Moretti & Vitali: Fabula
Un altrove qualunque
Claudio Recalcati
Libro
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2001
pagine: 100
Nei modi dell'addio. Poesie scelte 1978-2009
William Vitali
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2013
pagine: 181
Questa raccolta d'esordio di William Vitali - che assembla e sistema una serie di plaquette circolate quasi clandestinamente presso una ristretta cerchia di amici e fino ad oggi pubblicate solo in parte sul web - si offre all'attenzione del lettore come uno dei canzonieri più intensi degli ultimi anni. Con una lingua immediata e fortemente espressiva, Vitali fronteggia, giorno per giorno, il fuoco della passione: quasi che l'esercizio quotidiano della scrittura in versi - il corpo a corpo innamorato e ossessivo, fino al delirio, con i fantasmi di quella stessa passione - fosse l'unico possibile risarcimento agli abissi della lontananza e della perdita. Come dimostra una prosodia sempre vigile, variegata e vibrante, Vitali non sa rinunciare al movimento; e restano indimenticabili i rapidi scorci urbani (di una città emiliana mai direttamente nominata ma riconoscibilissima), che fanno da sfondo a questo movimento: ogni strada, ogni viale, ogni ponte restituisce le incancellabili tracce della passione - e solo così, non stancandosi di continuare a percorrerli col passo misurato e febbrile di questa poesia, anche il lettore potrà infine raggiungere il luogo dove risplende, smisurato e segreto, il "sempre incontaminato" dell'amore.
Bertgang. Fantasia onirica
Luigi Fontanella
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2012
pagine: 89
Tra le opere memorabili del primissimo Novecento, il romanzo breve di Wilhelm Jensen "Gradiva" occupa un luogo del tutto a sé. Universalmente noto per il saggio che gli ha dedicato Freud interpretandolo come un "delirio" onirico, ma forse, a tutt'oggi, non molto letto, è un testo misterioso e seducente, palpitante di sensi e di simboli. Storia di uno studioso d'arte classica (Norbert Hanold) che, soffrendo un'acuta angoscia senza capirne il perché e perdendosi a lungo in un labirinto di fantasie simili a sogni, ritrova pian piano il bandolo della propria vita liberandosi dalla morsa che lo aveva condannato a "rimuovere" la forza di Eros, "Gradiva" è allo stesso tempo una grande parabola esistenziale e ideologica, un mito moderno che ci mostra da una parte i rischi di irrigidimento del pensiero astratto, teorico, votato solo alla purezza delle idee o delle forme, e dall'altra l'insopprimibile, suadente, melodioso richiamo di quella grazia erotica che è (come ben intese Bergson) forma in movimento, esistenza fluida e sfumata, spirito della metamorfosi, invitation au voyage. Sedotto da questo mito come possono esserlo gli gli innamorati, ma insieme capace di rivisitarlo con sguardo lucido e icastico, Luigi Fontanella ha composto un poemetto che sa evocarne le immagini e i punti salienti, lasciandoli fluttuare nell'onda aperta, "remota" e numinosa di una personalissima rêverie. Prefazione di Giancarlo Pontiggia. Postfazione di Carla Stroppa.
Di un'altra luce
Luigi Riceputi
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2011
pagine: 118
Leggiamo in questo libro che "in fondo ci vuole poco per sentirsi dèi pur restando umani: uno sguardo un poco assorto gettato sulle cose che sempre sono, sulle persone che passano. E non occorre che sia alta la postazione, basta che non sia troppo basso o soggettivo il punto di vista ma veramente comprensivo". Raramente, in un mondo poetico dominato in egual modo dalla presunzione del sublime o dalla retorica minimalistica del poco che si fa nulla, abbiamo letto versi così parsimoniosi e ricchi di un'autentica sostanza umana. In fondo, di che altro è fatta la vita se non di cose "che sempre sono" e di "persone che passano"? E cos'altro dovremmo intendere, quando parliamo di umanità, se non uno sguardo "veramente comprensivo"? Con la poesia di Luigi Riceputi, pare di ritornare alle origini della nostra grande vicenda umanistica, a quel verso di Terenzio in cui per la prima volta qualcuno osava dichiarare che "humani nihil a me alienum puto", niente di ciò che è umano mi è estraneo. Tutto, alla luce di questo semplice messaggio morale, si trasfigura: ma con la grazia e il pudore di una lingua poetica spoglia di ogni detrito retorico, affidata a immagini aeree e vaganti, che molto devono al magistero poetico dell'ultimo Saba. Ed ecco la casa dell'infanzia, che riemerge dal sonno del tempo come una "scatola magica", o la memoria che, "come un ventilabro", spazza via "la pula / dell'aia dell'infanzia e il suo grano riluce come oro". Postfazione di Claudio Magris.
Le lacrime delle cose
Gabriella Sica
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2009
pagine: 163
"Guarda il mondo dissestato / la terra arida il mare privo di pesci / eppure nel ciclo brillano le stelle e le antiche costellazioni": sta qui, forse, in questi versi così dolorosi, eppure trepidi di speranza, immersi nella materia scura della storia, eppure così ostinati nel loro sguardo celeste, il centro di ispirazione della nuova raccolta di Gabriella Sica. Basterebbe, d'altronde, il titolo virgiliano per dire di quante lacrime e di quanta pietà risultino intessute queste pagine, che nascono dalla tragedia della storia e della vita, ma per contemplarla entro i cicli di un destino più antico e profondo: qualcosa che ci tocca, dunque, al di là dei tempi che viviamo e delle piccole vicende che ci riguardano. Di qui quella doppia attitudine dello sguardo, che si interroga sul senso del male, ma che insieme aspira a superarlo, o volgendosi ai segni innocenti della vita (le "immacolate" oche di Villa Borghese), o assumendosene lietamente il peso, il lutto. E due saranno anche le costanti di questo libro di lacrime non vane: leggere il presente attraverso figure e simboli, dal contadino-poeta delle prime pagine alle donne del mito tragico come Andromaca, Didone, Antigone; cercare nella poesia non solo l'inquietudine della domanda, ma anche la verità della risposta.
Tutte le poesie, quasi (1941-2007)
Arturo Schwarz
Libro
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2007
pagine: 428
Questo volume raccoglie tutta la produzione poetica di Arturo Schwarz: tutta, o "quasi", come l'autore stesso, con un'aggiunta un po' spiazzante, precisa. Leggendo le poesie, possiamo quindi seguire l'intero percorso: le prime composizioni degli anni Quaranta e Cinquanta sono firmate Tristan Sauvage, e sono scritte e pubblicate nella sua lingua materna, il francese. Schwarz inizia a scrivere in italiano solo verso la fine degli anni Sessanta, vent'anni dopo il suo arrivo in Italia, nell'Aprile del 1949, una volta liberato dal campo di prigionia di Abukir a seguito della vittoria di Israele nella sua prima Guerra di Liberazione. Scorrendo le poesie si passa dai testi in francese a quelli in inglese e in italiano. Forse il senso della comune esperienza umana, pur nella diversità delle espressioni, ha fatto sì che l'autore abbia voluto che apparissero nella lorao stesura originale, senza traduzioni. In risposta a un'inchiesta sulla poesia, Schwarz afferma: "Scrivo poesie per dare una forma duratura alle mie emozioni [...] scrivo poesie per la stessa ragione che mi fa respirare. Per continuare a vivere [...]. Considero l'amore il più potente strumento di conoscenza e quindi di liberazione, per questo ho privilegiato quasi esclusivamente poesie d'amore". Il volume arricchito da tre raccolte inedite e dalle illustrazioni di alcuni tra i più noti artisti moderni - Marcel Duchamp, Man Ray, Andrè Masson e Christian Schad - e contemporanei.
Dentro la vita
Angelo Ferrante
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2007
pagine: 133
QQuesta è la ottava raccolta di poesie dell'autore contemporaneo Angelo Ferante.
Il tempo pieno e il nulla
Tino Di Cicco
Libro
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2006
pagine: 83
Petri 'i limiti-Pietre di confine
Alfredo Panetta
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2005
pagine: 91
Con tre quartine di stridente energia linguistica ha inizio questo asciutto, aspro libro d'esordio di Alfredo Panetta, un libro che certo non sarebbe dispiaciuto a Cesare Pavese. Sullo scenario di un mondo selvatico, crudo, animalesco, affondato in una dimensione arcaica e mitica, emergono figure plasmate in una materia scura. Inchiodato ai suoi inamovibili cippi, alle "pietre di confine" della memoria, questo mondo è ritrovato nel verso, ma di un verso che sembra fatto anch'esso di calcinacci, di terra, di grumi, di grondanti umori.
Era questo l'amore?
Roberto Gabellini
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2023
pagine: 80
In questo tempo segnato dalla paura e dalla solitudine, il testo accompagna il lettore a "dire" il dolore: ammissione e quasi ridefinizione del dolore stesso, cui ogni epoca sempre è costretta. Gli si offre come esperienza personale, che in qualche modo misterioso e imprevisto, come accade sempre con la poesia, si allarga a rappresentare l'essere in quel suo punto fondo e segreto, nel quale l'uomo, come un bambino, si ritrova solo e indifeso. Una lingua densa e insieme incerta, "esposta" e come accumulata a soppesare qualcosa che non si capisce, che non si conosce; che costringe a sgranare il cuore, quasi a dire: io. Parola sospesa che ha conosciuto la paura, o l'orrore, che ugualmente si offre testimone del pur impaurito eroismo dell'uomo. Infine, essa stessa inchinata ad adorare il volto che emerge, inatteso, dal dolore. A "dire" l'amore. Postfazione di Giancarlo Pontiggia.