Vita e Pensiero: Arti e scritture
Qui è altrove. Del sacro e dello spirituale nell'arte contemporanea
Francesco Tedeschi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2024
pagine: 240
Nell'arte del Novecento e contemporanea la spiritualità è motivo portante di molte creazioni. Al di fuori della specifica committenza di opere di destinazione religiosa, liturgica ed ecclesiale, un'arte fondata su ragioni interne al suo stesso linguaggio e sulla necessità di esprimere percorsi di ricerca interiore o di ascendere a tematiche universali e metafisiche si è manifestata come modello di una spiritualità indipendente, che si è confrontata specificamente anche con le ragioni e le possibilità del sacro. A partire dalle istanze che hanno motivato le origini dell'astrattismo, il superamento della materialità e il riemergere della forza del simbolo, è emersa l'importanza del vuoto, della luce e di altre forme di manifestazione dell'interiorità, dell'invisibile, del trascendente nel linguaggio specifico dell'arte. Sulla base di tali esperienze, in tempi recenti si è assistito a un nuovo confronto della committenza ecclesiastica con le prospettive culturali più attuali. Anche in relazione alle modalità con cui le istituzioni si sono rapportate alle forme dell'arte contemporanea, i testi qui raccolti e organizzati intendono offrire materia di riflessione all'interno di un percorso in atto. Oltre a riferirsi ad alcune figure che hanno segnato la storia del confronto con i temi del sacro e dello spirituale nel corso del Novecento – da Gaetano Previati ai futuristi, da Vasilij Kandinskij a Lucio Fontana – sono oggetto di approfondimento artisti come Pietro Coletta, Hidetoshi Nagasawa, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Mario Raciti, Ettore Spalletti, Valentino Vago, William Xerra, tra coloro che in vario modo hanno interpretato temi e soggetti sacri attraverso opere scaturite dal loro percorso creativo.
Icone dell'esilio. Immagini vive nell'epoca dell'arte e della ragione
Giuliano Zanchi
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2022
pagine: 176
Lungo tutto il primo millennio dell'era cristiana, le immagini religiose erano state elevate a una dignità che le avvicinava al potere simbolico del sacramento Nei secoli moderni, questa gloria storica dell'icona perde progressivamente significato. Si inaugura, con l'Umanesimo, quella che Giuliano Zanchi chiama «l'epoca dell'Arte e della Ragione», in cui il pensiero scientifico diventa lo strumento di interfaccia col mondo e l'immagine viene codificata secondo i canoni squisitamente qualitativi della formalità artistica. La cultura religiosa si ritrova così in esilio nella sua stessa epoca, guardata con sospetto e spesso assimilata alle regioni occulte della magia e della credulità. Eppure, la materia simbolica continua a muoversi, nella 'clandestinità' della devozione popolare. Compaiono immagini sacre 'residuali' che però riescono ad aprire brecce a quanto era stato lasciato fuori da porte ormai chiuse. 'Immagini vive' come quella del Sacro Cuore (ma anche le immagini miracolose, le apparizioni mariane, la Sindone di Torino) che esprimono un disagio e veicolano un rimosso. Storie che possono illuminare anche spazi della nostra 'civiltà delle immagini'.
Arte in Italia (1945-1960)
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2013
pagine: 440
La nuova edizione di questo volume risponde al tuttora attuale desiderio di conoscenza di una congiuntura delle arti figurative in Italia quanto mai ricca, e di rilevanza nodale, per le stesse sue connessioni con l'eccezionale contesto epocale, politico, sociale, economico, e quindi anche culturale, del nostro Paese all'indomani della caduta del fascismo, della conclusione del secondo conflitto mondiale, e della conseguente riapertura delle frontiere. Dalla metà degli anni Quaranta a quella dei Cinquanta, pittura e scultura, e con esse la critica e la storiografia, si liberarono del peso di mitologie metastoriche e dell'angustia di orizzonti nazionalistici, in ricerche ed esperienze inedite, individuali e di gruppo. Un'équipe di specialisti (in gran parte accomunati dal rapporto con l'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università Cattolica di Milano e Brescia, ma in collaborazione con altri di differente estrazione) ha ripercorso quelle vicende spingendosi sino alle più radicali innovazioni attuatesi attorno al 1960, quando anche in Italia si registrò una svolta sostanziale, con la ridiscussione degli stessi statuti abituali dei linguaggi dell'arte. A corredo e fondamento dei testi storico-critici vengono inoltre riproposti dichiarazioni, manifesti, scritti e documenti di varia natura. Ne risulta un quadro sintetico, ma largamente comprensivo, di quanto, nelle differenti e talora opposte direzioni, si verificò in quei decenni in Italia nelle arti visive.
Il mondo ridisegnato. Arte e geografia nella contemporaneità
Francesco Tedeschi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2011
pagine: 448
I rapporti tra arte e geografia hanno una lunga tradizione, che va dal concorso nella creazione delle mappe alla storia della pittura di paesaggio. Negli ultimi decenni questi legami si sono andati modificando, per individuare nuovi e ulteriori parametri, alla luce di una ridefinizione del mondo in un'epoca che va oltre la modernità. Partendo da argomenti di natura geografica, anche di carattere teorico, individuati come linee-guida, Francesco Tedeschi propone una lettura intrecciata di temi che riguardano l'uno e l'altro ambito, così da interpretare in chiave interdisciplinare l'operato dei molti artisti presi in considerazione. Autori quali Piero Manzoni, Jasper Johns, Joseph Beuys, i protagonisti dell'Arte Povera, del Situazionismo, della Land Art - nella sua versione americana ed europea -, della Net Art, e molte delle principali figure dell'arte odierna, sono accostati a opere di Vermeer, Friedrich, Bellotto, o alle rappresentazioni delle 'Città ideali' quattrocentesche. La geografia è presa in considerazione come principio di rappresentazione cartografica, ma anche come espressione delle relazioni di potere che hanno condotto a determinate forme di interpretazione della realtà territoriale. Essa è modello di conoscenza e di appropriazione del mondo, base per l'invenzione di luoghi ideali, terreno in cui coltivare sensibilità per temi quali la difesa dell'ambiente e la gestione della globalizzazione.
Lezioni dell'occhio. Leonardo da Vinci discepolo dell'esperienza
Martin Kemp
Libro: Copertina rigida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2004
pagine: 406
L'occhio "finestra dell'anima" e via principale di conoscenza delle "infinite opere de natura". L'occhio che direttamente si collega all'intelletto e al cuore, unico tra i cinque sensi, quasi che le impressioni visive possano tramutarsi immediatamente in conoscenza ed emozione. Questa la concezione della vista che emerge dagli studi di Kemp sui disegni anatomici di Leonardo, disegni che, lungi dal limitarsi a descrivere analiticamente il corpo umano, lo inseriscono nella razionalità più profonda della natura. Guardare e descrivere non è, per Leonardo, fotografare la realtà, ma coglierne, nell'apparente e "meraviglioso" caos, la forma.
Barocco e classicismo
Victor-Lucien Tapié
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1997
pagine: XVI-436
Affermatosi da tempo come un classico, "Baroque et classicisme" (1957) rappresenta anzitutto un "risanamento della prospettiva storica": mentre restituisce al controverso concetto di barocco il profilo che storicamente gli compete, aiuta a configurare una diversa e più autentica comprensione dell'Europa moderna, ben evidenziando i limiti di letture e percezioni troppo spesso dominate, nella sensibilità comune così come nell'insegnamento e nella ricerca, da un sostanziale pregiudizio. Analizzate nelle loro componenti economiche, sociali, spirituali e nelle reciproche interazioni, le categorie estetiche di barocco e classicismo assumono carne e vita, in una visione della storia dell'arte il cui principale merito risiede nella capacità di sintesi. Nel panorama di studi che sempre più tendono a ripiegare sul particolare e sulle anomalie, Tapié offre un tentativo di lettura unitario del cosmo artistico, culturale e sociale dell'Europa seicentesca, prendendo le distanze da precomprensioni tradizionalmente legate alla critica dell'Ancién Regime. Dell'età barocca egli sottolinea le eredità (il rapporto con il Rinascimento, la Roma papale come prototipo di corte barocca), le forti radici strutturali, la dimensione di coralità, destinata a riverberarsi fin nelle più appartate province rurali e nelle terre del Nuovo Mondo, l'intimo legame con il mondo asburgico-mediterraneo e la tradizione cattolica.
Grammatica e retorica dei santi
Giovanni Pozzi
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1997
pagine: XII-432
I temi qui trattati riguardano l'influsso che il linguaggio religioso esercita sulla comunicazione umana. La questione viene esaminata nei tre ambiti della preghiera, orale o a stampa, in dialetto o in lingua; dell'oratoria sacra, dal Cinquecento all'Ottocento; e delle relazioni estatiche, sotto le forme dell'autobiografia, del diario e della trascrizione in diretta dalla dizione orale. Il confronto tra preghiera, predicazione e dettame mistico chiarifica le caratteristiche del discorso religioso cristiano. Esso trova fondamento e norma nell'incarnazione del Verbo di Dio dentro la caducità e molteplicità delle lingue umane; perciò, ogni enunciato che abbia Dio quale termine od oggetto deve conformarsi al discorso che Dio ha usato per comunicare se stesso all'uomo. In particolare, i saggi di Giovanni Pozzi scandagliano il singolare rapporto dialettico tra oralità e scrittura che connota i diversi modi in cui la lingua cristiana si esprime. Tale dinamismo pertiene alla natura stessa della nostra tradizione religiosa, a partire dal suo documento d'origine, la Bibbia, che è scrittura generata da parole e insieme generatrice di parole.
Paesaggio politico. Per una storia delle trasformazioni sociali della natura
Martin Warnke
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1996
pagine: 188
L'espressione "paesaggio politico" che dà il titolo al libro, non ha il significato comune di panorama, quadro politico, bensì la valenza letterale di natura plasmata e utilizzata in prospettiva ideologica e politica. In questo senso il paesaggio europeo, recando infinite tracce di "passaggi" storico-politici, è ben lungi dal configurarsi come "innocente". È precisamente su tale aspetto di risignificazione della natura (anche nella sua rappresentazione artistica) che Warnke appunta il suo sguardo. Così, muovendo dall'immagine emblematica riportata in sovracoperta, l'autore tratta delle demarcazioni di confine che dividono le potenze private da quelle regionali e nazionali, le autorità temporali da quelle spirituali: i confini diventano elementi costitutivi di un paesaggio fissato al punto da divenire "ritualizzato". Inoltre, le fortificazioni e i castelli eretti sulle montagne non hanno risposto solo a esigenze strategiche e difensive, ma hanno anche reso visibile la potenza del signore: il modo in cui il castello si rapporta al territorio circostante indica il modo in cui il signore si rapporta ai sudditi. Altre ancora sono le suggestive utilizzazioni del repertorio simbolico offerto dalla natura che qui vengono indagate: tutte concorrono a offrire uno sguardo più consapevole sulla natura e sull'arte che la ritrae.
Galileo e i gesuiti. Miti letterari e retorica della scienza
Andrea Battistini
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2000
pagine: VI-422
Soltanto un logoro luogo comune pretende che il discorso scientifico sia fondato esclusivamente su algide e impassibili deduzioni razionali. La dialettica delle idee combattuta da Galileo e dai non meno agguerriti ricercatori della Compagnia di Gesù mostra al contrario come, pur entro un universo della precisione, agiscano le suggestioni delle risorse fantastiche ed emozionali. Il loro impiego mira, infatti, a potenziare l'istinto esplorativo con un'interrogazione della natura sorretta da un forte senso dell'avventura, ma insieme a rafforzare retoricamente il valore delle argomentazioni, il cui impatto agisce anche fuori della giurisdizione degli addetti ai lavori, alimentando l'immaginario della letteratura e delle arti. Dietro la rivoluzione scientifica di Sei e Settecento si gioca una partita più ampia sul terreno di una riforma spirituale da cui si vorrebbe il rinnovamento dell'epistemologia e, insieme, dei costumi e dell'etica. Va configurandosi un nuovo profilo di scienziato, votato allo studio dei fenomeni naturali e, insieme, attraverso la loro comprensione, all'esaltazione della gloria del Creatore, celebrata sia nella grandezza infinita del cosmo, sia nelle sue manifestazioni più quotidiane. Risalta, in tale profilo, la cifra barocca di un atteggiamento contraddittorio, oscillante tra il senso di smarrimento e di inadeguatezza dell'uomo dinanzi alla ricchezza del reale e l'orgoglio per le sue scoperte e per il progresso prodigioso delle nuove acquisizioni.
Federico Borromeo e l'Ambrosiana. Arte e riforma cattolica nel XVII secolo a Milano
Pamela M. Jones
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1997
pagine: 460
Il 28 aprile 1618 Federico Borromeo donava la sua collezione di quadri, disegni, stampe e sculture alla costituenda Pinacoteca Ambrosiana. Riformatore ecclesiastico, autore di scritti sull'arte sacra, collezionista e protettore di pittori come Caravaggio e Jan Brueghel dei Velluti, il cardinale, arcivescovo di Milano, dava così forma al progetto dell'Ambrosiana, comprendente una biblioteca, un museo e un'accademia di belle arti che due anni dopo avrebbe aperto i battenti. Questa istituzione tripartita sarebbe stata preposta, nella diocesi, alla riforma della cultura religiosa e delle arti in conformità con i decreti del Concilio di Trento. Così, in un periodo complesso e tormentato come quello tra il Cinquecento e il Seicento, l'Ambrosiana appare non solo indicativa della pastorale borromaica, ma anche illuminante su aspetti talora trascurati del rapporto fra pensiero religioso e arte. È quanto emerge nello studio di Pamela M. Jones che, proprio attraverso il "caso Borromeo", suggerisce una rinnovata comprensione dell'età post-tridentina e del contributo offerto dai riformatori italiani allo sviluppo delle arti figurative. In contrasto con l'immagine di una teologia cupa e rigida, spesso associata a questo periodo, il programma di rinnovamento culturale promosso dal Borromeo e la sua concezione dell'arte sacra attestano infatti una spiritualità ottimistica, ben visibile nella scelta delle opere acquistate o commissionate per il Museo Ambrosiano.
Architettura e sapere nel Medioevo. Costruttori e maestri tra romanico e gotico
Charles M. Radding, William W. Clark
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1996
pagine: 174
Come paragonare una vòlta a un sillogismo, l'alzato di un edificio a un trattato filosofico? Quale visione del mondo, tra l'XI e il XII secolo, condusse alla realizzazione di nuove forme architettoniche e inediti traguardi del pensiero? Tali gli interrogativi e il percorso di un'ambiziosa ricerca, che rilegge le opere dell'arte e della filosofia medioevali come prodotto della complessa trasformazione culturale che segnò la transizione dall'alto Medioevo alla fioritura duecentesca. Senza indulgere a generalizzazioni, lo studio di Radding e Clark sceglie una linea cauta, e non di meno affascinante, evidenziando, più che l'incidenza, lo sviluppo parallelo di architettura e sapere, che appunto in questo periodo assumono l'aspetto di discipline sempre più specializzate, intese non come insieme statico di nozioni, ma come strumento di riflessione e risposta a fronte di sfide intellettuali aperte. La base del confronto si sposta così dai 'prodotti finiti' dell'ingegno trattati e monumenti - agli uomini che li idearono - maestri e costruttori -, colti nell'analogo sforzo di imporre ordine e forma al proprio materiale, fosse questo lo spazio o l'idea. Ne risulta una sorta di viaggio a ritroso verso la fonte dell'atto creativo - il punto di domanda originario da cui sempre nuovo muove il gioco della mente -, un percorso condotto con rigore critico e precisione storiografica, attraverso un'epoca tra le più originali e importanti nella storia della civiltà occidentale.
Immagini da meditare. Ricerche su dipinti di tema religioso nei secoli XII-XV
Miklos Boskovits
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1994
pagine: 464
"Immagini da meditare" raccoglie saggi dedicati ad una produzione artistica particolare, che oltre a dilettare l'occhio ed istruire la mente trasmette anche dei significati nascosti, non subito evidenti a chi guarda. Si tratta di dipinti che sono destinati ad una sorta di colloquio, possibilmente prolungato nel tempo, con lo spettatore. Gli utenti potenziali di opere di questo genere potevano essere persone appartenenti ai più alti strati della società, ad esempio uomini della corte dell'imperatore Federico II nel caso degli affreschi del Duomo di Anagni, ma anche gente semplice: membri di una comunità religiosa, come nel caso di dipinti eseguiti all'interno di un monastero o convento, oppure il vasto pubblico di fedeli ai quali un'iconografia particolare o una nuova interpretazione delle tradizionali immagini sacre poteva suggerire un approccio nuovo, diverso, ai singoli episodi della vita di Cristo o agli insegnamenti della Chiesa. Ne sono esempi numerosi dipinti del Beato Angelico o di Fra Filippo Lippi. Il discorso spazia tra il XII e il XV secolo, illustrando vari aspetti del produrre e dell'intendere l'arte tra il Medioevo e il Rinascimento, proponendo all'attenzione del lettore, oltre ad alcuni noti capolavori della pittura italiana, anche molte opere poco note o qui per la prima volta illustrate.