SEI: Universale reprint

Gibran, con le sue scritture, si pone l'obiettivo di favorire nella persona la conquista della pace interiore, suggerendo una visione serena e obiettiva della vita, promuovendo il superamento dei timori e dei luoghi comuni a favore di una responsabile partecipazione alla storia, senza preconcetti, senza pregiudizi e soprattutto senza prepotenze. In questo volume, sono riunite le due opere più note e suggestive del poeta e scrittore libanese.

Non c'è genitore che di fatto non educhi, così come non c'è struttura familiare che in qualche modo non incida sulla crescita umana dei figli. L'umanità dei singolo passa attraverso la famiglia, il cui fine educativo è di rendere manifesta e operante tale umanità, insegnare la "professione" uomo, l'arte dei vivere umano. Nato dall'esperienza di un lavoro di gruppo, il libro vuole agevolare l'acquisizione di alcuni principi di fondo, che dovrebbero orientare i genitori nei loro modo di mettersi in relazione con i figli, rispondendo ai problemi oggettivi che incontrano nella loro vita di educatori.

Un piccolo classico della psicologia che viene incontro ad alcune questioni fondamentali: "È possibile diventare persone positive?"; "Quali obiettivi mi devo porre e come?". Grande ironia (e autoironia) e non pochi consigli "pratici" per stare meglio, con se stessi e con gli altri, rispondendo a domande come "Per quanto tempo si può star male per la perdita del lavoro, del denaro o di un affetto?" oppure "Perché è importante ironizzare?" E sempre in chiave ironica e propositiva, "Come creare problemi ai figli", "Come far soffrire il partner", "Come far soffrire i collaboratori. Ma soprattutto, un libro che insegna a come tradurre in pratica, in abitudini e comportamenti, la positività che possediamo.

Preghiere e meditazioni, ardenti di amore, nelle quali troviamo il cammino dell'uomo che guarda con passione la vita e ascolta Gesù Cristo parlargli attraverso di essa. I più piccoli gesti di questa vita quotidiana, le più piccole parole diventano allora "segni", "richiami", e si trasformano in preghiera, mentre i più grandi drammi dell'umanità gli strappano accenti da profeta.

Il piacere è quello che risulta dal funzionamento equilibrato ed armonico dell'essere umano nei suoi vari aspetti, anche quelli corporei, ma soprattutto psichici. Esso nasce dall'assenza di inibizioni profonde e di ansie ingiustificate; è la sensazione globale di benessere che dà la vita istintiva e razionale sana, vissuta nella libertà e nella serenità interiore.

Dalle pagine dei discorsi di Martin Luther King emerge un completo sistema di vita morale: un pensiero illuminato dalla dottrina cristiana dell'amore operante attraverso la non-violenza. La speranza non è rassegnazione o attesa passiva, ma una forza concreta di rinnovamento e di riscatto, tesa a sconfiggere pessimismo e spirito di rinuncia.

Quando Duchaussois visse la sua avventura straordinaria e terribile erano altri tempi, diversi da quelli di oggi. Sono passati quasi quarant'anni e già l'epopea degli hippies, dei "figli dei fiori", di coloro che cercavano, in un Oriente favoleggiato, un'illuminazione che in realtà aveva soltanto il volto sinistro della droga, ci pare fuori dal tempo. Crederlo tuttavia sarebbe sbagliato. La droga continua più che mai la sua marcia mortale e gli hippies di trent'anni fa non sono differenti dai tanti ragazzi che ogni giorno bruciano la loro fragile esistenza alla ricerca di un'estasi sempre più illusoria. Per questo l'opera di Duchaussois rimane un monito inquietante e attuale, la testimonianza di una minaccia sempre in agguato.