Marsilio: Gli specchi
Il grande Medio Oriente. Viaggio al centro della storia tra impero e anarchia
Robert Kaplan
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 448
Oggi più che mai, la storia del Medio Oriente è quella del mondo intero e ogni riflessione che lo riguarda, per quanto indiretta, si rivela uno specchio della nostra civiltà. Per riuscire a intravedere il futuro attraverso il passato, Robert Kaplan ritorna al genere più congeniale al suo modo di vivere e raccontare la geografia: il viaggio e il reportage, intesi come «l’arte di superare la prima impressione». Oggetto di questa nuova avventura è il Grande Medio Oriente, ovvero, in senso lato, la regione islamica del deserto e delle pianure, la vasta area che va dal Marocco al Turkestan orientale, fino a lambire la Cina; dai Balcani allo Yemen; dalla realtà della Libia a quella dell’Afghanistan. Tra scoperte e memorie, la narrazione si dipana lungo l’Egitto, l’Etiopia, l’Arabia Saudita, l’Iraq e l’Iran. Mescolando i ricordi delle sue tante esplorazioni alle letture di esperti, storici e scrittori, Kaplan rievoca epoche e paesaggi, muovendosi agilmente tra realtà locali complesse, forte di un’unica certezza: «attraversare un paese, annusarne gli odori, guardare come si comportano le persone, non offre risposte definitive, ma aiuta. Permette di toccare con mano il terreno, per non lasciare che i luoghi reali si dissolvano e diventino astratti». Questo sguardo si rivela fecondo, capace di riflettere su eventi e scenari, millenni e dinastie, caos e imperi, senza esaurire ma moltiplicando gli interrogativi: «Quale direzione prenderà il corso delle cose? Quali dimensioni politiche assumerà questa vasta regione che occupa gran parte della fascia subtropicale tra l’Europa e l’Estremo Oriente? Riuscirà a tirarsi fuori da decenni di instabilità e malgoverno e a trovare un compromesso tra la tirannia da un lato e l’anarchia dall’altro?».
L'irregolare. Una vita di Gianni De Michelis
Paolo Franchi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 208
È poco più che un bambino Gianni De Michelis quando resta folgorato dalla politica, una «malattia – scrive Paolo Franchi, giornalista di lungo corso – che non contempla guarigioni, specie per chi l’ha fatta fin da ragazzo». Proprio dagli esordi sul palco di una manifestazione veneziana prende avvio il ritratto di un personaggio tra i più singolari dell’Italia repubblicana. Con stile brillante e ritmo serrato, Franchi orchestra sapientemente una sarabanda di ricordi, aneddoti e riflessioni che è allo stesso tempo un viaggio nel dietro le quinte della storia del Paese a cavallo tra due secoli. Influenzato dal clima di fervore intellettuale che respira in casa, De Michelis non si fa cogliere impreparato dall’epoca della grande trasformazione. Convinto che non si possa far politica senza conoscere come si produce e si distribuisce la ricchezza, affianca gli operai del Petrolchimico di Marghera, è alla testa di mille battaglie, riesce a farsi eleggere nella sua Venezia, prima di spiccare il volo al fianco di Bettino Craxi. Ministro delle Partecipazioni statali, del Lavoro e poi degli Esteri, interpreta ogni ruolo da refrattario agli schemi e innovatore dai mille volti che rivivono in questa cavalcata attraverso i decenni, dal Gianni «Bellachioma» descritto da Giampaolo Pansa al «più grande ministro degli Esteri italiano», come lo definì uno dei nostri più importanti diplomatici. Non saprà però avvedersi dei primi, sinistri scricchiolii di un sistema politico e istituzionale che verrà spazzato via da Tangentopoli. Conserverà fino alla fine, invece, una spiccata lungimiranza sui processi globali che lo porterà a prevedere, in tempi non sospetti, la necessità di una «governance multilaterale del mondo multipolare», intuendo il pericolo di un altro conflitto planetario: «un mondo così è troppo pesante anche per le spalle degli Stati Uniti; non può essere governato da un Paese solo».
Falce e carrello. In memoria di un uomo che non può più difendersi
Bernardo Caprotti
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 280
Nel 2007, a 50 anni esatti dalla sua alleanza con il socio Nelson Rockefeller e dall’apertura del primo supermercato nella storia d’Italia, Bernardo Caprotti decise di dare alle stampe questo volume, subito divenuto bestseller, che nelle varie riedizioni ha sempre mantenuto un vasto favore tra i lettori. Partendo da quel supermarket inaugurato il 27 novembre 1957 in viale Regina Giovanna a Milano e ribattezzato Esselunga dai consumatori, Caprotti non solo racconta la storia della grande catena ma anche quella della propria famiglia. E denuncia, con documenti inoppugnabili, lo strapotere delle Coop nella grande distribuzione. La vicenda privata e imprenditoriale di un uomo che tanta parte ha avuto nella modernizzazione del Paese appare oggi più che mai attuale ed è qui corredata da nuovi testi che ne rivelano le mille sfaccettature rimaste sconosciute ai più. Tra questi, il racconto della senatrice a vita Liliana Segre: «Da sempre abituato a ottenere con rocciosa determinazione tutto ciò che voleva, si dimostrò fragile davanti a me, un’anziana donna. Perché? Non avevo capito! Non era venuto per parlarmi di vicende mercantili. Voleva per me una sorta di risarcimento morale alle ingiustizie e al dolore che avevo patito da bambina». Prefazione di Liliana Segre. Introduzione di Stefano Lorenzetti. E una lettera di Marina Caprotti.
Un eroe comune. 29 gennaio ’79, il giudice Alessandrini, gli anni di piombo, un romanzo familiare
Igino Domanin
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 304
Nei primi anni settanta, un giovane giudice della procura di Milano segue le tracce dell’eversione nera. Il contesto è drammatico. Dopo la strage di piazza Fontana c’è un clima da guerra civile e quel ragazzo di soli ventotto anni, appena arrivato dalla provincia, diventerà protagonista di un’indagine che segnerà un momento di svolta per la magistratura e la società italiana. Il giudice si chiama Emilio Alessandrini. Perderà la vita a Milano il 29 gennaio 1979, ucciso da due killer di Prima linea, seconda solo alle Brigate rosse per numero di vittime e ferocia. All’epoca Igino Domanin è solo un bambino ai cui occhi Alessandrini è lo zio che compare d’estate sotto gli ombrelloni dello stabilimento balneare pescarese a divertirlo con racconti esilaranti. Dopo l’omicidio, ogni notizia legata alle indagini sulla bomba stragista e molte altre tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta scandiranno tante sue giornate, incidendo drammaticamente sugli umori della famiglia. Attraverso un sapiente intreccio di ricordi intimi e collettivi, l’autore giunge oggi a raccontare quell’evento rimasto sepolto nella memoria nazionale e diventato con il passare del tempo incomprensibile a molti, addirittura indecifrabile per i ragazzi della scuola dove insegna o per le sue stesse figlie. Interrogandosi sul paese che siamo stati e che siamo diventati, si riavvicina con la giusta distanza e senza pregiudizi a Emilio Alessandrini e al significato della sua morte, riscrivendo quella terribile vicenda con «la punta acuminata del vero», lontano dal quadro agiografico e vittimistico da martirologio, e dalle ricostruzioni elusive, tendenziose, giustificazioniste dei terroristi e dei loro fiancheggiatori, per restituire volto e sostanza a quel «giudice intrecciato a vicende politiche eversive che arrivano ai giorni inquietanti del rapimento di Moro».
Il castello degli scrittori. Norimberga 1946, cronache dall’abisso
Uwe Neumahr
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2023
pagine: 304
Sappiamo molto dei processi di Norimberga, ma la storia degli scrittori, dei giornalisti e dei futuri leader che ne furono testimoni non è mai stata raccontata. In quei giorni il castello confiscato alla famiglia Faber-Castell diventa il luogo in cui alloggiano e scrivono, ognuno portando con sé aspettative e opinioni, intrecciando a grandi ideali gelosie e rivalità che nascono dalla convivenza forzata e dalla necessità di alleggerire il peso delle atrocità rievocate. Mentre a pochi chilometri di distanza, nel carcere di Norimberga, Herman Göring, Joachim von Ribbentrop e Rudolf Hess attendono il verdetto sulla loro sorte, giovani corrispondenti captano gli eventi come sismografi, raccogliendo interviste e atti processuali, descrivendo interrogatori e dibattiti, realizzando disegni e caricature, cogliendo gesti ed espressioni e misurandosi con l’impensabile, come l’incredibile vicenda di Ernst Michel, unico sopravvissuto ebreo a seguire il processo da cronista, che Göring invitò nella sua cella. Tra provocazioni, critiche, fake news, censure, concorrenza sleale, pregiudizi e stereotipi di genere, amicizie e amori clandestini – come quello tra Rebecca West e uno dei giudici –, ciascuno vive un proprio momento di svolta che ne segnerà per sempre il destino. In particolare le donne, trattate con sufficienza, non si faranno intimorire dall’atmosfera maschilista che regna ancora dopo la guerra. Uwe Neumahr va oltre il palcoscenico della grande storia, per mostrare il microcosmo del dietro le quinte e ne fa il teatro di un’avvincente cronaca letteraria, una potente memoria collettiva dell’Europa e dei suoi demoni.
Mamma o non mamma
Elena Stancanelli, Carola Susani
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2025
pagine: 144
«Cosa accadrà quando arriverà il giorno in cui non potrò più avere figli naturali, il giorno in cui il mio corpo avrà esaurito le cartucce e non ci sarà più possibilità di scegliere? Chissà se sarà quello il mio confine, se diventerò adulta quando uscirò dal ciclo riproduttivo femminile.» Questo scriveva, nel 2009, Elena Stancanelli a Carola Susani, allora in attesa di Nina, la sua secondogenita. Oggi che quel confine è varcato, entrambe avvertono l’esigenza di tornare a confrontarsi sulle rispettive scelte. Tanto più che sembra acuirsi quel che già osservava Susani: «in Italia si combatte una guerra sottile, che ci spinge a contrapporre la nostra vita ai bambini che mettiamo o che potremmo mettere al mondo». Assieme al racconto appassionato delle aspettative contrastanti che, da una parte e dall’altra, animano il tempo della scelta e dell’attesa, i giorni del parto e il ritorno a una «nuova normalità», si susseguono profonde riflessioni sul modo di vivere il sesso e i rapporti con gli altri, la fedeltà, la fatica, l’aborto e la maternità surrogata. Riflessioni che si rivelano tanto più attuali e urgenti nel momento in cui la decisione di mettere al mondo dei figli rischia di diventare questione morale. La ragione, anche a volerla cercare, non sta da nessuna parte, perché, ci dimostrano le autrici, «le ragioni non esistono, esistono le persone».
Le mie cose preferite
Susanna Tartaro
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 122
Una donna viene investita mentre supera un incrocio in motorino. È un istante: rimane a terra, in attesa dei soccorsi, e all’improvviso tutto cambia. L’incidente mette in pausa la routine quotidiana e diventa l’occasione per riflettere sull’impermanenza, la condizione che ci accomuna alla radio, capace di diffondere pensieri e creare comunità sulla base di qualcosa di impalpabile e solido allo stesso tempo. Nell’immobilità forzata, Susanna Tartaro inventa un gioco: sminuzzare in frammenti il mondo e provare a racchiuderlo nel palmo della mano diviene un esercizio per ritrovare uno sguardo sulla realtà che abbia il respiro della poesia, il ritmo delle parole condivise e il sapore delle sue «cose preferite». Combinando esperienze e immaginazione creativa, passione per i libri e per la sua Roma, l’autrice costruisce un percorso tra passato e presente, in cui fanno capolino personaggi straordinari – da Patrizia Cavalli a Valentino Zeichen, da Bianchina a Gianni Bisiach, da Mario Marenco a Gabriella Ferri –, in un’illuminante successione di quadri che catturano un momento: il tremore prima della messa in onda, il brivido del contatto con gli ascoltatori, l’istante in cui un autore sembra parlare proprio a te. «In radio si va al punto, alla verità, e chi parla al microfono è nudo».
Picasso. Una vita da straniero
Annie Cohen-Solal
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 640
8 aprile 1973. Al momento della morte di Picasso, un profluvio di superlativi viene associato al suo nome. Lo Stato francese, in pompa magna, ne accoglie l’opera, assimilandola alla propria storia. Ma quanti sanno che all’artista era stata negata la naturalizzazione? Quanti immaginano il clima di sospetto e di esclusione di cui fu vittima, culminato nel gran rifiuto che il Louvre oppose nel 1929 alla donazione delle Demoiselles d’Avignon? Stimolata dalle molte contraddizioni che vede affiorare, Annie Cohen-Solal si lancia in una inedita quanto coraggiosa esplorazione del mondo insondabile di Picasso per sottrarre alla polvere degli archivi i segreti di una storia ancora tutta da raccontare. Viaggiando nello spazio e nel tempo si ritorna così all’ottobre 1900, quando Picasso giunge per la prima volta a Parigi da Barcellona; si attraversano i vicoli affascinanti di una Montmartre irripetibile; e si assiste alla crescita di un talento strategico sia come artista sia come uomo d’affari, capace di districarsi con naturalezza tra collezionisti e mercanti d’arte. Ed è forse proprio questa disinvoltura a far percepire il cubismo come un pericolo per «l’integrità morale» del paese: scoppia così la guerra del bene contro il male, della tradizione contro la modernità, della Francia della «gente per bene» contro i pericolosissimi «stranieri». Il racconto febbrile e appassionato di Annie Cohen-Solal giunge fino al presente sollevando nuovi interrogativi: «lo scandalo che vede il più grande artista del Novecento marchiato e schedato perché straniero non rimanda forse agli attuali rigurgiti di ordinaria xenofobia? Non rammenta l’ostilità dilagante di fronte alla crisi migratoria che stiamo attraversando?».
La magia del silenzio. Il viaggio nel tempo di Caspar David Friedrich
Florian Illies
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2024
pagine: 208
Un uomo, di spalle, annega il suo sguardo in un mare di nebbia da cui emergono delle cime montuose. È il dipinto più rappresentativo del Romanticismo. Se tutti hanno ben presente l’immagine, quanti conoscono l’avventurosa e affascinante vita del suo autore? Con lo stile evocativo e raffinato che lo contraddistingue, in ritratti densi di particolari inconsueti e intimi, Florian Illies ripercorre l’esperienza umana e artistica di Friedrich, dal rapporto con la moglie Line, molto più giovane e pragmatica di lui, fino alle origini della melanconica nostalgia che emana da ogni suo quadro. Tassello dopo tassello, prende forma un mosaico in cui infinite esistenze si intrecciano a quella di un artista amato da Hitler e disprezzato da Stalin, fonte di ispirazione per il Godot di Samuel Beckett e il Bambi di Walt Disney. Il risultato è una potente esplorazione letteraria di un immaginario visivo che non lascia mai indifferenti, tanto che, scrive Florian Illies, «ogni epoca cerca e trova Caspar David Friedrich alla sua maniera. E ogni epoca – incredibile, ma vero – approda sempre a due o più ragioni per amarlo o per odiarlo».
Fa' presto vai piano. La vita è un viaggio passo a passo
Luca Zaia
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2023
pagine: 240
A metà degli anni Ottanta Luca Zaia era un diciottenne che si affacciava alla vita senza mai aver messo piede fuori dalla provincia. Forte dei suoi sogni di ragazzo, tra le certezze di un’esistenza scandita dai ritmi della natura e le incognite di un mondo tutto da scoprire, si troverà di fronte una realtà ben più complessa di quella del paese da cui è partito. Con la distanza della maturità e lo stile scanzonato dei racconti d’avventura, rievoca il viaggio in cui per la prima volta ha posato uno sguardo consapevole su se stesso e sulla vita, per consegnare ai giovani convinzioni e valori che lo guidano tuttora. Ripercorrendo tappa dopo tappa i luoghi di quell’avventura, confronta le possibilità di oggi con le difficoltà di ieri, le speranze di una generazione e le promesse della storia, tra intuizioni e desideri, aspettative e fuoriprogramma. Muovendosi per le strade d’Europa a bordo di una 2 Cavalli, racconta lo stupore nella «scoperta» dell’altro, l’esperienza delle frontiere, fisiche e psicologiche, la verità di una «terra promessa», la Spagna, sospesa tra nostalgia e progresso, lo smarrimento davanti al limite estremo, la malinconia del distacco e la libertà della memoria che resta, ma adattandosi all’età e all’esperienza. Il tempo del viaggio si dilata e nel susseguirsi di incontri ed eventi, i pensieri e le considerazioni di quei giorni si alternano alle immagini di paesaggi e città, in una profonda riflessione su come si diventa adulti, sulla passione per le idee e per la vita.
Storia delle donne nel regime fascista
Victoria De Grazia
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2023
pagine: 576
Mentre nel mondo si diffondevano nuovi modelli di emancipazione femminile, in Italia il ventennio fascista lasciava un’impronta profonda su tutto ciò che riguardava le donne, dalla cultura del corpo alle pratiche educative, dal lavoro alla scuola, dalla partecipazione politica alla definizione dei loro doveri e diritti davanti alla legge. Sprovvisto di alcun progetto preciso quando giunse al potere, se non quello di ristabilire l’ordine, al momento della caduta il fascismo aveva creato un modello di patriarcato onnicomprensivo, che si differenziava dai regimi liberali, ma anche dalla Germania nazista e dal Giappone imperiale. Per capire come ciò abbia influenzato la condizione delle donne nella società italiana e come le donne stesse abbiano registrato i mutamenti di quell’epoca, Victoria de Grazia si avvale di una vasta gamma di fonti – dagli archivi politici alle statistiche sull’aborto, dal romanzo rosa alle leggi sulla paternità – cogliendo l’operato di un sistema tanto più subdolo perché normalizzato. Forte di una prospettiva più ampia, alimentata dagli studi coloniali, post-coloniali e di genere, e sostenuta dal cambiamento della storiografia femminista, l’autrice estende oggi il campo di indagine a questioni rimaste inesplorate, tra cui il ruolo che il regime attribuì alle «colonizzatrici», impegnate a rafforzare l’immagine dell’Italia quale «nazione superiore». «Il risultato – scrive de Grazia – fu una società di frontiera che offriva alle donne bianche maggiori libertà che nella metropoli, ma al contempo le imprigionava nei concetti imperiali di prestigio razziale e status sociale». Il libro non solo resta un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere e approfondire quei decenni, ma si conferma un inesauribile scavo nella memoria collettiva del paese, con l’ambizione di collegare il passato al presente e colpire al cuore il sistema patriarcale di stampo fascista.
L'eco del tempo. Quattro compositori, la guerra e l'Olocausto, la musica della memoria
Jeremy Eichler
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2023
pagine: 432
Se spesso la storia finisce per ridursi a una fredda successione di eventi e date, la musica spalanca una porta segreta su un racconto tragico intessuto di illusioni e dolore. Con l’orecchio del critico, lo sguardo dello storico, lo spirito del narratore, sulle tracce di Schonberg, Strauss, Šostakovič e Britten, Jeremy Eichler ci riporta ai giorni del massacro di Babyn Jar, non lontano da Kyiv, e tra le rovine della cattedrale di Coventry; al principesco rifugio di Richard Strauss nel Sud della Baviera e ai resti di una quercia nel campo di Buchenwald. Da quattro opere in cui questi giganti della musica del Novecento hanno immortalato sogni, speranze e paesaggi sgorgano innumerevoli significati e connessioni. Il filo che lega Beethoven, un’ode di Schiller sull’utopia di un mondo di libertà, uguaglianza e fraternita, le Metamorphosen di Strauss e i versi di un Goethe assorto, appoggiato a un albero di cui oggi non rimane che un ceppo coperto di pietre della memoria. I timori di un giovane Benjamin Britten a Bergen-Belsen che lo condurranno al War Requiem, straziante omaggio all’esperienza bellica del suo paese e insieme invocazione pacifista di un futuro senza guerre. Gli abitanti di Kyiv e una tragedia già consegnata all’oblio, se la Tredicesima sinfonia di Šostakovič non avesse interrotto quell’amnesia coatta. L’ambizioso progetto del Moses und Aron, estremo tentativo di difendere la profonda sintesi fra tradizione ebraica e cultura tedesca in cui Schonberg aveva creduto e che lui stesso incarnava. Mentre scompare l’ultima generazione dei sopravvissuti alle catastrofi del secolo scorso, stabilire un contatto con queste opere rimane una delle rare occasioni per fare i conti con le sue eredita. Per questo, chiarisce Eichler, ≪il libro e anche un elogio dell’ascolto in profondità, della capacita di sentire nella musica il riverbero di un’epoca, l’eco del tempo≫.