La Scuola di Pitagora
La vecchiaia. Tra fragilità, conoscenza, esperienza, saggezza e diritti
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 248
Una malattia (Terenzio). Un problema per anziani (G. Benn) - È il momento in cui hai consapevolezza che il cammino non solo non è compiuto, ma non hai più il tempo di completarlo e devi rinunciare a raggiungere l’ultima tappa (N. Bobbio) - L’età grande (G. Caramore) - L’età del desiderio (F. Coppa) - L’età dei diritti (Roger Dadoun) -L’età sperimentale (E. De Luca, I. de la Fressange) - L’età in cui si disvelano la forza del carattere e un rinsecchirsi del corpo e dell’anima (J. Hillman) - L’età in cui non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare (La grande bellezza) - Un tempo caratterizzato dall’opacità del corpo e dal cedimento del desiderio (Aldo Masullo) - Il tempo in cui il passato si vive guardando avanti (M. Nussbuam) - L’età da inventare, l’età delle fragilità (V. Paglia) - L’età in cui gli scienziati non progrediscono più (M. Rees) - Non una battaglia, ma un massacro: quando il corpo è in una guerra che hai perso (Ph. Roth) - L’età della sapienza (A. Russo) - Tempo inquieto (A. Scola) - La palude corporea della memoria (M. Vargas Llosa) - Un abito a brandelli (W. B. Yeats) - Essere sulla soglia per incamminarsi verso quel “paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno”, per ripetere l’amara considerazione di Amleto (O. Zecchino). Non è una malattia (OMS).
Polemica contro il mio tempo
Panfilo Gentile
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 248
Cosa accade quando, non più supportata dalle infrastrutture economico-sociali che ne avevano reso possibile l’ascesa, la democrazia si trasforma in partitocrazia? Nel 1965, Panfilo Gentile se lo chiese, e con uno stile vivace e brillante provò a darne una risposta. L’introduzione di Alberto Giordano, già autore di importanti studi dedicati al Gentile, offre le coordinate storico-politiche per comprendere la critica precisa e impietosa della degenerazione subita dalla democrazia italiana nei primi anni Sessanta. Secondo Gentile, la nascita dei governi di centrosinistra aveva accentuato le già insite tendenze verso statalismo, clientelismo, restringimento degli spazi di autonomia e anticonformismo. Polemica contro il mio tempo, che certamente è da leggersi collocata nel momento preciso della nostra storia nazionale, ha ancora, e più di qualcosa, da dire al “nostro” tempo e a noi, immersi, come siamo, in una crisi delle democrazie liberali dagli esiti incerti e inquietanti.
Con altra voce. Cantica allo Splendore in Tre canti
Gabriella Cremona
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 152
È frutto di pensiero e di creatività, di ispirata ricerca poetica – letterariamente orientata anche alla concezione infigurale fra il visibile e l’invisibile – e di un’intuizione fra le più avanzate scoperte scientifiche (dalla quantistica alle neuroscienze) in sintonia con i sovrumani silenzi dei sensi interni, l’ottava opera di Gabriella Cremona: Con Altra Voce. Cantica allo Splendore in Tre canti, prefata da Novella Primo. Prefazione autorevole, essenziale come guida preziosa dell’intera Cantica, densa di archetipi, di rimandi spirituali, di simbolismi, rivitalizzati da una plausibile speranza per l’umanità di sottrarre – Con Altra Voce – «postazioni a un de profundis». Temi ricorrenti della Cantica allo Splendore – poematicamente svolta in un clima di suspense, fra manoscritti e antichi codici, e di un’avvolgente sinfonia ritmica, come fosse una colonna sonora, percepibile foneticamente fra quelle della musica sacra e di certe partiture di Gustav Mahler, o di Ennio Morricone fino al cantautorato di Franco Battiato – sono quelli del riconcepire, risorgere, rigenerare interiormente l’umanità, “liberandola”, per implorata intercessione all’energia dell’Assoluto, dall’incorreggibile violenza ripetitiva del male, visualizzata dall’autrice come hackeraggio di una delle basi del dna, fino all’inedita consegna di un Sacro File «come contraltare al braciere dell’orrore». La tessitura luminosa di questa contemporanea “navigazione” fra spirito e materia, per Spes et Reset, ha la peculiarità di un offertorio di bellezza per tutti coloro a cui quest’opera di ampio respiro arriverà in lettura, meglio poi se in ri-lettura, come un affresco cinematografico dell’anima, movimentato da immagini, infigurazioni, sia angeliche che zoomorfe, «fino al punto alto della rondine», secondo la profezia dell’Angelo.
Letteratura gay in Italia? Questioni, genealogie, scritture
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 240
Esiste una letteratura gay italiana? E, se esiste, quali condizioni storiche, linguistiche e culturali ne rendono possibile la nominazione, il riconoscimento, la trasmissibilità, senza ridurla a una categoria identitaria rigida o a una sottosezione tematica del Novecento e del nuovo millennio? Questo volume assume la domanda come orizzonte critico mobile, evitando risposte assertive. In un contesto segnato da rimozioni e canonizzazioni eteronormative, la “letteratura gay” resta nozione sospetta o marginalizzata. Qui non se ne rivendica la legittimità, ma se ne osservano le condizioni epistemologiche e culturali di dicibilità e operatività. La pluralità degli approcci, delle scritture e delle indagini proposte è la forza stessa del libro. La letteratura gay italiana non esiste come genere unitario o corpus stabile, ma come campo di forze, dispositivo critico che mette in crisi le categorie della storia letteraria, sfida la legittimazione accademica, domanda nuove forme di lettura e cittadinanza testuale. Più che fissare modelli, gli studi qui raccolti moltiplicano i punti di accesso, raccontano gesti e ipotesi interpretative e chiedono: che cosa facciamo oggi con questi testi? Come ci parlano, ci disordinano, ci trasformano? E quale comunità temporanea, fragile, queer possiamo immaginare, anche solo per il tempo di una pagina, nell’atto condiviso della lettura? Non è poco. Anzi, è proprio da qui che si comincia.
Trattato d'amore. Degl'affetti d’amore
Simone Porzio
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 128
Il "Tattato d’amore" di Simone Porzio (ca. 1546) rappresenta un’originale esegesi petrarchesca, condotta attraverso il prisma della medicina e della filosofia naturale aristotelica, in netta contrapposizione al neoplatonismo ficiniano dominante. Questa edizione critica riunisce per la prima volta due redazioni del trattato filosofico sull’amore: il "Trattato d’amore" (Firenze, Ms. Ashburn. 674) e il meno noto "Degl’affetti d’amore" (Napoli, Ms. Branc. V D 17), rivelando l’evoluzione del pensiero porziano e la sua ricezione negli ambienti intellettuali del Rinascimento italiano. L’introduzione e l’apparato critico forniscono gli strumenti per comprendere la complessità dell’opera e il suo significato nel dibattito rinascimentale sulla natura degli affetti e delle passioni.
La cura e la virtù. Medicina ed etica nel pensiero di Descartes
Salvatore Giammusso
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 232
Nel presente lavoro Salvatore Giammusso rilegge le riflessioni cartesiane sulla medicina e sull'etica nel loro sviluppo storico-sistematico. La ricerca ricostruisce il modello anatomo-fisiologico sviluppato da Descartes in un confronto critico con le teorie di Galeno e del galenismo rinascimentale; inoltre approfondisce il rapporto con lo stoicismo, che ha ispirato le riflessioni in tema di beni, virtù e azioni appropriate. Una particolare attenzione è dedicata alla terza nozione primitiva, relativa all'unione di anima e corpo. Descartes la matura e la mette alla prova nel dialogo con la principessa Elisabetta di Boemia. Su di essa si fonda l'abbozzo di una terapia delle passioni, che apre la via alla salute e alla virtù. Nell'interpretazione qui presentata la generosità è appunto la virtù che medita e "cura" ogni eccesso: essa assicura una durevole soddisfazione, senza per questo rinunciare alle passioni. Descartes riprende l'ideale della "metriopatia" o moderazione già avanzato nel medio-stoicismo antico, e lo rinnova all'interno di un paradigma moderno che trasforma le passioni tristi in materiale su cui lavorare in un percorso di crescita personale diretto verso la virtù e il piacere che ne deriva.
Il corpo è una lama che si affila tagliando. Autobiografia, corporeità e postmemoria nelle opere di Ocean Vuong
Emanuele Battiniello
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 240
Questo volume è uno studio monografico sull'autore vietnamita americano Ocean Vuong, incentrato sull'analisi di tre opere: le raccolte di poesie "Night Sky with Exit Wounds" (2016) e "Time Is a Mother" (2022), e il suo romanzo d'esordio "On Earth We're Briefly Gorgeous" (2019). L'autore, nato a Saigon nel 1988 ed emigrato negli Stati Uniti all'età di due anni come rifugiato, rappresenta una delle voci di spicco della letteratura Vietnamese American. Questa ricerca, che adotta teorie e approcci sviluppati nell'ambito degli Asian American Studies, della Queer Theory e della Gender Theory, concentrandosi in particolare sulle modalità attraverso le quali l'autore decostruisce e riempie di nuovo significato i concetti di Autobiografia, Corporeità e Postmemoria, rilegge il corpus di Vuong come una reazione alle aspettative dello sguardo occidentale: dall'interno di una scrittura marcatamente autobiografica, egli abbraccia la propria posizione di autore razzializzato, restituendo ai lettori in maniera esplicita le implicazioni del loro sguardo, e decostruendo le modalità di consumo della vita, del corpo e del dolore diasporico.
Nuptiae Augustae
Tristano Calco
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 192
Tristano Calco (ante 1455-ante 1515), allievo di Giorgio Merula e di Bartolomeo Calco, svolse gran parte della sua carriera a Milano, presso la Cancelleria sforzesca e a Pavia, dove si occupò della biblioteca del castello ducale, fondamentale per i suoi studi filologici, che lo fecero entrare in contatto con studiosi del calibro di Angelo Poliziano. Universalmente noto come storico, compose una monumentale Historia Patria e numerose altre opere, tra cui tre fortunate cronache nuziali (Nuptiae mediolanensium ducum, Nuptiae mediolanensium et estensium principum e Nuptiae Augustae), funzionali alla celebrazione del potere ducale attraverso la descrizione di banchetti, fastosi apparati e complesse scenografie, e testimonianze di particolare interesse per la ricostruzione degli eventi nuziali sforzeschi. Il matrimonio tra l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo e la giovane Bianca Maria Sforza, nipote di Ludovico il Moro (celebrato per procura nel novembre 1493 e seguito dalle nozze vere e proprie nel marzo 1494), manifesta espressione della magnificentia e del lusso della corte ducale, fu esaltato in diverse e molteplici forme, artistiche, poetiche e letterarie. Nelle Nuptiae Augustae Tristano Calco racconta ogni particolare delle nozze, descrivendo le celebrazioni milanesi in Duomo, gli apparati allestiti per l’occasione, il successivo viaggio della sposa fino a Innsbruck e i festeggiamenti in Tirolo. L’operetta del Calco è una puntuale e minuziosa cronaca, a mezzo tra letteratura encomiastica e descrizione di viaggio, ed è una testimonianza di particolare interesse per ricostruire nitidamente uno tra i più vivaci eventi della storia del ducato sforzesco e delle corti italiane del Rinascimento.
Ceneri e gioventù. Il marxismo tragico nella poesia di Pasolini
Daniele Maria Pegorari
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 152
Parlare di Pasolini ‘poeta civile’ significa affrontare pressoché tutta la sua opera e rischiare di essere fagocitati nel vortice dei richiami intratestuali, dei processi di revisione ideologica, della complessità dei testi, delle vicende italiane che si affastellano – fra cronaca e politica – dalla Resistenza ai movimenti di contestazione degli anni Settanta. Eppure rinunciare a descrivere il percorso dei suoi versi (circa una dozzina di libri, fra raccolte edite e inedite, in lingua e in friulano) vorrebbe dire consegnare questo autore all’iconografia del genio scandaloso e del profeta inascoltato, anziché affinare un metodo per apprezzarne l’eccellenza artistica, insieme alla durezza del suo giudizio sulla storia contemporanea. Questo libro segue, opera dopo opera, l’itinerario di uno dei maggiori poeti del secolo XX, prima e dopo lo snodo drammatico del 1960: a un primo quindicennio dominato dall’ebbrezza dell’adesione al processo rivoluzionario della storia, segue un secondo quindicennio in cui il poeta constata il tradimento di ogni progresso. È il passaggio dall’intellettuale organico all’artista perseguitato, dall’epica della modernità alla tragedia della postmodernità.
La bilancia inquieta. Saggiatura dei moralisti
Marco Lanterna
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 96
Dopo la morte di Dio, si annunzia a gran voce quella dell’Uomo. Forse suicidatosi da sé oppure estinto spicciativamente dalla Vita o ancora rottamato con fenomenale upgrade dall’Intelligenza Artificiale. Di questa fine squallida e priva di nostalgia, i Moralisti – che tutto degli uomini seppero e almanaccarono con smalto opaco – sono ancora i giudici migliori. Sicché vengono qui convocati per saggiare un’ultima volta l’Uomo, giunto ormai alla fine dei suoi giorni. Una Bilancia inquieta dunque (quella dei Moralisti e dell’autore) colta nell’atto in cui il giogo, un tempo perfettamente orizzontale, oscilla sopra il coltello un attimo prima d’indicare il proprio verdetto di sangue. Le prose filosofiche e gli aforismi di La bussola dei moralisti; Fricassea di moralisti italiani; Taschenweltgeschichte; Scorie della civiltà perfezionata, pur nella loro diversità prodigiosa di stili, riescono a orchestrare filosofia classica e βίος, Ancien Régime e futurologia, psicostasia e machine learning, collasso dell’antropocene e cosmolatria, in vista di una filosofia nova (final commiato e/o lieto evento) per cui il ritorno della Terra in seno alla Luna abiotica appare l’unico possibile exit plan.
«Parole e fumi qui in Sicilia levo». La poesia di Stefano D’Arrigo attraverso Codice siciliano
Giacomo Antonio Principato Trosso
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 320
L’esperienza poetica di Stefano D’Arrigo racchiusa in Codice siciliano, unica silloge pubblicata dall’autore nelle due edizioni del 1957 e del 1978, segna la prima stagione artistica di uno dei narratori più interessanti e irregolari del Novecento italiano. Eppure poco spazio è stato riservato finora dalla critica al noviziato poetico darrighiano, messo in ombra dal successivo mito nato attorno alla grandiosa impresa di Horcynus Orca. Questa monografia si propone dunque di attuare un’indagine multiprospettica sulla poesia di D’Arrigo, troppo spesso considerata come un esempio minore del talento letterario del romanziere messinese, contribuendo a focalizzare il valore autonomo della scrittura giovanile prehorcyniana. Mediante l’uso di notizie biografiche, documenti d’archivio e di un’aggiornata ricognizione bibliografica vengono infatti ricostruite alcune delle dinamiche culturali vissute dal giovane poeta dell’Orca, contestualizzando la poesia nella ben più conosciuta scrittura narrativa e sondando anche un possibile dialogo con l’attività di elzevirista e critico d’arte che impegnò lo scrittore tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Il libro contiene poi sia puntuali analisi critiche, che riguardano itinerari intertestuali, autobiograficità, peculiarità prospettiche e riferimenti figurativi della poesia darrighiana, sia percorsi di lettura basati su questioni redazionali e sull’isolamento di alcuni temi centrali dell’unica raccolta edita di D’Arrigo.
Una gioiosa fatica (1964-2022)
Angelo Gaccione
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2025
pagine: 160
La breve poesia che apre questa raccolta preannuncia già, non solo la temperie del nostro tempo, ma anche l’amaro grido di protesta che avrebbe segnato tutta la versificazione di Angelo Gaccione: «Quando la notte / uccide la luce / tutti gli uccelli più gai / vanno a morire». (Franco Loi) Che sia anzitutto un impulso morale a motivare i versi di questa raccolta è cosa ben avvertibile, e Gaccione punta dritto su rigore e onestà. Tra le varie possibili declinazioni di quell’impulso primario ecco l’indignazione e l’incitamento, il giudizio pacato e la frustata polemica, la confessione inerme, la caricatura e la gelida constatazione. Ne "Le arrabbiate", in particolare, la voce si fa esortazione risentita e tambureggiante, a sottolineare un disagio non transitorio; mentre ne "Le ultime", egualmente engagées, fa spicco un falsetto parodistico. (Tiziano Rossi) È amore anche l’ostinazione a ribellarsi al male, alla vita che non fiorisce più e s’accascia come aspettasse, del resto invano, il giorno del giudizio. Vale per le più antiche poesie del luogo natio, degli affetti che sanno di radici e di terra, e s’addensa con nuovi equilibri narrativi per cogliere sdegno e angoscia. Tragicamente espressiva la bellissima poesia per i bambini morti nella Scuola Numero Uno di Beslan durante lo scontro tra i separatisti ceceni e i corpi speciali russi nel 2008. (Fulvio Papi)

