CTL (Livorno)

Con questa citazione, nasce questa raccolta solidale che vede unirsi arti differenti, dalla prosa, alla poesia per poi passare alla pittura e fotografia. L’idea era unire l’arte e dimostrare ancora una volta quanto la creatività umana sia la vera forza verso l’evoluzione, verso la rinascita. L’estro, la passione, la voglia di comunicare tramite colori, parole, forme e immagini, può indurre l’umanità a migliorarsi e a sprigionare la parte migliore della nostra natura spesso celata da false convinzioni in cui si vede l’immaginario come parte inconscia da tener a bada e pericolosa. Invece non v’è nulla come la fantasia, la creazione del pensiero la passione per esso che possa riempirci il cuore e l’anima e donare all’ uomo il giusto valore delle cose e nel contempo un cammino pieno e vivo in questo passaggio. L’arte è bellezza, è dono e come tale va donata! Così nel nostro piccolo abbiamo voluto creare qualcosa che doni. Unire l’arte non significa solamente esporre opere e pensieri dei vari artisti presenti, ma sopratutto portare un messaggio concreto, un’impronta forte in cui si dimostra che l’arte può convivere, amalgamarsi e sprigionare passione all’ennesima potenza.

Paolo Coscione, da alcuni anni, scrive poesie nel rispetto della forme metriche tradizionali e sull’adozione di un linguaggio di pregnante chiarezza, al fine di dare voce ai “valori di tutti”. L’autore nelle sue opere cerca di dare sempre un nome preciso all’emozione, al quadro, al sentimento e alla parola che li rappresenta. La parola non si rende autonoma dalla frase e del fraseggio poetico non oscura il senso.

"Ora che è tempo di sosta" è una silloge poetica ben coesa, bene articolata e felicemente risolta nei suoi nuclei metaforici e linguistici. L’autrice non è nuova alla poesia e possiede gli strumenti per ben coordinare gli elementi espressivi che, nel caso in oggetto, come lei stessa afferma nella premessa, nascono dall’accostamento a creazioni differenziate tra loro: foto, dipinti, ceramiche, paesaggi, ambienti, ai quali sovente è legato il ricordo sin dalla più tenera età. Da madre pittrice e poetessa eredita il senso del Bello proteiforme, attraverso studi umanistici ne intensifica l’interesse e ne scava fino in fondo una lucida e cristallina dimensione che ne percepisce le più elevate forme attraverso il possesso di requisiti che vi si orientano e la ben definiscono.

Imprenditrice, gestisce per molti anni l’impresa edile insieme al marito, fino al 2009 quando, l’avvento della crisi, le offre la possibilità di dedicarsi a tempo pieno, alla sua passione di sempre: la pittura. Autodidatta inizialmente, frequenta poi corsi di specializzazione, e partecipa, con riconoscimenti, a concorsi di pittura, mostre ed eventi, in Italia e all'estero. I suoi ritratti e i suoi paesaggi si possono trovare appesi a chiodi di varie parti del mondo. Nel 2013 scopre un’altra forma di arte: la scrittura. “Blu” è il suo primo libro, scritto e contemporaneamente “dipinto” su tele che accompagnano il percorso dell’artista in questa nuova e affascinante impresa artistica. Nel 2014 apre il suo “Laboratorio d’Arte” nel paese in cui vive, Minerbio: una vera e propria Galleria d’Arte in cui è possibile ammirare i suoi dipinti, imparare a disegnare e dipingere, sbirciare l’artista all'opera, o semplicemente, leggere un libro e chiacchierare, sorseggiando un buon caffè.

Quello splendido e antico pianeta che gravita in un sistema solare anni luce lontano da altre forme di vita razionali e non… meglio noto come pianeta terra… ignora completamente di essere oggetto di studio e di contesa tra due civiltà ad esso aliene. Un'antica profezia Deeleviana anticipò di fatto la sua scoperta. La quale ne decretò una minaccia verso ogni altra forma di vita, e al tempo stesso fece carico agli stessi Deeleviani di ogni responsabilità nei confronti di tale avversità. Gli attriti tra Deeleven e Sinderia già presenti tra le due civiltà s’intensificarono, dopo che i primi si fecero carico della questione terrestre. Al punto che ne conseguì un secondo e sanguinoso confitto, il quale vide i proseliti della Dea Sinderia sconfitti e confinati sul loro stesso pianeta. L’orgoglio Sinderiano seppur ferito e ammantato dal gelo della sconfitta, medita la sua vendetta. Esiste solo un modo affinché Sinderia possa vendicarsi dell’odiato nemico Deeleviano… Collaborare con lui, senza che questi ne sia consapevole.