Guanda: Poeti della Fenice
Singolare in forma di plurale
Adonis
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2014
pagine: 171
Nella cultura araba la poesia riveste da sempre un ruolo preminente tra le varie forme di espressione artistica. Agli inizi degli anni Sessanta, Adonis e un gruppo di giovani intellettuali fondarono Shi'r (Poesia), una rivista che segnò un importante momento di rottura con gli schemi poetici classici e la metrica tradizionale, per esprimersi nelle nuove forme della prosa e del verso libero, pur rispettando la tradizione linguistica araba. Sono di questi anni le opere più innovative del poeta, tra cui "Singolare in forma di plurale", dove si definisce la sua personalità connotata da una grande capacità di scrittura, ricchezza di linguaggio e da una profonda analisi teorica. Questo testo accoglie il lettore con uno stuolo di interrogativi sin da subito, a partire dal titolo enigmatico. È un'opera che dissolve i confini, e non soltanto tra singolare e plurale, tra contingente e assoluto, ma anche tra soggettivo e storico, privato e pubblico, presente e passato, agito e pensato. Così, non appena il poeta comincia a tratteggiare le sue tante vite instabili e i loro mondi, compie un viaggio in cui si compenetrano l'immaginario soggettivo e quello altrui, l'immaginario del mondo e del passato con le sue tante stratificazioni, dove si confondono il tempo del borgo e quello privato, la filosofia e la semiologia, l'astronomia e la religione, le visioni dei veggenti e le rivolte dei contestatori, l'estasi del corpo erotizzato e l'ascesi del risveglio e della rinascita...
Poesie e disegni a china
Sengai
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2012
pagine: 208
Abate di un tempio prestigioso, poeta e pittore, "umorista trascendente", Sengai è una delle espressioni più alte dello spirito giocoso e laico dello zen. Ciò che ci affascina nella sua opera è la capacità di proporre una filosofia senza teoremi, affidata a un guizzo di stupore e ironia che nasce dalla deliberata scelta del soggetto umile, nella pittura come nello haiku, e dal rifiuto di ogni proclamata santità. Questa antologia di poesie e disegni segna anche l'incontro ideale di Sengai con Daisetz T. Suzuki, il suo maggior esegeta che, nella forma discreta ed essenziale del commento, ha scritto un piccolo, appassionante trattato sullo zen.
XXX cantos. Testo inglese a fronte
Ezra Pound
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2012
pagine: 384
Scritti negli anni eroici delle avanguardie, in anticipo e poi a cavallo di "La terra desolata" di Eliot e dell'"Ulisse" di Joyce, editi fra 1917 e 1930, i "XXX cantos" sono un testo chiave del modernismo angloamericano e un viaggio in nuovi modi di concepire la scrittura poetica giustapponendo immagini ed episodi difformi per creare costellazioni di significati. Sono anche un viaggio prodigioso nel tempo e nello spazio, dalla Grecia preclassica alla Provenza e Toscana di trovatori e stilnovisti, all'Italia dei condottieri e delle "città poste sulle loro colline", a un eterno inferno di ruffiani e sfruttatori occhiuti, giù giù fino all'America dei pionieri e delle catene di montaggio, fino alla terra bruciata dell'Europa alla fine della Prima guerra mondiale. Come Byron cent'anni addietro, e con la sua stessa verve inesauribile e felice malinconia, Pound solca Atlantico e Mediterraneo alla ricerca di luoghi sacri ed emozioni, meditando sul sorgere e tramontare delle civiltà, muovendo verso una sua Itaca ideale di eros e pace.
Opere poetiche. Testo francese a fronte
Paul Valéry
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2012
pagine: 521
Quando Paul Valéry pubblica il suo primo libro di versi, la "Jeune Parque" (1917), ha ormai quarantasei anni: strana età per un esordiente che si era sentito vocato alla poesia fin dalla prima adolescenza e che, fra il 1887 e il 1892, aveva scritto un gran numero di versi estetizzanti e simbolisti, molti dei quali apparsi sulle più note riviste del tempo. Tutta colpa della crisi vissuta nella nuit de Gènes (1892), quando Valéry delibera per sé un nuovo e meno doloroso programma di vita? In lui il desiderio della poesia aveva sempre dovuto combattere con la potenza dello spirito, lo spirito nudo e fiero il cui vantaggio è quello di restare perennemente in sé, privo di volgarità e di errore. Il silenzio pubblico di Valéry, equilibrato in segreto dall'enorme lavoro dei Quaderni, nasce da questa brutale constatazione: il potere di fare è più eccitante di ogni creazione. Wagner, Poe, Mallarmé resteranno per sempre i phares di ogni suo pensiero; ma ogni suo pensiero si sarebbe consumato, per anni, nell'analisi di quei poteri che Valéry detestava e amava in egual maniera. Che cos'è la poesia? Rispondendo, Valéry farà capire di amarla in quanto fonte e non fiume, una Castalia così pura da restare per sempre sotterranea. Ed ecco spiegato, in parte, il destino del poeta, amato dalle avanguardie come dall'ermetismo fiorentino: egli potè apparire, contemporaneamente, come Orfeo e come Mefistofele... Introduzione di Maria Teresa Giaveri.
Ehi, Kafka! Testo inglese a fronte
Charles Bukowski
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2012
pagine: 320
La poesia di Charles Bukowski è una voce che travolge e seduce il lettore, facendolo prigioniero nel suo mondo senza lasciargli possibilità di fuga. In questa voce travolgente si sentono echi di un dolore soffocato ma ben percepibile, si vedono immagini di povertà, emarginazione e possibili riscatti, ma soprattutto si riverbera, potente, l'umanità dell'autore. Quella di Bukowski è infatti una poesia "umana", una poesia contemporanea per eccellenza, in quanto molto lontana dagli effetti speciali della retorica del passato e sempre profondamente intrisa di realtà, di vita vissuta, che risuona in ogni pagina. Tornano dunque i compagni di sempre del poeta, donne perdute, la bizzarra fauna umana che popola gli ippodromi di provincia, padroni di casa sempre più rabbiosi, e poi ancora i soliti problemi legati alla cronica mancanza di denaro, e all'altrettanto cronica presenza dell'alcol, fuga e dannazione. Ma per tutti, in questi versi meravigliosi nella loro disperazione, c'è una possibilità di riscatto.
Una lunga notte di sogni. Poesie 1945-1997. Testo inglese a fronte
James Laughlin
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2012
pagine: 304
"Laughlin è stato editore, in America un vero editore di qualità. Oculato nell'amministrazione del proprio patrimonio, che gli veniva da una famiglia di industriali dell'acciaio di Pittsburgh, seppe impegnarlo in iniziative che lo appassionavano, i libri appunto e lo sci. Conta in lui, oggi, la poesia che ha lasciato, colloquiale, nervosa, sapiente nei sentimenti, l'amore, il sesso, l'amicizia, ma anche nell'osservazione corsiva della vita, sia quella famigliare, sia quella politica. Poté scrivere con tranquillità: «Provo un certo orgoglio / per il fatto che nei miei versi / non è difficilissimo vedere / quello che sto cercando di dire». Infatti Laughlin è un poeta disobbediente ai canoni della modernità oracolare. Pound, ha scritto, gli insegnò, con una matita appuntita come un bisturi, a togliere via da un verso le parole inutili; e se da lui imparò anche cose tutt'altro che trascurabili, fu di tenersi ai classici latini, a Orazio, a Catullo. Ne è stato il puro allievo al secolo passato." (Enzo Siciliano)
So benissimo quanto ho peccato. Testo inglese a fronte
Charles Bukowski
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2011
pagine: 341
C'è qualcosa, nella poesia di Charles Bukowski, che seduce e coinvolge immediatamente il lettore, immergendolo lentamente dentro il mondo che il poeta descrive e da cui non gli permetterà più di uscire. È un grido di dolore soffocato ma ben udibile, sono immagini di povertà ed emarginazione e di possibili riscatti; ma forse, più di tutto, è l'umanità che da questi versi traspare, sempre e comunque: nel suo ritmo in superficie prosastico, ma in realtà dettato da tempi interiori sempre rispettati e assecondati, quella di Bukowski è infatti una poesia irrinunciabilmente «umana», una poesia contemporanea per eccellenza, lontanissima dagli effetti speciali della retorica del passato anche recente e invece sempre intrisa di realtà, di vita che pulsa sulla pagina, che apre le porte della letteratura e le sfonda. Il lettore si trova di fronte al mondo che è tipico dei libri di Charles Bukowski: incontri casuali con donne di dubbia provenienza, corse di cavalli negli ippodromi di provincia con la squinternata fauna umana che li popola, affitti da pagare e padroni di casa sempre più impazienti, tanto vino e tanto whiskey, un'umanità sempre lacerata e derelitta, ma mai priva di una dignità speciale, che è poi la scintilla che scocca proprio nei versi del poeta americano, riscattando anche le esistenze più disperate, come, per tanti aspetti, fu la sua. E alla fine, pagina dopo pagina e verso dopo verso, il quadro che si compone è proprio quello di una disperazione a cui comunque non ci si arrende, di una sofferenza ineludibile ma continuamente sfidata, con il sorriso di chi non ha mai avuto nulla da perdere.
Tutti gli anni buttati via. Testo inglese a fronte
Charles Bukowski
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2010
pagine: 205
Ci sono innanzitutto i luoghi: i bar di terz'ordine, le logore stanze di logori motel, gli ippodromi e le sale per le scommesse, le strade secondarie, i vicoli. E poi ci sono naturalmente gli uomini e le donne che popolano questi luoghi: e sono quasi tutti esseri umani sconfitti, abbattuti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi e poi tragicamente derisi. Ma più forte e intensa di ogni altro luogo e di ogni altro uomo, c'è la voce del poeta che li racconta: Bukowski non tradisce il suo mondo, non abbandona i disperati al loro destino; anzi, la sua voce suona sempre come la voce del loro riscatto. Non c'è poesia di questa raccolta in cui non si senta la feroce volontà di aderire al mondo degli ultimi, siano essi operai "senza volto", che il lavoro distrugge di fatica, siano prostitute o alcolizzati, siano artisti morti senza aver conosciuto la gloria, siano vecchi abbandonati su una panchina di un parco, siano addirittura dive di Hollywood distrutte dal successo, come Marilyn Monroe, "fiore appassito e poi buttato via" a cui il poeta dedica un breve ma struggente canto funebre. Le poesie di Bukowski, spigolose e persino crudeli, sono il controcanto al mondo del successo e del benessere: e nel loro disperato modularsi sopra le rovine risuonano le note più oscure e straziate del sogno americano.
Autoritratto con gatti. Testo originale a fronte
Henri Cole
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2010
pagine: 248
"Henri Cole è probabilmente il poeta americano più significativo nato negli anni Cinquanta, certo uno dei più apprezzati da critici e lettori. Ha sviluppato una forma di poesia tutta sua, di estrema lucidità e chiarezza, intenta all'osservazione dei moti dell'animo sullo sfondo di una storia famigliare e sociale e di un mondo naturale che non cessano di offrire immagini e interrogativi. Pacatamente, nella forma prediletta e compatta del sonetto non rimato, con espliciti richiami a Petrarca, Cole viaggia nel mondo interiore e nel mondo moderno ponendosi sempre la domanda sul senso del vivere e del desiderare e non accontentandosi di risposte evasive. La sua ricerca si svolge su un ampio sfondo che va dall'Italia al Giappone al Sudest e Nordest americano, ai luoghi tabù della sessualità, ma sempre con il candore, il vigore e la semplicità che sono i grandi doni della migliore poesia americana." (Massimo Bacigalupo)
Cena a sbafo. Testo inglese a fronte
Charles Bukowski
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2009
pagine: 336
In "Cena a sbafo" l'autore ci parla del suo mondo, fatto di ippodromi e di scommesse, di bar di quart'ordine e di bevute, di camere in affitto e di incontri e rapporti occasionali; e lo fa con il graffiante umorismo di sempre, raccontando la sua America perduta, i suoi emarginati cronici, i suoi vigliacchi e i suoi vinti. Ma anche, e soprattutto, raccontando di sé, delle sue sconfitte e della sua fama crescente di scrittore, che non di rado vive come una condanna alla persecuzione. Scrivere rappresenta per lui un gesto scaramantico, l'esorcismo violento di chi non accetta di piegarsi alle logiche di un mondo che lo ha troppo a lungo escluso per poterlo sedurre adesso, da vecchio. Bukowski possiede il dono della sincerità, di una lucidità dello sguardo che non sa e non vuole negare la bruttezza, quella del mondo e della gente, ma anche la propria. Ed è, forse, un tale disincanto che potrà salvare chi ha scritto questi versi, denunciando anche se stesso pur di trovare un riscatto che sia di conforto.
Sabbia. Testo inglese a fronte
Paul Muldoon
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2009
pagine: 184
Nato nel 1951 in Irlanda del Nord, dove iniziò a lavorare come produttore radiofonico e televisivo, trasferitosi dal 1987 negli Stati Uniti, Paul Muldoon è stato definito dal "Times Literary Supplement" come "il più significativo poeta di lingua inglese nato dopo la Seconda guerra mondiale". Che si condivida o meno tale giudizio, resta il fatto che il suo nome si è prepotentemente imposto all'attenzione della critica. Non per niente, dopo trent'anni di attività (inaugurata nel 1973 con New Weather), la raccolta "Sabbia", adesso tradotta in italiano, si è aggiudicata il premio Pulitzer nel 2003. I versi che la compongono ripercorrono temi e modi di tutta la produzione di Muldoon. Sullo sfondo di quel paesaggio irlandese legato alle sue origini, l'autore evoca le dolcezze della natura e le tragedie della storia, miti celtici e guerra civile, scontri politici e traumi familiari. Eppure, in un contesto tanto marcato, non mancano ariose aperture, come gli omaggi tributati a maestri quali Valéry, Orazio e Montale. Muldoon, è stato detto, abbraccia una logica onirica vicina a quella di Louis MacNeice, per perseguire una libertà linguistica sconfinata. Come sottolinea Giovanni Pillonca nell'introduzione al presente volume, questa assoluta imprevedibilità del discorso poetico, fondata sull'inarrestabile fluire della parola, costituisce un tratto distintivo dell'intera sua opera.
Valer la pena. Testo spagnolo a fronte
Juan Gelman
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2007
pagine: 150
Pochi poeti come Juan Gelman hanno attraversato disperazione e orrore. Il lettore di questa sua nuova grande raccolta se ne accorgerà subito. Conoscerà una sofferenza che niente può placare, perché "non ci sono farmacie dell'anima", e si chiederà con l'autore se "non / scrissero mai la parola bontà / nel libro del mondo". Eppure pochi poeti come Gelman, definito da tempo "voce poetica dell'Argentina", comunicano tanto amore per la vita e per la poesia. Vita, pietà, gioia si incarnano spesso in immagini di bambini, che piangono, che mendicano, che giocano, che sognano, che provano desideri innocenti, che vanno alla scoperta della meraviglia delle cose. E tanti sono i poeti convocati fraternamente pagina dopo pagina: Auden, Rilke, Hölderlin, Dante, Cavalcanti, Kavafis, Celan con la sua morte per acqua, Brodskij con il suo esilio, il "compagno" Cernuda con il suo ricordarci "la nobiltà umana". Più volte poi viene evocato Catullo. Così Gelman, questo poeta civile, così attento al riscatto dell'uomo dagli abissi della crudeltà della storia, diventa poeta d'amore: si interroga con Catullo su che cosa sono i baci, sul senso dell'amare e dell'odiare insieme, e scrive versi semplici, eterni, bellissimi come questi: "Non so perché ti amo. / So che per questo ti amo".