La Vita Felice: Saturnalia
Sulla loquacità. Testo greco a fronte
Plutarco
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2011
pagine: 152
La parola a sproposito, la parola "abusata", la parola senza misura: questo è il nodo concettuale al centro dell'opera di Plutarco intitolata "Sulla loquacità" (in greco "Peri adoleschias", in latino "De garrulitate"). Si tratta di una chiacchiera per così dire privata, legata all'ambito individuale, quale caratteristica personale, ma anche pubblica, spalmata in ogni luogo sociale, senza distinzione di genere, di luogo, di ceto. L'opera si presenta come un pastiche di poche pagine in cui, con toni scherzosi, irrisori e seri, si mescolano citazioni colte, richiami, consigli, inviti. E sebbene Plutarco riporti esempi tratti dal mondo greco, coevo e non, e dalla sua esperienza quotidiana, l'atmosfera che respiriamo richiama la trama esistenziale del nostro vissuto di oggi. Cosicché quel chiacchierare vano e incessante, oltre che sciocco, che l'autore biasima, anche noi lo potremmo biasimare. Il tono non è mai acido, ma paterno, tipico di colui che vuole "educare" con il sorriso e non con il cipiglio. A chi si rivolge? A tutti coloro che, in coscienza, si sentono chiamati in causa.
I Persiani. Testo greco a fronte
Timoteo di Mileto
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2011
pagine: 142
Della vasta produzione di Timoteo, che toccava i principali generi lirici, erano celebri soprattutto i ditirambi e i nòmoi citarodici, pezzi solistici eseguiti con l'accompagnamento della cetra; nel generale naufragio della sua produzione, un papiro scoperto nel 1902 ha restituito buona parte della sua opera più famosa, "I Persiani", un nòmos in cui il carattere audacemente innovativo proprio del poeta dà vita a una straordinaria rievocazione della vittoria di Salamina del 480 a.C, rivissuta e riattualizzata in un'arte dai tratti sorprendentemente moderni e affascinanti, capace di coinvolgere emotivamente i lettori di oggi come gli ascoltatori di allora. Oltre ai Persiani, unico esempio superstite del genere, sono compresi in quest'edizione anche gli altri frammenti di Timoteo, dai quali si intravede la varietà di temi, toni e stili che era la caratteristica più tipica della sua arte.
Massime. Testo greco a fronte
Democrito
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2011
pagine: 208
Il volume proposto rappresenta la prima edizione commentata delle cosiddette "Massime di Democrate" (= 68 B 35-115 Diels-Kranz), celebre collezione di sentenze morali oggi attribuite concordemente a Democrito. In uno stile limpido e raffinato, condensano i grandi temi dell'etica democritea (elogio dell'equilibrio che regala la serenità, connubio tra felicità e giustizia, etc.) e recano il segno di una personalità rigorosa e appassionata. L'introduzione al volume, oltre a offrire uno sguardo interpretativo d'insieme della dottrina morale del filosofo, fa il punto sullo status quaestionis circa l'autenticità della raccolta e, più in genere, della documentazione disponibile, inquadrando le Massime all'interno della tradizione degli scritti etico-politici dell'Abderita. La traduzione dei singoli frammenti, ordinati sotto una nuova numerazione, è preceduta da un cappello introduttivo ed è corredata da un ampio e dettagliato commentario critico-testuale e filosofico.
La ricetta di immortalità. Testo greco a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2010
pagine: 252
"La ricetta di immortalità" è conservata in un papiro greco del III-IV secolo d.C. proveniente da Tebe d'Egitto. Questo testo, affascinante e articolato, descrive il viaggio di un candidato all'immortalità attraverso la struttura del cosmo. La contemplazione del mondo divino culmina nella rivelazione di un supremo dio oracolare ed è seguita da una serie di istruzioni rituali volte ad assicurare il buon esito della pratica. "La ricetta di immortalità" si inserisce nello sviluppo della filosofia ellenistica greco-romana ed è qui per la prima volta restituita al contesto socio-culturale che l'ha prodotta: l'Egitto e la tradizione pitagorica. È probabile che questo documento sia stato elaborato tra il II sec. a.C. e il I d.C, alcuni secoli prima della sua redazione definitiva, e che abbia successivamente attraversato molte scuole di pensiero, contribuendo tra l'altro al mutamento del pitagorismo in neoplatonismo.
Dialogo su Lisia. Testo greco a fronte
Dionigi di Alicarnasso
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2010
pagine: 189
Dionigi è stato autore di diversi trattati di retorica, con i quali dimostra di aver studiato approfonditamente i migliori modelli attici: tra questi Sugli oratori antichi, un trattato sui dieci oratori secondo il canone di Cecilio di Calatte. Ci è giunto per intero il primo libro, contenente le parti che riguardano Lisia, Isocrate e Iseo. Del secondo libro ci è giunta una breve parte che riguarda Demostene: Sullo stile di Demostene. La nostra casa editrice pubblica il breve trattato su Lisia, famoso oratore del IV secolo, riguardante il modo di unire le parole e di formare discorsi efficaci affinché l'oratore riesca a esercitare la massima influenza sul pubblico ascoltatore. (Introduzione di Paolo Scaglietti)
Ditirambi. Testo greco a fronte
Bacchilide
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2010
pagine: 192
Pochi generi lirici appaiono tanto sfuggenti quanto il ditirambo: in origine canto cultuale per Dioniso, presto evolutosi in senso marcatamente spettacolare, esso sembra infatti partecipare della natura beffarda e ambigua del dio cui è dedicato, sia per la scarsità dei testi superstiti, sia per il carattere problematico di molte testimonianze. Un ruolo determinante è svolto in questo quadro da Bacchilide, poeta a sua volta rimasto quasi inafferrabile sino alla fine dell'800, quando la scoperta di un papiro ha consentito di recuperare quasi per intero il libro degli Epinici e buona parte di quello dei Ditirambi; nei versi dell'"usignolo di Ceo" tornano così a risuonare le voci dei "cori ciclici" che si sfidavano negli agoni ateniesi e di altre città, celebrando con canti e danze il dio coronato d'edera.
Ciris. Testo latino a fronte
Pseudo Virgilio
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2010
pagine: 238
La "Ciris" è uno dei poemetti contenuti nella cosiddetta "Appendix Vergiliana", una silloge di componimenti che ha destato un secolare interesse negli studiosi in ragione della presunta paternità virgiliana. Il nome di "Appendix Vergiliana" è di origine moderna: la silloge è stata pubblicata per la prima volta nel 1572, tuttavia, tutto il dibattito critico fra assertori e negatori della paternità virgiliana di questa e di altre opere contenute nella raccolta si è concentrato essenzialmente sulle notizie forniteci dalle fonti antiche e tardoantiche. La "Ciris" è uno dei due epilli (piccolo poema epico) latini pervenuti, tuttavia presenta delle peculiarità che ne fanno un unicum nella storia della letteratura europea.
I profumi. Testo greco a fronte
Teofrasto
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2009
pagine: 192
"I profumi" è dedicato alle piante aromatiche e ai loro impieghi nell'arte della profumeria antica. L'opera, che si apre con un'introduzione generale sugli odori, sulla loro origine e classificazione, si presenta come una discussione completa e dettagliata sui profumi prodotti artificialmente dagli uomini per il piacere dell'olfatto. Teofrasto passa in rassegna le qualità delle spezie e degli olii in cui si conservano le loro fragranze, descrive le fasi salienti della preparazione di unguenti profumati e polveri odorose, spiega come i profumieri conservano i propri prodotti e quali accorgimenti usano per venderli. Prefazione di Simone Beta.
Il simposio o I lapiti. Testo greco a fronte
Luciano di Samosata
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2009
pagine: 192
Il dialogo fa parte dei cosiddetti "dialoghi liciniani", che vedono come narratore e personaggio interno agli eventi Licino, una delle maschere principali dell'autore. Tali scritti vennero presumibilmente composti nel periodo successivo al soggiorno di Luciano ad Antiochia (163 d.C.). Il dialogo è costruito sulla traccia del "Simposio" di Platone, ma ne rappresenta il rovesciamento comico. L'esposizione dei fatti, poiché prodotta da una testimonianza autoptica, spesso viene interrotta da considerazioni, impressioni e giudizi di carattere personale del narratore. Dal punto di vista contenutistico il rovesciamento attuato da Luciano è evidente: i convitati non discutono tra loro all'insegna del rispetto e dell'equilibrio, ma si insultano e si accapigliano, complice anche il troppo vino, fino ad arrivare alla vera e propria rissa. Un'attenzione particolare è poi rivolta alla descrizione dell'ingordigia dei filosofi: c'è addirittura chi ruba gli avanzi da tavola con la complicità dei domestici. Tra i personaggi messi in scena, si ritrovano i ruoli caratteristici della letteratura simposiale: il convitato che giunge a banchetto senza essere stato invitato, il ritardatario e l'ubriacone.