L'Arco e la Corte (Bari): Primordia
Le rune e le origini della scrittura
Alain de Benoist
Libro: Libro in brossura
editore: L'Arco e la Corte (Bari)
anno edizione: 2024
pagine: 162
La scrittura runica, della quale sono state trovate migliaia di iscrizioni, resta un enigma. È stata utilizzata dai Germani dal primo secolo dopo Cristo. Per la sua comparsa tardiva, gli studiosi sono divisi: alcuni sostengono si tratti di una lingua derivante dal latino, altri la collegano con la lingua greca o da alfabeti nord italici o nord etruschi. Ma nessuna di queste ipotesi spiega le caratteristiche particolari della scrittura runica: dall'ordine delle lettere, differente da tutti gli alfabeti mediterranei al raggruppamento in tre serie immutabili di otto rune (gli “aettir”) al dato secondo il quale ogni runa ha un proprio nome, e così via. Negli ultimi due secoli sono sorte anche interpretazioni fantasiose. In questo libro Alain de Benoist affronta tutte le questioni limitandosi ai dati strettamente scientifici. Così esamina gli argomenti emersi, affronta le possibilità di utilizzo simbolico o “magico”. Al termine traccia un ampio bilancio su ciò che a oggi si sa sulla comparsa e la diffusione della scrittura runica in Europa.
Sul problema d'una tradizione europea
Adriano Romualdi
Libro: Libro in brossura
editore: L'Arco e la Corte (Bari)
anno edizione: 2024
pagine: 100
Adottando il metodo tradizionale Adriano Romualdi offre una comparazione fra Tradizione ed Europa in questo studio breve ma intenso. È originale dal punto di vista storico poiché offre un’analisi che discerne gli avvenimenti, mettendo in luce il senso di ognuno. Romualdi, i cui studi furono apprezzati da Giacomo Devoto, parte da un’analisi degli Indoeuropei, comunità patriarcale, e sulla loro diffusione parlando anche degli Indoeuropei della Persia e dell’India, delle migrazioni doriche e della civiltà greca, di Roma, del primo Cristianesimo non in linea con la Tradizione e del Medioevo e il Cristianesimo tradizionale. Attraverso la religione greca e la grandezza di Cesare, la restaurazione augustea, lo sbocciare della cultura medievale, emerge come gli Indoeuropei furono il popolo della misura e dell’Ordine. Prefazione di Alberto Lombardo. Premessa di Gaspare Cannizzo . Postfazione di Gianfranco de Turris.
Testimoni della decadenza
Claudio Mutti
Libro: Libro in brossura
editore: L'Arco e la Corte (Bari)
anno edizione: 2022
pagine: 200
I “Testimoni della decadenza” che sfilano nelle pagine di questo libro sono quegli autori greci e latini che, da Esiodo a Teognide ad Aristofane a Platone ad Aristotele a Polibio, hanno descritto il fenomeno della decadenza, ossia di quel progressivo peggioramento della qualità intrinseca del genere umano che ha investito ogni aspetto dell’esistenza, dai rapporti dell’uomo col divino e degli uomini tra loro stessi. I testimoni antichi riservano una particolare attenzione alla degenerazione del governo della Città, per cui dalle forme politiche “buone” si passa a quelle “cattive” ed ingiuste. Queste ultime hanno il loro ultimo stadio nella democrazia (“stoltezza riconosciuta come tale”), che si risolve inevitabilmente nella tirannide.
Il ritorno. Oltre il tramonto
Il Solitario
Libro
editore: L'Arco e la Corte (Bari)
anno edizione: 2020
«...Il racconto – così come il ricordo – del Ritorno non è una speculazione o una predica, né tantomeno un insegnamento. Non ha un “interno” o un “esterno” al suo contenuto. Non è il portato di una morale che ammonisce o che rivela. Non è un’analisi, semmai una sintesi. Non è una astratta dissertazione, più o meno rigorosa, che non risulterebbe, peraltro, né adeguatamente argomentata, né sistematica, né, tanto meno, originale. Non è neppure il calco di una sequenza di segni e di suoni messi in fila da una lunare suggestione sotto forma di parole. Esso vuole essere solo una danza per fanciulli, alla quale sono stati aggiunti solo pochi appunti di un viaggio da intraprendere, da portare a compimento e, poi, da ricominciare ancora. E poi ancora. Per fare ritorno dentro e intorno a sé. Al di fuori della straniante e avvilente crisi in corso. La meta? Di certo una conquista semplice ed essenziale nella sua apollinea linearità. Comunque risolutiva, se autenticamente vissuta. Per ritrovarsi, alla fine, a fare i conti “solo” con un nuovo sguardo e col proprio spirito giocondo o, forse forse, con un nuovo patto tra l’uomo e la terra magari con un rinnovato focolare e col suo lume fecondo.