Officina Libraria
Grünewald. Painter and mystic of the German Renaissance
Edoardo Villata
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 304
Il pittore tedesco Mathis Grünewald (1480-1528 circa) rimane una delle figure più enigmatiche del Rinascimento tedesco, la cui identità artistica è definita dalla complessità stilistica delle sue opere e dall'oscurità dei dati storici. In questo volume interamente in lingua inglese, Edoardo Villata riesamina l'opera di Grünewald attraverso la rivalutazione critica delle fonti, degli sviluppi stilistici e dell'ampia spettro di influenze artistiche, andando oltre le interpretazioni consolidate. Grazie a una lunga ricerca d'archivio, si offrono qui numerosi spunti inediti sulla sua attività, in particolare sulla sua formazione presso lo scultore Tilman Riemenschneider, sulla lettura iconografica delle sue opere, su tutte quella dell'altare di Isenheim, tuttora uno dei vertici artistici del pittore, oltre che sui suoi rapporti con il panorama artistico e culturale del tempo. Questo studio, molto più di una monografia, mette in discussione le narrazioni prevalenti e sottolinea la necessità di un rigore metodologico nella ricerca storico-artistica. Una lettura essenziale sull'artista, che fornisce un contributo indispensabile per gli studi su Grünewald e sulla storiografia rinascimentale, specialmente d'Oltralpe.
Il Rinascimento di Boccaccio Boccaccino. Catalogo della mostra (Cremona, 10 ottobre 2025-11 gennaio 2026)
Francesco Ceretti, Filippo Piazza
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 144
In occasione del quinto centenario della morte di Boccaccio Boccaccino (Ferrara?, 1462 / ante 22 agosto 1466 – Cremona, 1525), il Museo Diocesano di Cremona, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona Lodi e Mantova, dedica la prima rassegna monografica a questo rilevante interprete della cultura figurativa del Rinascimento in Italia settentrionale. Definito da Giorgio Vasari «raro» ed «eccellente pittore», Boccaccio Boccaccino rielaborò, in modo personale, la lezione impartita da Leonardo da Vinci a Milano e da Giovanni Bellini e Giorgione a Venezia, rappresentando un punto di riferimento per i maestri cremonesi delle generazioni successive, tra i quali si annoverano Gianfrancesco Bembo, Altobello Melone, Giulio Campi e, suo figlio, Camillo Boccaccino. Si comprendono pertanto le ragioni secondo le quali Luigi Lanzi, sul finire del Settecento, ritenne che «Boccaccio Boccaccino è fra’ cremonesi ciò che sono il Ghirlandaio, il Mantegna, il Vannucci, il Francia nelle scuole loro; il miglior moderno fra gli antichi e il miglior antico fra’ moderni». Il percorso di mostra, attraverso un’accurata selezione di capolavori convocati dai principali musei nazionali italiani, accostati per l’occasione a dipinti mai esposti al pubblico, scandisce le principali fasi di attività del pittore, dai suoi esordi tra Ferrara, Genova e Milano sino agli anni veneziani e cremonesi, dove Boccaccino mise a punto un linguaggio raffinato il cui manifesto è rappresentato dall’iconica Zingarella delle Gallerie degli Uffizi, immagine guida della mostra e del catalogo. L’esposizione permette inoltre di apprezzare, dopo il restauro, il frammento della pala d’altare della chiesa di San Pietro al Po a Cremona, l’ultima opera eseguita in vita da Boccaccino, recentemente acquisita dal Museo Diocesano, che si fregia così di ben esemplari dell’artista. La visita non si esaurisce presso il Museo Diocesano, ma prosegue all’interno della Cattedrale di Cremona, alla scoperta dello straordinario ciclo di affreschi con le Storie della vita della Vergine e della passione di Cristo, avviato da Boccaccio Boccaccino nel 1514 e proseguito da altri maestri, tra cui spiccano, accanto ai cremonesi Bembo e Melone, il bresciano Girolamo Romanino e il friulano Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone.
L'Europa della porpora. Arte e politica dei principi della Chiesa (1564-1605). Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 280
Con la chiusura del Concilio di Trento, nel 1563, per la Chiesa di Roma si apre una nuova stagione sul piano politico e culturale. Le risoluzioni adottate dai padri conciliari in materia giuridica, amministrativa e cultuale segnano una svolta epocale nella storia moderna della cristianità. A essere toccati dal progetto di riforma sono per primi i vescovi e i cardinali, e cioè i vertici della macchina ecclesiastica a cui ora si chiede dedizione e risorse per tradurre in concreto le disposizioni tridentine. Si trattò di un’operazione complessa che, come le ricerche degli ultimi tempi hanno chiarito in maniera evidente, procedette nell’Europa cattolica con declinazioni, tempi e modalità spesso assai differenti se non, in alcuni casi, contrastanti. Sullo sfondo di un simile scenario e nella prospettiva di un approccio allargato ai contesti storici e storico-artistici, questo volume vuole aprire una nuova finestra di discussione sul ruolo giocato da presuli e porporati nella faticosa e controversa costruzione della Nova Ecclesia post-tridentina. Confrontandosi con un’epoca attraversata da forti tensioni socio-religiose, l’insieme dei saggi qui raccolti, esito di un convegno internazionale svoltosi nel 2023 presso l’Università degli Studi Roma Tre, in collaborazione con la Fondazione Camillo Caetani di Roma, vuole mettere a fuoco nuovi percorsi tra arte, politica, propaganda e devozione, facendo risaltare la sfaccettata parte giocata dagli uomini che presiedettero le più alte gerarchie della Chiesa.
Pietro Bellotti e la pittura del Seicento a Venezia Stupore, realtà, enigma
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 240
In apparenza antitetici, stupore, realtà, enigma sono invece caratteri distintivi e al tempo stesso interconnessi all’interno del prismatico universo espressivo che caratterizza l’esperienza artistica di Pietro Bellotti (1625-1700). Pittore eccentrico e anticonformista come pochi altri del suo tempo, Bellotti riuscì a stupire e a distinguersi nella competitiva scena veneziana alla metà del Seicento, proponendosi con uno stile contrassegnato da una spiccata vocazione alla resa del dato reale che, talvolta, sconfina in una sorta di iperrealismo ante litteram. La forte propensione naturalistica delle sue opere, aventi come protagonisti donne e uomini segnati dall’età avanzata, si combina, nella prima fase, con affascinanti soggetti allegorici ed esoterici, apprezzatissimi dai contemporanei e celebrati dalle fonti letterarie. Dopo i viaggi a Monaco di Baviera (1668-1669) e a Milano (1673-1675 circa), in concomitanza con l’illustre incarico di soprintendente alle gallerie dei Gonzaga a Mantova (1681-1691), il pittore si dedicherà invece ai temi di genere. Le opere eseguite nella seconda parte di carriera risultano così incentrate sulla rappresentazione di mendicanti, pellegrini e popolani, vale a dire gli “ultimi”, restituiti con una sorprendente verità ottica e, soprattutto, in modo dignitoso e partecipato, quasi a volerne nobilitare lo status. In tal senso queste testimonianze si caricano di valenze profonde che, per molti versi, autorizzano ad annettere Pietro Bellotti al cosiddetto filone della «pittura della realtà», considerandolo un precursore della memorabile stagione che, in Lombardia, avrebbe trovato in Giacomo Ceruti uno dei suoi massimi esponenti. Nel ripercorrere la parabola di questo maestro, e provando ad affrontare alcuni enigmi interpretativi che ancora caratterizzano la sua vicenda biografica e professionale, l’esposizione ordinata alle Gallerie dell’Accademia, e il relativo catalogo, offrono al tempo stesso un’imperdibile occasione per approfondire la magmatica cultura figurativa del Seicento veneziano, mettendo a confronto capolavori di prim’ordine convocati da prestigiose istituzioni museali nazionali e internazionali, insieme a recenti acquisizioni del Ministero della Cultura. Oltre ai saggi dei curatori, che ripercorrono la carriera dell'artista, il volume è arricchito da approfondimenti condotti da specialisti del settore che analizzano la fortuna di Bellotti, nel collezionismo ma anche nei testi letterari, oltre a indagare meglio il significato profondo delle sue opere. Seguono schede critiche delle oltre cinquanta opere in mostra, uno straordinario atlante visivo e un regesto documentario volto a diventare un tassello fondamentale per comprendere l'attività di un artista tanto affascinante, quanto ancora poco indagato.
Altobello Melone. Opera completa
Francesco Ceretti
Libro: Libro rilegato
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 424
Nel corso del Novecento sono stati molti gli studiosi che si sono soffermati sulla figura del pittore cremonese Altobello Melone nel tentativo di metterne a fuoco la fisionomia. Con il suo piglio anticlassico, eccentrico e ponentino, Altobello giocò un ruolo centrale nello scacchiere del primo Cinquecento in Italia settentrionale, al punto da essere definito già da un contemporaneo come Marcantonio Michiel «giovine de buon instinto e indole in la pittura». Raccogliendo il testimone lasciato da Roberto Longhi nel memorabile articolo dedicato alle Cose bresciane del Cinquecento (1917), Altobello è presto diventato banco di prova per l’occhio esperto dei conoscitori attivi nella seconda metà del secolo scorso, che, così facendo, sono andati a costruire un catalogo che trovava – e trova tuttora – la sua opera capitale negli affreschi eseguiti nel Duomo di Cremona nel biennio 1517-1518. Tuttavia, nonostante la riconosciuta centralità nel panorama della pittura del Rinascimento padano, e non solo, la divergenza di opinioni da parte della storiografia ha portato, anche recentemente, a una disparità di vedute alle volte troppo radicale per provare a misurarsi con la redazione di una monografia che potesse restituire una visione complessiva dalla parabola del maestro. Occorreva, insomma, che la partita si fermasse prima che i tempi fossero maturi per riaccendere i riflettori su Altobello e riuscire così a confezionare il primo catalogo monografico della sua opera. Questo volume, frutto di molti anni di ricerca necessari a raccogliere nuove informazioni sul pittore e a sistematizzare e bonificare le precedenti, è composto da un saggio sulla biografia e l’evoluzione stilistica dello stesso, da un contributo sulla sua fortuna critica e da un regesto dei documenti, alcuni dei quali inediti. Tutte le opere riferibili all’artista e alla sua cerchia, circa cinquanta conservate nei più importanti musei del mondo, sono state schedate, ordinate cronologicamente e riprodotte in fotografie a colori.
L'arte e la tecnica delle decorazioni a stucco in Europa. Dalla fine del XV alla metà del XVIII secolo-The art and industry of stucco decoration in Europe. From the Late 15th to the Middle of 18th Century
Libro: Libro rilegato
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 408
Le decorazioni a stucco sono state studiate principalmente come forma artistica, dando poca attenzione al ruolo professionale degli stuccatori e alle loro particolari capacità tecniche. Dal XV al XVIII secolo, molti stuccatori originari delle zone tra l’attuale Canton Ticino e la Lombardia hanno lavorato in tutta Europa, portando un bagaglio di conoscenze che hanno saputo adattare di volta in volta a diversi contesti. I saggi contenuti nel libro evidenziano il ruolo di questi artisti all’interno dei cantieri e il loro modo di interpretare una tecnica difficile da padroneggiare, che richiedeva particolari abilità nel combinare pochi e semplici ingredienti di base per realizzare magnifiche decorazioni a imitazione del marmo. Ogni contributo affronta questi temi con un approccio interdisciplinare, considerando la storia artistica e sociale, la storia delle tecniche artistiche e la scienza dei materiali. Il volume include un glossario bilingue su materiali, tecniche e strumenti di lavorazione dello stucco.
Forte di Belvedere. Guida-Fort Belvedere. Guide
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 96
Dal cuore di Firenze, attraversato Ponte Vecchio e risalita costa San Giorgio, si accede a uno dei luoghi più suggestivi della città: il forte di Belvedere. Voluto alla fine del Cinquecento dai Medici per rafforzare le difese dell'Oltrarno, il forte si inserisce con armonia nel paesaggio urbano e naturale, offrendo vedute scenografiche sulla città e sui colli. Progettato da Bernardo Buontalenti per Ferdinando I, il complesso comprende anche la palazzina, costruita precedentemente da Cosimo I e completata sotto Francesco I. Nel secondo dopoguerra, conclusa la sua funzione militare, il forte è stato restituito alla città come spazio pubblico, trasformandosi in un luogo di cultura e bellezza, divenuto negli anni cornice d'eccezione per mostre ed eventi.
Disegni e cultura visiva a metà Settecento. Documentare, narrare, mettere in scena
Chiara Gauna
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 144
Il volume di Chiara Gauna si focalizza sulla funzione di particolari tipologie di disegni, commissionati ed eseguiti per la traduzione in incisione e la messa in scena teatrale nell'arco cronologico compreso tra il 1740 e il 1770 circa. Si tratta di documenti preziosi e coerenti per un carotaggio della cultura visiva, ancora prima che strettamente figurativa, di metà Settecento. In questi anni una nuova sensibilità raggiunge la piena maturazione, individuando nel libro d’arte, nella passione per l’antico, nella letteratura e nel teatro, ma anche nel disegno e nelle stampe, ambiti privilegiati di espressione e fruizione, non solo per gli artisti, ma anche per un pubblico scelto e, tuttavia, allargato di lettori, collezionisti e spettatori. Il libro si divide in tre parti: la prima, «Documetare», è dedicata ai disegni preparatori di Anton Maria Zanetti per la sua magnifica opera sulle antichità pubbliche di Venezia (Delle antiche statue greche e romane che nell’antisala della Libreria di San Marco, e in altri luoghi pubblici di Venezia si trovano, 1741-1743); la seconda, «Narrare», ai disegni di Giambattista Piazzetta per la celebre edizione illustrata della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (1745), vertici assoluti della produzione libraria europea di quegli anni, anzi probabilmente dell’intero XVIII secolo, promossi dall’editore veneziano Giambattista Albrizzi; la terza, «Mettere in scena», a una serie di disegni di scenografia di mano di Fabrizio Galliari e di costumi d’invenzione di Leonardo Marini, che permettono di documentare in maniera pressoché integrale una serie di opere in musica messe in scena al Teatro Regio di Torino intorno al 1770. Questa mole imponente di testimonianze grafiche, solo apparentemente “di servizio”, lascia emergere un aspetto significativo della cultura artistica di metà Settecento: la convinzione dell’assoluta preminenza conoscitiva, inventiva e interpretativa del disegno, segnato sempre di più da un'alta consapevolezza e competenza tecnica, oltre che inventiva.
Un papa poeta. Maffeo Barberini e la cultura di primo Seicento
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 112
Maffeo Barberini (Firenze, 1568-Roma, 1644), divenuto pontefice con il nome di Urbano VIII nel 1623, è una figura fondamentale per la cultura del primo Seicento. Ancora prima di diventare papa, Barberini è protagonista di un percorso letterario che lo porta in contatto con alcuni tra i più importanti scrittori e pensatori contemporanei, da Giovan Battista Marino a Gabriello Chiabrera, da Galileo Galilei a Tommaso Campanella. Né va dimenticato che in quei primi mesi del secolo Maffeo è attivo come mecenate, ed è persino capace di avvicinare con successo un artista di prima grandezza come Caravaggio, dal quale ottiene un ritratto e soprattutto il capolavoro rappresentato dal Sacrificio di Isacco, oggi agli Uffizi. Il volume, articolato in cinque saggi di Emilio Russo, Clizia Carminati, Roberta Ferro, Marco Leone e Saverio Ricci, illustra le diverse opere di Barberini, tra rime volgari e carmi latini, oltre ai suoi legami con la stagione del primo Barocco in Italia. Con saggi di Emilio Russo, Clizia Carminati, Roberta Ferro, Marco Leone e Saverio Ricci.
Movimenti, acque, soliloqui. Poesia bengalese moderna. Testo originale a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 200
La poesia moderna in India si scrive in oltre quindici lingue, inglese compreso. La poesia moderna bengalese può vantare un indiscusso primato: dal 1913, data del premio Nobel per la letteratura conferito a Rabindranath Tagore, è stata tradotta in quasi tutto il mondo. In realtà a essere tradotte sono state prevalentemente le opere di Tagore, molto noto in Italia e nel resto d’Europa. Gli altri poeti, coevi o posteriori, sono poco conosciuti nel nostro paese, nonostante la loro raffinata produzione e i fermenti letterari ai quali si ricollegano. Questo volume intende presentare, per la prima volta in italiano, alcune di quelle voci tra le più espressive, dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri. Il volume si compone di un saggio introduttivo, che riannoda tradizioni letterarie classiche, medioevali e moderne al senso della contemporaneità della poesia. È presente un saggio su Buddhadeb Basu, figura chiave del Modernismo bengalese e la traduzione di sue tre poesie. Seguono i versi dei poeti Nazrul Islam, Jibanananda Das, Shakti Chattopadhyay, Sankha Ghosh, Joy Goswami, nella traduzione di Alessandro Anil, candidato al premio Strega Poesia, e quella di tre voci femminili del Minimalismo contemporaneo. Tutte le poesie sono corredate dal testo a fronte in lingua originale.
Orizzonti rosso
Libro: Libro rilegato
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 264
Dagli anni cinquanta Valentino Garavani comincia a creare abiti rossi che realizzano, con la loro identificazione di un colore con la sua forma, la dinamica vitalità del mondo nuovo, rinnovando eleganza e spigliatezza: le sue creazioni in rosso sono, per la loro evidenza sintetica, individuale e sociale, segnali-guida che connotano la svolta della storia e le attribuiscono la leggibilità epocale: si chiama stile, metodo sottile e radioso di segnare il tempo storico. Questa mostra, con cui viene inaugurata la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti a Roma, e il suo prezioso catalogo segue la fenomenologia del rosso in pittura e, simultaneamente, i rossi di Valentino: un certo rosso che diviene indistinguibile dalle sue forme, tanto da affermare il termine «rosso Valentino» oltre il campo della moda, conquistando la sua definizione al di fuori del campo specifico dellʼabbigliamento, della produzione, della pubblicità, trovando spazio in quello universale dei significati. Saranno esposte, tra gli altri, opere di Andy Warhol, Mark Rothko, Basquiat dedicate o indissolubilmente legate al «rosso Valentino».
Le «favole antiche» di Piero di Cosimo
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 96
Le Storie dell’umanità primitiva di Piero di Cosimo (1462-1522) rappresentano indubbiamente uno dei cicli pittorici più originali e sconcertanti del Rinascimento italiano: si tratta di una serie di pannelli pensati quasi sicuramente per decorare l’abitazione di Francesco del Pugliese (c. 1460-1519), facoltoso mercante e uomo politico fiorentino di idee repubblicane. In queste tavole, senza confronti almeno fino alla fine dell’Ottocento, Piero di Cosimo ha raccontato per immagini la storia evolutiva della civiltà umana, basandosi tuttavia non sul canonico libro della Genesi, ma su una serie di fonti letterarie classiche tra cui spicca il De rerum natura di Lucrezio, da poco riscoperto. Poema pericoloso, fu giudicato «lascivo» ed «empio» per le sue tesi razionalistiche ispirate dalla filosofia epicurea e ben presto messo all’Indice. La storia dell’uomo in questa serie di tavole evolve a partire da una condizione brutale e primitiva, giungendo gradualmente - grazie anche alla decisiva scoperta del fuoco - a uno stadio più evoluto fino a culminare nel pannello finale, in cui è mostrato un vero e proprio trionfo delle arti rinascimentali ispirate all’antico. Emerge così in tutta la sua originalità la figura di Piero di Cosimo, artista isolato, eccentrico e bizzarro, ma al tempo stesso capace di dialogare con la cultura umanistica più aggiornata del suo tempo e di anticipare, in alcuni suoi dipinti, la teoria dell’evoluzione e le scoperte della moderna paleoantropologia.

