NEM: Lo scrittoio
La parola infetta
Giampiero Marano
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 272
"La parola infetta" è la drammatica, sorprendente testimonianza di una ricerca interiore. Giampiero Marano, giovane studioso e apprezzato critico, opera in questo libro un grande lavoro di ricucitura e reinterpretazione delle varie stagioni letterarie, attraversando la perenne conflittualità che oppone l'esperienza sorgiva del linguaggio ai rigidi schemi dell'Istituzione Culturale. Il processo biologico di evoluzione/involuzione che caratterizza tale antagonismo viene seguito a partire dalla tradizione orale per arrivare alle modernissime avanguardie e oltre ancora. La bellezza di questo libro, che ne costituisce anche la "difficoltà", sta proprio nella sua luce tridimensionale: muovendosi tra la filologia e l'antropologia, l'estetica e la filosofia politica, l'autore riesce a leggere il succedersi e l'intrecciarsi di epoche o poetiche come riflessi variegati di una dimensione extraletteraria che coincide, in ultima analisi, con la comunità che la circonda. Fino alle soglie dell'età moderna la poesia ha agito come un vaccino nei confronti del "corpo sociale", immunizzandolo con l'inoculazione del male in dosi omeopatiche: ma dopo che il compito di proteggere la società è stato demandato a sistemi di controllo altamente sofisticati, il suo destino si è fatto sempre più incerto e precario. Pur contemplando un mondo disincantato, questo saggio (che si legge come un racconto) non indulge né ad atteggiamenti di autocommiserazione né a nostalgie consolatorie, ma si conclude anzi con la prefigurazione di un tempo nel quale la letteratura potrà finalmente abbandonare l'esilio: «Soltanto la "poetica" analogia con l'elementare alternarsi del giorno e della notte offre una chance di riscatto per l'umanità esclusa di cui tutti, vittime e carnefici di noi stessi, siamo e non siamo parte».
La poesia è questione di cuore
Miguel Hernández, Piero Chiara
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 108
Piero Chiara amava la Spagna e, come scrive Federico Roncoroni nella nota introduttiva, "l'amore di Piero Chiara per la Spagna fu più grande di quello che provò per gli altri suoi 'paesi dell'anima', la Francia e la Svizzera." L'invito a tradurre l'opera di Hernandez arrivò da Leonardo Sciascia e Chiara accettò ma non si limitò a tradurne i testi, volle entrare nelle sue parole, andando anche a scoprire i luoghi in cui il poeta aveva vissuto. Questo desiderio di comprendere traspare dalle traduzioni - rese magistralmente da Chiara - dei bellissimi versi di Hernandez. Se 'tradurre' è 'tradire', Chiara ha effettivamente cercato, più che di aderire al testo letterale, di aderirne al sentire, da a poeta a poeta, o ancor meglio da cuore a cuore, mantenendo nella traduzione anche la musicalità della lingua spagnola "Non perdono alla morte innamorata / non perdono alla vita disattenta / non perdono alla terra che ti annienta." I versi di Hernandez rapiscono il lettore, sono potenti, richiamano una fisicità del sentire che aiuta ad esprimere e a trasmettere l'autenticità e intensità dell'ispirazione dell'Autore. "Cuore che tra due pietre / ansiose di schiacciarti / soffochi per troppo amore come un mare tra due mari. / Per troppo amore soffoco / e non posso soffocare." Come scrive Chiara nell'introduzione: "Nella poesia di Miguel Hernández si manifesta e prende forma, più o meno consapevolmente, un umanesimo primitivo nel quale i temi fondamentali della riproduzione della specie, dell'allevamento della prole, del lavoro manuale e in genere della vita e della morte sono offerti senza mediazione di simboli nella loro dimensione naturale. …Egli cercò di tornare alle radici animali della vita per scoprire il senso del suo esistere, amare e soffrire".
La nudità del vestito
Fabio Scotto
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2018
pagine: 88
Fabio Scotto, ormai un sicuro e mai scontato punto di riferimento del pubblico della poesia, ci propone questa sua nuova opera “La nudità del vestito” con l'autorevolezza di un testo maturo, che parte, viaggia e ritorna ai fondamenti della poesia. E come ammette lo stesso autore, che incontra la catarsi dell'uomo aristotelico, quello che conta è la parola girovaga che sottrae a ogni vero o falso sembiante il puro spirito (l'aspetto o i lineamenti del volto: Tiresia, che mutò sembiante [Dante]), per donarsi alla poesia, vera protagonista di questo libro. Un finissimo linguaggio che tocca punte di lirismo altissimo senza nulla togliere alla linearità della prosa poetica. «E che la nudità del vestito non si copra di alcun vestito di per sé vano se nessun corpo gli dà vita, che diventi pagina bianca dove l'inchiostro tesse le sue misteriose trame...». Parole dell’autore che lasciano intendere che nulla di quella loro danza è affidato al caso, ma che in un tramestio di voci e di trasalimenti improvvisi, esse siano «auto da fè coram populo», un atto di fedeltà alle voci supreme della poesia, come quella di Yves Bonnefoy, tanto amato e tradotto da Fabio Scotto, che aleggia con il suo dàimon creativo e protettivo in tutta la sua spettacolare nudità sulla viva «carne del mondo».
Gli anni di Quarta generazione
Serena Contini
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2014
pagine: 331
I carteggi inediti tra Luciano Anceschi, Piero Chiara e Luciano Erba rappresentano una testimonianza focale di un periodo storico tra i più ferventi della cultura e della poesia del dopoguerra. Averli riportati alla luce con il sapienziale e puntuale lavoro di Serena Contini rappresenta una grande occasione per far luce a una antologia che nel 1954 fece conoscere i poeti della cosiddetta ”quarta generazione” e che influenzò gli anni delle avanguardie in Italia e non solo. Questi giovani poeti divennero il miglior “parterre” della cultura italiana del secondo Novecento:: Pier Paolo Pasolini, Andrea Zanzotto, Umberto Bellintani, Alda Merini, David Maria Turoldo, Maria Luisa Spaziani, Gian Piero Bona, Vittorio Bodini, Giorgio Orelli, Bartolo Cattafi, Nelo Risi e altri non meno importanti poeti italiani che hanno segnato un’ epoca. L?apparato testuale, arricchito con documenti inediti provenienti da archivi privati e pubblici dei singoli poeti, illustra e ricostruisce i rapporti umani e professionali dei tanti uomini di cultura citati nei carteggi, offrendo una ricostruzione vivace di quel periodo. Il volume ha la prefazione di Giorgio Luzzi e una appendice con schede biobibliografiche dei poeti di Quarta Generazione a cura di Francesca Boldrini.
Quarta generazione. La giovane poesia (1954)
Luciano Erba, Piero Chiara
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2014
pagine: 265
Piero Chiara e Luciano Erba firmano nel 1954 la prefazione di una raccolta di giovani poeti, quella di Quarta Generazione - La giovane poesia (1945-1954), che diverrà in seguito la più importante antologia dell'immediato dopoguerra e che ha condizionato gli anni delle avanguardie in Italia e non solo. Infatti, da questo libro composto di 33 autori divenuti poi il miglior “parterre” della cultura italiana di intere generazioni, si distinguono nomi come Pier Paolo Pasolini, Andrea Zanzotto, Umberto Bellintani, Alda Merini, David Maria Turoldo, Maria Luisa Spaziani e altri importanti poeti italiani che hanno segnato un'epoca. Ristamparla oggi in forma anastatica, e accompagnata dal volume dei carteggi tra Chiara, Erba e Anceschi di Serena Contini, significa arricchire lo scaffale degli amanti della poesia di un un'opera fondamentale per la loro formazione culturale e poetica.
Nella sua quiete
Benedicta Froelich
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2014
pagine: 236
"Il libro di Benedicta Froelich, 'Nella sua quiete', non è solo un romanzo storico ma una novella vera, straordinariamente densa di particolari che rivelano l'eccezionalità della vita e anche della morte di una delle più emblematiche figure del novecento: T.E. Lawrence, meglio conosciuto al pubblico come 'Lawrence d'Arabia'."
Dirti «Zanzotto». Zanzotto e Bologna (1983-2011)
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2013
pagine: 185
Sono qui raccolti interventi di Andrea Zanzotto in parte inediti, in parte dispersi e difficilmente reperibili, ricavati da registrazioni audio e video realizzate negli ultimi trent'anni (1983-2009), unitamente agli Atti del primo Convegno di Studi dirti "Zanzotto" dedicato al Poeta a un mese dalla scomparsa. Una prima sezione comprende tre lunghi interventi pronunciati da Andrea Zanzotto in occasione di eventi organizzati dall'Università di Bologna tra il 1983 e il 2004: il lungo discorso tenuto in occasione della presentazione di Fosfeni (1983) circa le ragioni sottese alla composizione della "trilogia" inaugurata da Il Galateo in Bosco, un intervento sul tema dei rapporti tra Poesia e percezione (1989), e la Lezione Dottorale tenuta in occasione del conferimento della Laurea honoris causa da parte dell.Ateneo bolognese (8 marzo 2004). Nel corso della prima sezione va dunque configurandosi il senso complessivo di un'"esperienza poetica" ostinatamente radicata in quella esistenziale: un'esperienza che la parola dell'autore ripercorre lucidamente, articolandola nelle circostanze storico-letterarie, filosofiche, scientifiche e stilistiche che ne hanno caratterizzato lo sviluppo. Illuminanti, a questo proposito, appaiono i ripetuti affondi autoesegetici rivolti specialmente a Dietro il Paesaggio (1951) e a Vocativo (1957), a La Beltà (1968) e a Pasque (1974): ai momenti, cioè, di massima incandescenza del primo tempo dell'"esperienza poetica" zanzottiana.
Gli amorevoli giustizieri e altri racconti
Paola Faccioli
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2013
pagine: 106
“Gli amorevoli giustizieri”, come i racconti più brevi che seguono, costituisce un esempio di narrativa contemporanea di raro e prezioso livello, sia quanto a letterarietà di stile (qualcosa di pressoché inesistente ai nostri giorni), sia quanto a originalità di contenuti. Le figure femminili che ci parlano da queste pagine essenziali e impietose sono proiezioni di un ego complesso ed esigente, tormentato da quella che può sembrare una vocazione alla sofferenza: sofferenza che è anche e soprattutto condizione esistenziale privilegiata per la “cognizione del dolore”, inesausta speculazione del vero nascosto dalle ingannevoli apparenze del “reale”. Ester, Ottilia, Rosvita e tutte le altre creature “elette” dell’agghiacciante mosaico di Paola Faccioli, vittime designate che non hanno forza né voce per ribellarsi, sono in realtà le testimoni-martiri di una struttura sociale animata “dalle migliori intenzioni”.
L'amore al tempo del gratta e vinci
Silvia Rosada
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2012
pagine: 103
"La vita è talmente straordinaria da essere a volte anche un luogo comune." Così scrive Silvia Rosada, con un felice paradosso, in questo romanzo che maliziosamente allude al gioco dei sentimenti governato dal gioco imperscrutabile del caso o della fortuna. L'amore al tempo del gratta e vinci" è imperniato sulla figura, ricca di sfaccettature psicologiche, di un impiegato di banca - Fred Bernasconi - che, grazie al fortuito acquisto di un biglietto del Gratta e vinci, entra in possesso di una considerevole somma di denaro. La vita di Fred è fatta di svolte che, via via, lo aiutano a superare la depressione, lo riscattano dalla piatta quotidianità, lo liberano da certe piccole manie, gli fanno scoprire, infine, il vero amore. Le cose cambiano a prescindere dalla vincita. Più che all'impiego del denaro, considerato come un dono inaspettato e non come una ragione di vita, l'interesse dell'autrice è rivolto al variegato mondo familiare e lavorativo in cui si muove il protagonista all'interno di una città facilmente identificabile: Varese. Ed è un mondo nel quale un'attenzione particolare è riservata ai personaggi femminili - la madre di Fred, le colleghe di lavoro, amiche e conoscenti varie - e alla loro posizione nella società di oggi. "Le donne fanno piú miracoli dei santi" osserva la Rosada a suggello del romanzo.
Natura e uomo. Un patrimonio inesplorato
Guido Morselli
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2012
pagine: 24
“Si può definire Guido Morselli un ecologo ante litteram? Si, è legittimo e le ragioni sono molteplici.” Questo scrive Valentina Fortichiari raffinatissima studiosa dell’Opera e dell’uomo Morselli in“ Natura e Uomo: un patrimonio inesplorato”, testimonianza che insieme ad altri autorevoli interventi, come quelli di Linda Terziroli che ha pubblicato sullo scrittore gaviratese “Lettere ritrovate” di Arturo Bortoluzzi presidente di “Amici della Terra”, Silvio Raffo (poeta e presidente del premio Morselli), e di Matteo Sacchetti (che ha allestito la mostra “Morselli di Arte e Natura”), mettono a fuoco un Morselli inedito e “ambientalista”. Una prova tra le tante, che anticipa con profetica e matematica esattezza la tragedia ambientalista che l’uomo, vampirizzando il territorio e distruggendone l’habitat naturale, avrebbe perpetrato un poco meno di mezzo secolo. “Natura e uomo: un patrimonio inesplorato” è un librino dove la scrittura di Morselli, si erge a difesa della natura,“ La difesa del verde è una necessità sociale”, scrive in una lettera scritta al giornale locale “La Prealpina” nel 1952 e sembra quasi rivendicare sul sentiero 10 (dove sorge la casina rosa dove si ritirava a scrivere e oggi museo Morselli), il ruolo civile dello scrivere anche tra paesaggi e architetture liberty, dove la sensibilità di un intreccio tra arte natura letteratura, può arricchire il pianeta Terra, di un grande amore.
Trilogia di Locarno
Arnaldo Alberti
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2010
pagine: 341
« La città non è solo da amare; bisogna anche difenderla... » È questo l’incipit del primo dei tre romanzi che Arnaldo Alberti ha voluto qui raccogliere in un unico volume. Un’apertura lapidaria che suggerisce l’auspicio e il senso generale più profondo dell’intera Trilogia di Locarno, comprendente, nell’ordine, Giusquiamo, ultimato nel 1962 ma finora inedito, La famiglia di Beatrice (“Premio Ascona” 1983) e Via Sant’Antonio, pubblicati rispettivamente nel 1984 e nel 1987.