Progetto Cultura: Il dado e la clessidra
Monitoraggio vitale
Roberto Piperno
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2017
pagine: 112
"Con questo libro della maturità Roberto Piperno pone in essere una interrogazione che unisce l’io posto nell’attualità e l’io che ha trovato un luogo nel passato, in una fotografia, in un ricordo, nelle vie abitate o vissute, nelle città perlustrate, nelle persone incontrate; una indagine che la macchina indagante-desiderante del poeta mette in opera attraverso le cognizioni affettive di quel sepolcro del tempo che costituisce la nostra identità. Piperno impiega una vasta gamma di tonalità e di inflessioni, da quelle ironiche e auto ironiche a quelle freddamente didattiche e icastiche. La storia è lettura dell’essere attraverso le sue segrete manifestazioni, è essa che dà senso, che rende possibile l’interrogazione come interrogazione del ritrarsi. Il senso dell’Essere risiede in ciò che rende possibile una interrogazione sulla domesticità di ciò che si è dileguato e si è rintanato nelle zone d’ombra di alcune fotografie, di alcuni ricordi." (Giorgio Linguaglossa)
Fondamenta per lo specchio
Francesca Dono
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2017
pagine: 88
"Francesca Dono fa poesia come fa fotografia, con lo smartphone, ha uno sguardo originale e non convenzionale sulle cose come può averlo un primitivo nell’isola di Pasqua. Leggi le sue associazioni e rabbrividisci, non ti ci raccapezzi. Inverte l’ordine degli addendi, e il risultato cambia, è questo il segreto del suo approccio. Possiede il segreto dei «frammenti», li mette in un bussolotto, agita il tutto, e quello che ne viene fuori è un prodotto sempre diverso. Fa del bricolage e del brigantaggio linguistico. Le sue composizioni hanno una leggerezza e una fragranza encomiabile: («Il Roipnol cade tra le spire dei geroglifici»; «Lasciare il cavallo di Troia nella luce della nebbia»). Procede con una precisione fotometrica («Eliopoli contro il vetro»; «Mi hai gonfiato sciacallo per sigillare l’aria»); si esprime mediante enunciati surrazionali e insensati («Anche sua maestà sbatteva tutte le ciglia da una stanza all’altra»); adotta notazioni quasi didascaliche, fa cartografie di fotografie e di immagini, poi cambia passo, allunga il passo, torna indietro, ci ripensa, va avanti [...]" (Dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
La poesia di Alfredo de Palchi. (L'anello mancante del secondo Novecento)
Giorgio Linguaglossa
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2017
pagine: 144
Alfredo de Palchi nasce a Legnago (Verona) nel 1926. Nel 1967 pubblica per Mondadori, nella collana “Lo Specchio” a cura di Vittorio Sereni, l’opera di esordio: Sessioni con l’analista. Negli anni Cinquanta si trasferisce prima a Parigi e poi a New York. Per cinquanta e più anni scompare dalle edizioni della poesia italiana maggioritaria, e viene riletto e rivalutato soltanto adesso dai poeti della quinta e sesta generazione del Novecento, che lo eleggono a maestro indiscusso della poesia contemporanea. Durante questi decenni ha diretto a New York una rinomata rivista di poesia, “Chelsea”, ed ha curato la traduzione e la diffusione negli Stati Uniti della poesia italiana del Novecento. Come è potuta accadere una amnesia così sorprendente? Quali i motivi? Il fatto è che de Palchi ha un modo di poetare assolutamente così singolare che non può essere accomunato a nessun altro linguaggio poetico italiano del secondo Novecento. Quella sua particolarissima lontananza nostalgica dall’Italia lo renderà estraneo alla cultura del post-ermetismo e del successivo sperimentalismo.
Anamòrfosi
Angela Greco
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2017
pagine: 80
"Quello che ora è necessario è una nuova visione di ciò che è il reale e di ciò che la poesia vuole essere. È da qui che ha inizio il lavoro poetico di Angela Greco, il suo progetto di ampliare la 'forma-poesia' per creare una poesia nuova, moderna, dialogata e narrativa che sappia argomentare e presentare i suoi personaggi, le sue maschere. E sarà su questo punto che si disegnerà un nuovo spazio per la poesia del futuro. La poetessa pugliese riparte dal punto tracciato da Czesław Miłosz in Ars poetica del 1957, posta in epigrafe del libro, alla ricerca di uno spazio espressivo integrale che sia contenitore di una 'forma' più ampia e di un 'tempo' più ampio (tempus regit actum, dicevano i giuristi romani), una linea di riflessione che attraversa la poesia del secondo Novecento. Una linea di riflessione che diventa una linea di demarcazione. Angela Greco accetta di misurarsi con una 'forma più spaziosa ', seguendo e traendo le conseguenze dalla impostazione che ha dato Czesław Miłosz al problema della poesia dell’avvenire. È dentro questa problematica che si situa questo lavoro della poetessa di Massafra." (dalla Prefazione di Giorgio Linguaglossa)
La parola alle parole
Edith Dzieduszycka
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2016
pagine: 128
La poesia di Edith Dzieduszycka adotta il soliloquio, riporta il linguaggio poetico italiano al grado zero dello stile, elimina la differenza tra poesia e prosa, si prosasticizza, indossa i vestiti della povertà, assume un tono asseverativo, assertorio, dimesso, gnomico, colloquiale, ironico, mescola abilmente il parlato con il ready made, con le frasi fatte, la citazione implicita con la riproposizione degli atti del quotidiano; gli enunciati frastici sono impiegati come frangiflutti della significazione, sono abilmente iterativi, snodati, snodabili, ribaltabili e sovrapponibili. Una voce monologante presiede il campo poetico con una ossessività che ripete il gesto del posseduto dall'ossessione, con una fretta come per mancanza di tempo e mancanza di spazio. Il risultato estetico è una prosodia sorprendentemente intensa, monocorde, frastagliata e vissuta, ritmica, capace di aderire alla più varia fenomenologia dell'oggetto "parola". (Dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
L'erba di Stonehenge
Mario M. Gabriele
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2016
pagine: 64
L'elemento di distinguibilità della poesia di Mario Gabriele, sta nella rottura con i canoni dello sperimentalismo e con l'eredità della poesia post-montaliana del dopo Satura (1971), vista come la poesia da circumnavigare, magari riprendendo da essa la scialuppa di salvataggio dell'elegia per introdurvi delle dissonanze, delle rotture e tentare di prendere il largo in direzione di una poesia completamente narrativizzata, oggettiva, anestetizzata, cloroformizzata. Di qui le numerose citazioni illustri o meno (Mister Prufrock, Ken Follet, Katiuscia, Rotary Club, Goethe, busterbook, kelloggs al ketchup, etc.), involucri vuoti, parole prive di risonanza semantica o simbolica, figure segnaletiche raffreddate che stanno lì a indicare il "vuoto". Il tragitto, iniziato da Arsura del 1972, e compiuto con quest'ultimo lavoro, è stato lungo e periglioso, ma Gabriele lo ha iniziato per tempo e con piena consapevolezza già all'indomani della pubblicazione del libro di Montale che, in Italia, ha dato la stura ad una poesia in diminuendo.
La giusta strada del ritorno
Silvana Palazzo
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2016
pagine: 112
"In questo essenziale libro di nuove liriche, Silvana Palazzo ci racconta la sua personale esperienza di questa morte del linguaggio, del fallimento della parola dinanzi alla disumanizzazione del mondo e dell'arte, dell'oltraggio che colpisce anche le parole che vorrebbero significare, delle parole amputate e doloranti che sconfinano nel silenzio, ma non il silenzio mistico, ascetico, ma un silenzio frutto avvelenato di una irrimediabile perdita di cui il poeta è costretto a far dono. Le parole, questi guardiani del senso, non sono immortali, non sono invulnerabili. Colpite nei punti vitali, soffrono e muoiono e diventano inservibili; e quando una civiltà ha fatto il pieno di parole morte, ecco che la fine si avvicina." (dalla Prefazione di Giorgio Linguaglossa)
Asincrono scacchiere. Poesie scelte (1962-2015)
Lucia Gaddo Zanovello
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2016
pagine: 208
"Questa Antologia del percorso poetico quarantennale di Lucia Gaddo Zanovello testimonia il tripudio della gioia e della acedia, dell'ombra, della obscuritas, e della luce dell'alba, della tristitia, della gioiosa jocunditas e della cura. Lo spirito di questa poesia, nei suoi diapason, è colto come da un raptus sibillino e gioioso proprio di certe scritture poetiche inniche con la loro litania cantarellante sostenuta dalla anafora e dalla replicatio. Lucia Gaddo Zanovello incide con acribia su questo tasto il proprio stile e la propria verbositas acediosa e gioiosa. E la sua scrittura ne trae giovamento. Le poesie più belle di questa antologia sono quelle dove più intensamente la gioia equivale alla tristitia dell'umbra e si mesce con la dulcedo dello spirito incantato sul "viride rigoglio" della vita." (dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
Poesia italiana contemporanea. Come è finita la guerra di Troia non ricordo
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2016
pagine: 352
Prospettive di Axaji Madhugah
Valerio Gaio Pedini
Libro
editore: Progetto Cultura
anno edizione: 2016
pagine: 80
"Valerio Gaio Pedini sta vivendo un passo avanti nella liquefanza. Ci ha già mostrato la liquidità della società ed ora ci mostra il suo fluire interiore. Ha compreso che ciò che è fuori è diretta conseguenza di ciò che è dentro e proprio come un romantico si scopre in molti nomi, eterne maschere di se stesso. È lui che idea Axaji Madhugah e lo compone da bambino riscoprendo l'atto creativo e divino che c'è in noi." (dalla prefazione di Siria Eva Comite). "Il nichilismo dispiegato è questo fronteggiamento che la poesia di Pedini si trova a gestire. Uno star-di-fronte che sa di sfida come solo un poeta giovanissimo può esperire; una condizione di eterna belligeranza tra la forma-poesia che si è dissolta ed implosa, ed il mondo, quella mondità che legifera e legittima, con l'"io" ridotto a mera ipseità, tautologia di se stesso, mutismo e ammutinamento, consapevolezza che il momento della poesia è muto, che il linguaggio della comunicazione è nemico mortale della comunicazione estetica." (dalla nota critica di Giorgio Linguaglossa)