1839 ben duemila ettari di terreno tra le province di Treviso e Venezia. Su queste terre, il barone incentivò il rinnovamento dell’agricoltura, introducendo tra l’altro la coltivazione del gelso, l’allevamento del baco da seta e la risicoltura. D’altra parte, la presenza della proprietà Bianchi condizionò pesantemente per oltre un secolo la vita di tante famiglie di coloni, che più volte fecero sentire le loro proteste. Questo volume racconta le vicende di proprietari e lavoratori della tenuta, inserendole nel contesto più ampio della storia agraria, politica e amministrativa nel periodo che va dalla dominazione austriaca al fascismo.
Verona contemporanea 1866-2020
Maurizio Zangarini
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 256
Collocata all’incrocio di importanti vie di comunicazione sull’asse Milano-Venezia e fra la Germania e la Pianura Padana, Verona dopo l’Unità perde il ruolo di piazzaforte strategica e deve reinventarsi. Le innovazioni urbanistiche a cavallo fra Otto e Novecento, volte al governo delle acque e all’espansione oltre la cinta muraria, testimoniano il progetto modernizzatore dei ceti dirigenti, indirizzato a fare della città un grande centro industriale, commerciale e logistico, saldamente incardinata in un territorio a vocazione agricola. Nel Novecento lo sviluppo viene affiancato dall’ascesa di un nuovo ceto di amministratori, prima socialisti e in seguito democristiani. In mezzo, oltre alla lunga “parentesi” fascista, il ruolo di retrovia durante il primo conflitto mondiale, poi quello di capitale di fatto della Repubblica sociale italiana. In anni recenti, vivaio di un nuovo ceto politico che ha trovato espressione nella Lega Nord, Verona assume l’immagine di città laboratorio della destra estrema, mentre si assiste a una fase di declino economico anche con infiltrazioni della criminalità. Alla città e al suo suo inestimabile patrimonio artistico tocca dunque nuovamente ripensarsi.
Don Giuseppe, Giulia e le altre. Reati del clero e giustizia ecclesiastica a Vicenza nell’età della Controriforma
Silvano Fornasa
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 174
L’estate del 1606 fu una stagione molto particolare per Muzzolon – piccolo centro collinare della diocesi di Vicenza – che sarebbe rimasta nella memoria di tutti per molto tempo. Il giovane curato don Giuseppe Zanuso venne infatti denunciato al tribunale ecclesiastico, processato in tempi rapidi e infine condannato per gravi reati di natura sessuale: seduzione, stupro e ratto della ventenne Giulia Milani. Ma il procedimento giudiziario trascinò in superfice la sua attitudine all’esercizio abusivo dell’esorcismo, e tutto un mondo di idee e di comportamenti intrisi di magia e superstizioni, che poggiava evidentemente su di un sostrato popolare fatto di formule e pratiche magiche che mescolavano gli elementi della cultura folklorica ai riti e ai dogmi della religione cristiana.