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Officina Libraria: CATALOGHI DI MOSTRE

Arte e natura. Pittura su pietra tra Cinque e Seicento

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 208

Il catalogo che accompagna la mostra Arte e Natura. Pittura su pietra tra Cinque e Seicento, curata da Patrizia Cavazzini con la collaborazione di Maria Luisa Pacelli, è dedicato alla pittura su pietra in Italia, dalla sua invenzione da parte di Sebastiano del Piombo fino al suo declino, in un arco cronologico di poco più di un secolo (c. 1525-1650). Grazie agli eccellenti prestiti di musei pubblici e collezioni private, sono numerose le opere presentate qui per la prima volta, ponendo il focus sulla materia e sulla sua interazione con i soggetti rappresentati. Lavagna e marmi neri, utilizzati quasi in maniera esclusiva fino al tardo '500, sono i protagonisti delle prime sezioni. Questi materiali sono stati spesso legati al concetto di eternità o, al contrario, la loro resistenza messa in contrapposizione alla precarietà del soggetto rappresentato (la bellezza femminile o le nature morte) e in sfida con la scultura tradizionale. Particolare attenzione è rivolta in questa occasione ai pittori originari del Nord Italia, e in particolare del Veneto, uno dei tre centri fondamentali in Italia per la pittura su pietra: tra i protagonisti i Bassano e Paolo Veronese. Per il ’600 viene indagato il ruolo dei pittori veronesi a Roma e il peculiare interesse della corte fiorentina per scene di fuochi e incendi. L’ultima sezione è dedicata, invece, ai supporti più pregiati, come lapislazzuli e ametiste sino agli elaborati manufatti lapidei con al centro dipinti su pietra che divennero di moda soprattutto dagli anni venti del Seicento. La mostra di Bergamo accompagna alla scoperta di questo capitolo poco conosciuto della storia dell’arte svelando le potenzialità di una materia che, sin dalla notte dei tempi, ha ispirato valori di forza morale e di fede, esercitato seduzioni alchemiche, incarnato simbologie e metafore, aspirato all’eternità. Da Roma a Firenze, da Genova al Veneto, questa tecnica amata e progressivamente abbandonata nel giro di poco più di un secolo, ha coinvolto artisti – presenti in mostra – come Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Palma il Giovane, Antonio Tempesta, Alessandro Turchi detto l'Orbetto, Salvator Rosa fino a Orazio Gentileschi e Lavinia Fontana.
34,00

Giovan Battista Marino (1596-1625) Un poète italien à la cour de France

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 192

Nonostante la sua fama, Giovan Battista Marino (1569-1625) è una figura ancora poco nota della poesia barocca. La sua opera principale, L'Adone, un lungo poema dedicato agli amori di Venere e Adone, ha suscitato tanto elogi quanto critiche per la sua ricchezza e il suo erotismo, ben lontani dai canoni del Grand Siècle, sia in Italia sia in Francia. L'opera e la vita di Marino furono tuttavia intense e non possono essere ridotte a un insieme di «bizzarrie a volte davvero stravaganti» (Nicolas de Peiresc). Nato a Napoli ed entrato successivamente al servizio di grandi signori e cardinali italiani, trovò rifugio a Parigi nel 1615, grazie alla reggente Maria de' Medici, potendo così sfuggire alle persecuzioni giudiziarie dell'Inquisizione. Dopo l'assassinio di Concino Concini (1617), riuscì a mantenere la sua posizione, trovando protezione dalle tensioni che accompagnarono l'ascesa al potere del giovane Luigi XIII. Durante questi anni a Parigi, il «Cavalier Marino» raccolse una straordinaria collezione di libri, disegni e incisioni. Una volta pubblicato il suo Adone (1623), tornò in Italia e conobbe un periodo meno fortunato: poco dopo la sua morte, cadde gradualmente nell'oblio, per via del “decoro” imposto dall’imperante religione cattolica, ma anche per la difficoltà di accettare uno stile poetico così poco convenzionale per quei tempi. In occasione del quarto centenario dalla sua morte, la Bibliothèque Mazarine - la più antica biblioteca pubblica di Francia - in collaborazione con l'Università Sorbonne Nouvelle e l'Università «La Sapienza» di Roma, organizza la prima mostra in Francia interamente dedicata a Marino, facendo eco alla grande esposizione che si è tenuta alla Galleria Borghese di Roma nel 2024 (Poesia e pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la «meravigliosa» passione, Officina Libraria). Per illustrare il posto che Marino seppe occupare nel campo delle lettere e delle arti, sono esposte circa cinquanta opere manoscritte, tra edizioni antiche, stampe, disegni e rilegature preziose. Arricchito da diversi saggi, il catalogo ricostruisce un percorso intellettuale fuori dal comune, tra l'Italia e la Francia, all'alba del Grand Siècle.
22,00

Il Rinascimento di Boccaccio Boccaccino. Catalogo della mostra (Cremona, 10 ottobre 2025-11 gennaio 2026)

Francesco Ceretti, Filippo Piazza

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 144

In occasione del quinto centenario della morte di Boccaccio Boccaccino (Ferrara?, 1462 / ante 22 agosto 1466 – Cremona, 1525), il Museo Diocesano di Cremona, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona Lodi e Mantova, dedica la prima rassegna monografica a questo rilevante interprete della cultura figurativa del Rinascimento in Italia settentrionale. Definito da Giorgio Vasari «raro» ed «eccellente pittore», Boccaccio Boccaccino rielaborò, in modo personale, la lezione impartita da Leonardo da Vinci a Milano e da Giovanni Bellini e Giorgione a Venezia, rappresentando un punto di riferimento per i maestri cremonesi delle generazioni successive, tra i quali si annoverano Gianfrancesco Bembo, Altobello Melone, Giulio Campi e, suo figlio, Camillo Boccaccino. Si comprendono pertanto le ragioni secondo le quali Luigi Lanzi, sul finire del Settecento, ritenne che «Boccaccio Boccaccino è fra’ cremonesi ciò che sono il Ghirlandaio, il Mantegna, il Vannucci, il Francia nelle scuole loro; il miglior moderno fra gli antichi e il miglior antico fra’ moderni». Il percorso di mostra, attraverso un’accurata selezione di capolavori convocati dai principali musei nazionali italiani, accostati per l’occasione a dipinti mai esposti al pubblico, scandisce le principali fasi di attività del pittore, dai suoi esordi tra Ferrara, Genova e Milano sino agli anni veneziani e cremonesi, dove Boccaccino mise a punto un linguaggio raffinato il cui manifesto è rappresentato dall’iconica Zingarella delle Gallerie degli Uffizi, immagine guida della mostra e del catalogo. L’esposizione permette inoltre di apprezzare, dopo il restauro, il frammento della pala d’altare della chiesa di San Pietro al Po a Cremona, l’ultima opera eseguita in vita da Boccaccino, recentemente acquisita dal Museo Diocesano, che si fregia così di ben esemplari dell’artista. La visita non si esaurisce presso il Museo Diocesano, ma prosegue all’interno della Cattedrale di Cremona, alla scoperta dello straordinario ciclo di affreschi con le Storie della vita della Vergine e della passione di Cristo, avviato da Boccaccio Boccaccino nel 1514 e proseguito da altri maestri, tra cui spiccano, accanto ai cremonesi Bembo e Melone, il bresciano Girolamo Romanino e il friulano Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone.
28,00

Pietro Bellotti e la pittura del Seicento a Venezia Stupore, realtà, enigma

Pietro Bellotti e la pittura del Seicento a Venezia Stupore, realtà, enigma

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 240

In apparenza antitetici, stupore, realtà, enigma sono invece caratteri distintivi e al tempo stesso interconnessi all’interno del prismatico universo espressivo che caratterizza l’esperienza artistica di Pietro Bellotti (1625-1700). Pittore eccentrico e anticonformista come pochi altri del suo tempo, Bellotti riuscì a stupire e a distinguersi nella competitiva scena veneziana alla metà del Seicento, proponendosi con uno stile contrassegnato da una spiccata vocazione alla resa del dato reale che, talvolta, sconfina in una sorta di iperrealismo ante litteram. La forte propensione naturalistica delle sue opere, aventi come protagonisti donne e uomini segnati dall’età avanzata, si combina, nella prima fase, con affascinanti soggetti allegorici ed esoterici, apprezzatissimi dai contemporanei e celebrati dalle fonti letterarie. Dopo i viaggi a Monaco di Baviera (1668-1669) e a Milano (1673-1675 circa), in concomitanza con l’illustre incarico di soprintendente alle gallerie dei Gonzaga a Mantova (1681-1691), il pittore si dedicherà invece ai temi di genere. Le opere eseguite nella seconda parte di carriera risultano così incentrate sulla rappresentazione di mendicanti, pellegrini e popolani, vale a dire gli “ultimi”, restituiti con una sorprendente verità ottica e, soprattutto, in modo dignitoso e partecipato, quasi a volerne nobilitare lo status. In tal senso queste testimonianze si caricano di valenze profonde che, per molti versi, autorizzano ad annettere Pietro Bellotti al cosiddetto filone della «pittura della realtà», considerandolo un precursore della memorabile stagione che, in Lombardia, avrebbe trovato in Giacomo Ceruti uno dei suoi massimi esponenti. Nel ripercorrere la parabola di questo maestro, e provando ad affrontare alcuni enigmi interpretativi che ancora caratterizzano la sua vicenda biografica e professionale, l’esposizione ordinata alle Gallerie dell’Accademia, e il relativo catalogo, offrono al tempo stesso un’imperdibile occasione per approfondire la magmatica cultura figurativa del Seicento veneziano, mettendo a confronto capolavori di prim’ordine convocati da prestigiose istituzioni museali nazionali e internazionali, insieme a recenti acquisizioni del Ministero della Cultura. Oltre ai saggi dei curatori, che ripercorrono la carriera dell'artista, il volume è arricchito da approfondimenti condotti da specialisti del settore che analizzano la fortuna di Bellotti, nel collezionismo ma anche nei testi letterari, oltre a indagare meglio il significato profondo delle sue opere. Seguono schede critiche delle oltre cinquanta opere in mostra, uno straordinario atlante visivo e un regesto documentario volto a diventare un tassello fondamentale per comprendere l'attività di un artista tanto affascinante, quanto ancora poco indagato.
35,00

Orizzonti rosso

Orizzonti rosso

Libro: Libro rilegato

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 264

Dagli anni cinquanta Valentino Garavani comincia a creare abiti rossi che realizzano, con la loro identificazione di un colore con la sua forma, la dinamica vitalità del mondo nuovo, rinnovando eleganza e spigliatezza: le sue creazioni in rosso sono, per la loro evidenza sintetica, individuale e sociale, segnali-guida che connotano la svolta della storia e le attribuiscono la leggibilità epocale: si chiama stile, metodo sottile e radioso di segnare il tempo storico. Questa mostra, con cui viene inaugurata la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti a Roma, e il suo prezioso catalogo segue la fenomenologia del rosso in pittura e, simultaneamente, i rossi di Valentino: un certo rosso che diviene indistinguibile dalle sue forme, tanto da affermare il termine «rosso Valentino» oltre il campo della moda, conquistando la sua definizione al di fuori del campo specifico dellʼabbigliamento, della produzione, della pubblicità, trovando spazio in quello universale dei significati. Saranno esposte, tra gli altri, opere di Andy Warhol, Mark Rothko, Basquiat dedicate o indissolubilmente legate al «rosso Valentino».
55,00

Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma. Catalogo della mostra (Urbino, 22 maggio-12 ottobre 2025)

Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma. Catalogo della mostra (Urbino, 22 maggio-12 ottobre 2025)

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 224

Un anno dopo la grande monografica su Federico Barocci, il Palazzo Ducale di Urbino, in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, celebra l’ultimo grande maestro del Seicento marchigiano, ancora poco conosciuto al grande pubblico. Nato a Pesaro nel 1612 e morto prematuramente nel 1648, a soli trentasei anni e in circostanze ancora misteriose, Simone Cantarini ha assistito alla devoluzione del Montefeltro allo Stato Pontificio (1631). Mentre il ducato scompariva dall’orizzonte della storia, l’artista metteva a punto un linguaggio nuovo e straordinariamente innovativo: un’originale sintesi di classicismo e naturalismo che non si rifaceva tanto ai modelli aulici dei campioni urbinati del Rinascimento, ma si apriva a ventaglio a stimoli più aggiornati, provenienti dalla Roma di Caravaggio e dalla Bologna di Guido Reni. L’esposizione e il catalogo ruotano attorno a diversi nuclei tematici: particolare attenzione è stata data al rapporto di Cantarini con la famiglia Barberini, alle sue relazioni con gli altri maestri del suo tempo e anche all’accostamento delle doppie versioni delle sue più celebri invenzioni, con particolare riguardo alla produzione profana. Oltre a importanti opere inedite, giungeranno a Urbino quasi tutti i più significativi "quadri da stanza" di Cantarini – alcuni dei quali restaurati per l’occasione – provenienti da collezioni private italiane ed estere, oltre che dai più importanti musei italiani (e non solo): dalla Galleria Borghese a Palazzo Barberini e Galleria Corsini, dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna alle Gallerie degli Uffizi, senza dimenticare il Museo Nacional del Prado.
30,00

Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all'Adige. Catalogo della mostra (Trento, 6 luglio-13 ottobre 2024)

Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all'Adige. Catalogo della mostra (Trento, 6 luglio-13 ottobre 2024)

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2025

pagine: 488

Il Castello del Buonconsiglio per festeggiare il centenario della sua istituzione come museo (1924-2024) ha organizzato un'importante mostra, celebrando il passaggio di Albrecht Dürer in Trentino avvenuto nel 1494-1495: un episodio di grande rilevanza nella carriera del maestro norimberghese e nelle dinamiche dei rapporti artistici fra la Germania e l'Italia, che lasciò tracce non indifferenti nella regione di Trento e nei territori dell'Adige. Il catalogo visualizza la presenza – fugace ma particolarmente significativa – di Dürer in Trentino con disegni, acquerelli, incisioni e dipinti, evidenziando come, e in quali modi, la sua arte abbia stimolato gli artisti locali a trovare nuove forme espressive. È stata anche l'occasione per registrare la presenza di altri artisti d'oltralpe nel territorio, tra cui Hans Schäufelin, Martin Schongauer, Michael e Friedrich Pacher, oltre a ricostruire l'attività dei coevi pittori italiani, quali Marcello Fogolino, Francesco Morone e Girolamo Romanino, attivi al servizio del vescovo Bernardo Cles, promotore della costruzione e della decorazione del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio e consigliere di Massimiliano I, presso cui prestò servizio lo stesso Dürer. Grande spazio è dedicato agli artisti locali tra i quali Marx Reichlich, grande ritrattista, e lo scultore di polittici lignei Jörg Artz. Dopo il grande successo della prima edizione, il catalogo torna in libreria in una versione riveduta e corretta, che comprende aggiornamenti bibliografici e l'indice dei nomi.
48,00

Poesia e pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la «meravigliosa» passione

Poesia e pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la «meravigliosa» passione

Libro: Libro rilegato

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 296

Dopo la stagione dei grandi pittori del Rinascimento, il prestigio delle arti figurative cresce come mai prima nella storia. Nel corso del Cinquecento l’artista passa dall’essere un comune artigiano a ricoprire uno status pari a quello dei maggiori intellettuali del suo tempo. L’inscindibile rapporto tra poesia e pittura si consolida nel Seicento, e diviene stretto, vicendevole, persino competitivo quando artisti e letterati si confrontano con i medesimi temi sull’agone delle arti. In questa cornice gioca un ruolo fondamentale la poesia di Giovan Battista Marino (1569-1625), i cui componimenti vivono di scambi continui con la pittura e la scultura contemporanei. La sua produzione poetica è ricca di suggestioni visive, derivate tanto dal contatto diretto con le collezioni d’arte visitate nel corso della sua vita itinerante, quanto dalla memoria delle immagini dei grandi artisti del passato, a partire dalla Galeria (1620), che proietta sulle pareti di un’immaginaria galleria i nomi degli artisti e le opere d’arte che hanno segnato l’esperienza cortigiana del poeta, pur non tralasciando i numerosi rapporti figurativi dell'Adone (1623) e della Strage de gl'innocenti (1632). Seguendo la traccia offerta dai testi di Marino (1569-1625), la mostra e il catalogo disegnano in cinque sezioni tematiche un percorso attraverso la grande arte da Tiziano a Tintoretto, da Correggio ai Carracci, da Rubens a Poussin, celebrando il più grande poeta italiano del Seicento e la sua “meravigliosa” passione per la pittura grazie a prestiti provenienti dai principali musei di tutto il mondo. Il volume è arricchito anche da un'antologia di testi mariniani in dialogo con le opere in mostra, oltre che da numerose tavole a colori.
39,00

Poetry and painting in the 17th century. Giovan Battista Marino and the «marvelous» passion

Poetry and painting in the 17th century. Giovan Battista Marino and the «marvelous» passion

Libro: Libro rilegato

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 296

Dopo la stagione dei grandi pittori del Rinascimento, il prestigio delle arti figurative cresce come mai prima nella storia. Nel corso del Cinquecento l’artista passa dall’essere un comune artigiano a ricoprire uno status pari a quello dei maggiori intellettuali del suo tempo. L’inscindibile rapporto tra poesia e pittura si consolida nel Seicento, e diviene stretto, vicendevole, persino competitivo quando artisti e letterati si confrontano con i medesimi temi sull’agone delle arti. In questa cornice gioca un ruolo fondamentale la poesia di Giovan Battista Marino (1569-1625), i cui componimenti vivono di scambi continui con la pittura e la scultura contemporanei. La sua produzione poetica è ricca di suggestioni visive, derivate tanto dal contatto diretto con le collezioni d’arte visitate nel corso della sua vita itinerante, quanto dalla memoria delle immagini dei grandi artisti del passato, a partire dalla Galeria (1620), che proietta sulle pareti di un’immaginaria galleria i nomi degli artisti e le opere d’arte che hanno segnato l’esperienza cortigiana del poeta, pur non tralasciando i numerosi rapporti figurativi dell'Adone (1623) e della Strage de gl'innocenti (1632). Seguendo la traccia offerta dai testi di Marino (1569-1625), la mostra e il catalogo disegnano in cinque sezioni tematiche un percorso attraverso la grande arte da Tiziano a Tintoretto, da Correggio ai Carracci, da Rubens a Poussin, celebrando il più grande poeta italiano del Seicento e la sua “meravigliosa” passione per la pittura grazie a prestiti provenienti dai principali musei di tutto il mondo. Il volume è arricchito anche da un'antologia di testi mariniani in dialogo con le opere in mostra, oltre che da numerose tavole a colori.
39,00

Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo. Catalogo della mostra (Roma, 24 ottobre 2024-23 marzo 2025)

Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo. Catalogo della mostra (Roma, 24 ottobre 2024-23 marzo 2025)

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 320

Il catalogo della mostra Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo, allestita al Museo di Roma di Palazzo Braschi (24 ottobre 2024 - 23 marzo 2025), rende visibile la presenza delle numerose artiste che dal XVI al XIX secolo hanno fatto dell’Urbe il loro luogo di studio e di lavoro, anche solo per periodi brevi ma sempre decisivi. Partendo dalle artiste presenti nelle collezioni capitoline, come Caterina Ginnasi, Maria Felice Tibaldi (Subleyras), Angelika Kauffmann, Laura Piranesi, Louise Seidler ed Emma Gaggiotti (Richards), le cui opere non sempre sono esposte, la mostra prevede la presenza di altre importanti pittrici attive in città, tra cui Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi, Giovanna Garzoni e tante altre ancora, talvolta meno note, ma il cui "corpus" si sta ricostruendo in questi ultimi decenni di ricerca. La mostra e il catalogo indagano il progressivo inserimento delle pittrici nel mercato internazionale, con il faticoso conseguimento del pieno accesso alla formazione e alle più importanti istituzioni della città, quali l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon, approfondendo poi i numerosi generi pittorici a cui si sono lungamente applicate. Con questa impresa si intende colmare un silenzio storiografico durato decenni, mostrando una produzione ricca, variegata e di assoluta capacità artistica, tuttavia spesso relegata in confini ristretti. Oltre ad approfonditi saggi, arricchiscono il catalogo 134 schede delle opere in mostra, 54 biografie delle artiste indagate, centinaia di tavole a colori e due mappe della città che illustrano i luoghi di vita e lavoro, oltre ai siti in cui è possibile vedere ancora oggi le opere delle artiste attive a Roma.
36,50

Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all'Adige. Catalogo della mostra (Trento, 6 luglio-13 ottobre 2024)

Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all'Adige. Catalogo della mostra (Trento, 6 luglio-13 ottobre 2024)

Libro: Libro in brossura

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 472

Johannes Cochlaeus nella sua Brevis Germaniae Descriptio rammentava nel 1512 che «Trento è la frontiera della Germania verso l'Italia, dove gli abitanti parlano la lingua italiana e la tedesca». Su questa frontiera, e sugli scambi artistici che ne sono nati durante il Rinascimento, il Castello del Buonconsiglio organizza una grande mostra per festeggiare il centenario della sua istituzione come museo (1924-2024). Il passaggio di Albrecht Dürer in Trentino, avvenuto nel 1494-1495, costituisce un episodio di grande rilevanza nella carriera del maestro norimberghese e nelle dinamiche dei rapporti artistici fra la Germania e l’Italia, lasciando tracce non indifferenti nella regione di Trento e nei territori dell’Adige. La mostra con il suo catalogo si propongono di visualizzare la presenza – fugace ma particolarmente significativa – di Dürer in Trentino con disegni, acquerelli, incisioni e dipinti, evidenziando come, e in quali modi, la sua arte abbia stimolato gli artisti locali a trovare nuove forme espressive. Sarà poi l'occasione per registrare la presenza di altri artisti d’oltralpe nel territorio, come Martin Schongauer e Friedrich Pacher, oltre a ricostruire l'attività dei coevi pittori italiani, quali Marcello Fogolino, Girolamo Romanino e Dosso Dossi, attivi al servizio del vescovo Bernardo Cles, promotore della costruzione e della decorazione del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio e consigliere di Massimiliano I, presso cui prestò servizio lo stesso Dürer.
45,00

Martha Bibescu regina della Belle Èpoque. Un ritratto inedito di Domenico Rupolo. Ediz. italiana e inglese

Martha Bibescu regina della Belle Èpoque. Un ritratto inedito di Domenico Rupolo. Ediz. italiana e inglese

Elena Lago

Libro: Libro rilegato

editore: Officina Libraria

anno edizione: 2024

pagine: 64

Martha Bibescu (Bucarest, 1886 – Parigi, 1973) è stata una delle maggiori e più rappresentative protagoniste dello straordinario mondo della Belle Époque, di cui Parigi, divenuta la sua città di adozione, è stata la capitale. Legata alle più importanti personalità politiche e intellettuali dell’epoca, dai re di Romania al re Alfonso XIII di Spagna, da Charles de Gaulle a Winston Churchill, sino a Marcel Proust, Martha ha intrecciato la sua vita a quella dello scultore e architetto Domenico Rupolo (Caneva, 1861-1945), artefice del radicale ammodernamento, durato quasi venticinque anni, del palazzo dei Bibescu di Mogoșoaia: una vera e propria corte in cui Martha ha saputo intrecciare per decenni fitte trame politiche e diplomatiche negli interni decorati e arredati da Mariano Fortuny y Madrazo, tra bizantinismi e suggestioni di Venezia. A coronamento del profondo sodalizio che lo legò a Martha, Rupolo ne eseguì nel 1933 il ritratto marmoreo, presentato in questo volume per la prima volta. Questo volto che emerge enigmatico dal marmo, paradigma dell’arte e della cultura di un’intera epoca, è un’aggiunta notevole e inaspettata alla ritrattistica di una delle donne più popolari del Novecento, che ha visto coinvolti, tra gli altri, pittori come Giovanni Boldini ed Éduard Vuillard e una fotografa leggendaria come Berenice Abbott. Il libro ricostruisce non solo le molteplici identità della principessa «dalle mille vite», tra cultura e politica, ma anche l’attività di un personaggio multiforme ed eccentrico come Rupolo, protagonista in parte dimenticato delle vicende artistiche italiane della prima metà del Novecento.
20,00

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