Filema: Chaosmica
La cura bastarda
Sergio Finzi
Libro: Libro in brossura
editore: Filema
anno edizione: 2009
pagine: 150
Una cura in cui si mescolano molte componenti, questa che dà il nome al nuovo libro di Sergio Finzi. Gli interrogativi che ci si pone su salute, malattia, prevenzione hanno una risposta, che viene dalla clinica, nei suoi aspetti più inquietanti come l'Alzheimer, ma anche da contributi "esterni". Leibniz, Cartesio, o Pietro il Grande, il milanese Beccaria e il napoletano Giordano Bruno, mettono in discussione il nesso causale che genera e separa la malattia dalla vita comune. Istruzioni per l'uso della malattia e una riflessione sulla scelta della cura.
Il suono della voce umana. Variazioni su Cartesio
Paul Valéry
Libro: Libro in brossura
editore: Filema
anno edizione: 2008
pagine: 211
Cartesio è per Valéry il romanziere moderno, non perché ha messo per iscritto il racconto della passione di una vita, ma perché la propria vita e la ricerca che l'ha attraversata, Cartesio l'ha ricondotta alla forma della Teoria. Egli, dunque, è certamente l'inventore di un metodo, colui che ha ridotto il mondo a figura e movimento, segni elementari di una teoria, ovvero i termini "vocali" di un Io che tenta di restituire a se stesso il potere di ridisegnare la propria figura e il proprio movimento per poter nuovamente parlare in prima persona.
Della vanità
Michel de Montaigne
Libro
editore: Filema
anno edizione: 2006
pagine: 131
Con il tono di chi stia conversando con un amico intimo, Montaigne organizza il suo ragionamento aiutandosi con mille esempi presi dalla vita contemporanea e dal mondo degli antichi. Affrontando infatti un tema così serio come il monito biblico che ogni cosa umana è vana e destinata a scomparire, egli rovescia le opinioni più diffuse trasformando la vanità in uno dei pregi principali della vita umana. Riconoscere la vanità di tutte le cose significa accettarne la loro natura provvisoria, non definitiva, non assoluta, così come anche l'"io", la propria soggettività, in quanto transitoria, è soggetta al mutamento. Montaigne tratteggia il primo ritratto dell'uomo moderno, quello che non si affida più alle certezze: «Di vanità e stupidaggini siamo tutti impregnati, ma quelli che se ne accorgono ne sono un po' più esenti, ma non ne sono certo».
La magia dei vincoli
Giordano Bruno
Libro: Libro in brossura
editore: Filema
anno edizione: 2008
pagine: 185
Il "De vinculis in genere" è un trattato di magia composto da Giordano Bruno nel 1590 e rimasto inedito fino alla fine dell'Ottocento. Nel testo, il filosofo di Nola illustra - dopo aver precisato nel "De magia naturali", le condizioni e i limiti dei vari tipi di magia - gli aspetti tecnici dell'operazione "vincolante", ovvero i modi attraverso i quali il mago-sapiente subordina al proprio volere, uomini e forze naturali. Il trattato, denso di motivi filosofici, rivela l'uso operativo della conoscenza del mondo naturale che Bruno intendeva proporre per dare luogo a quell'esperienza magica che avrebbe trasformato il filosofo naturale nel "signore della realtà".
La lingua del perdono
Bruno Moroncini
Libro: Libro in brossura
editore: Filema
anno edizione: 2007
pagine: 102
"Che cos'è il perdono se non un po' di tempo in più, un tempo in più per far evaporare la vendetta, un tempo in più perché il male sia sconfitto?" Ma in che lingua si parla questo tempo che deve passare? È davvero possibile immaginare una "scena di perdono senza un linguaggio condiviso", come si è chiesto Jacques Derrida? Bruno Moroncini torna su questo problema, passando il perdono al vaglio della pratica della tradizione, che implica il passaggio da un linguaggio a un altro, e dunque la consegna ad altri di un messaggio di cui si rischia sempre di perder l'essenziale. La traduzione torna a incrociarsi con la tradizione, con la trasmissione dall'uomo all'uomo, per misurarsi con le turbolente e drammatiche istanze del nostro presente. In appendice, "Il secolo e il perdono" di Jacques Derrida.